Se il PC è la vostra piattaforma di riferimento e non giocate tantissimo ai titoli per dispositivi mobili, è molto probabile che il nome del team Mojo Bones non vi dica molto. Si tratta infatti di uno studio dall'organico abbastanza piccolo, le cui esperienze passate si dividono tra titoli per Android e iOS, con una scappatella su Nintendo 3DS. Impact Winter è dunque il primo gioco che questi sviluppatori britannici portano sui nostri monitor, puntando subito a un genere particolarmente inflazionato in ambito PC: quello dei survival. Chi ha letto le nostre prove dei mesi scorsi saprà di cosa si tratta: Impact Winter ci mette nei panni di un gruppo di sopravvissuti, impegnati a cercare di andare avanti dopo un evento catastrofico che ha messo la Terra davanti a un inverno straordinariamente lungo e rigido. Indossate dunque il vostro giubbotto più pesante, perché là dove stiamo andando fa davvero tanto freddo!
Quote
Neve, neve e ancora neve: sopravvivere per trenta giorni in Impact Winter è roba da veri duri
Come i dinosauri
L'evento immaginato da Mojo Bones per raccontare i fatti di Impact Winter è lo stesso che si suppone abbia causato tanti anni fa l'estinzione dei dinosauri, vale a dire l'impatto di un asteroide sul nostro pianeta. Come ricordato in precedenza, Impact Winter non è altro che il nome in inglese del cosiddetto "inverno da impatto", contraddistinto da un abbassamento significativo delle temperature accompagnato da eventi atmosferici in grado di stravolgere l'aspetto della Terra.
Il luogo in cui ci troviamo è la cittadina di Brandon, nella provincia canadese del Manitoba, per vestire i panni di Jacob Salomon, uno che ha vissuto alla giornata dodici mesi d'inverno prima d'imbattersi in un gruppo di altre persone che hanno fatto di una chiesa completamente seppellita dalla neve la loro casa. Grazie all'uso di uno speciale drone, che conosceremo a breve, il gruppo intercetta un segnale secondo il quale in trenta giorni arriveranno i soccorsi tanto attesi, per porre così fine a una situazione vissuta costantemente sull'orlo del baratro. Sopravvivere mentre in giro tutto è seppellito da metri di neve non è per niente facile, ma per fortuna Jacob può contare su un gruppo di colleghi di sventura piuttosto valido. Insieme a lui c'è infatti Wendy, un'anziana signora dotata di conoscenze in medicina e abilità in cucina, accompagnata da Maggie, abile meccanica in grado di costruire migliorie per il rifugio. Blane è l'esperto di sopravvivenza all'esterno, mentre Christophe è il più giovane del gruppo: un esperto in tecnologia, a cui si deve il funzionamento del drone Ako-Light, compagno inseparabile di Jacob durante le sue sortite all'esterno della chiesa. In qualità di leader del quintetto, il protagonista è infatti colui che si occupa di svolgere i compiti in quello che viene chiamato Void, di cui parleremo successivamente. Le specializzazioni dei personaggi non giocabili danno luogo a quelle che in Impact Winter vengono chiamate "vie": si tratta di linee di quest, legate principalmente al reperimento di materiali necessari per ottenere un certo miglioramento in uno degli ambiti sopra citati. Aiutando Christophe, per esempio, si ottiene un Ako-Light più efficiente su cui poter contare, mentre dando una mano a Wendy quest'ultima avrà maggiori possibilità di riuscire a mantenere vivi i sopravvissuti. Avendo un intervallo di tempo definito a propria disposizione, il giocatore deve decidere in cosa investire i propri sforzi, concentrandosi sugli aspetti che egli pensa possano essere maggiormente adatti al proprio stile di gioco. Al di là del modo in cui si decide di arrivare alla fine, il gruppo va naturalmente nutrito e tenuto in salute sia fisica che mentale, pena la morte o l'abbandono da parte di un membro con tutte le conseguenze che questo può avere sulla collaborazione tra i personaggi. Un aspetto fondamentale per la riuscita in Impact Winter, sul quale il giocatore può intervenire assegnando anche degli specifici ruoli ai membri del gruppo.
Accorciare l’attesa
Dal momento iniziale in cui Ako-Light intercetta il segnale di cui sopra, i trenta giorni diventano l'obiettivo a cui il giocatore deve puntare in Impact Winter. Per fortuna sua e anche nostra, Jacob può accumulare Rescue Points, grazie ai quali diminuire il conto alla rovescia di un certo numero di ore alla volta, riducendo così l'attesa reale per i soccorsi. Si tratta più o meno di punti esperienza, accumulabili completando le missioni proposte dalle altre persone che abitano nella chiesa, oppure compiendo azioni specifiche come l'attivazione delle stazioni radio presenti nel Void.
Oltre all'aspetto di gestione delle risorse materiali e umane, l'esperienza di gioco proposta da Impact Winter si basa sulle missioni svolte da Jacob all'esterno, in un ambiente decisamente ostile. I materiali che possiamo trovare in giro sono davvero molteplici, così come il loro utilizzo si divide spesso in più ambiti: girando per case, stazioni di servizio e altri edifici ci si rende presto conto della mole di bottino che è possibile portarsi a casa, ritrovandosi però obbligati a compiere scelte dettate da un inventario ridotto in termini di dimensioni. Particolari migliorie all'attrezzatura di Jacob promettono di risolvere il problema, ma prima di averle a disposizione il giocatore deve faticare non poco, andando più volte avanti e indietro per portare nella chiesa tutto ciò di cui c'è bisogno. Un inventario un po' più capiente sin dall'inizio non avrebbe di certo guastato. Oltre ai rifornimenti, nel Void è possibile trovare anche sconosciuti che ci offrono ricompense (e Rescue Points) in cambio di aiuto, in missioni che per la verità si sono dimostrate abbastanza ripetitive tra loro. I cosiddetti Nomads rappresentano un gruppo di personaggi particolari, coi quali principalmente è possibile commerciare impiegando la valuta da loro accettata: semi di piante. Nel momento in cui non troviamo in giro un elemento necessario per costruire un oggetto di cui abbiamo bisogno, un aiuto del genere può essere fondamentale. Il crafting, come accennato, è legato agli altri personaggi che compongono il gruppo: Blane, per esempio, può dotarci di trappole di vario tipo per catturare gli animali, mentre un piatto preparato da Wendy ha un impatto decisamente più grande sui parametri della truppa rispetto all'ennesimo pasto fatto di fagioli in scatola. L'ambiente esterno porta ovviamente con sé anche dei pericoli, rappresentati in primo luogo dal freddo. La situazione meteo può infatti cambiare da un momento all'altro arrivando a temperature proibitive per la sopravvivenza, motivo per il quale Jacob deve riuscire presto a munirsi delle giuste contromisure per riuscire a rimanere all'aperto a sufficienza. Di tanto in tanto nella chiesa si presenteranno anche dei ladri, i cui effetti possono essere legati a specifici ruoli assegnati ai membri del nostro gruppo.
Qualche problema
Sin dal primo incontro diretto con Impact Winter, tra i nostri dubbi ci sono stati i problemi di cui le build che abbiamo visto hanno sofferto. Lo stesso codice messoci a disposizione per la recensione, per quanto non definitivo al cento per cento, presenta evidenti lacune in termini tecnici, a partire da un sistema di controllo accettabile solo con l'uso di un controller, meglio ancora se Xbox.
La sensibilità di cui parlavamo nell'ultimo provato sembra comportarsi in maniera un po' alternata, tra movimenti involontari di Jacob e bottoni che una volta premuti non vanno immediatamente ad attivare l'azione corrispondente. Segnaliamo anche la presenza di caricamenti abbastanza importanti nel momento in cui si passa da un ambiente all'altro, e di alcuni bug che hanno impatti diversi sull'esperienza di gioco. Ci è infatti capitato di vedere un personaggio muoversi nella chiesa in posizione coricata, come se stesse dormendo, cosa che oltre a strappare un sorriso non crea problemi. Ben più fastidioso è invece stato il momento in cui non era possibile interagire con nessun membro del gruppo, se non uscendo e rientrando nel rifugio sostenendo così il doppio caricamento. Stesso tipo di situazione davanti a una delle persone che si trovano all'esterno, con la quale non era possibile interagire in alcun modo nonostante il classico punto esclamativo presente sulla sua testa. Problemi a parte, per quanto riguarda la mappa non disponiamo delle dimensioni esatte, ma l'impressione che si ha è quella di trovarsi in un'area piuttosto vasta. Per quanto sia fattibile dare varietà a una regione ricoperta da metri di neve, in giro sono presenti diverse attività e punti d'interesse, che aprono al giocatore una serie d'interessanti scelte in grado di rendere diversa ogni partita a Impact Winter. Far passare i trenta giorni richiede all'incirca una decina di ore, ma il conto definitivo è in grado di variare sensibilmente a seconda della strategia di gioco messa in atto e dei risultati ottenuti tramite essa. In termini di impatto visivo, l'aspetto che impressiona di più è la costante bufera di neve che imperversa nel Void, rappresentata molto bene dai ragazzi di Mojo Bones. Buoni risultati anche con gli interni, anche se le case che si vanno a esplorare presentano un certo senso di familiarità l'una con l'altra. Interfaccia e testi sono completamente in inglese, accompagnati da una colonna sonora che fa il suo lavoro.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 - 64-Bit
- CPU: Intel Core i7 920 @ 4,2 GHz
- RAM: 16 GB
- Scheda video: NVIDIA GTX 970
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7, 8.1, 10 64-bit
- CPU: Intel Core i3-2100, 3.10 GHz | AMD FX-4350, 4.2 GHz
- RAM: 4 GB
- Scheda video: GeForce GTX 460 | Radeon HD 5850
- DirectX: Versione 9.0c
- Hard disk: 5 GB di spazio disponibile
- Scheda audio: Compatibile DirectX
Conclusioni
Impact Winter ha esercitato su di noi un discreto fascino, dimostrandosi davvero aperto alle tante scelte strategiche che il giocatore trova davanti a sé nei panni di Jacob. Si tratta comunque di un gioco destinato agli amanti del genere survival, in particolar modo a quelli disposti ad accettare una fase esplorativa un po' lenta e ripetitiva, soprattutto nelle fasi iniziali. La presenza di qualche problema tecnico di troppo ci impedisce di andare oltre col voto, nella speranza che Mojo Bones ponga rimedio quanto prima.
PRO
- Molte variabili da considerare
- Aperto a più partite
- La neve che seppellisce tutto ha un suo fascino...
CONTRO
- ...ma qualcuno potrebbe arrivare a odiarla
- Grezzo dal punto di vista tecnico
- Troppo monotono in alcuni tratti