A sei anni dall'ottimo esordio con Titan Souls, che in sede di recensione ci colpì favorevolmente, lo studio di sviluppo Acid Nerve torna con Death's Door, un action GdR molto ispirato, ambientato in quello che potremmo definire un mondo sospeso tra quello dei vivi e dei morti. Qui, nella Hall of Doors, vivono e lavorano corvi mietitori il cui impiego, lo dice il nome stesso, è recuperare le anime che vengono loro assegnate. Al di là della scelta simbolica, per quale motivo tocca a loro svolgere un compito che spetterebbe alla Morte? Questo è solo uno dei misteri che costellano il nostro viaggio nei panni di un piccolo corvo, al quale viene assegnato il compito di recuperare un'anima diversa dalle altre - una cosiddetta Giant Soul. A partire da questa premessa, si aprirà davanti a noi un'avventura che non si prende sul serio, macabra, piena di ossimori, tragedie e momenti davvero divertenti: non dura molto, meno di dieci ore, ma sono state tutte godibilissime nella loro apparente semplicità. Scopriamo Death's Door nella nostra recensione della versione PC.
Mietitore di anime
A prima vista, Death's Door si presenta come un titolo modesto. Dopo essere stati accompagnati, via autobus, sul posto di lavoro, ci viene assegnato il sopracitato incarico di recuperare un'anima un po' diversa dal solito: una di quelle potenti a sufficienza da garantirci persino dei bonus. Non capita tutti i giorni di poterne recuperare una tanto preziosa, quindi senza perdere altro tempo ci mettiamo alla sua ricerca. In realtà non abbiamo scelta, il nostro compito è riportare esattamente l'anima che ci è stata affidata, non una qualsiasi, nemmeno dovesse essere più potente di quella prevista. Procede tutto molto bene finché, al momento di riscuotere, veniamo tramortiti e l'anima ci viene sottratta. Non abbiamo altra scelta se non inseguire il ladro, arrivando in un mondo sconosciuto dove il gioco inizia a spiegarsi meglio nella sua pur non eccessiva complessità. Per motivi che non vi sveleremo, il nostro obiettivo non sarà più ottenere l'anima perduta ma recuperare quelle di tre creature che hanno vissuto ben oltre le aspettative. Ingannare la morte, tuttavia, significa anche trasformarsi nell'ombra di chi si è stati quando vivere era ancora un diritto: i tre tiranni con cui dovremo confrontarci hanno tutti una ragione dietro le loro azioni ma la morte arriva per tutti. Deve farlo.
Su questo non si transige e il difficile compito spetta a noi. Laddove Titan Souls peccava nel presentare una qualsivoglia trama, Death's Door si concentra un po' di più su questo aspetto andando a toccare temi come la ricerca dell'immortalità, l'ineluttabilità di un destino già scritto e la paura di morire, alternando serietà e umorismo nero per una storia a tratti persino toccante. Non è il punto di eccellenza del gioco ma c'è e si lascia seguire, costruendosi sia tramite la narrazione lineare dell'avventura sia grazie ai collezionabili sparsi qua e là, le cui descrizioni offrono dettagli in più sul contesto e su alcuni personaggi.
Lo stile del Corvo
A dispetto della presenza di una storia, è ancora una volta il gameplay a farla da padrone. Benché definito action GdR, la progressione di Death's Door è ridotta all'osso ma questo non è un male, anzi: per quello che fa e per come è strutturato, non avremmo voluto nulla di più. Pochi elementi al posto giusto è sempre meglio di meccaniche in eccesso che finirebbero per essere dimenticate: il troppo stroppia, come si dice, e il gioco fa propria questa lezione presentandosi asciutto quanto basta. Ogni potere ha un suo scopo e viene messo all'opera da quando lo si ottiene fino alla fine, la varietà di armi è limitata e accontenta un po' tutti i palati, sebbene la differenza tra di esse sia poco percettibile; infine, la progressione del personaggio non passa attraverso i livelli bensì da un costante aumento delle sue statistiche di base (attacco, destrezza, velocità e magia) investendo il numero di anime necessario. Tutto qui. Come dicevamo, semplice eppure funzionale. Non serve altro per divertirsi con Death's Door.
Il sistema di combattimento è a sua volta immediato, si utilizza un'arma a scelta in base a quelle a disposizione, nonché alle preferenze personali (noi le abbiamo provate tutte ma siamo dei banali nostalgici e ci siamo affidati quasi sempre alla spada). Ad accompagnare il corpo a corpo, in cui non è prevista la parata ma soltanto la schivata rotolando via dal nemico, c'è la magia: di default abbiamo un arco che scaglia frecce incantate, progredendo nel gioco sbloccheremo altre tre abilità per un totale di quattro (una per ogni pulsante del D-pad), e tutte hanno utilità sia a livello offensivo sia quando si tratta di esplorare il mondo di gioco. Che si tratti di far saltare in aria una parete, oppure di raggiungere punti inaccessibili grazie al gancio, per ogni problema c'è una soluzione: potrebbe non essere immediata, il che implica del backtracking, ma il bello del gioco è anche questo, ritornare sui propri passi e farlo mossi dalla curiosità di sapere quale potenziale segreto ci siamo lasciati alle spalle. Le quattro magie sono infatti migliorabili affrontando sfide speciali, superate le quali otterremo uno specifico potenziamento che andrà ad agevolare i nostri sforzi sul campo: per esempio, migliorando la bomba tireremo un sospiro di sollievo sapendo che non riceveremo più danni dall'esplosione, andando a danneggiare soltanto i nemici.
A dispetto della sua semplicità, combattere in Death's Door richiede un certo impegno. Se gli scontri singoli, o al più con tre o quattro nemici dello stesso tipo, possono sembrare semplici, la situazione si complica quando il gioco inizia a mettere sul campo creature diverse, più o meno potenti e rinforzate, nonché eventuali disagi ambientali come pavimento scivoloso o trappole che si attivano proprio mentre stiamo combattendo. Nonostante sia molto abbordabile per chi è abituato a questo genere di videogiochi, non significa che vada preso sottogamba: morire, per fortuna, non ha particolari conseguenze al di là del dover ricominciare dall'ultimo checkpoint, che proprio come in Titan Souls sono abbastanza distanti tra loro. Essendo in un mondo regolato dalle Porte, bisogna trovare e attivare l'ingresso relativo alla porzione di mondo che stiamo esplorando per essere sicuri di ripartire da lì in caso di dipartita - saremo pure emissari della morte ma non significa che siamo immortali.
Al di là di questo, non preoccupiamoci di perdere anime, o di dover recuperare i nostri averi una volta tornati in partita: in questo senso, Death's Door non infierisce e ci lascia tornare in azione carichi come prima. La necessità di non perdere la concentrazione durante gli scontri è dovuta anche al fatto che le possibilità di curarsi sono molto limitate: niente magia, quella si tiene tutta per l'offensiva, bisogna invece cercare dei semi e piantarli in vasi specifici per far crescere un fiore in grado di guarire tutte le nostre ferite. Una volta utilizzato, appassirà e tornerà disponibile solo uscendo e rientrando nell'area. Farlo, sempre tramite le porte che dovremo sbloccare, ripristinerà tutta la nostra salute e da un certo punto di vista potrebbe essere sfruttato come trucchetto per ristabilirci, ma tornare all'hub principale significa un respawn dei nemici nell'area che stavamo esplorando. Va detto che combattere non è sempre obbligatorio, si può benissimo zigzagare tra i nemici cercando di arrivare dall'altra parte senza colpo ferire. Non è la migliore delle idee ma quando si ha fretta, o si è morti troppe volte per avere voglia di rifarsi lo stesso pezzo ancora e ancora, il gioco non si oppone. In alcuni casi, invece, è obbligatorio fermarsi e affrontare piccole prove di sopravvivenza per ottenere ciò che stiamo cercando - sia essa una chiave o un'anima specifica da far riposare.
Al combattimento, Death's Door alterna l'esplorazione e la risoluzione di enigmi per proseguire: dal trovare una chiave, al tirare una leva, al superare sfide di ingegno e coordinazione, dobbiamo dire che il gioco si impegna a variare quello che, nel quadro generale, è uno schema un po' ridondante. Per accedere all'area del boss (attenzione, non al boss in sé), occorre sbloccare una porta trovando e dando pace alle anime necessarie per aprirla: raggiungere queste anime richiede di esplorare e risolvere enigmi, mentre per interagire con loro bisogna prima affrontare uno o più scontri. La diversità delle ambientazioni e l'ottimo level design non fanno sentire il peso di questa ripetitività, tanto che abbiamo fatto una tirata quasi unica fino alla fine senza annoiarci, prendendoci anzi del tempo per cercare qualche segreto.
Dove Death's Door pecca è nell'assenza di una mappa: non tanto per trovare la strada principale, quanto per il backtracking necessario per potenziare completamente il nostro corvo. Ricordarsi l'esatto punto in cui ci serviva una specifica magia è difficile e spesso ci si ritrova a girare in tondo nella speranza di essere sulla strada giusta. Pur non essendo esageratamente complesse, le diverse aree sono comunque piene di passaggi ed è impossibile tenere a mente tutto. Avere un'idea di dove ci si trova sarebbe stato molto utile per non perdere tempo inutilmente. Dall'altro lato, è pur vero che potenziare le vite, le cariche di magia o la magia stessa non è necessario per finire il gioco: siamo riusciti a finirlo con un solo potenziamento agli incantesimi e uno agli slot, quindi la progressione del personaggio in tal senso è uno sfizio - a differenza del migliorare le statistiche, vitale per snellire le battaglie.
Nonostante lo stile artistico di Death's Door non sia unico nel suo genere, né colpisca in modo particolare, agli sviluppatori bisogna riconoscere un'incredibile cura per i dettagli: tutte le aree si presentano molto rifinite, tanto da respirare vita propria, e questo va a bilanciare un'estetica non molto ricercata. Di contro, abbiamo una colonna sonora perfettamente calzante, capace di veicolare la giusta atmosfera a seconda della zona in cui ci stiamo muovendo, aumentando poi di intensità sia durante gli scontri con i boss sia nel caso di combattimenti un po' più impegnativi del normale. Dal punto di vista tecnico, infine, non abbiamo riscontrato alcun problema: nel corso delle sette ore e mezza necessarie per finirlo (con una percentuale di completamento circa dell'81%) non c'è stato alcun calo di frame rate, bug o freeze. L'esperienza restituita è stata ottima dall'inizio alla fine.
Conclusioni
Death's Door è la prova che non è importante la meta ma il viaggio. Nonostante il confronto con i tiranni e gli altri boss sia accattivante, la strada per arrivare da loro è il momento in cui il gioco dà il meglio di sé tra combattimento, esplorazione ed enigmi. La ripetitività di fondo viene mitigata con successo dalla varietà di ambientazioni e dal level design ma la mancanza di una mappa si fa sentire e rende l'esplorazione, per quanto riguarda il backtracking, poco coinvolgente. Permane un po' anche il problema dei checkpoint riscontrato a suo tempo con Titan Souls, sebbene in misura minore, e dal loro primo gioco gli sviluppatori riciclano anche qualcosa in termini di boss. Salvo questo, l'esperienza complessiva è breve ma molto piacevole: non avremmo voluto durasse di più, ci siamo divertiti dall'inizio alla fine e in termini di segreti da scoprire c'è abbastanza per tenerci impegnati anche dopo l'endgame. Serio ma non troppo, ironico nei punti e nei momenti giusti, Death's Door è un gioco senza pretese, ottimo per trascorrere qualche ora staccando la testa - ma non troppo, perché la sua dose di impegno la richiede.
PRO
- Gameplay semplice e funzionale
- Richiede la propria dose di impegno
- Ottima la varietà delle ambientazioni e il level design
CONTRO
- La mancanza di una mappa si fa sentire durante il backtracking
- Sebbene mitigata, la ridondanza nella sua struttura si percepisce