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Elden Ring: Shadow of the Erdtree, la recensione dell'incredibile espansione del capolavoro di FromSoftware

Abbiamo recensito Shadow of the Erdtree, un'espansione enorme e sorprendente, che consolida la posizione di FromSoftware tra i migliori team di sviluppo in circolazione

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   18/06/2024
Ecco Messmer, in tutto il suo oscuro splendore. Ma sarà davvero lui l'antagonista primario di Shadow of the Erdtree?
Elden Ring: Shadow of the Erdtree
Elden Ring: Shadow of the Erdtree
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Al momento del suo annuncio, Elden Ring aveva scatenato non poche insicurezze tra i fan di FromSoftware. Il team di Miyazaki ha dimostrato negli anni una straordinaria capacità di evoluzione, eppure era difficile credere che i suoi designer potessero traslare l'intelligenza delle mappe e dei mondi dei loro soulslike in una formula per sua natura più dispersiva e difficile da gestire come quella open world.

Senza dubbio si trattava ai tempi di preoccupazioni giustificabili, nate tuttavia in gran parte da una scarsa consapevolezza storica di chi sia realmente questo gruppo di creativi in costante bilico tra il genio e la follia: gli sviluppatori di FromSoftware hanno avuto idee geniali e fuori dagli schemi fin dagli albori della loro carriera, persino nell'era in cui producevano titoli considerati "a malapena passabili" dalla critica; mancavano solo le competenze tecniche e le risorse per dare realmente forma alle loro eclettiche trovate: nel momento in cui i loro giochi hanno iniziato a fare cassa e c'è stata una crescita sensibile dell'organico i passi avanti sono stati giganteschi, tanto da dar vita a uno dei migliori open world in circolazione, eccezionale in gran parte dei suoi aspetti e davvero unico nell'approccio al contenuto.

Vero, la trasformazione strutturale ha portato inevitabilmente la casa a fare qualche errore - il gioco ha assolutamente qualche eccesso in termini di contenuti e bilanciamento - eppure è davvero impossibile lamentarsi della qualità generale di quanto creato. Inoltre, Elden Ring è riuscito letteralmente a disintegrare la barriera che ancora separava i soulslike dal grande pubblico ed è diventato una sorta di fenomeno culturale del gaming con 25 milioni di copie vendute e una community che non vede l'ora di vedere altri contenuti.

Questi contenuti, dunque, sono prontamente arrivati sotto forma di un'espansione chiamata Shadow of the Erdtree, che fin dal principio è parsa ben più ambiziosa rispetto ai passati DLC di Miyazaki e compagnia bella (tra cui peraltro vi sono nomi come Old Hunters o Artorias of the Abyss, quindi non certo inezie). Noi l'abbiamo spolpata in questi giorni, cercando di svelarne ogni segreto e quanto visto ci ha seriamente fatto cadere la mascella. Shadow of the Erdtree è un'espansione contenutisticamente spaventosa, che si incastra perfettamente nel gioco originale e ne migliora numerosi elementi, anche se nel farlo torna a una visione più vicina alla brutalità dei Souls originali.

Struttura: molta luce in questo mondo di ombre

Lo abbiamo già detto varie volte, ma tanto vale ripeterlo per chi non e è ancora consapevole: Shadow of the Erdtree è chiaramente pensato per chi ha già finito e strafinito il gioco base e i suoi requisiti sono discretamente ostici, dato che uno dei due boss da eliminare per ottenere l'accesso è facoltativo e non facilissimo da trovare.

I personaggi di Shadow of the Erdtree sono un gruppetto a dir poco eterogeneo e tutti hanno una missione dedicata. Completarle tutte, al solito, non sarà facile
I personaggi di Shadow of the Erdtree sono un gruppetto a dir poco eterogeneo e tutti hanno una missione dedicata. Completarle tutte, al solito, non sarà facile

I nomi incriminati sono Radahn e Mohg e il DLC giustifica in modo perfettamente sensato la loro eliminazione, tuttavia è comprensibile che, per molti giocatori abituati a un accesso immediato ai contenuti aggiuntivi, questa scelta molto più vicina ai primi souls (l'accesso ad Artorias of the Abyss era tutt'altro che intuitivo, per dire) potrebbe infastidire. , e dal canto nostro reputiamo davvero affascinante la capacità di FromSoftware di non piegarsi alle convenzioni classiche anche davanti allo tsunami di vendite di Elden Ring.

Una volta steso Mohg, proprio dalla sua arena potrete accedere alla Terra delle Ombre, dopo aver parlato con una cavaliera in armatura di nome Leda, che chiederà la vostra assistenza nel ripercorrere le orme del suo signore, Miquella. Il percorso del misterioso empireo in queste nuove terre ricche di pericoli sarà praticamente la vostra linea guida per arrivare alla fine del DLC, e le sue rune un chiaro segnale che state muovendovi nella giusta direzione. Non aspettatevi però che la nuova landa creata dallo studio giapponese sia una linea retta verso il boss finale, perché la Terra delle Ombre è la mappa aperta più elaborata e labirintica mai creata da FromSoftware. Quando abbiamo accennato a un ritorno alle origini non stavamo scherzando: questa nuova regione è enorme e i suoi punti più misteriosi richiedono di esplorare minuziosamente certe zone per essere trovati. La cosa incredibile, peraltro, è la cura certosina riposta in quasi ognuna di queste nuove ambientazioni: sono zeppe di dungeon secondari, sfide, misteri ed equipaggiamento, oltre ad essere ancora una volta artisticamente eccezionali. E se dal punto di vista della direzione artistica il gioco base viene superato spesso, ma non sempre, in termini di design della mappa Shadow of the Erdtree lo batte praticamente ogni singola volta, dimostrando la già citata capacità degli sviluppatori di FromSoftware di imparare dagli errori e di ascoltare il feedback.

Questi allegri bestioni hanno un quantitativo spudorato di punti vita, e se eliminati lasciano cadere nuove lacrime per l'ampolla. Alzate la vostra resistenza al fuoco, ne avrete bisogno
Questi allegri bestioni hanno un quantitativo spudorato di punti vita, e se eliminati lasciano cadere nuove lacrime per l'ampolla. Alzate la vostra resistenza al fuoco, ne avrete bisogno

Un esempio? Il gioco gestisce molto meglio le sue ricompense: dungeon secondari, punti d'interesse, incontri per la mappa e altre perlustrazioni offrono praticamente sempre più armi, pezzi di armatura, amuleti e quant'altro, eliminando gran parte dell'insoddisfazione che alcuni giocatori provavano nel gioco base quando, dopo aver affrontato una tortuosa caverna piena di avversari, si ritrovavano con poco più di un amuleto (magari del tutto inutile per il loro approccio agli scontri). Inoltre, dopo averne vissuti parecchi, ci riesce davvero difficile definire "secondari" i dungeon di Shadow of the Erdtree. Il team di Miyazaki e Tanimura ha chiaramente preso a cuore anche le critiche di chi si lamentava per la banalità di alcuni di questi contenuti se paragonati ai Legacy Dungeon, e quindi ha optato per la miglior soluzione possibile: curarli a un livello comparabile a quello dei dungeon primari.

Ogni dungeon dell'espansione, anche quello più piccino, contiene una peculiarità di qualche tipo; alcune caverne sono zeppe di puzzle ambientali o di condizioni da superare per raggiungere l'obiettivo finale, altre di nemici con caratteristiche specifiche da aggirare o eliminare in modo creativo, altri dungeon ancora sono semplicemente lunghi percorsi a più livelli che portano in altre zone della mappa e risultano quindi molto più significativi di quanto inizialmente prevedibile. Tutti, ad ogni modo, hanno premi multipli sparsi tra le loro sale, boss più calcolati e unici, e soluzioni che li rendono un piacere da esplorare. Si tratta davvero di un bel passo avanti rispetto alla campagna originale, e la cosa incredibile è che il balzo di qualità si fa ancor più eclatante quando si iniziano a esplorare i Legacy Dungeon, perché questo DLC ne contiene addirittura cinque. Ok, solo due sono realmente estesi, mentre i restanti tre hanno dimensioni minute e sono esplorabili in poche ore se li si affronta con criterio, eppure è sempre in queste sale che le capacità degli sviluppatori di FromSoftware brillano al massimo della luminosità. I nuovi Legacy Dungeon riescono a riproporre in forma più concentrata e lucida strutturazioni simili a quelle viste nel resto del gioco, e uno in particolare, la fortezza di Messmer, è un meraviglioso lavoro di design: una sorta di dungeon multiplo a più livelli, pieno di segreti di rara infamia e di boss. Sarebbe bastato solo quello per giustificare un DLC, figuriamoci tutto il resto di questo ben di dio.

Shadow of the Erdtree è un DLC titanico, e la sua mappa aperta è davvero geniale. I Legacy Dungeon, però, sono ancora il picco dell'esperienza
Shadow of the Erdtree è un DLC titanico, e la sua mappa aperta è davvero geniale. I Legacy Dungeon, però, sono ancora il picco dell'esperienza

Insomma, tutto perfetto? Quasi. Nonostante il lavoro fatto sia titanico e l'espansione in quanto a contenuti sia chiaramente la più massiccia mai creata da FromSoftware - un giocatore esperto e sovralivellato ci metterà serenamente più di 30 ore a trovare il trovabile, e non dubitiamo che possano facilmente raddoppiare per la maggior parte dell'utenza - vi sono delle aree estese che sembrano esser state sviluppate un po' di fretta rispetto alle altre. Lo ripetiamo: Shadow of the Erdtree è pieno di aggiunte uniche, dungeon eccezionali, e offre chiaramente la regione più variegata, interessante e complessa del gioco, ma qualche piccola ripetizione ce l'ha (giusto qualche boss ripreso di peso dal gioco base e potenziato) e un paio delle sue mappe facoltative sono inutilmente larghe e vuote, quasi come se fossero state inserite solo dopo aver completato lo scheletro base per dare qualcosa in più ai giocatori più ostinati. Non sono comunque spiacevoli - la prima contiene il legacy dungeon più curioso (e minuto) e ha un'atmosfera incredibile, ma soffre il fatto di non essere navigabile con la cavalcatura; la seconda è esteticamente splendida e importantissima dal punto di vista narrativo, ma troppo vuota - però se comparate alla qualità incredibile delle altre aree rappresentano un discreto spreco di potenziale.

Narrativa e gameplay: infiniti modi di combattere l'oscurità, poche occasioni per comprenderla

Anche dal punto di vista narrativo Shadow of the Erdtree è per certi versi un passo avanti rispetto al gioco base, ma non per questo è il caso di aspettarsi una storia cristallina e narrata in modo comune.

FromSoftware si è sbizzarrita per offrire un numero mostruoso di nuove armi e la cosa incredibile è che quasi tutte sono incredibilmente stuzzicanti, anche quando non sono ottimali per la vostra build. Vi verrà voglia di sperimentare all'infinito
FromSoftware si è sbizzarrita per offrire un numero mostruoso di nuove armi e la cosa incredibile è che quasi tutte sono incredibilmente stuzzicanti, anche quando non sono ottimali per la vostra build. Vi verrà voglia di sperimentare all'infinito

Per sviscerare gli eventi che hanno portato Miquella nella Terra delle Ombre non vi basterà guardare le rade scene d'intermezzo e stare attenti ai dialoghi: ancora una volta leggere le descrizioni di ogni oggetto trovato sarà fondamentale, con rivelazioni gigantesche relegate proprio a testi facilmente ignorabili da chi non è abituato a sviscerare le opere di FromSoftware. Detto ciò, la progressione degli eventi, le motivazioni dei coinvolti, e il modo in cui tutto si incastra a quanto scoperto nel gioco originale è più chiaro e calcolato del solito, forse persino troppo se si considerano i trascorsi della casa.

Shadow of the Erdtree non sembra però essere un'espansione capace di chiudere perfettamente il cerchio; al di fuori della ricerca di Miquella e delle storie legate ai suoi servitori - che rappresentano peraltro le missioni primarie del DLC - le informazioni su altri elementi dell'universo di gioco e personaggi fondamentali sono per lo più scarse, quando non del tutto assenti. Certo, durante la nostra prova ci è sicuramente sfuggito qualcosa, ma siamo abbastanza convinti che il mondo di Elden Ring abbia ancora moltissimo da raccontare, anche dopo questa nuova grandinata di piccole e grandi rivelazioni. Insomma, se vi aspettavate una trasformazione completa in termini di narrazione cascate male; parte del fascino dei giochi di Miyazaki risiede proprio nella loro narrativa spezzettata da studiare e interpretare, e dubitiamo fortemente che i prossimi souls abbandoneranno questa formula.

Prevedibilmente, la difficoltà di Shadow of the Erdtree è tarata molto più verso l'alto rispetto al gioco base, specialmente per via dei danni mostruosi inflitti dai boss e per i loro punti vita. Con la giusta build e strategia, comunque, potete cavarvela senza troppi problemi anche nella Terra delle Ombre
Prevedibilmente, la difficoltà di Shadow of the Erdtree è tarata molto più verso l'alto rispetto al gioco base, specialmente per via dei danni mostruosi inflitti dai boss e per i loro punti vita. Con la giusta build e strategia, comunque, potete cavarvela senza troppi problemi anche nella Terra delle Ombre

Se l'approccio alla storia potrebbe scoraggiare alcuni, comunque, siamo abbastanza convinti che non ci sia modo di essere delusi da quanto offerto dalla casa in termini di gameplay. Quest'espansione di Elden Ring non è impressionante solo dal punto di vista delle mappe, e anzi sorprende quasi di più per il numero smodato di armi, talismani e magie aggiuntivo, oggetti peraltro pensati per modificare sensibilmente lo stile di qualunque giocatore. Lo avevamo già accennato durante l'anteprima, ma l'intento di FromSoftware nella Terra delle Ombre è stato chiaramente uno solo: offrire un gran quantitativo di strumenti adatti a ogni genere di build, dotati di mosse e poteri così unici da spingere i giocatori a testarli anche se non necessariamente ottimali. E se da una parte alcune combinazioni del gioco base restano spettacolarmente efficaci e difficilmente sostituibili, riteniamo che FromSoftware abbia davvero trovato la chiave di volta qui, perché è stato praticamente impossibile non cambiare varie volte specializzazioni ed equipaggiamento di fronte a certe novità. Ci sono ben otto categorie di armi del tutto nuove, e alcune di queste coprono delle mancanze significative del gioco base; per capirci, le cosiddette "quality weapons", che scalano sia con forza che destrezza qui sono tra le migliori mai viste e molte combinazioni scarsamente rappresentate nella campagna base di Elden Ring come le armi fede/destrezza sono curiosamente potenti e numerose. Aggiungete a tutto ciò anche un discreto numero di ottime nuove stregonerie e un mix assurdo di incantesimi, e avrete per le mani una vera e propria tela su cui usare il sangue dei boss come tintura. Un piccolo paradiso per chi ama sperimentare con statistiche ed equipaggiamento.

Alcune delle zone del gioco sono a dir poco inquietanti. Quella che vedete qui rappresentata non è certo la più curata, ma controbilancia con l'atmosfera
Alcune delle zone del gioco sono a dir poco inquietanti. Quella che vedete qui rappresentata non è certo la più curata, ma controbilancia con l'atmosfera

C'è solo una problematica tutt'altro che trascurabile: un numero tale di nuovi strumenti, aggiunto a un'esperienza già praticamente impossibile da bilanciare alla perfezione, poteva rompere ancor di più le cose, specialmente se si considera che molti giocatori affronteranno il DLC dopo aver raggiunto livelli mostruosi col proprio alter ego. FromSoftware ha quindi deciso di approcciare il tutto con la collaudata "cura del dolore", tarando Shadow of the Erdtree davvero molto verso l'alto in termini di difficoltà. Sia chiaro, con una build molto forte la Terra delle Ombre non è particolarmente brutale: ogni ambientazione tende ad avere qualche nemico élite fastidioso, ma ciò che funzionava egregiamente nella mappa originale resta efficace anche qui, e non avrete problemi a cancellare dall'universo gruppi interi di nemici a forza di sanguinamento, Comete di Azur, e tante altre build scoperte fino ad oggi dalla community; per evitare che tutto risultasse una passeggiata, però, gli sviluppatori hanno deciso di aumentare a dismisura il danno inflitto e il quantitativo di punti vita dei boss, che non possono più venir eliminati in pochi secondi nemmeno con combinazioni assolutamente devastanti (salvo non siate di livello davvero esagerato, o abbiate raggiunto tassi di ottimizzazione dei danni da divinità dei souls). Non bastasse, i nuovi boss (quelli primari sono addirittura una decina, ma complessivamente ne incontrerete molti di più) tendono ad essere marcatamente più aggressivi rispetto al passato e ad avere schemi offensivi pensati per mettere in difficoltà chi schiva a raffica, per via di colpi multipli con tempistiche piuttosto subdole, o attacchi la cui permanenza a terra supera la finestra di invulnerabilità della vostra schivata. Non è una soluzione elegantissima, va detto, e a tratti il danno inflitto da certi boss ci è parso davvero assurdo, eppure gestirli così dà un senso nettamente maggiore alle ceneri (certi boss sembrano tarati proprio per spingere a utilizzarle, da tanto sono piccole le finestre temporali in cui si scoprono) e sinceramente non c'era probabilmente altro modo per mantenere una progressione sensata del livello di sfida, visto quanto abusabile è il sistema.

Potreste sperimentare build con spettacolari magie di fuoco o armi devastanti
Potreste sperimentare build con spettacolari magie di fuoco o armi devastanti

Inoltre in Shadow of the Erdtree parte di questo picco di danni e resistenze viene arginato dalla presenza delle benedizioni: in pratica un sistema di progressione parallelo, che aumenta il danno del vostro personaggio e la sua resistenza, o quelli della sua cavalcatura e delle ceneri evocate, a patto di trovare un certo numero di oggetti che permettono di potenziarsi nei luoghi di grazia. Diversamente da quanto si pensava inizialmente, non si tratta di una novità che impone dei tetti massimi al valore dei danni inflitti e subiti, ma semplicemente di un bonus percentuale che aumenta di volta in volta, e inizia ad avere un'efficacia importante solo quando ci si avvicina alle battute finali della campagna e si affrontano i suoi nemici più infuriati. Per certi versi è una versione allargata a tutte le statistiche di quanto visto con le anime dei giganti in Dark Souls 2 (che diminuivano la resistenza del boss Vendrick in base al loro numero nell'inventario), e nel complesso ci è parso che gli sviluppatori lo abbiano inserito più per dare un senso di crescita a chi ha raggiunto livelli troppo alti, più che per facilitare realmente il gioco.

Non sottovalutate i dungeon secondari stavolta. Non solo offrono più ricompense e materiali del solito, ma sono davvero belli da esplorare e ricchi di puzzle e trovate interessanti
Non sottovalutate i dungeon secondari stavolta. Non solo offrono più ricompense e materiali del solito, ma sono davvero belli da esplorare e ricchi di puzzle e trovate interessanti

In poche parole, facendo qualche conto mentale, l'impressione è che quest'espansione sia tarata per un personaggio con abilità ben calcolate e con statistiche attorno al livello 150; affrontarlo con un alter ego più debole può risultare a tratti abbastanza scioccante, mentre superare di molto questo livello facilita parecchio almeno le fasi iniziali. Noi, comunque, abbiamo trovato le battaglie adrenaliniche al punto giusto, e la difficoltà ancora sufficientemente aggirabile con le giuste conoscenze. Era quasi sicuramente la soluzione migliore: un intervento più secco e limitante avrebbe con ogni probabilità reso l'esperienza meno appetibile per il grosso del pubblico, e buona parte dell'attrattiva di Elden Ring risiede proprio nella sua enorme flessibilità rispetto ad altri Souls (che sono comunque facilmente "rompibili", sia chiaro); vi consigliamo comunque di non sottovalutare gli abitanti della Terra delle Ombre, potreste avere delle brutte sorprese...

Poco da dire in termini di comparto tecnico, invece. Shadow of the Erdtree è artisticamente magnifico e lo abbiamo già elogiato in tal senso, ma non ci è sembrato di vedere particolari passi avanti in termini di grafica o bilanciamento con questo DLC.

Le luci rendono questo scorcio della Terra delle Ombre ancora più affascinante
Le luci rendono questo scorcio della Terra delle Ombre ancora più affascinante

Ci sono però alcune modifiche legate alla qualità della vita davvero apprezzabili, tra cui la possibilità di attivare una nuova pagina dell'inventario dedicata agli oggetti recenti, oltre che di indicare tutto ciò che è stato raccolto da poco nelle altre. Potrà sembrarvi un'inezia, ma una volta abituati a queste semplici aggiunte non si può tornare più indietro: permettono di orientarsi nelle tasche del proprio personaggio con molta più facilità.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Multiplayer.it
9.5
Lettori (36)
8.4
Il tuo voto

Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un'espansione titanica, un lavoro certosino che torna parzialmente alle origini dei souls, senza però tradire lo spirito del gioco base né abbandonare le caratteristiche che lo hanno fatto amare da così tanti giocatori. Si tratta di un lavoro impressionante, capace di stupire sia per il suo incredibile map design sia per la varietà delle novità introdotte, e le sue problematiche di bilanciamento (comunque meno gravi rispetto a quelle del gioco base) non bastano assolutamente a smorzarne il valore. Impossibile, davanti a un'opera simile, non confermare il già notevole voto del gioco base. Eppure, anche dopo aver esplorato la Terra delle Ombre così a lungo e averne sviscerato quasi ogni segreto, crediamo seriamente che ci sia spazio per altre storie, altri luoghi, e altre rivelazioni. Chissà se sarà questa espansione a mettere davvero fine ad Elden Ring.

PRO

  • Contenutisticamente impressionante, capace di intrattenere per oltre 30 ore
  • Un numero smodato di nuove armi e poteri
  • Design delle mappe eccezionale e Legacy Dungeon davvero soddisfacenti

CONTRO

  • Non risolve i problemi di bilanciamento del gioco base
  • Un paio di zone sembrano fatte di fretta rispetto al resto