Fluido, semplice, reattivo. COCOON è quella persona che in gergo definiremmo "una mina", troppo intelligente e veloce per confondersi con la massa. È il primo della classe, ma senza passare tutta la giornata sui libri. È, soprattutto, un tesoro di gameplay design. L'idea di Jeppe Carlsen, già Lead Gameplay Designer di LIMBO e INSIDE, è riuscito a trovare un equilibrio finissimo - ma quanto robusto, quanto resistente! - e creare un'avventura a enigmi capace di proiettare il giocatore in uno stato quasi meditativo.
Non ci sono testi, non ci sono dialoghi, eppure le ambientazioni di COCOON riescono a parlare di un mondo che ha trasceso l'umanità per proiettare la nostra specie verso qualcosa di profondamente altro. Ma tutto ciò è secondario rispetto al gameplay, alla necessità sentita da Carlsen e dal resto del team di mettere al centro il gioco nella sua accezione più nobile. Perché COCOON riesce a creare un cerchio magico di incredibile coerenza, un sistema di regole non scritte che viene assimilato naturalmente dal giocatore. Tanto che, a volte, siamo noi ad avere l'impressione di guidare questa gioiosa, ma rigorosissima, danza tra i mondi.
Scopriamo di più su questo capolavoro di game design nella nostra recensione di COCOON.
Fuori dal bozzolo
COCOON dimostra di voler andare dritto al punto fin dalle primissime battute. Si comincia con un raggio di luce che colpisce un misterioso bozzolo, spingendolo ad aprirsi. Ne esce fuori il nostro muto protagonista, un umanoide-maggiolino che si muove leggero e aggraziato nelle ambientazioni create da Geometric Interactive. Non ci viene comunicata la presenza di una missione precisa: l'unica cosa da fare è andare avanti e scoprire cosa ci offrirà il deserto assolato in cui ci siamo risvegliati.
Il risultato è un'esplorazione estremamente naturale e spontanea, senza tutorial o interfacce a schermo di alcun tipo. È ammirevole il lavoro di sottrazione svolto dal team, che non ha voluto concedere spazio alla seppur minima intrusione tra il giocatore e il protagonista dell'avventura. Le opzioni sono soltanto due: muoversi o utilizzare il tasto azione. Lo dicevamo in apertura: COCOON è un gioco semplice. Il che non implica affatto che sia un gioco banale; semmai, è vero il contrario.
Questa semplicità si riflette anche nell'impostazione narrativa. Nelle circa cinque-sei ore necessarie a completare l'avventura, abbiamo apprezzato il grande silenzio di COCOON, che affida alle ambientazioni il compito di raccontare un'antica civiltà e il suo declino. Solo nel finale comprenderemo qualcosa di più concreto, ma raccontare una storia articolata non è l'obiettivo che il team si è prefisso. Segnaliamo la presenza di un finale segreto: gli sviluppatori ci hanno comunicato la loro volontà di modificarlo con una patch che verrà inserita nel gioco il giorno dell'uscita, ma non abbiamo dettagli precisi in merito.
Danzare tra i mondi
L'aspetto che più ci aveva colpito di COCOON nel nostro provato alla Summer Game Fest e nei vari trailer che si sono succeduti nel corso degli anni è certamente la meccanica del salto tra i mondi. Forse non sfruttata a fondo da recenti giochi che pure l'hanno implementata, come Ratchet & Clank: Rift Apart, nell'opera di Geometric Interactive questo elemento assurge a cardine dell'intera esperienza, rivelandosi stupefacente anche da un punto di vista tecnico.
Dicevamo, infatti, che COCOON è fluido e reattivo: questa danza all'interno di una matrioska variopinta di mondi differenti fra loro è sempre esilarante, precisa, veloce. Per proseguire bisogna andare avanti e indietro tramite delle sfere. Ciascuna di queste contiene un universo a sé. E anche un boss: una volta battuto, potremo sbloccare un potere specifico associato alla sfera. Le battaglie contro questi mostri - gli unici presenti nel gioco - sono anch'esse degli enigmi: l'umanoide-maggiolino da noi controllato non ha a disposizione delle vere e proprie opzioni offensive, e dovremo sfruttare ciò che l'ambiente avrà da offrirci per far leva sui punti deboli dei maestosi avversari. Ne risultano combattimenti divertenti e stimolanti, a più fasi, e con un elegantissimo colpo di genio il team ha deciso di non inserire un game over: il boss si limiterà a sbatterci fuori dal suo mondo, proiettandoci oltre senza tanti complimenti.
Muoversi nei mondi di COCOON è un qualcosa che coinvolge l'intelligenza, più che l'intuito: basterà analizzare attentamente le opzioni a nostra disposizione per trovare la risposta a ogni problema, in maniera estremamente naturale. Se forse è vero che a ridosso del finale si ha un lieve annacquamento di questa impeccabile struttura - un paio di passaggi avrebbero potuto essere più sintetici - è altrettanto vero che gli enigmi di COCOON, quantomeno in larghissima parte, presentano una logica semplice e rigorosa. Basta muoversi in punta di piedi sul rasoio di Occam: gli elementi non vanno moltiplicati più del necessario, e basta osservare con fermezza il problema per scoprire che la soluzione è a portata di mano.
Universi in successione
Il design dei mondi di COCOON è capace di restituire a ciascuno un senso di unicità, sia dal punto di vista visivo, sia quanto al gameplay. Si va da universi desertici a distese sommerse dall'acqua, passando per lande biomeccaniche in cui le sfere vanno inserite in disturbanti budelli. La cifra visiva della produzione è sempre coerente con sé stessa, con una stupefacente gestione del colore e dell'illuminazione degli ambienti. Occasionalmente ci troveremo a cooperare con alcuni robottini che ci aiuteranno ad aprire porte e sbloccare nuovi sentieri, ma COCOON risulta essere un'avventura solitaria all'interno di un mondo spesso silenzioso in maniera inquietante, come se i suoi misteri fossero in agguato nell'ombra, da qualche parte.
La caratterizzazione dei mondi passa anche attraverso i poteri associati alle sfere e sbloccati - come dicevamo poc'anzi - affrontando i boss. Per fare un esempio relativo alle primissime fasi dell'avventura, il globo che racchiude il mondo desertico è capace di dare corpo a strade nascoste e prima incorporee: la sua luce rossa è capace, quindi, di guidarci verso nuovi percorsi. Per poter proseguire è necessario utilizzare al momento giusto le abilità delle sfere, gestendole accuratamente - non sono consumabili, ma vanno portate in giro attraverso i mondi, in modo tale da averle sempre a disposizione quando necessarie - e assicurandoci di avere sempre in mente i loro effetti e le loro caratteristiche.
COCOON è capace di porre facilmente il giocatore in uno stato di flow grazie alla natura dei suoi enigmi, pienamente rispettosi dell'intelligenza dell'utente, e anche grazie alle musiche di Jakob Schmid, co-fondatore di Geometric Interactive insieme a Jeppe Carlsen. Mai intrusive, sempre in grado di costruire un elegante connubio - talvolta in dialogo diretto - tra suoni diegetici ed extra-diegetici, restituiscono l'idea di un futuro lontano in cui l'umano è andato a integrarsi in modi misteriosi con il non-umano.
D'altronde, eleganza e sintesi sono i veri leitmotiv di questa produzione, impeccabile anche dal punto di vista tecnico nella nostra prova su PC. Segnaliamo che i testi dei menu sono interamente tradotti in lingua italiana.
Conclusioni
COCOON è la dimostrazione di come l'eleganza passi sempre dalla semplicità e da una chiara idea di ciò che si è. COCOON non è un'avventura dalla forte trazione narrativa; non vuole mettere al centro del gameplay dinamiche violente; non spinge il giocatore a lambiccarsi il cervello per ore su enigmi apparentemente irrisolvibili. COCOON è un'opera che si riduce all'osso e, per questo, vince; è una danza elegante tra mondi, capace di non risultare mai stucchevole; è un'esperienza che mette al centro la capacità puramente animale di analizzare l'ambiente e ciò che si ha a disposizione per trovare una soluzione efficiente in qualsiasi situazione. È un'opera che risulterebbe gradita a Donna Haraway, filosofa che predica il con-divenire dell'uomo con altre specie come unico modo per salvare il nostro mondo morente. L'umanoide-maggiolino di COCOON è l'eroe dei nostri tempi difficili, ed è protagonista di uno dei videogiochi più brillanti di questo ricco 2023.
PRO
- Design impeccabile degli enigmi
- La meccanica del salto tra mondi è implementata in maniera perfetta
- Tecnicamente solido
- Artisticamente magnifico da vedere e da sentire
CONTRO
- Alcuni passaggi finali risultano leggermente annacquati