Di parole su Playerunknown's Battelgrounds ne abbiamo spese decine di migliaia in questi mesi di Accesso Anticipato, di recente anche sulla versione Xbox. E ora che l'attesa è finita, non possiamo fare altro che tornare sui nostri passi e ripercorrere questo breve ma intenso periodo di lavoro che ha portato all'esplosione del fenomeno videoludico dell'ultimo lustro. Se è vero che certamente non c'è modo di comprendere come sia stato possibile arrivare a vendere quasi trenta milioni di copie e divenire il titolo più giocato simultaneamente di sempre su Steam, non si può nascondere che, come nella più classica delle situazioni, il passaparola e la voglia di giocare con i propri amici e competere, ha reso grande il titolo figlio di colui che ha inventato questo genere videoludico. La domanda però è sempre la stessa: merita davvero tutte queste attenzioni?
Last Man Standing
Proprio perché di parole ne abbiamo già spese abbastanza, è inutile descrivere nel dettaglio la formula del titolo. Ci limiteremo a far comprendere ai meno avvezzi la sostanza di PUBG. Dopo aver scelto se giocare da soli o in team insieme ad un massimo di altri tre utenti, verrete letteralmente paracadutati su una delle due mappe ora presenti nel gioco, armati di nulla se non della vostra voglia di restare vivi. Insieme ad un altro centinaio di giocatori, il vostro obiettivo non sarà altro che fare in modo di rimanere gli ultimi in piedi, con la conseguenza di portare a casa la gloria, l'onore e una manciata di monete da spendere in box estetici. Per fare questo potrete recuperare sul campo una miriade di strumenti, offensivi e difensivi, che vi permetteranno di trucidare i vostri avversari e di limitare al minimo i danni ricevuti, con anche la possibilità di modificare le vostre armi con l'aggiunta di svariati accessori. A voi la mossa quindi: preferirete andare in giro con un fucile da cecchino e un bel mirino 8x montato sopra, oppure opterete per il fucile d'assalto dalla media distanza con una potenza di fuoco impressionante? Qualunque sia la vostra scelta, l'unico elemento naturale che vi sarà realmente avverso è una barriera energetica che, ad intervalli regolari, andrà a restringere la zona di gioco per far sì che tutti i contendenti rimasti possano concentrarsi in un unico fazzoletto di terra.
Mappa nuova, deserto che avanza
Finalmente è arrivato il momento di discutere della nuova mappa desertica rilasciata ufficialmente con questa versione 1.0 del titolo. Non rappresenta l'unico sostanzialmente cambiamento estetico al titolo, che ha giovato anche di una UI totalmente riscritta e che, finalmente, abbandona il linguaggio HTML per regalarci un menù principale estremamente reattivo, visivamente più accattivante e di semplice gestione. Ripensata completamente anche la sezione degli inviti in squadra, con degli slot da riempire e la classica finestra che vi indica gli amici online. A concludere, una pulizia generalmente migliore dell'aspetto grafico del titolo, che si riscontra anche in gioco e di cui parleremo più avanti. Tornando alla mappa, liberamente ispirata al territorio messicano, alcuni elementi sono analizzabili fin da primo istante: rispetto alla prima zona di gioco, in questo caso siamo di fronte ad un lavoro decisamente più curato dal punto di vista dell'estensione e dei vari agglomerati urbani. La quasi totale mancanza di riutilizzo degli asset precedenti si nota e, anche solo dal punto di vista estetico, il lavoro effettuato per ricreare l'ambiente al quale la mappa si ispira è certosino. Divisa tra una zona quasi incontaminata, inframmezzata da piccoli gruppi di palazzi, e una città centrale infinitamente più grande di qualsiasi altra presente sulla prima mappa del gioco, questa nuova iterazione è in grado di regalare non poche soddisfazioni.
Ciò che più ci ha colpiti, ad essere sinceri, è lo sfruttamento dell'idea di un'ambientazione desertica per evitare di lasciare ampi spazi totalmente aperti come accadeva in alcune zone vicino Pochinky. Anche se non mancano lunghe camminate nel nulla, è quasi sempre possibile lavorare sul proprio posizionamento, sfruttando dune e avvallamenti che vi permetteranno di attaccare o nascondervi nel migliore dei modi, senza necessariamente tramutarvi in bersagli mobili qualora foste costretti a scappare. Conclude l'insieme degli elementi assolutamente positivi la possibilità di scavalcare gli ostacoli, fattore intorno al quale è stata pensata tutta la nuova disposizione della mappa e ciò si fa notare ogni qualvolta vi sarà comodo saltare dal primo piano, piuttosto che tornare alla porta d'ingresso. Ovviamente non tutto è esattamente come lo avremmo voluto, e non c'è dubbio che l'estensione della mappa sia troppo ampia con il rischio in alcune partite di ritrovarsi già in pochi giocatori dopo alcuni minuti. Altro elemento sicuramente migliorabile allo stato attuale è quello relativo alle risorse, non ancora gestite al meglio e spesso tutte raggruppate in pochi ambienti, senza la possibilità di dividere al meglio il tutto tra i diversi giocatori.
Server elasticizzati
Un piccolo box ci sembrava necessario per darvi le nostre impressioni sulla situazione dei server. Cercando di utilizzare allo stesso tempo il cervello da giocatore e, quello un po' più assennato, da critico, è stato evidente fin da subito che PUBG Corporation sia stata spiazzata dal successo del titolo e dalla quantità di giocatori che si sono riversati sui server. Nel tempo la situazione è andata migliorando esponenzialmente e non si può dire che non ci sia stato supporto da parte del team. Ciò che maggiormente affligge il titolo al momento, è un fastidiosissimo effetto elastico che accomuna tutte quante le partite durante le primissime fasi e che si va assestando dopo qualche minuto dall'inizio della baraonda. Nulla di ingestibile, ma è indubbio che il rischio di rovinare interessanti giocate durante il cosiddetto "early game" a causa di questa problematica, non può essere ignorato. Altro appunto negativo è quello relativo a qualche sporadico crash del titolo, che speriamo e siamo fiduciosi possa essere risolto comunque a breve.
Giulia passione ottimizzazione
Alla luce di tutto quello che abbiamo elencato in questi mesi e di ciò che sono state le nostre impressioni su questa versione 1.0, qual è quindi la reale considerazione riguardo l'aspetto tecnico del titolo? PUBG può considerarsi il primo Accesso Anticipato onesto e rapido della storia del settore? Difficile dare una risposta unitaria e che metta d'accordo tutti. Ciò che però non si può nascondere per onestà intellettuale è che i ragazzi di PUBG Corporation, nonostante si siano trovati investiti da un vortice senza dubbio più grande di loro, sono stati anche in grado di restare a galla, elemento non trascurabile in queste situazioni. Certamente il titolo non è uscito con le migliori prospettive, circa nove mesi fa. Server ballerini, necessità di macchine piuttosto performanti e problematiche legate al frame rate decisamente difficili di digerire. Con i mesi la situazione si è però assestata, arrivando ad una versione 1.0 che, a prescindere dalle malelingue, gira enormemente meglio di una grossa fetta di prodotti oggi considerati "tripla A". Non ci azzardiamo a dire che PUBG è il progetto in Accesso Anticipato migliore che si sia mai visto, ma senza dubbio si è rivelato il più onesto, arrivando addirittura ad ovviare al gravoso problema dell'aumento del prezzo che qualche mese fa ci ha portati a bastonare ARK: Survival Evolved. Allo stato attuale, PUBG si può considerare un titolo concluso, in grado di regalare decine e decine di ore di divertimento in solitaria o in compagnia e, al netto di qualche problemino già analizzato nel box relativo ai server. Ciò che ci riserveranno i prossimi mesi è tutto da scoprire, a partire dalla terza mappa innevata, per arrivare al futuro di PUBG come titolo e-sport. Fino ad allora godetevi il fenomeno dell'anno, senza la puzza sotto al naso che ormai contraddistingue fin troppo i videogiocatori incalliti.
Conclusioni
Playerunknown's Battlegrounds è finalmente arrivato sul mercato come titolo completo. Nessun cambio di prezzo e un ripensamento generale dell'interfaccia e del netcode (quest'ultimo assolutamente migliorabile) fanno di questo gioco il punto di riferimento non solo del suo genere, ma di tutto ciò che risponde al termine di "Accesso Anticipato". Forse, dopo svariati anni e progetti che mai hanno visto la luce, il 2017 verrà ricordato anche come l'anno della maturazione di questa idea. ARK: Survival Evolved (con un periodo di gestazione più lungo e problematiche sostanziali) e PUBG rappresentano ad oggi la base sulla quale fondare qualsiasi progetto di questo tipo. Noi dal canto nostro siamo sempre stati piuttosto convinti delle potenzialità del gioco di PUBG Corporation e la nostra coerenza in decine di migliaia di caratteri scritti in questi mesi, non possono che portarci ad un giudizio complessivo positivo, al netto di qualche scivolone che gli sviluppatori provano costantemente a risolvere.
PRO
- Ad oggi resta il concept di Battle Royale migliore che esista
- Un accesso anticipato onesto e senza compromessi
- La nuova mappa è un gioiellino, nonostante sia troppo estesa
- Tutto ora è più fluido e meglio ottimizzato...
CONTRO
- ...ma ancora si nota qualche problema nel netcode
- Speriamo che l'invasione dei cheater sia arginata sempre più