Il ventiduesimo secolo immaginato dal poliedrico Marcin Przybytek nella serie Gamedec (omonimo del videogioco che andremo ad ispezionare nella recensione) è tutt'altro che rose e fiori. A Varsavia la gente non può più allontanarsi dal centro abitato, perché la natura ha preso il sopravvento e avventurarsi fuori dalle mura significherebbe andare incontro a pericoli mortali. Così, per sfuggire alla routine quotidiana, i cittadini si rifugiano nei Virtualia, mondi virtuali in cui vivere situazioni di ogni genere che si raggiungono infilando un caschetto, proprio come quello di Sword Art Online.
Si tratta di un software avanzatissimo che, però, non è riuscito ad eliminare l'atavica piaga dei cheater: per arginare questo fenomeno sono state create delle figure, i Gamedec appunto. Si tratta di investigatori che cercano di smascherare i giocatori meno corretti e di salvare quelli che si trovano in pericolo: alcune esperienze vissute nel mondo virtuale possono ripercuotersi anche in quello reale, con conseguenze nefaste.
Nel titolo di Anshar Studios si vestono i panni di uno di questi paladini della legalità, sulla cui scrivania finiscono dei casi scollegati tra loro solo in apparenza.
Scopriamo come nella recensione di Gamedec.
Un clone di Disco Elysium?
Ambientato in un futuro distopico, Gamedec è un gioco di ruolo narrativo. Se volessimo liquidarlo in quattro parole potremmo dire che è un clone di Disco Elysium, acclamato RPG del 2019. Come nel titolo di ZA/UM, infatti, si conducono delle indagini attraverso dei dialoghi. Similmente non ci sono combattimenti. Infine, l'albero delle abilità si ramifica in quattro professioni. Naturalmente ci sono anche delle differenze: su tutte l'assenza di dadi e la mancanza di un inventario.
La creazione del personaggio si limita alla scelta del sesso e dell'aspetto fisico da una lista un po' striminzita di avatar; resta poi da determinarne l'estrazione sociale. Non esistono classi e, anzi, il termine "professione" che abbiamo menzionato poco sopra e che viene utilizzato per indicare le abilità, è fuorviante. Sarebbe più corretto parlare di tratti della personalità che sbloccano determinate opzioni durante le conversazioni.
Decidere di essere una celebrità di internet, ad esempio, permette di entrare nelle grazie di alcuni personaggi e quindi di ottenere alcune informazioni altrimenti inaccessibili. Il rovescio della medaglia è che non si potrà entrare in sintonia con gli spacciatori, per esempio, perché è stata scartata la strada del sopravvissuto, che consente di avere legami con la malavita. Alcune scelte ne precludono altre e possono far saltare interi "blocchi" di Virtualia: tale impostazione premia il fattore rigiocabilità. Limitarsi a portare a termine un'unica partita, operazione che richiede una decina di ore, non darebbe giustizia agli sforzi compiuti da Anshar che ha preparato sei diversi finali.
Come mi evolvo?
Uno dei problemi maggiori di Gamedec riguarda la progressione del personaggio. Non ci sono delle vere e proprie quest secondarie (e di conseguenza il diario che le contiene), tuttalpiù si trovano delle richieste di alcuni PNG che possono essere ignorate e che comunque si completano in pochi minuti. Non c'è nemmeno alcun party: in alcuni frangenti il detective può essere accompagnato da un assistente, ma nell'arco di qualche minuto si troverà nuovamente da solo. I punti esperienza si accumulano a seconda dell'atteggiamento dell'investigatore: ad esempio mantenere un approccio fermo nell'interrogatorio con un hacker dovrebbe premiare il carisma, ma non è affatto chiaro come e quando questo avvenga. Spesso, infatti, si finisce con il selezionare il maggior numero di domande possibili per non perdere alcun indizio, inconsapevoli del fatto che certe opzioni di dialogo potrebbero influire su uno dei quattro tratti della personalità dell'avatar.
Allo stesso tempo l'azione viene continuamente spezzettata dalla presenza di situazioni in cui alcune informazioni vengono date per scontate. Per poter proseguire con cognizione di causa ci si trova così a consultare di frequente il Codex, una sorta di enciclopedia che si arricchisce man mano che si procede nel gioco. Anche soprassedendo su questo aspetto, i ritmi si mantengono lenti, in certi casi in modo del tutto gratuito. Una volta arrivati al primo finale si scoprirà infatti che la maggior parte delle righe di dialogo è accessoria e serve solo ad arricchire l'universo narrativo.
Visivamente gradevole, manca un po' di varietà
Dal punto di vista della struttura di gioco, Gamedec si presenta con la classica visuale isometrica alla Baldur's Gate. La telecamera è fissa e non è possibile nemmeno agire sul livello di zoom: una limitazione che non pesa eccessivamente in relazione del fatto che i livelli sono di dimensioni contenute e i punti sensibili posizionati in luoghi facili da raggiungere. L'azione è basica: se si eliminano le interazioni con gli NPC e con alcuni oggetti, non resta altro da fare. Quel poco che c'è, però, funziona bene: i personaggi molto ben caratterizzati, pur ricadendo a volte in qualche inevitabile cliché, e il livello di scrittura è sopra la media sia per qualità che per quantità. Chi non mastica perfettamente l'inglese potrebbe ricorrere al traduttore per decifrare qualche espressione idiomatica. Si tratta di uno scoglio che potrebbe scoraggiare alcuni acquirenti del nostro paese, visto che non è presente alcuna traduzione in italiano e la quantità di testo è considerevole.
La grafica, affidata alle cure dell'Unreal Engine 4, è di ottima fattura. L'ambientazione e le atmosfere rispettano gli stilemi della letteratura sci-fi a partire da Blade Runner, passando per Deus Ex fino ad arrivare a Matrix. Alcune location sono particolarmente riuscite, come quella dell'appartamento del detective che offre un punto di vista inedito sulla Varsavia contemporanea. Altre invece sono più canoniche, come il night club e i bassifondi piovosi. Non mancano alcune divagazioni esotiche permesse dalla realtà virtuale, come il villaggio del Far West o quello del Giappone feudale. Nel complesso, comunque, Gamedec non brilla certo per numero di scenari (ne abbiamo contato una decina).
Dal punto di vista tecnico merita una menzione la presenza dell'FSR di AMD, opzione che farà la gioia dei possessori di schede video meno potenti, ma che non ha grosso impatto sulle configurazioni di fascia alta che riescono a gestire con scioltezza il titolo. La colonna sonora è appena discreta, mentre manca completamente il doppiaggio: sarebbe stato opportuno inserirlo quantomeno nei passaggi chiave, come nei vecchi titoli di Interplay.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 Pro
- Processore: AMD Ryzen 9 5950X
- Memoria: 32 GB di RAM
- Scheda video: AMD Radeon RX 6800 XT
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 10 64-bit
- Processore: Intel Core i5-3570 / AMD Athlon FX-8140
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: Nvidia GeForce GTX 760 / AMD Radeon R9 270
- DirectX: Versione 11
- Memoria: 17 GB di spazio disponibile
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 10 64-bit
- Processore: Intel Core i7-4770k / AMD Ryzen 5 1500X
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda video: Nvidia GeForce GTX 1060 6GB / AMD Radeon RX 580
Conclusioni
Potremmo definire Gamedec come una versione moderna dei vecchi giochi di ruolo testuali. Impreziosito da una grafica gradevole, il titolo di Anshar Studios offre propone una storia interessante e una notevole quantità di testo (forse anche troppo) che può renderlo ostico a chi non ha dimestichezza con l'inglese. Mancano purtroppo tutte quelle sfumature che lo avrebbero reso più interessante, come un sistema di progressione più intellegibile e la presenza di attività secondarie slegate dai dialoghi che invece rappresentano l'unica colonna portante del gioco.
PRO
- Vestire i panni di un detective è stimolante
- Ampia rigiocabilità
- Tecnicamente ben fatto
CONTRO
- Alcuni aspetti poco rifiniti
- Poca varietà
- A tratti ingiustificatamente prolisso