Cronaca di un successo annunciato
Inutile girarci tanto attorno: quella di GTA è una serie talmente radicata nelle preferenze del pubblico di massa che sarebbe capace di vendere milioni di copie anche basandosi semplicemente sul proprio nome. Una situazione che, per certi versi, si è indubbiamente verificata sin dall’uscita del seminale GTA III, dopo il quale sono stati sì compiuti progressi nell’evoluzione del gameplay (più che altro di natura quantitativa), ma allo stesso tempo non si è fatto nulla per sradicare alcuni evidentissimi limiti della struttura ludica. Limiti che, puntualmente, compaiono anche in questo Vice City Stories. Conversione diretta dell’omonimo prodotto uscito alla fine dell’anno scorso su PSP, il gioco narra l’ascesa ai vertici del crimine di Vic Vance, un ex-marine apparentemente di sani principi morali ma che finirà per compiere nefandezze di ogni genere. L’evidente incoerenza del protagonista è un riflesso di uno storyline che -per la prima volta nel corso della saga- non convince appieno: molte situazioni sanno di già visto, diversi personaggi mancano di personalità, le battute non sono brillanti come al solito.
Con il passaggio su PS2 il sistema di controllo torna alla sua naturale dimensione
Niente di trascendentale, solo un pizzico di delusione per questo mezzo passo falso di Rockstar in un ambito sempre così curato nei precedenti GTA. Per un aspetto in calo rispetto al prequel, ce ne sono comunque altri che rendono Vice City Stories un gioco globalmente migliore: in primis, la struttura più corposa e variegata delle missioni, ora maggiormente lunghe, elaborate ed impegnative. Anche se il canovaccio ludico è bene o male sempre lo stesso, l’azione di GTA riesce sempre a risultare appassionante e divertente, che si tratti di rubare auto, uccidere nemici, richiedere il pizzo, seminare la polizia e così via. Ovviamente, con il passaggio su PS2, il sistema di controllo torna alla sua naturale dimensione, rendendo all’utente la vita più facile nelle sue peregrinazioni per la città del vizio rispetto all’esperienza su PSP: un secondo stick analogico e due tasti dorsali in più riescono davvero a fare la differenza, agevolando principalmente la gestione della telecamera e il sistema di puntamento. Ciò detto, proprio quest’ultimo aspetto (che da sempre è il punto debole della serie) anche in Vice City Stories si dimostra del tutto scomodo e inadatto allo scopo, invariato sin dalla sua prima apparizione in GTA III . Ad esso si affiancano un’obsoleta gestione dei salvataggi e una telecamera che tende ad impazzire con notevole frequenza: tutti elementi che Rockstar avrebbe dovuto impegnarsi a migliorare da tempo, considerando soprattutto come titoli analoghi -e di successo decisamente inferiore- l’abbiano già fatto senza particolare fatica.
Up(scaling) and down(grading)
Non si può comunque dare la colpa ad una conversione come Vice City Stories di non aver provveduto a porre rimedio a difetti storici della serie, così come non sarebbe stato lecito aspettarsi dal prodotto Rockstar uno stupefacente impatto visivo. L’upscaling da PSP a PS2 non poteva certo dare origine ad un gioco capace di spremere l’hardware Sony, ma allo stesso tempo il look obsoleto di questo episodio di GTA lascia un po’ di amaro in bocca. Le dimensioni e le caratteristiche della città sono rimaste invariate, con un leggero aumento di definizione per quanto riguarda le texture e i modelli poligonali di personaggi ed elementi dello scenario. Tuttavia, nonostante il colpo d’occhio e la vastità dell’ambiente siano decisamente inferiori ad un titolo come San Andreas, Vice City Stories su PS2 presenta comunque un frame rate non esaltante, soggetto ai soliti cali in situazioni particolarmente concitate. Assolutamente inattaccabile invece il lavoro svolto da Rockstar per quanto riguarda il sonoro, da sempre fiore all’occhiello della serie e che qui dimostra di essere azzeccato e brillante come non mai.
La componente multiplayer è stata impietosamente tagliata fuori da questa conversione
Up(scaling) and down(grading)
Il soundtrack è un compendio delle canzoni più rappresentative degli anni ’80 (un Phil Collins in versione poligonale fa addirittura la sua apparizione in una cutscene del gioco), come al solito inserito in un contesto di finte stazioni radiofoniche capaci di regalare momenti di grande ilarità grazie ai demenziali spot e ai discorsi politicamente scorretti degli speaker. Anche il doppiaggio è di grande qualità, con personaggi che compensano una sostanziale mancanza di sofisticate personalità con voci che recitano perfettamente la parte assegnata. Tornando invece sui tasti dolenti, è un peccato notare come la -pur non esaltante- componente multiplayer del Vice City Stories su PSP sia stata impietosamente tagliata fuori da questa conversione. Rimane invece ben presente la modalità Impero nella quale ci si può cimentare nella creazione di un proprio business criminale espropriando gli edifici delle gang rivali e adattandoli ad affari quali estorsione, prostituzione eccetera: un espediente invero non esaltante che contribuisce comunque a spezzare un po’ il normale fluire dell’azione e che diluisce non poco l’esperienza ludica.
Commento
Il passaggio da PSP a PS2 non poteva certamente lasciar presagire grandi sconvolgimenti, e così è stato: Vice City Stories porta dunque sulla console Sony la stessa esperienza vista su PSP, che perde per strada la componente multiplayer ma che beneficia di un sistema di controllo più comodo. Anche se un po’ deludente sotto il profilo tecnico, Vice City Stories è un titolo senz’altro buono in un ottica ristretta alla sola serie di GTA, ma che messo a confronto con altre produzioni paga l’obsolescenza di alcuni aspetti tecnici e di gameplay. Prendiamolo come un passatempo low-cost in attesa del presunto salto di qualità di GTA IV...
Pro
- Un buon episodio della serie
- Sonoro ai massimi livelli
- Più giocabile rispetto alla versione PSP
- Sistemi di telecamera, puntamento e salvataggio preistorici
- Graficamente sotto lo standard
- Storyline poco convincente
Quando si parla di blockbuster videoludico, è impossibile non pensare a GTA, a tutti gli effetti la serie più controversa, chiacchierata e soprattutto di successo degli ultimi anni. La saga Rockstar è una corazzata (quasi) inattaccabile, capace di generare quantità mostruose di hype e in grado perfino di invertire le consuete logiche di mercato, arrivando a convertire dei prodotti da PSP a PS2 anziché l’opposto. Proprio questo è quanto è accaduto con Liberty City Stories, un evento che ora si ripete con il qui presente Vice City Stories.