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Command & Conquer: Renegade

A poco meno di una settimana dall'uscita nel mercato italiano, Multiplayer.it ha avuto il piacere di giocare e rigiocare l'ultima creazione dei Westwood , quel Command And Conquer: Renegade che rappresenta il biglietto d'ingresso di una delle più famose Software House nel campo degli Fps. Paolo Matrascia ha sviscerato per noi ogni aspetto di uno dei titoli a cui la comunità guarda con più curiosità: i risultati nella nostra lunga ed approfondita recensione .

RECENSIONE di Paolo Matrascia   —   25/02/2002
Command & Conquer: Renegade
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Command & Conquer: Renegade
Command & Conquer: Renegade

Un duro per professione.

Il protagonista di questo gioco è il Capitano Nick “Havoc” Parker, il burbe ed efficentissimo agente speciale che già avevamo imparato ad apprezzare in Command&Conquer. Questa volta il nostro buon Nick dovrà fermare il malefico piano del Generale Gideon Raveshaw che, rapendo tre tra i maggiori scenziati in forza alla GDI, prevede l’utilizzo di un fantomatico progetto Re-Genesis.
Gia nelle primissime sequenze di gioco potremo ammirare il nostro Havoc durante una missione di spionaggio all’interno di una base nemica ... ed i nemici sono, come prevedibile, i famigerati NOD. L’introduzione, come del resto tutti gli intermezzi animati, è fatta utilizzando lo stesso motore grafico che muove tutto il gioco.
Fin dall’inizio potremo quindi capire come l’engine made in Westwood potrà difficilmente tenere il passo con quelli utilizzati da titoli come “Medal of Honor” o “Alien vs. Predator II”, la grafica è certamente buona ma pare rimasta indietro di almeno due o tre anni rispetto agli standard odierni. Neppure troppo stupiti da questa triste realtà (del resto era prevedibile) ci fiondiamo verso la prima missione di gioco e, finalmente, abbiamo le prime gradite sorprese.

Command & Conquer: Renegade
Command & Conquer: Renegade

Un commando per amore.

Gia nei primissimi istanti di gioco la sensazione di essere in uno degli scenari che tanto avevamo amato negli RTS della serie Command&Conquer si fa fortissima. Il sole viene più volte oscurato dagli aerei cargo che trasportano i mezzi corrazzati destinati ai vari centri di controllo, il rumore degli elicotteri nemici ci assorda mentre rilasciano al suolo decine di soldati pronti ad ammazzarci, in lontanza poi potremo vedere i nostri Harvester attaccati dai mezzi pesanti dei NOD ed i nostri commilitoni che moriranno sotto il fuoco nemico ... insomma, ci troviamo in un pieno conflitto tra NOD e GDI e noi siamo uno dei tanti piccoli soldatini mandati al macello! Lo stile di gioco è molto “arcade” ed il gameplay, pur perdendo qualcosa in realismo, si dimostra adrenalico e divertentissimo nella sua particolare concezione di FPS “old-style”.

Command & Conquer: Renegade
Command & Conquer: Renegade

Un commando per amore.


Sul nostro HUD (Head Up Display per i meno avezzi agli acronimi) avremo un comodissimo radar che ci potrà tenere aggiornati sul numero e la posizione delle unità nemiche presenti nelle nostre vicinanze e delle locations dei vari obiettivi di gioco, inoltre, proprio come giocando a "Tiberian Sun" potremo visualizzare la barra d'energia di ogni obiettivo sotto il nostro tiro. Tutto questo toglie molto del pathos dovuto al classico Stealth&seek&destroy che invece il trend degli ultimi FPS sembra prediligere, ma ci permette di porre maggiormente l’attenzione sui nostri obiettivi di gioco e sullo sterminio dei troopers avversari.
Una scelta che ancora una volta ci fa comprendere come questo Renegade sia stato pensato per prediligere l’azione allo stato puro.

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Command & Conquer: Renegade

Azione e pensiero.

Azione si ... ma non senza cervello. Chi potrebbe pensare ad una sorta di Serious Sam ambientato nel mondo descritto dagli RTS di casa Westwood si sbaglia di grosso. Durante le 11 missioni di gioco infatti oltre al nostro obiettivo primario dovremo, di volta in volta e se lo voremmo, completare un diverso numero di missioni secondarie. Le missioni secondarie ci verranno comunicate, durante il corso stesso delle missioni, dal nostro centro di comando ed il più delle volte potranno consistere del rendere inoffensive postazioni nemiche o nel liberare determinate postazioni strategiche.
Questo, una volta di più, ci fa sentire proprio come una pedina all’interno di uno vasto scacchiere dove ogni nostra singola mossa è parte di una trama molto più complessa.
Distruggere una serie di batterie antiaree SAM infatti aprirà la strada alle nostre forze aree che, a suon di missili aria-terra, ci renderanno la vità più facile distruggendo una divisione di carri pesanti a difesa di un punto di passaggio obbligato.
Altra chicca è rappresentata dal fatto che dovremo dare un certa priorità ai nemici da abbattere; questo è dovuto al fatto che è stata introdotta uno speciale tipo di unità di comando che, finchè non riusciremo ad uccidere, chiamerà rinforzi a iosa facendo in modo che prima poi finiremo sopraffatti dall’ennesima ondata di truppe nemiche. Se vogliamo sopravivvere il più a lungo possibile, quindi, dovremo focalizzarci sulla ricerca di questi “ufficiali di campo” e sulla loro eliminazione nel più breve tempo possibile.

Command & Conquer: Renegade
Command & Conquer: Renegade

Un mondo da vivere e ... morire.

Dicevamo prima che il motore di gioco appaia obsoleto fin dai primi istanti, questo però è vero solo per la componente cosmetica.
Per il resto potremo apprezzare il fatto che gli scenari di gioco sono molto grandi (per non dire immensi se rapportati con lo standard offerto dalla maggior parte degli FPS odierni) e per lo più all’aperto.
Questo perchè, non dimentichiamocelo, lo scopo dei designer era proprio quello di farci giocare all’interno delle mappe che più volte avevamo visto giocando a Command&Conquer.
I tempi di caricamento sono invero abbastanza lunghi, ma una volta caricato il livello di gioco il nostro disco non avrà mai bisogno di leggere altri dati.
Neppure quando entremo nelle basi nemiche per “hackerare” il sistema di sicurezza o quando dalla finestra del magazzino che abbiamo appena conquistato cercheremo di scorgere quanti nemici scortano il convoglio che dovremo poi distruggere.
La maggior parte degli edifici della serie Command&Conquer sono presenti anche in questo Renegade e potremo apprezzarne la realizzazione tridimensionale sia dall'esterno che dall'interno entrando in ognuno di essi.
La ricostruzione interna non sarà poi una mera aggiunta estetica ma rappresenterà, in molti casi, un'ulteriore sotto-scenario, molti edifici sono infatti costruiti su più piani e l'esplorazione di ognuno di essi potrà portarci via parecchio tempo.
Ogni tanto potremmo pure intravedere un timido tentativo di includere sequenze animate non direttamente congruenti con le nostre missioni ma che tentano di rendere più “vivi” i nostri avversari (in pieno stile "half Life" per intenderci). Scene che però lasciano il tempo che trovano e che certamente non centrano il loro obiettivo.
Le musiche e gli effetti sonori appaiono anch’essi decisamente sotto tono e da un certo punto di vista sfigurano anche di fronte alle loro controparti utilizzate negli RTS.

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Command & Conquer: Renegade

C'e da spostare una macchina.

Simpatica novità rispetto alla maggior parte degli altri shooter in prima persona è quella che potremo, di tanto in tanto, guidare i mezzi motorizzati che troviamo sulla nostra strada.
Anche in questo caso dimentichiamoci l’approcio “simulation like” alla “Operation Flashpoint” ma aspettiamoci un metodo di controllo alquanto arcade e, proprio per questo, immediato e divertente fin dai primi momenti.
La visuale di guida sarà in terza persona e l’unica differenza sullo stile di gioco che potremo notare passando dal comando di una agile buggy NOD ad un tank pesante GDI sarà la velocità del mezzo, la potenza delle bocche di fuoco e la consistenza degli scudi di protezione.
Le armi che potremo utilizzare durante le nostre scorribande sono un poco anonime e sanno tutte di “già visto”: è stato introdotto il lanciafiamme (ormai un vero "Must Have" per ogni FSP che si rispetti), il “Nuke Beacon” (l’arma definitiva: un trasmettitore che dirige sul punto prescelto una nuclearizzazione altamente devastante) ed anche la “Repair Gun” utilizzata dai nostri ingegneri, più i soliti fucili automatici, da cecchino e quant’altro ma nessuna di queste armi ci da l’emozione di un BFG o la tensione di un RailGun.

Command & Conquer: Renegade
Command & Conquer: Renegade

C'e da spostare una macchina.

Anche i nemici non aggiungono niente di nuovo ed anzi rappresentano in maniera quantomani fedele le unità ed i mezzi che abbiamo già conosciuto negli RTS della serie: ci sono, ad esempio, i soldati semplici, quelli dotati di lanciarazzi, quelli dotati di dispositivo di occultamento, le buggy ed i Tank NOD e così via.
Di tanto in tanto potremo pure incontrare qualche Guest Star (tratta da indovinata quale saga?) che una volta di più ci paleserà il bollino di qualità "made in C&C".
Il livello di difficoltà è ben calibrato ma esso sarà dato più dal numero di avversari e dal loro livello di salute medio (leggi punti ferita) e non dalla loro astuzia che, anzi, più di una volta pare latitare in maniera preoccupante.
Questo difetto a dir la verità non si fa sentire spesso durante le varie fasi di gioco in quanto il gameplay stesso tende a nascondere questo aspetto poco edificante, ciò non toglie però che più di una volta ci sono cascate le braccia (per non dire qualcosaltro) durante l'ennesima dimostrazione di stupidità artificiale dimostrata da uno dei nostri nemici.

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Il Multiplayer.

Se la modalità gioco singolo si contraddistingue per la quasi assenza di tatticità (i nostri obbietivi ci saranno infatti sempre indicati dal centro di comando) la modalità multigiocatore denominata “C&C” si vuole distinguere per il particolare stile di gioco che può nascere unendo le carettistiche degli RTS a quelle di un FPS.
Premettendo che sarà comunque sempre possibile giocare nelle classiche modalità Deathmatch, la modalità “C&C” è sicuramente quella su cui gli sviluppatori hanno posto la maggiore attenzione.
Questa modalità di gioco consiste nello contrapporre due fazioni (ovviamente GDI vs NOD) composte da giocatori appartenenti a determinati classi (ognuna presa dall’universo di C&C ed ognuna con relativi pregi e difetti). Ogni fazione ha una propria locazione di partenza che sarà la base operativa dove partiranno le nostre truppe, i nostri mezzi appena “comprati” ed i nostri Harvester.
All'inizio di ogni sessione partiremo con il "grado" di soldato semplice tuttavia durante lo svolgimento del gioco potremo comprare nuove strutture, mezzi motorizzati e, ovviamente, la possibilità di impersonare una nuova classe giocante.
Ogni edificio avrà una determinato ruolo all'interno delle logiche di gioco e distruggerlo significa menomare le forze avversarie (ad esempio distruggendo il power plant toglieremo l’approvigionamento energetico alla base avversaria). Ognuna delle costruzioni avversarie sarà distruggibile attaccandola dall’esterno o, in maniera più veloce ma meno facile, penetrando all’interno di esse e detonando il pannello di comando.
Come potrete scoprire guardando gli screenshots all'interno di questa pagina le possibilità di scelta in fase di "upgrade" della base sono davvere tante e conferiscono una varietà di gioco davero invidiabile.

Command & Conquer: Renegade
Command & Conquer: Renegade

Il Multiplayer.

I punti vengono guadagnati principalmente in due modi: uccidendo soldati avversari e raffinando il Tiberium raccolto del nostro Harvester (che quindi dovrà essere protetto dagli attacchi avversari).
La fine di ogni partita viene decreatata una volta che sono state distrutti tutti gli edifici nemici oppure quando nuclearizziamo il centro nevralgico della base avversaria tramite il temibile “Nuke Beacon” o l'altrettanto devastante “Ion Cannon”. In caso sia stato impostato un tempo limite il vincitore sarà proclamato in base ai ounti di gioco guadagnati fino a quel momento.
Le partite potranno essere organizzate direttamente utilizzando il servizio offerto da Westwood (con tanto di classifiche e statistiche ufficiali) oppure appoggiandosi al sempre più diffuso network gestito da GameSpy.
Non ci vuole un genio per capire che questa modalità di gioco potrebbe essere la vera fortuna di questo titolo.
Il gameplay è un mix quantomai azzeccato tra gli stili di gioco che abbiamo imparato a conoscere in titoli come "Team Fortress Classic", Tribes o il tanto l'osannato CounterStrike. La paternità di "Command & Conquer" non è stata sprecata ma, anzi, è stata sfruttata nel migliore dei modi garantendo partite tanto adrenaliche quanto ragionate; seppure infatti l'abilita al mouse sarà necessaria sarà pure quantomai impensabile una vittoria di gioco senza una divisione efficace dei ruoli (Chi dovrà difendere la base?
Chi si affiderà il compito di distruggere l'Harvester avversario?) ed una pianificazione accurata nell'uso delle risorse immagazzinate (meglio favorire da subito la produzione di mezzi corazzati o le strutture di difesa?).
Difficilmente potevamo pensare ad un migliore connubbio tra due generi che apparentemente non hanno nulla in comune, davvero complimenti alla Westwood. Peccato solo che il NetCode (la gestione gestione del codice che gestisce le comunicazioni via rete) non sembri proprio uno dei migliori: i recenti problemi avuti con il "Multiplayer Demo" ne sono una prova e che, una volta di più, la grafica non sia all'altezza di tutto il resto.

Command & Conquer: Renegade
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E quindi?

E’ inutile negarlo, “C&C: Renegade” è un gioco estremamente divertente. Questo nonostante il settore grafico/sonoro senta già sul groppone il peso inesorabile degli anni, sfigurando addirittura di fronte a titoli ben più anziani come "Quake III Arena", e nonostante non sia un gioco di pura atmosfera (alla "Medal of Honor" o alla RTCW per intenderci).
Ma se è vero che la grafica non è tutto in videogioco con Renegade ne abbiamo avuto la conferma una volta di più. Qualche buona idea alla base di una modalità SinglePlayer che assicura giocabilità solida e ben congengnata ed un MultiPlayer che potrebbe rivelarsi un vero “add value” (ci rimane ancora un dubbio sul Net Code) fanno si che, una volta tanto, ci potremo divertire a cuor leggero senza farci inutili paranoie sulla riproduzione storica delle armi o sul dettaglio grafico delle texture utilizzate.
Certo i difetti non mancano, primo su tutti l'intelligenza degli avversari che presenta notevoli margini di miglioramento seguito a ruota da una longevità in single player che, con 11 missioni seppur di lunghezza piuttosto elevata, rischia di essere troppo risicata.
Un po' come già era successo nel caso di "Return To Castle Wolfenstein" abbiamo tra le mani un gioco con due anime. Quasi perfetto e sicuramente allo stato dell'arte per quanto riguarda l'incarnazione multigiocatore rischia di essere un po' debole nel settore a singolo giocatore.
Tuttavia, anche in modalità "Conan il barbaro", Renegade potrà farci divertire e lo vuol fare nel migliore dei modi: con una giocabilità efficace, immediata e senza troppi fronzoli. Forse non un capolavoro del genere ma sicuramente un ritorno alle origini, ovviamente aspettando Unreal II.

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Introduzione.

Westwood Studios: per molti “un nome, una garanzia”. Questa software house californiana è parte integrante della storia dei videogiochi per PC alla pari di altre case di produzione come Bullfrog, LucasArts o la compianta Microprose. In effetti, anche se spesso si sono adagiati un po’ troppo sugli allori, la Westwood ha pubblicato titoli che hanno saputo creare un vero e proprio “trend” nel mondo dei titoli per PC. Ci riferiamo, ad esempio, alla saga Eye Of The Beholder (uno dei primi esempi di cRPG per PC in prima persona) e, naturalmente, a quella di "Command & Conquer", introdotta ancor anni prima, con il celebre RTS basato sull’universo di Dune.
Il titolo che ci apprestiamo a descrivere oggi doveva essere uno dei primi shooter in prima persona con una apposita sezione di gioco multigiocatore orientata al teamplay. Oggi invece titoli come Tribes, Counterstrike o lo stesso RTCW (Return To Castle Wolfenstein) ci hanno già abituato, nel bene e nel male, a questo modo di giocare e quindi Renegade, a causa di uno sviluppo che si è dilungato per anni, rischia di nascere già vecchio. Ma i Westwood Studios sono sempre i Westwood Studios e quindi non ci potranno deludere. Forse.