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Call of Duty: Vanguard, la recensione completa del nuovo CoD

La serie Activision torna a cimentarsi con la seconda guerra mondiale, raccontando la storia di un team diverso dal solito: la recensione di Call of Duty: Vanguard.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   08/11/2021
Call of Duty: Vanguard
Call of Duty: Vanguard
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Berlino, aprile 1945: il sergente Arthur Kingsley è al comando della Task Force 1, una squadra composta da soldati scelti provenienti da varie parti del mondo, creata per infiltrarsi tra le linee nemiche e scoprire la verità sul misterioso Progetto Phoenix. Il gruppo viaggia nascosto su di un treno nei pressi di Amburgo, senza avere però le idee chiare su come proseguire la missione.

È questo l'incipit del nuovo capitolo della serie Activision sviluppato da Sledgehammer Games, che dopo Call of Duty: WWII ha voluto cimentarsi nuovamente con la seconda guerra mondiale per narrare la storia di un gruppo di combattenti diversi dal solito, dotati di capacità individuali straordinarie: leadership, precisione, coraggio e un pizzico di fortuna.

Tutti reduci da esperienze che li hanno segnati profondamente, i protagonisti del gioco si troveranno ad affrontare situazioni apparentemente disperate, intrappolati nel cuore della Germania nazista; ma proprio grazie a ciò che hanno imparato fino a quel momento troveranno la forza necessaria per combattere un'ultima battaglia per il destino del mondo.

Ve la raccontiamo nella recensione di Call of Duty: Vanguard.

Storia

Call of Duty: Vanguard, i personaggi vengono catturati
Call of Duty: Vanguard, i personaggi vengono catturati

La campagna di Call of Duty: Vanguard è composta da nove capitoli che seguono di pari passo l'impianto narrativo del gioco. Nel corso della prima missione, che si svolge a bordo del treno per Amburgo, viene introdotta la già citata Task Force 1, che tuttavia dopo un feroce scontro finisce per essere catturata dagli uomini del generale Hermann Freisinger.

È proprio durante la fase di prigionia, mentre un ufficiale nazista cerca di estorcergli informazioni, che i personaggi principali del gioco vengono presentati a dovere, all'interno di flashback ambientati in Normandia, a Stalingrado, presso le isole Midway e l'isola di Bougainville, la Libia e l'Egitto. Come detto, ogni componente della squadra è stato forgiato da un vissuto intenso e traumatico.

Nato in Camerun, ma laureatosi a Cambridge, Arthur Kingsley si è arruolato nell'esercito britannico e ha guadagnato i gradi portando a termine missioni estremamente rischiose, in cui ha messo in evidenza le sue capacità di leader e un coraggio raro. Polina Petrova, ispirata alla letale cecchina russa Lyudmila Pavlichenko, è invece una sorta di scheggia impazzita: i nazisti le hanno portato via tutto e lei vuole contraccambiare. Temprata dalla tragedia, è infallibile con il fucile di precisione.

Il newyorkese Wade Jackson svolge nel team il ruolo dell'americano spaccone ma capace e con un gran cuore: lo stesso che gli ha permesso di fare a pezzi gli aerei nemici e di combattere poi a terra, in compagnia della 93esima divisione fanteria, la prima formata da afroamericani, sull'isola di Bougainville. L'australiano Lucas Riggs, infine, è un esperto di esplosivi irruento e dal carattere ribelle, che si è fatto le ossa nella campagna nordafricana.

Call of Duty: Vanguard, una sequenza di combattimento aereo con Jackson
Call of Duty: Vanguard, una sequenza di combattimento aereo con Jackson

L'espediente del flashback si rivela efficace ai fini della caratterizzazione dei protagonisti, ma sono soprattutto le scene d'intermezzo presenti fra un capitolo e l'altro a porre delle precise basi narrative da cui poi si sviluppa il gameplay. Non c'è alcun dubbio che le missioni in cui vestiamo i panni di Polina Petrova siano le migliori; il problema è che si riscontra un po' di confusione e una generale mancanza di mordente nelle altre.

La trama di Call of Duty: Vanguard è interessante nella sua struttura, ma poco entusiasmante nella pratica. I colpi di scena che si verificano sono gli stessi a cui la serie ci ha abituato da diversi anni e l'unica sequenza davvero spettacolare è quella che anche voi avrete già visto, quando Polina si arrampica su di un palazzo che sta crollando durante l'invasione di Stalingrado.

Call of Duty: Vanguard, il padre di Polina Petrova prima dell'invasione di Stalingrado
Call of Duty: Vanguard, il padre di Polina Petrova prima dell'invasione di Stalingrado

Se dal punto di vista del racconto il fatto che la Task Force 1 passi tutto il suo tempo in una cella ha un senso, lato gameplay la cosa appare molto meno giustificata. E così, quando finalmente la squadra agisce in maniera corale, dando vita a un capitolo conclusivo della campagna che è forse come sarebbe dovuta essere nella sua interezza in termini di dinamismo e spettacolarità, arrivano i titoli di coda.

Sempre a proposito di narrazione, il doppiaggio in italiano è ottimo e contribuisce senza dubbio ad aggiungere spessore all'impianto, ma durante i nostri test abbiamo riscontrato un enorme problema nel mix dei livelli audio, con alcuni dialoghi che si sentono troppo e altri che non si sentono affatto: speriamo vivamente che si possa rimediare con un aggiornamento.

Gameplay

Call of Duty: Vanguard, il lanciafiamme in azione in una missione con Jackson
Call of Duty: Vanguard, il lanciafiamme in azione in una missione con Jackson

Probabilmente Call of Duty: Vanguard è l'episodio della serie Activision che viene maggiormente influenzato dal parallelismo fra ciò che viene raccontato e la parte giocata, anche se quest'ultima finisce per pagare dazio proprio a causa delle scelte narrative compiute dal team di sviluppo. Se infatti in termini di storia i personaggi riescono a ottenere una buona caratterizzazione, lo stesso non si può dire del gameplay.

In linea di massima, una o due missioni per introdurre le peculiarità dei quattro protagonisti sono anche sufficienti, a patto che poi queste abilità vengano effettivamente utilizzate. Capita invece che vi si ricorra all'interno di un singolo livello, aumentando ulteriormente la sensazione di una linearità eccessiva, di far parte di una sequenza scriptata che deve andare necessariamente in una certa maniera.

Call of Duty: Vanguard, uno scontro dalla distanza in una missione con Petrova
Call of Duty: Vanguard, uno scontro dalla distanza in una missione con Petrova

Il parkour di Polina Petrova è un buon esempio: si tratta di una feature in grado di rinfrescare la formula tradizionale di Call of Duty aggiungendo della verticalità, eppure i percorsi che è possibile seguire sono già stabiliti nell'ambito delle missioni, il che li trasforma in qualcosa di molto simile a un semplice quick time event. Il problema è ancora più evidente quando si vola a bordo di un aereo nei panni di Wade, tanto che i controlli stessi del velivolo sembrano suggerire un unico possibile esito per le nostre evoluzioni.

Insomma, se Call of Duty: Black Ops Cold War (qui la recensione) cercava in alcuni momenti di fornirci maggiore libertà e introduceva importanti novità strutturali con le sue missioni secondarie, gli obiettivi strategici da raggiungere e i finali alternativi, Vanguard non si prende la briga di fare altrettanto, limitandosi a offrirci la tradizionale campagna cinematografica di Call of Duty: un lungo corridoio che non viene mascherato più di tanto.

Call of Duty: Vanguard, due compagni di Riggs
Call of Duty: Vanguard, due compagni di Riggs

I tentativi di allontanarsi da questo concept, come quando ci si trova a combattere fra le lande desertiche e si può scegliere la direzione di marcia, sono un po' troppo timidi e tardivi. La stessa connotazione delle abilità speciali, nella fattispecie gli ordini di Kingsley, le distrazioni di Petrova, l'adrenalina di Jackson (una sorta di bullet time agli infrarossi che non viene giustificato granché bene) e gli esplosivi di Riggs, appare legata a un percorso inevitabilmente lineare.

Il gunplay è solido, ma i tentativi di adattarlo agli strumenti e al contesto della seconda guerra mondiale produce delle incertezze durante gli scontri che danno la sensazione di un qualche problema con le hitbox. L'intelligenza artificiale dei nemici purtroppo è mediocre: si muovono dietro gli appostamenti, ma non ci "vedono" laddove dovessimo correre e affiancarli, oppure si producono in inspiegabili ripiegamenti.

Call of Duty: Vanguard, un livello forestale con Jackson
Call of Duty: Vanguard, un livello forestale con Jackson

Viene da sé che il maggiore grado di distruttibilità dei ripari non aggiunge all'esperienza lo spunto in più auspicato dagli autori; così come le meccaniche mutuate da Call of Duty: Modern Warfare (qui la recensione), vedi ad esempio la possibilità di poggiare le armi su determinate superfici o aprire le porte a metà per controllare se ci sia qualcuno prima di entrare, manovra quest'ultima utilizzata in pratica nella sola missione iniziale.

Come detto, l'ultimo capitolo vede finalmente lo sviluppo di un'azione corale, con i personaggi che si scambiano rapidamente di ruolo e utilizzano le proprie capacità al fine di sfondare un folto cordone nazista di guardia a un edificio strategico, ma quel senso di sinergia che giustifica l'impostazione dei quattro protagonisti si concretizza con colpevole ritardo.

La modalità Zombie

Call of Duty: Vanguard, gli zombie dell'omonima modalità
Call of Duty: Vanguard, gli zombie dell'omonima modalità

Abbiamo avuto modo di provare la modalità Zombie di Call of Duty: Vanguard durante alcune sessioni multiplayer organizzate per la stampa, portandola a termine a più riprese e riuscendo a comprenderne la struttura, caratterizzata al lancio del gioco dalla presenza della sola stipulazione Der Anfang, ovverosia una sfida a round per molti versi simile allo Zombie mode classico, quello che ci vede combattere all'interno di uno scenario che man mano si espande.

Impostato narrativamente come un prologo rispetto alla modalità Zombie di Call of Duty: Black Ops Cold War, Der Anfang ci vedrà selezionare uno fra i dodici Operatori disponibili per il comparto multiplayer di Vanguard, che includono anche i vari Kingsley, Petrova, Riggs e Jackson, per poi affrontare insieme ad altri tre giocatori le orde dei non-morti nell'ambito di una struttura a round.

Call of Duty: Vanguard, gli zombie corazzati con mitragliatore
Call of Duty: Vanguard, gli zombie corazzati con mitragliatore

Nello specifico, ci troveremo in una piazza, circondati dagli zombie, e dovremo attivare una serie di portali per prendere parte a missioni di diverso tipo, che possono ruotare attorno alla semplice eliminazione di una serie di ondate di morti viventi oppure al completamento di un percorso. Fra una spedizione e l'altra avremo modo di potenziare le nostre armi con i crediti ottenuti, sbloccare perk speciali, creare oggetti di supporto e così via.

Giunti al quinto round, volendo potremo decidere di optare per un'estrazione e combattere un'ultima, disperata battaglia prima di entrare nel varco che ci riporterà a casa; oppure continuare a inanellare missioni caratterizzate da un grado di sfida sempre più alto e da nemici sempre più numerosi e resistenti, allo scopo di ottenere ricompense migliori.

Call of Duty: Vanguard, uno zombie esplosivo
Call of Duty: Vanguard, uno zombie esplosivo

Nella modalità zombie ci sono tre tipologie di nemici: i non-morti standard, quelli esplosivi che si muovono molto più rapidamente e quelli corazzati, che ci sparano contro utilizzando mitragliatrici Gatling e compaiono nelle fasi avanzate. Dovremo cercare di sopravvivere ai loro assalti pur potendo contare su di un'unica arma (ma potremo eventualmente ottenerne una seconda), collaborando con i nostri compagni e rianimandoli all'occorrenza.

Il risultato finale, almeno per quanto concerne ciò che sarà disponibile inizialmente (lo Zombie mode verrà arricchito, come da tradizione, nel corso dei mesi), è un mix che abbiamo trovato divertente, con alcuni acuti entusiasmanti che ruotano attorno alla necessità di prendere decisioni molto rapidamente e di coprirsi le spalle a vicenda quando i nemici diventano davvero numerosi e si ha l'esigenza anche solo di ricaricare.

Il multiplayer

Call of Duty: Vanguard, la schermata del matchmaking
Call of Duty: Vanguard, la schermata del matchmaking

Se la campagna di Call of Duty: Vanguard compie dei passi indietro rispetto ai precedenti episodi, non si può dire lo stesso del comparto multiplayer competitivo, che sembra invece fare tesoro dell'esperienza maturata finora da Activision, anche e soprattutto con il battle royale free-to-play Call of Duty: Warzone.

La componente online del gioco può contare su di un riuscito mix di contenuti e qualità, va a sistemare alcune criticità riscontrate in Black Ops Cold War per quanto concerne il gunplay e le animazioni, introduce interessanti novità sotto il profilo della progressione e della personalizzazione, e infine si rivela molto accessibile nonostante la grande velocità.

Call of Duty: Vanguard, la schermata di selezione degli Operatori
Call of Duty: Vanguard, la schermata di selezione degli Operatori

Dalla schermata principale del multiplayer è possibile regolare innanzitutto l'inedito Ritmo Battaglia, un'impostazione che si applica alla Partita Veloce e permette di selezionare tre differenti preset (Tattico, Assalto e Blitz) che vanno ad aumentare gradualmente il numero di giocatori in relazione alle dimensioni della mappa, rendendo la partita più o meno frenetica e affollata.

Al di là della playlist principale, che include stipulazioni come Uccisione Confermata, Cerca e Distruggi, Tutti Contro Tutti e Postazione, fra le voci separate troviamo il tradizionale Deathmatch a Squadre e le due varianti territoriali Dominio e Pattuglia: nel primo caso bisogna controllare e difendere tre punti strategici all'interno dello scenario, nel secondo caso il punto è uno soltanto ma si muove all'interno della mappa e ciò rende la situazione decisamente più movimentata.

Call of Duty: Vanguard, un match online giocato nella mappa Tuscan
Call of Duty: Vanguard, un match online giocato nella mappa Tuscan

È quindi possibile cimentarsi unicamente con le mappe del Fronte Occidentale, organizzare una Partita Privata e infine affrontare un'altra novità del multiplayer di Call of Duty: Vanguard, ovverosia la Collina dei Campioni: un vero e proprio torneo a eliminazione che vede la partecipazione di otto squadre formate da due o da tre giocatori.

La dotazione è insomma di tutto rispetto, con ben venti mappe e un matchmaking che si è confermato piuttosto veloce a server aperti, frequentato da tanti utenti online (il gioco supporta il crossplay) già parecchio aggressivi e preparati. Certo, di tanto in tanto non manca qualche incertezza, con (sporadici) episodi latenza che si sono verificati anche nel nostro caso, con una connessione fibra da 100 Mega.

Call of Duty: Vanguard, le prime opzioni di modifica delle armi
Call of Duty: Vanguard, le prime opzioni di modifica delle armi

Al di là dei tanti contenuti, è tuttavia il sistema di progressione del comparto multiplayer, con le sue tante sfaccettature, ad appagare e a tenere vivo l'interesse. Abbiamo accennato ai dodici Operatori sbloccabili: ognuno possiede una sua progressione, e il passaggio da un livello di esperienza all'altro viene ricompensato con nuovi accessori e personalizzazioni che vanno a incidere sul gameplay.

L'Armaiolo, introdotto da Infinity Ward ai tempi di Modern Warfare, permette infatti di applicare fino a dieci appendici alle armi, andando a modificarne la precisione, la velocità, la potenza e altre caratteristiche al fine di rispecchiare il nostro stile sul campo di battaglia e costruirci attorno l'equipaggiamento perfetto, da salvare negli immancabili slot.

Grafica e sonoro

Call of Duty: Vanguard, i quattro protagonisti insieme in missione
Call of Duty: Vanguard, i quattro protagonisti insieme in missione

Call of Duty: Vanguard viene mosso da una versione aggiornata dell'IW Engine 8.0, lo stesso motore grafico del già citato Call of Duty: Modern Warfare, e può dunque contare sulle medesime feature grafiche per quanto concerne le luci volumetriche e un nuovo sistema di texture dotate di elementi dinamici, che reagiscono cioè ai proiettili in maniera diversa a seconda della superficie rappresentata.

Il sistema di illuminazione è pregevole e ovviamente dà il meglio nelle sequenze che si svolgono in notturna, valorizzando le luci di varia natura in cui potremo imbatterci e producendo interessanti riflessi sulle superfici lucide. Nelle fasi iniziali della campagna si viene inoltre accolti da una pioggia insistente che reagisce al vento e agli oggetti, ma che tradisce forse qualche artefatto di troppo in alcuni frangenti.

Call of Duty: Vanguard, un'uccisione nella foresta
Call of Duty: Vanguard, un'uccisione nella foresta

I livelli con protagonista Polina Petrova sono probabilmente i migliori anche dal punto di vista grafico. Prima che la situazione a Stalingrado diventi movimentata, è infatti possibile indugiare in casa della ragazza, scendere in strada e trovarla ricca di elementi e personaggi non giocanti. Arrampicandosi sui palazzi si ha la sensazione di uno scenario particolarmente denso in termini di conta poligonale, sebbene ci siano anche diverse barriere invalicabili.

Come accennato in precedenza, i capitoli che compongono la campagna vengono inframezzati da sequenze a 30 fps, che dimezzano dunque il frame rate rispetto alla grafica in-game. Sulle prime il passaggio è abbastanza traumatico, ma le cutscene in questione vantano un'eccellente qualità realizzativa e guardarle diventa dunque un piacere.

Call of Duty: Vanguard, Kingsley in una sequenza di intermezzo
Call of Duty: Vanguard, Kingsley in una sequenza di intermezzo

In alcuni momenti si riscontrano asset sfocati che fanno pensare a uno scaler piuttosto aggressivo e dunque all'uso di una risoluzione dinamica, il che è molto probabile, ma appare inspiegabile che anche determinati volti siano privi della necessaria definizione. Forse dipende dall'opzione per lo streaming delle texture ad alta qualità, che vengono caricate dalla rete laddove la si attivi ma che forse ancora non funziona a dovere.

Le animazioni dei personaggi sono convincenti, in particolare quelle facciali e relative alla ricarica delle armi, da sempre un fiore all'occhiello per la serie di Call of Duty. Il frame rate appare solidamente ancorato ai 60 fotogrammi, senza particolari incertezze, mentre la colonna sonora firmata da Bear McCreary vanta un ottimo tema principale e, in generale, accompagna efficacemente l'azione.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Prezzo 79,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (78)
7.0
Il tuo voto

La campagna single player di Call of Duty: Vanguard riprende la struttura tradizionale della serie, rinunciando alle novità di Black Ops Cold War e puntando piuttosto su di un quartetto di personaggi: dal punto di vista narrativo l'idea funziona, ma la breve durata dello story mode non consente di riservare spazio sufficiente a ognuno di loro sul fronte del gameplay; e così molte meccaniche finiscono per essere solo accennate, chiuse nel recinto di una progressione fortemente scriptata, che gli sviluppatori fanno poco per mascherare. Per fortuna ci pensa il comparto multiplayer a risollevare la situazione, grazie ai tanti contenuti già disponibili al lancio, a un approccio divertente e a un sistema di progressione solido.

PRO

  • Multiplayer ricco e divertente, uno dei migliori degli ultimi anni
  • Gunplay solido e soddisfacente, specie online
  • Buon comparto tecnico, al netto di qualche perplessità

CONTRO

  • Campagna breve e non memorabile
  • Diverse idee solo abbozzate nel single player
  • Intelligenza artificiale mediocre