Se l'obiettivo di Torn Banner Studios era quello di ricreare la spettacolarità, la tensione, il coinvolgimento e il caos incontrollabile di un campo di battaglia medievale, catapultandoci nel mezzo di scontri su larga scala in cui può succedere letteralmente di tutto, questa recensione di Chivalry 2 vi dirà che è stato raggiunto. Brillantemente? Ci arriveremo.
Sono passati ben nove anni dal debutto della serie Chivalry, che non aveva particolari pretese se non quella, appunto, di farci rivivere il panico, l'adrenalina, la furia di due eserciti che si battono per il controllo di un territorio, per la difesa di un castello o finanche all'interno di una giostra, interpretata in questo caso come un sanguinoso spettacolo pubblico organizzato per intrattenere la nobiltà del regno.
Gameplay
L'idea alla base di Chivalry 2 è molto semplice: partire dalle interessanti meccaniche del primo capitolo per costruire un'esperienza sostanzialmente più solida e rifinita, dotata di un sistema di combattimento capace non solo di rendere bene gli impatti tra ferro, legno e carne, calibrando il tutto sul rapporto fra distanze e tempismo, ma anche di offrire sfaccettature strategiche inedite e un maggiore realismo dei movimenti.
Il risultato di questi sforzi appare evidente fin dalle prime battute, quando ci si cimenta con il tutorial. Combattere in Chivalry 2 è un'esperienza più profonda di quanto non si creda, che si usi la visuale in prima o in terza persona. Gli attacchi possono infatti essere accompagnati dal trascinamento del mouse o dalla rotazione dello stick destro (una combinazione non semplicissima da ottenere su console, francamente) per cambiare al volo il punto d'impatto del colpo e superare così la difesa dell'avversario.
Il repertorio a nostra disposizione include diverse manovre, dal fendente all'affondo, dal calcio alla botta dall'alto, dalla mossa speciale alla schivata, regolata da una barra della stamina che si svuota decisamente in fretta. Le intenzioni sono chiare: sui campi di battaglia del titolo di Torn Banner Studios non ci sono guerrieri in grado di sfuggire agilmente alla morte, anche perché tutti indossano pesanti armature e la cosa viene resa piuttosto bene sullo schermo.
Il problema, evidente già dal nostro provato di Chivalry 2 di qualche mese fa, è che nel mezzo dello scontro tutte queste sfumature non vengono sfruttate. Ce ne sarebbe la possibilità, sia chiaro, ma i duelli singoli sono merce rara e non durano più di pochi istanti: il tempo che i soldati di una fazione o dell'altra arrivino a dare manforte al proprio compagno, creando una situazione di superiorità numerica che non lascia scampo.
Parliamo insomma di un limite del gioco, ma a pensarci bene anche in questo caso una rappresentazione fedele della realtà. Potete infatti essere gli spadaccini più abili del mondo, ma in un contesto simile avrete la possibilità di sfruttare le vostre abilità solo nel giro di pochi secondi, approfittando di uno spiraglio di opportunità che un attimo dopo sarà svanito, quando di fronte a voi ci saranno almeno tre o quattro nemici.
Alla fine dei conti anche valutare le situazioni fa parte delle competenze richieste per sopravvivere il più a lungo possibile (sia chiaro: il più a lungo possibile, non per tutta la durata del match) in Chivalry 2, insieme al tentativo di organizzare le offensive pur con tutte le difficoltà di gestire sessioni che arrivano a ospitare sessantaquattro utenti in un entusiastico quanto caotico crossplay fra tutte le piattaforme.
Classi e progressione
Chivalry 2 punta in maniera convinta sulla caratterizzazione di quattro differenti classi appartenenti alle fazioni di Agatha (blu) e dei Massoni (rossi), tutte disponibili fin da subito: Arciere, Avanguardia, Valletto e Cavaliere. Ognuna gode di una progressione indipendente, che consente di sbloccare man mano nuove specializzazioni dotate di equipaggiamento e abilità peculiari, per un totale di dodici varianti.
Le armi che porteremo in battaglia faranno ovviamente la differenza, anche e soprattutto sul piano tattico: un arciere ha vita breve se non c'è nessuno a difenderlo mentre scocca le sue frecce, così come i cavalieri che brandiscono lance, alabarde o spadoni a due mani possono affondare con maggiore efficacia rispetto a chi utilizza lame corte, anche se quest'ultimo può godere di uno spunto extra e danzare più agilmente attorno ai nemici per trovare un varco nella loro difesa.
Il punto centrale della progressione non sta però nei potenziamenti, che in Chivalry 2 sono assenti onde evitare fenomeni tendenti al pay-to-win. Con le risorse guadagnate in battaglia (oppure, volendo, con le microtransazioni) è unicamente possibile acquistare personalizzazioni estetiche, e da questo punto di vista i ragazzi di Torn Banner Studios ci hanno messo davvero tanto impegno.
Potremo infatti modificare tantissimi aspetti dei personaggi: dal sesso al volto, dai capelli alla barba, dall'elmo all'uniforme, passando per la voce, i fregi, lo stendardo e ovviamente l'aspetto delle armi che rientrano nel loro equipaggiamento. Le alternative sono tantissime, molte vanno appunto sbloccate e consentono di creare un gruppo di soldati ben riconoscibile.
Struttura
Questo impianto così ben congegnato, che può contare sulla solidità di un'infrastruttura di rete apparentemente irreprensibile grazie ai server dedicati, si esprime attraverso tre modalità e otto mappe. A seconda dello scenario avremo modo di cimentarci in violenti deathmatch a squadre o tutti-contro-tutti, oppure con la stipulazione più interessante del lotto, che funziona a obiettivi.
In quest'ultimo caso ciò che dovremo fare sarà conquistare man mano determinate zone dell'ambientazione, consentendo così alle nostre macchine da assedio di avanzare verso la fortezza nemica oppure rallentarle se giochiamo in difesa, in un'alternanza di ruoli e situazioni piuttosto varia e interessante, che per certi versi ricorda le missioni di assedio viste in Assassin's Creed Valhalla.
Non ci sono contenuti in single player in Chivalry 2, al di là del tutorial e di una sezione dedicata all'allenamento offline pensata per prepararci in qualche modo alla furia delle battaglie a base multiplayer. Dalla schermata di avvio è dunque possibile accedere alle playlist per 64 giocatori, a quelle per 40 giocatori e al tutti-contro-tutti, oppure selezionare manualmente il server che ci interessa e accedervi.
Come accennato, l'infrastruttura di rete ci è parsa solidissima: complice probabilmente il crossplay, che aumenta il numero totale di utenti disponibili per sessione, il matchmaking si risolve nel giro di pochi secondi e durante l'azione non abbiamo mai riscontrato problematiche riconducibili alla latenza, nonostante appunto il gran numero di partecipanti per ogni singola partita.
Realizzazione tecnica
Sul fronte tecnico, Chivalry 2 si difende bene. Non è una questione di forza bruta o soluzioni tecnologiche particolarmente sofisticate, bensì di un mix di accorgimenti e direzione artistica che fanno la differenza, creando come detto un'atmosfera molto coinvolgente e ricreando la spettacolarità dei campi di battaglia medievali.
Da questo punto di vista la visuale in prima persona funziona decisamente meglio rispetto a quella in terza, che "facilita" alcune cose dandoci modo di controllare meglio la posizione di eventuali avversari nelle vicinanze, ma sacrifica appunto qualcosa in termini di tensione e coinvolgimento. Le animazioni dei personaggi, buone ma non eccellenti, suggeriscono anch'esse la prima persona come approccio migliore.
È stato fatto un lavoro più che discreto nell'ambito dell'effettistica, il fuoco rende bene così come il sangue, specie quando zampilla da un arto appena reciso (che, occhio, potrebbe essere tranquillamente il vostro), creando pozze sul terreno che contribuiscono all'estetica grandguignolesca del titolo targato Torn Banner Studios. Sull'acqua i riflessi sono semplici cubemap, ma pare che il ray tracing possa arrivare in futuro con un aggiornamento.
Detto questo, sono ovviamente le performance la cosa più importante in un gioco del genere, e sotto questo aspetto Chivalry 2 non delude, girando sulla configurazione di prova a 4K e 60 fps con tutti gli effetti al massimo, senza incertezze. Merito di modelli poligonali non straordinariamente complessi e di un'effettistica che preferisce restare leggera, ma il compromesso finale ci è sembrato più che accettabile.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i5 10400
- Scheda video: NVIDIA RTX 3070
- Memoria: 16 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10 64 bit
Requisiti minimi
- Processore: Intel Core i3 4370
- Scheda video: NVIDIA GTX 660, AMD HD 7870
- Memoria: 8 GB di RAM
- Storage: 20 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 10 64 bit
Requisiti consigliati
- Processore: Intel Core i7 6700
- Scheda video: NVIDIA GTX 1070
- Memoria: 16 GB di RAM
- Storage: 20 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 10 64 bit
Conclusioni
Chivalry 2 è un simulatore di battaglie medievali che fa decisamente bene il proprio lavoro, catapultandoci sul campo insieme a sessantatré altri giocatori per dar vita a scontri su larga scala che si rivelano fin da subito caotici, spettacolari e parecchio coinvolgenti. Merito della visuale in prima persona e di tutta una serie di accorgimenti tecnici, ma anche di un sistema di combattimento sorprendentemente profondo, sebbene tutte le sue sfaccettature finiscano inevitabilmente per perdersi nella foga di un assedio o di un sanguinoso deathmatch a squadre in cui è sempre la superiorità numerica a dettare legge. Come nella realtà.
PRO
- Spettacolare resa delle battaglie medievali su larga scala
- Struttura ricca, netcode solidissimo, classi personalizzabili
- Sistema di combattimento sorprendentemente profondo...
CONTRO
- ...che però non viene sfruttato nel concreto degli scontri
- Rilevazione delle collisioni talvolta discutibile
- Difficile coordinare le azioni con i compagni