Uno sporco lavoro di routine
Le mappe di Faces of War sono veri e propri alveari di nemici e ordigni bellici; peccato solo che la maggior parte dei giocattoli esplosivi a vostra disposizione abbia un solo uso possibile, quello previsto dagli sviluppatori. Non c'e' niente di piu fastodioso dello scoprire che un fantastico cannone anti-aereo non è in grado di essere direzionato verso nessuna locazione utile per il superamento di un check-point, perchè non fa parte della soluzione pensata per superare una dannata area. Solo grazie ad una angolazione studiata con rara finezza del mouse sono riuscito a eliminare due soldati, morti forse di spavento, visto che il colpo ha centrato una casa e non loro. In effetti quando abbiamo accennato a un connubio tra Commandos e Cannon Fodder non intendevamo cervellotici puzzle, stimolanti e complicati, misti ad una sana carneficina scaccia-pensieri: purtroppo qui c'è poco spazio per l'improvvisazione e la componente arcade risente dei controlli incerti e macchinosi. Scegliere inoltre di giocare le mappe in modalità tattica non muta la natura dell'esperienza generale: guadagnerete un effetto fog of war piuttosto grossolano e un maggiore tasso di mortalità (tra le fila dei vostri, si capisce).
Uno sporco lavoro di routine
Fondamentalmente è l'intera architettura di gioco a soffrire per una progettazione troppo rigida. Il più delle volte sarete guidati da un'evento all'altro della mappa senza nessun reale tempo limite. A dispetto delle pirotecniche esplosioni che spesso accompagnano la presentazione di una zona calda, invero molto spettacolari, è sufficiente aspettare che il fumo si diradi e noterete che potete tranquillamente aspettare dietro a un muro, mentre le truppe avversarie attendono pazienti, ripetendo al più un pattern predefinito. Rendiamoci conto che ci sono tre campagne disponibili (ma sì, sono loro: russi, alleati e nazi crudeli) e molto raramente avvertirete una certa urgenza al di fuori degli scontri veri e propri, che sono il punto forte di Faces of War. In questo senso cade quasi la definizione di RTS. E' difatti capitato di sentirmi ripetere che i rinforzi sarebbero arrivati a breve, "sempre meno tempo", "tenga duro soldato" e via dicendo, mentre in realtà solo dopo aver fatto piazza pulita si sono fatti vedere a bordo di carri con trombe e lustrini, giusto in tempo per chiudere il livello e incassare gli applausi. Potreste anche avventurarvi in aree non ancora esplorate, ma non per questo dovete immaginarvi di prendere parte ad azioni creative fuori programma: se spezzate la resistenza a nord quando nella scaletta viene prima la torre radio a sud, nell'economia della mappa non cambia nulla.
fondamentalmente è l'intera architettura di gioco a soffrire per una progettazione troppo rigida
Uno sporco lavoro di routine
Veniamo ora all'IA, perchè se fosse per lo meno adeguata si potrebbe comunque godere della necessità di elaborare velocemente strategie vincenti, mentre sia il nemico quanto i vostri alleati sembrano mancare di fantasia. Non ci provano neppure a chiudervi o a mandare avanti i mezzi corazzati verso il punto dove stanno perdendo uomini come formiche pestate nell'erba; se il blindato deve sparare dalla piazza è lì che resterà e poco importa se gli alleati della squadra comandata dal computer restano immobili o fanno finta di mirare mentre voi siete impegnati altrove. C'è stato un momento nel quale ero occupato a ripulire una casa, barcamenandomi con la visuale incomprensibile fornitami dalla telecamera, mentre vicino a un bunker in lontananza sembrava che stessero per fare la loro comparsa i Cavalieri dell'Apocalisse. Per scrupolo sono quindi andato a dare un occhio con il cursore e guarda chi ci trovo? I miei ragazzi impegnati a scaricare intere casse di munizioni senza far fuori un soldato. Le cose non vanno meglio nella gestione della squadra, dovendo fare i conti con il sopravvento della CPU, che di tanto in tanto bypassa i vostri ordini, comunicando all'utente una pessima sensazione di non stare giocando veramente.
Uno sporco lavoro di routine
Però qualcosa di buono nonostante tutto c'è ed è quello che salva Faces of War dal baratro della mediocrità irrimediabile e si tratta del controllo diretto di un soldato a scelta della vostra squadra (uno per volta insomma). Con un tasto è infatti possibile attivare permanentemente questa modalità, dandovi la possibilità di muovervi con le frecce direzionali, mentre prendete la mira con il mouse. Il divertimento sta nel fatto che potete anche lasciare morire tutti quei poveretti della squadra e terminare il livello con un uomo solo, avendo però l'accortezza di lasciare al computer la mira con certe armi, riuscendo non si sa come, a centrare subito il bersaglio, in particolare con le armi automatiche, per definizione meno precise.
Lapilli che scottano
Esteticamente Faces of War si difende bene, ma tutta l'attenzione posta per i dettagli non coincide con una fisica di gioco credibile: un colpo di cannone studiato per affondare una nave "deve" far crollare un muro. Altrimenti quell'edera finemente ricamata intorno alle finestre finisce per sembrare pittura fresca, come se ci trovassimo davanti a una battaglia di soldatini nel cortile fuori dalla casa della nonna in montagna (ehm... avete presente cosa intendo vero?). Purtroppo la tentazione di riempire lo scenario con qualunque elmento possibile e immaginabile perde di presa quando ci si accorge che la telecamera deve essere costantemente aggiustata manualmente, con grande perdita di tempo, specialmente se decidete di prendere le redini dei comandi in prima persona.
con Company of Heroes alle porte, meglio lasciare entrare in casa il titolo targato THQ
Al di là di qualche effetto molto credibile, anche l'audio resta qualcosa di piatto e privo di profondità tridimensionale, mentre si rivelano vincenti alcune scelte in ambito multiplayer: poter cooperare con altri giocatori è uno spasso e la dose di azione diretta rimane elevatissima anche nelle modalità più tradizionali. Segnaliamo pure una gara che consiste nel decimare ignari contadini per aggiudicarsi il maggior numero di polli raccolti nel sacco (l'esercito deve pure mangiare e in tempo di guerra i fornai scarseggiano). Per non smentirsi, anche in modalità multigiocatore qualcosa affligge il gioco e si tratta di un lag troppo presente per essere ignorato, ma se già siete arrivati fin lì vuol dire che ai bug di Faces of War avete fatto il callo. Peccato comunque, se Ubisoft ci avesse creduto un pò di più avrebbe avuto un buon titolo tra le mani mentre così, con Company of Heroes alle porte, meglio lasciare entrare in casa il titolo targato THQ.
Commento finale
C'è tanta azione e molti nemici che riceveranno una medaglia al valore appuntata sulla cassa da morto in questo Faces of War, oltre a qualche buona idea come il controllo diretto sui soldati. Purtroppo di gradito non avanza granchè, perchè il resto si riduce tutto ad una sequenza di eventi innescati da script già pensati per non subire variazioni. Ah certo dimenticavo, ci sono anche diversi bug e un'IA artificiale d'intralcio, controlli poco precisi e un lag sempre presente in modalità multigiocatore. Si poteva fare molto di più e anzi si doveva fare, altrimenti perchè mai dovreste volere Faces of War anzichè un Company of Heroes fresco di pubblicazione? Mettiamola così, se vi dovessero venire delle crisi d'astinenza in seguito all'abuso del titolo Relic date un'occhiata a Faces of War, potreste passare qualche ora spensierata.
Pro
- Orde di nemici
- Controllo diretto sui soldati
- Modalita' multigiocatore stimolanti
- Game design dei livelli troppo rigido
- Controlli poco reattivi e imprecisi
- Fastidiosi bug accompagnati da un lag pesante in multiplayer
Il sacrifico di pochi per il bene di molti
Da parte di molti sviluppatori esiste una volontà di produrre almeno un seguito dei propri giochi, non sempre per esigenze di mercato, ma spesso anche per poter inserire idee che non hanno trovato posto nel soggetto originale. Da questo punto di vista Faces of War sembra più un progetto incompiuto o chiuso anzitempo, se comparato con il suo fortunato predecessore Soldiers: Heroes of WWII. Per apprezzarlo bisogna leggere tra le righe del codice, oltre le zone d'ombra dei bug e degli errori di progettazione, al di là dei quali il titolo Ubisoft rimane senza dubbio godibile. Se non ci fosse Company of Heroes a fare la parte dell'elefante bianco dentro alla stanza il giudizio su Faces of War potrebbe godere di una maggiore flessibilità, ma stando all'attuale livello degli RTS basati sul teatro europeo della Grande Guerra è lecito aspettarsi standard molto più elevati.
Di buono c'è che potrete dimenticare ogni problema relativo alle gestione delle risorse o dei sospirati rinforzi, dal momento che ogni livello ha i suoi trigger automatici che innescano gli eventi stabiliti, lasciandovi in sostanza alle prese con un fiume di sangue. Aggiungiamo uno stile di gioco nel quale Commandos incontra Cannon Fodder e la ricetta comincerebbe anche a farsi interessante, se non fosse per le debolezze che già dal tutorial smorzano di molto gli entusiasmi. Per quanto le missioni si possano scomporre in una serie di checkpoint strategici da affrontare con tattiche diverse, il game design soffre per una sciocca rigidità che forza il giocatore lungo una traiettoria ben definita dalla quale fondamentalmente non si può prescindere, a patto di non voler affrontare orde di nemici aggiuntivi quasi ingestibili. Se riuscirete a vedere il titolo Ubisoft come una piacevole scorazzata di azioni eroiche dislocate nella fase finale del conflitto, un periodo tra l'altro poco considerato, allora di sicuro trarrete il massimo vantaggio da Faces of War.