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Extra Coin, la recensione di un gioco arcade che fa fare un salto nel passato

Ecco la nostra recensione di Extra Coin, piccola e delicata avventura che ci porta in un mondo dove il confine tra realtà e finzione si fa sempre più sottile.

RECENSIONE di Mattia Pescitelli   —   14/10/2024
Mika, la protagonista di Extra Coin, circondata dagli avatar
Extra Coin
Extra Coin
Video Immagini

Un mondo in fiamme. Strade dilaniate da rivolte e violenza sistemica. Un metaverso come via di fuga per scappare dal dolore insostenibile del quotidiano. Sembra di parlare di una realtà non troppo distante, ma, per fortuna, questa è ancora solo la trama alla base di Extra Coin, un videogioco d'avventura che rispolvera i vecchi fasti delle esperienze arcade per raccontare la sua storia di inganni e segreti, creato da CINIC Games, casa di sviluppo fiorentina che ha saputo dimostrare che anche in Italia è possibile realizzare delle opere videoludiche di un certo spessore senza dover per forza strafare.

Meglio fuori che dentro?

Extra Coin ci fa immergere in un mondo che pare veramente al capolinea. Sono pochi i giorni in cui i cieli non sono lacerati dal fumo dei conflitti mondiali. Questo la giovane Mika lo vede ogni volta che si affaccia dalla finestra della casa del nonno, con il quale vive perché i genitori l'hanno abbandonata per immergersi a tempo pieno in The Arcade, un metaverso pacifico, dove il dolore e la morte sono ben lontani.

Le notti di Mika non sono affatto tranquille
Le notti di Mika non sono affatto tranquille

L'unico obiettivo della ragazza è quello, una volta compiuta l'età adeguata per accettare gli infidi Termini di Servizio del gioco, di andare a cercare i suoi genitori in questa realtà virtuale all'avanguardia e fare in modo che tornino da lei. Come ogni apparente Paradiso, però, si intuisce ben presto che qualcosa non quadra e che, forse, non è poi tanto diverso da quello all'esterno, se non addirittura più pericoloso.

Questa, in sostanza, è la storia che sorregge il gioco di CINIC Games. Non è in lizza per un premio sull'originalità, né è tantomeno in grado di spiccare per dei momenti particolarmente avvincenti, ma, in generale, funziona e scorre leggera, bilanciandosi egregiamente con i momenti di gioco, senza appesantire l'esperienza e consentendo, grazie a una ristretta ma ben tarata possibilità di scelta, di condurre a situazioni e finali differenti.

I vecchi fasti degli arcade

In un titolo dove il mondo che si va a esplorare si chiama The Arcade, è chiaro che il legame con una certa tipologia di videogiochi sia saldo. Quando si spoglia il gioco della componente narrativa, ci troviamo dinanzi a un sistema ciclico, all'interno del quale bisogna completare diverse attività per scalare la classifica del mondo di gioco. La prima cosa da fare è uscire dal proprio appartamento virtuale e scegliere in quale zona del mondo andare a trovare il nostro passatempo.

Provare a scalare il Monte Game Over è una delle svariate attività tra cui scegliere per potenziare Mika
Provare a scalare il Monte Game Over è una delle svariate attività tra cui scegliere per potenziare Mika

Quello che viene chiamato dai personaggi del gioco il "buon loop" consiste in una sessione d'allenamento, durante la quale bisogna completare uno dei tanti minigiochi legati specificatamente ai luoghi di The Arcade (il cinema, il caffè, la palestra e così via) per migliorare le statistiche di Mika, e una sessione di duello, dove bisogna sfidare un avversario e sconfiggerlo a quella che sostanzialmente è una partita a tennis.

Proprio quest'ultima attività è abbastanza particolare, perché inizialmente pare solo uno dei tanti modi in cui si può duellare con gli altri avversari, ma ci si accorge ben presto che è effettivamente l'unico modo. La varietà che si trova nei minigiochi non viene replicata al momento del duello, il che spiazza inizialmente, ma dobbiamo ammettere che queste sfide, sempre più impegnative man mano che si scala la classifica e si sbloccano nuove "mosse" e potenziamenti da poter sfruttare contro l'avversario, sono capaci di coinvolgere ed esaltare, complice anche una richiesta di abilità da parte del giocatore (adattabile alle proprie necessità grazie alla possibilità di scegliere la difficoltà) che ci ha fatto tornare indietro di parecchi anni, quando perdevamo le giornate davanti a Super Tennis per SNES.

Gli adrenalinici duelli di Extra Coin
Gli adrenalinici duelli di Extra Coin

Per il resto, il gioco sfrutta il suo pieno potenziale metanarrativo, facendo fare al giocatore ciò che gli comunica essere sbagliato. Il giocatore è "costretto" a seguire il loop che deve rompere proprio perché è necessario che acquisisca dimestichezza ed esperienza, fondamentali per affrontare i vari boss che troverà lungo il cammino verso la verità. Uno di quei cortocircuiti tra narrazione e gameplay che è capace di lasciare un sorriso e, perché no, anche di far riflettere.

Il vecchio e il nuovo

Lo stile di Extra Coin è quello che sta facendo impazzire l'industria videoludica negli ultimi anni, un misto tra pixel art e grafica 3D con illuminazione realistica capace di dare un nuovo tipo di profondità alla seconda dimensione realizzata a mano. I personaggi, i panorami, le animazioni: tutto è estremamente semplice, eppure all'apparenza così complesso e stratificato.

A farla da padrona è senz'altro il colpo d'occhio, capace di catturare l'attenzione praticamente in ogni momento del gioco. Ogni ambiente avvolge per la profondità visiva che dona, ma anche per l'armonia tra gli spazi e il movimento attraverso essi.

Anche a livello sonoro il gioco ha i suoi pregi, con tracce musicali mai invasive e un missaggio generale sempre attento a veicolare al meglio l'intensità emotiva di una scena, venendo egregiamente in soccorso alla mancanza della voce, che spesso dimentichiamo quanto sia importante, ma pur sempre non fondamentale per raccontare una storia.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Nintendo eShop
Prezzo 4,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (7)
9.2
Il tuo voto

Il pregio più grande di Extra Coin è quello di aver riconosciuto gli inevitabili limiti del progetto portato avanti da CINIC Games. Al diavolo la durata, al diavolo la complessità, le meccaniche, le sottotrame. L'idea che emerge da questo piccolo gioco (e forse per questo anche più grande di molti altri) è che il team avesse bene in mente cosa volevano raccontare, ma anche cosa potevano e non potevano fare, a livello pratico. È un'opera molto focalizzata, non perfetta, con qualche difetto tecnico che può essere facilmente limato, ma comunque ben definita, ben realizzata e, soprattutto, ben pensata. Quest'ultima, specialmente, è una qualità che non è più così scontato trovare in un videogioco.

PRO

  • Narrazione scorrevole
  • Gameplay coinvolgente
  • Stilisticamente molto coeso

CONTRO

  • L'ombra del "già visto" fa un po' fatica a svanire
  • Il loop di gioco è una buona idea, ma anche una lama a doppio taglio