Se oggi potete leggere la recensione di AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed è per via di alcune circostanze curiose. I fan della serie (dovreste trovarne alcuni in giro), e con loro probabilmente gli stessi sviluppatori, vi risponderanno che questa remaster arriva in seguito al successo di AKIBA'S TRIP: Undead & Undressed, un gioco che vendette qualcosa come mezzo milione di copie.
Ora, a prescindere dall'intreccio dei nomi che rende ai più praticamente impossibile orientarsi all'interno del franchise, anche perché sono stati più volte cambiati nel passaggio dall'edizione orientale a quella occidentale, AKIBA'S TRIP: Undead & Undressed è un titolo non propriamente recente. Arrivò su PlayStation 3 e PlayStation Vita nel 2014, poi su PlayStation 4 nel 2015 (questo da noi, altrove anche prima).
AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed è addirittura ancora precedente, coincide praticamente con l'inizio della saga. La remaster di questo vero e proprio fossile dell'era PlayStation Portable non è stata programmata in seguito ai milioni di unità venduti, ma è semplicemente un tentativo di celebrare i 10 anni del franchise (2011-2021).
Leggendo in quest'ottica la recensione vi domanderete se, tutto sommato, l'operazione abbia avuto senso e soprattutto se non si sarebbe potuto fare di meglio.
Trama: vampiri e agenzie segrete
Il cuore della trama di AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed ruota attorno a creature dell'oscurità note come Shadow Souls. Kageyashi, in lingua originale: qualcosa come "abitanti delle ombre", "creature dell'oscurità". Si tratta di vampiri che hanno bisogno del sangue dei comuni esseri umani per sopravvivere e mantenere i propri poteri (sono più agili, forti e in generale pericolosi rispetto agli altri esseri viventi). Per il resto, nessuno ad occhio nudo saprebbe distinguere una Shadow Soul da qualsiasi altra ragazzina giapponese in giro per il quartiere di Akihabara.
Naturalmente le cose sono destinate a cambiare. Il protagonista dell'avventura, interpretato dal giocatore, è il giovane Akihiro Tanaka (ma potrete modificarne sesso, nome e ogni particolare subito prima dell'avvio della partita), il quale viene rapidamente ridotto in fin di vita da uno dei vampiri della città, Yuu Abeno. Fortuna che nei paraggi c'era anche la sorella dello Shadow Soul in questione, Rui Fumitsuki, la quale - impietosita dal destino di Akihiro - decide di donarle parte del proprio sangue, trasformando così a sua volta il protagonista in uno degli esseri soprannaturali che infestano Akihabara.
Da qui in poi, la storia è nelle mani del giocatore. Akihiro viene reclutato dalla NIRO, agenzia segreta di Akihabara che tenta di arrestare in tutti i modi l'avanzata delle creature dell'oscurità e che ha brevettato un sistema di combattimento perfetto per spedirle definitivamente all'altro mondo. Il protagonista fa la conoscenza di molti altri personaggi secondari, alcuni più stereotipati e banali di altri, ma tutti in qualche modo "giustificati" dalle esigenze narrative.
L'aspetto interessante della modalità storia di AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed, oggi come dieci anni fa, risiede nella possibilità di influenzare l'esito della vicenda. Vi sono infatti diversi finali, a seconda che scegliate di restare dalla parte della NIRO, di passare da quella delle Shadow Souls, o infine di optare per la terza via della coesistenza. Non aspettatevi colpi di scena incredibili, rivelazioni inaspettate o esiti particolarmente originali: ma è bene che venga lasciata un po' di autonomia e di possibilità di scelta al giocatore stesso.
Gameplay: guarda come ti svesto
Che il gameplay di AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed fosse particolare avreste dovuto intuirlo già dal nostro recente provato. Il titolo di Acquire resta un RPG a tinte action, ma difficilmente trovereste altrove qualcosa di anche vagamente simile alla meccanica dello svestimento. Se i nemici di gioco sono dei vampiri, infatti, l'unico modo di toglierseli dai piedi una volta per tutte consiste nel farli incenerire alla luce del sole... destino che potrebbe toccare anche allo stesso protagonista, che incapperebbe per forza di cose nel game over.
Togliere i vestiti all'avversario all'interno di un videogioco, in quanto meccanica di combattimento, fa parte di quell'erotismo tutto particolare di cui si nutre il paese del Sol Levante praticamente da sempre. Ma la deriva non è mai volgare, perché quei punti del corpo umano cui state con tutta probabilità pensando restano sempre celati alla vista dalla biancheria intima (una contraddizione necessaria, perché altrimenti la pubblicazione del gioco sarebbe stata bloccata del tutto). La meccanica della svestizione viene illustrata al giocatore nelle prime ore di gioco da una vera e propria professionista della sacra tecnica; nei fatti il tutto si riduce alla pressione di tre comandi di base a ripetizione, che indeboliscono l'avversario.
Adeguatamente malmenato, a schermo comparirà poi il comando che andrà eseguito per eliminare una determinata porzione di vestiario al nemico. Eliminate le parti superiore, centrale ed inferiore, l'avversario sarà sconfitto: a questo punto, se è un essere umano scapperà via; se è una Shadow Soul, si disintegrerà. Ci aspettavamo un potenziamento di qualche tipo, un raffinamento delle possibilità nel corso dell'avventura principale, ma tutto sommato questo dovrà bastarvi nei combattimenti.
Trofei PlayStation 4
Ottenere il Trofeo di Platino di AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed non sarà una passeggiata, perché dovrete completare il titolo ottenendo tutti i finali, portando a termine tutte le sfide secondarie (anche quelle delle varie fazioni) e infine giocare al livello di difficoltà più elevato. Certo, per gli amanti del franchise sarà uno scherzo. Armatevi di santa pazienza e portatevi magari dell'aglio contro i vampiri.
Esplorazione e personalizzazione: un titolo invecchiato
Se la trama di AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed non desterà il vostro interesse e il gameplay vi annoierà dopo poco, potreste comunque puntare tutto su altri aspetti interessanti della produzione, rimasti (come tutti gli altri) sostanzialmente immutati dal 2011.
L'esplorazione, ad esempio: perché un certo impegno nel ricostruire il quartiere Akihabara c'è stato davvero, così come alcuni luoghi e i dintorni di Tokyo. Tutte queste aree diventano lentamente accessibili dalla mappa principale, capitolo dopo capitolo, e possono essere raggiunti tramite una semplice navigazione a schermo. Tuttavia, internamente a ciascuna zona, l'andare in giro è poi fortemente limitato dalla presenza di muri invisibili e dall'inaccessibilità ai locali interni. Non è infatti possibile esplorare per davvero l'interno dei tanti palazzi o delle abitazioni: anche i negozi che vendono pezzi di equipaggiamento si riducono a semplici menù.
A proposito di negozi, è qui che subentra la personalizzazione dell'alter ego. Accessori da cosplayer, nuove armi, consumabili da utilizzare all'occorrenza, tutto può essere acquistato oppure ottenuto dal completamento delle missioni secondarie. I pezzi di equipaggiamento sono migliorabili rispettando alcune condizioni, e in generale dopo le prime cinque o sei ore di gioco è consigliabile andare ad importunare i nemici sono se in condizioni di resistenza adeguate. È chiaro che il fattore ripetitività è inevitabile, e giungerà prepotente a ricordare tutti i limiti di un prodotto che, per quanto inedito nel nostro paese, resta pur sempre pensato per piattaforme di due generazioni addietro.
Più che di una remaster, che peraltro neppure eccelle nella solidità del frame rate, né nella qualità visiva dei singoli elementi di gioco, ci sarebbe stato bisogno di un remake. Questo se l'intento fosse stato quello di celebrare sul serio un franchise decennale: con AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed tra le mani, è lecito nutrire qualche dubbio.
Conclusioni
Quella di AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed non si è rivelata una remaster particolarmente brillante. La trama può interessare un certo bacino di utenza, e scorre piacevole per un buon numero di ore. La meccanica di gioco principale, però, per quanto originale e deliziosa nel suo essere completamente senza senso, stanca davvero in pochissimo tempo, mentre gli altri elementi del gameplay non l'aiutano certo a tenere duro. Esplorare Akihabara in questo modo, con costanti muri invisibili, con ambienti così ristretti, poteva avere senso dieci anni fa, non oggi; soprattutto se il comparto tecnico è stato adeguato alla contemporaneità, per così dire, all'acqua di rose. Intendiamo che AKIBA'S TRIP: Hellbound & Debriefed non è neppure così bello da vedere, non fa una buona impressione in quanto a solidità e stabilità del frame rate. Si lascia giocare, questo sì; ma è la base di ogni titolo, non un aspetto lodevole. Consigliamo l'acquisto a chi conosca già la serie e voglia riviverla o approfondirla. Tutti gli altri passino oltre.
PRO
- Storia gradevole
- La meccanica della svestizione è simpatica
- Paradiso del mondo pop giapponese
CONTRO
- Restaurazione appena sufficiente
- È invecchiato: aveva bisogno di altri interventi, non solo tecnici
- Il gameplay può stancare in brevissimo tempo