Il team di sviluppo Gust è conosciuto in tutto il mondo principalmente per essere fortemente legato a due famose serie di giochi di ruolo, e cioè Ar tonelico e Atelier. Quest'ultima in particolare si è negli anni distinta rispetto alla concorrenza per il suo stile classico in cui elemento chiave della giocabilità è sempre stato il cosiddetto item-crafting. Proprio con un episodio di questa saga, che poi è l'undicesimo capitolo della stessa, il primo a essere sviluppato per PlayStation 3 e a sfruttare una grafica in 3D, la software house giapponese torna all'opera per riportarci in uno dei suoi mondi fantastici.
Atelier Rorona: The Alchemist of Arland è quindi, forse inutile sottolinearlo a questo punto, un gioco di ruolo tipicamente alla giapponese vecchio stampo, con combattimenti cioè a turni e personaggi stile anime, in cui la componente legata alla creazione di oggetti e accessori attraverso l'alchimia è il fulcro attorno al quale ruota l'intero gameplay. La trama stessa, quindi, pur presentando qualche momento un po' più serio, in linea di massima è piuttosto semplice, divertente e spensierata come in altri prodotti di genere, e non mancano personaggi bizzarri come un cuoco che combatte utilizzando una padella per friggere gigante o un cantastorie che fa la corte alla protagonista. Proprio quest'ultima è ovviamente interpretata dal giocatore: lei si chiama Rorona, ed è una giovane apprendista che lavora presso un laboratorio di alchimia nel regno di Arland. A causa però dell'impopolarità raggiunta fra la popolazione locale dalla sua proprietaria, Astrid, il re decide di far chiudere questa bottega di magia. Almeno fino a quando chi la gestisce non riuscirà a risollevarne le sorti rendendosi anche utile per la comunità.
L’apprendista maga
Rorona prende in mano la situazione e decide quindi di soddisfare le richieste del sovrano: per i successivi tre anni si impegna a superare con successo dodici missioni trimestrali, completando i lavori assegnati dal direttivo della città e aiutando gli altri abitanti nella vita di tutti i giorni, altrimenti lascerà il regno. L'avventura è quindi suddivisa in blocchi a tempo, con periodi entro cui bisogna completare determinate quest o situazioni, pena la prematura fine del gioco (e reinizio dall'ultimo salvataggio).
E visto che tutto ruota in gran parte attorno all'alchimia e alla realizzazione tramite di essa di artefatti magici, fondamentale diventano le fasi per il recupero degli ingredienti necessari per realizzarli. Questi elementi si possono trovare negli appositi negozi, ottenere al termine di determinate battaglie, ma in linea di massima la maggior parte di essi è reperibile nelle locazioni circostanti la città. La parte esplorativa, che coinvolge se lo si vuole un party di tre personaggi (in caso contrario si può anche andare da soli), si svolge all'interno di aree in cui è concessa una certa libertà di azione, con diversi bivi o strade alternative che si dislocano durante il tragitto, e qualche puzzle sparso qua e là per ravvivare l'azione. La ricerca di ingredienti per le ricette di Rorona viene invece semplificata da un sistema che segnala preventivamente sia gli oggetti presenti in una determinata area che i punti in cui trovarli. Il che da un lato può essere visto in maniera positiva visto che, dovendo ottimizzare al massimo il tempo a disposizione, non si è costretti a girare a zonzo per il regno, dall'altro però riduce drasticamente il piacere di esplorare e scoprire da sé le cose. Comunque niente di eclatante in un senso o nell'altro. A dare semmai un po' di fastidio in questi frangenti è il numero limite di oggetti trasportabili dalla protagonista nel suo inventario e l'impossibilità di sintetizzare i prodotti recuperati direttamente sul posto. Cosa che costringe l'utente, una volta riempito lo spazio apposito nel menù, a tornare al proprio laboratorio per depositare il tutto. Sarebbe bastato poco per rendere meno fastidiosa l'esperienza e velocizzare il tutto: una tenda da montare, un accampamento di fortuna o delle capanne strategicamente locate ad hoc in vari punti della mappa dove sintetizzare gli oggetti. Specie considerando il fatto che ogni secondo in questo titolo diventa prezioso.
Il tempo è tiranno
Perché il vero nemico in Atelier Rorona: The Alchemist of Arland, al di là dei mostri che si incrociano per strada e di cui parleremo più avanti, è proprio il tempo che passa. Come accennato all'inizio dell'articolo, il gioco si svolge nell'arco temporale di un triennio: ogni operazione, sia essa lo spostamento dalla città alle zone di caccia, la realizzazione delle pozioni alchemiche o il riposo necessario per recuperare i punti ferita, infatti, costano a Rorona un certo ammontare di ore e di giorni.
All'inizio tutto sembra facilmente gestibile. Ma col progredire della storia e con l'aumentare delle richieste di oggetti da parte dei "clienti", e conseguentemente delle sub-quest, l'altalenanza delle fasi di raccolta e quelle di sintesi si trasformeranno in una autentica corsa contro i secondi. Spingendo di conseguenza il videogiocatore a pianificare ogni azione e a decidere di rinunciare a qualcuna delle missioni secondarie. Cosa inevitabile ma non certo utile ai fini dell'avventura visto che non completare una quest per ragioni di opportunità non solo implica l'insoddisfazione di chi l'ha commissionata (e dunque ne pregiudica la sua stima nei confronti della protagonista) ma fa perdere magari qualche prezioso artefatto o ingrediente e parecchi soldi. E questi ultimi sono fondamentali in Atelier Rorona visto che essi sono utili per l'acquisto soprattutto dei tomi alchemici contenenti nuove ricette, ma anche per arruolare nuovi alleati. I membri del party, infatti, vengono decisi sia in base allo svolgimento della trama e agli incontri che si fanno, sia parlando con alcuni personaggi nell'apposita piazza cittadina dove possono essere arruolati. Il quantitativo di denaro necessario per comprarne i servigi è determinato dai rapporti interpersonali che intercorrono fra lui e Rorona: in parole povere, migliore è il grado di rispetto o amicizia, minore sarà il costo della persona ingaggiata.
Trofei PlayStation 3
Atelier Rorona: The Alchemist of Arland presenta 53 Trofei (1 di Platino, 2 di Oro, 8 d'Argento, 42 di Bronzo). Questi possono essere ottenuti col proseguo dell'avventura, e, a seconda del tipo, possono sbloccarsi collezionando per esempio tutte le informazioni sulle creature presenti nel gioco, superando le varie prove o ottenendo il livello 50 come alchimista o avventuriero.
Combattimento a turni
Tornando a parlare delle fasi di esplorazione c'è da dire che le locazioni attorno alla città sono ovviamente infestate da mostri e creature selvatiche. Queste sono generalmente ostili e sono visibili sulla mappa. Pertanto si possono, quando possibile, evitare. Se invece si decide di affrontarli o se si viene aggrediti ha inizio uno scontro. Questi avviene su una schermata a parte e tecnicamente si rifà ai canoni classici del genere, vale a dire quello degli scontri a turni, con gli ordini ai membri del party impartiti dal giocatore tramite menù. Utilizzando quest'ultimo si può pertanto attaccare, usare le skill caratteristiche di ogni personaggio, utilizzare gli oggetti, eseguire, dopo aver caricato un'apposita barra, potenti combo di coppia con un alleato oppure ordinare a un comprimario di difendere Rorona facendole scudo con il proprio corpo. Per l'esecuzione delle magie o delle abilità speciali non è richiesto il consumo di Punti Magia o Punti Abilità, peraltro assenti, visto che queste azioni consumano direttamente la barra della vita del personaggio che le compie in rapporto alla potenza dell'attacco.
Anche in virtù di quanto appena descritto, le battaglie, almeno nelle fasi più avanzate dell'avventura, sono tutt'altro che semplici, ed è pertanto sempre consigliato fare attenzione a come si agisce, pianificando al meglio non solo ogni mossa ma anche le scorte di oggetti da portarsi dietro, specie quelli curativi. Parlando invece nel dettaglio delle fasi di crafting, cioè il sistema che permette al giocatore di costruire determinati oggetti a partire da materiali e ingredienti di base,esso appare un tantino più semplificato rispetto ai capitoli precedenti di Atelier. Ma non per questo è meno bello. Esso incorpora un sistema di ranking per gli ingredienti che ne determina la qualità. Più alta è quest'ultima, più aumentano le probabilità di sfruttarli al massimo e di ottenere artefatti di un certo tipo. Ogni componente possiede poi una sua caratteristica etichettata come aromatica o sgradevole (stinky) a seconda del tipo. Caratteristiche opposte si annullano a vicenda, mentre fondere gli articoli con caratteristiche simili o compatibili rafforza il prodotto finale.
Come un anime
Considerando l'elevato numero di elementi che si possono recuperare in giro per il regno di Arland e le rispettive caratteristiche, l'opportunità di creare un gran numero di oggetti è tanta. A patto ovviamente di avere uno dei libri di ricette necessarie per ottenerli, specie quelli contenenti le formule alchemiche più avanzate, e un buon livello di alchimia di Rorona, visto che anche dalle sue abilità magiche dipende il successo finale di alcuni lavori.
Gli artefatti ottenuti possono essere di vario genere e utilizzati personalmente nell'equipaggiamento dei personaggi del party o scambiati e venduti con gli abitanti di Arland. Ad arricchire l'avventura vi sono infine oltre dieci finali alternativi, ognuno dei quali legato alle azioni compiute dal giocatore e agli obiettivi raggiunti, soprattutto nei rapporti con la comunità. Atelier Rorona: The Alchemist of Arland abbandona lo stile bidimensionale che ha caratterizzato le precedenti incarnazioni in favore di un nuovo motore grafico tridimensionale. Dal punto di vista estetico, infatti, il gioco presenta un engine che fa del cel shading il suo punto di forza: il character design dallo stile anime viene di conseguenza esaltato proprio da quest'ultimo. I personaggi sono ben caratterizzati visivamente e vantano animazioni discretamente fluide, almeno in rapporto allo stile da cartone animato adottato, con mosse ed effetti luminosi molto carini. Gradevoli anche gli scenari che pur nella loro semplicità danno una discreta visone di insieme. Appaiono inoltre splendidi gli avatar dei protagonisti durante i numerosi e divertenti dialoghi (l'interazione con gli altri personaggi avviene attraverso schermate fisse) che danno la sensazione di essere stati dipinti a mano. Peccato solo per qualche calo di framerate in certi frangenti. La colonna sonora presenta uno stile che ricorda quello della musica celtica. Assoli di chitarra e una certa ripetitività della melodia in un set ritmico ben definito, col loro incedere lento, regalano ai videogiocatori la giusta atmosfera magica in ogni fase, specie durante quelle di esplorazione. Tra l'altro il gioco propone una gamma abbastanza ampia di temi musicali. Buono il doppiaggio, disponibile sia in giapponese che in inglese, con sottotitoli in francese e inglese.
Conclusioni
Atelier Rorona: The Alchemist of Arland è un buon gioco di ruolo che fa della trama scanzonata e divertente e del sistema di creazione oggetti legato all'alchimia i suoi punti di forza. Non è un capolavoro, sia chiaro, ma un titolo ben fatto nel complesso piacevole e divertente da giocare che solo in parte viene qualitativamente minato dalla presenza di un contatore che ne limita alcune sessioni e che non mancherà di suscitare le attenzioni degli appassionati del genere.
PRO
- Sistema di creazione oggetti ben strutturato
- Gameplay classico
- Buon fattore rigiocabilità
CONTRO
- Il sistema di gestione del tempo
- Troppi caricamenti
- Mancanza di localizzazione in italiano