Prima di iniziare la vera e propria recensione di Beat Saber, ci concediamo un sincero plauso al piccolo team Beat Games autore del titolo: nonostante un doppio debutto (sia nell'ambito della realtà virtuale sia in quello dei rhythm game) che avrebbe fatto tremare i polsi anche a compagnie ben più collaudate, lo studio ceco si è saputo destreggiare alla grande, portando a compimento quello che è senza dubbio uno dei più validi esponenti del genere di quest'anno e anche una delle migliori esperienze per PlayStation VR in senso assoluto. Andiamo dunque a scoprire quali sono gli ingredienti di Beat Saber che hanno contribuito alla realizzazione di una formula tanto riuscita.
Gameplay e meccaniche
Chiariamo subito che per giocare a Beat Saber è indispensabile l'utilizzo dei controller Move, e il perché è presto detto: nello spazio virtuale, l'utente impugna una spada laser rossa nella mano sinistra e una blu in quella destra, e questi sono gli unici due strumenti che gli serviranno per poter affrontare le 15 tracce musicali di cui è composto il pacchetto. Il gameplay riprende le classiche meccaniche a la Dance Dance Revolution che sono alla base di praticamente ogni rhythm game esistente, ma rielaborandole in una maniera assolutamente fresca e costruendoci attorno una struttura che trova terreno fertile nell'ambito della VR. In buona sostanza, è necessario tagliare con la spada dello stesso colore i blocchi rossi e blu che si muovono a ritmo di musica verso il giocatore, direzionando il fendente nel verso indicato dalla freccia presente sopra di essi.
Mettere a segno colpi in successione attiva l'arcinoto meccanismo delle combo e dei moltiplicatori di punteggio, mentre perdersi un blocco o sbagliare un taglio diminuisce una barra dell'energia che se esaurita del tutto porta al game over. Quella che potrebbe sembrare un'operazione banale viene ovviamente resa più impegnativa da tutta una serie di variabili che aumentano il livello di sfida generale al di là delle ovvie differenze tra una canzone e l'altra: si va dalla presenza di mine che non vanno assolutamente toccate con le lame a pareti che vanno evitate spostandosi fisicamente di lato o accucciandosi, fino ad arrivare a blocchi che cambiano disposizione all'ultimo istante costringendo a repentini cambi di postura. Il software è decisamente preciso nella rilevazione dei movimenti dei Move, e premia con punteggi più consistenti ogni fendente che sia eseguito con una sufficiente rotazione del braccio e che vada a colpire la parte centrale del blocco. Come è facile intuire da quanto scritto finora, Beat Saber è uno di quei prodotti tanto immediati da assimilare nelle loro meccaniche fondamentali quanto ardui da padroneggiare agli strati più profondi: ci vogliono letteralmente pochi secondi per ritrovarsi a ballare agitando le spade a destra e a manca, ma riuscire ad arrivare in fondo alle tracce più complicate a livello Expert è qualcosa veramente per pochi eletti.
Cassa dritta e luci al neon
La modalità campagna del gioco serve proprio a condurre l'utente per mano lungo la curva di difficoltà di Beat Saber, facendogli affrontare più volte le varie tracce con l'aggiunta di obiettivi specifici o modificatori particolari: non sempre tutto funziona alla perfezione (certi parametri paiono quasi controproducenti e ci sono dei colli di bottiglia potenzialmente frustranti), ma si tratta comunque di una componente ben realizzata che infonde un po' di sana longevità single player al prodotto. Free Play e Party sono le altre due sezioni del menu principale, che consentono rispettivamente di ballare sulle singole canzoni con una manciata di impostazioni personalizzabili e di giocare in multiplayer passandosi il caschetto e segnando il proprio nome nella classifica alla fine della performance.
In qualunque soluzione lo si giochi, Beat Saber rimane un'esperienza divertentissima e anche decisamente allenante, considerate tutte le calorie che si bruciano per muoversi a tempo con gli oggetti su schermo. Ad ogni modo, un rhythm game non può definirsi tale senza una tracklist degna di questo nome, e per fortuna anche in questo caso il lavoro svolto dal team ceco è stato impeccabile: composte appositamente per l'occasione, le canzoni di Beat Saber offrono una discreta varietà (pur rientrando tutte nel grande insieme dell'elettronica danzereccia) e risultano estremamente coinvolgenti, per merito anche di un game design capace di valorizzarle al meglio. Peccato solo per il loro numero non sbalorditivo, che ci auguriamo possa essere integrato con futuri aggiornamenti. Chiude la carrellata una realizzazione tecnica estremamente funzionale ma molto gradevole nel suo utilizzo dei neon e che non disdegna qualche concessione allo stile, con effetti di luce e di distorsione pregevoli e forme geometriche che si muovono sui fondali.
Conclusioni
A meno che non odiate visceralmente i rhythm game, la musica elettronica e le tinte neon, se siete in possesso di PlayStation VR e di una coppia di controller Move dovreste assolutamente dare una possibilità a Beat Saber: immediato, divertentissimo e persino esaltante in certi momenti,il titolo Beat Games vanta un design impeccabile senza scordarsi però dei contenuti, garantiti da una modalità campagna intrigante e da poche ma buone varianti per il free play in singolo o in multiplayer. Una tracklist non particolarmente ricca e una difficoltà davvero proibitiva ai livelli più alti sono gli unici limiti evidenti di uno dei titoli sicuramente più interessanti attualmente disponibili per il visore Sony.
PRO
- Originale, divertente ed esaltante
- Rilevazione precisa e VR convincente
- Tracklist davvero ottima
CONTRO
- Qualche brano in più non avrebbe guastato
- Impennate improvvise nella difficoltà