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Hellpoint, la recensione

Hellpoint è il titolo d'esordio di Cradle Games che mescola Dark Souls a Dead Space: preparatevi a scoprire cosa si cela dietro gli orrori di Irid Novo, nella nostra recensione.

RECENSIONE di Alessandra Borgonovo   —   29/07/2020
Hellpoint
Hellpoint
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A dispetto di qualche spigolosità, l'anteprima di Hellpoint ci aveva lasciato favorevolmente colpiti: il gioco d'esordio di Cradle Games non rivoluziona la formula imposta da Souls ma prende alcune interessanti deviazioni che concorrono a dargli un'identità propria. La prova definitiva fatta per la recensione di Hellpoint ha messo in luce gli evidenti pregi, nonché i passi avanti mossi rispetto alla demo, assieme ad alcuni difetti di un certo peso che non dubitiamo verranno aggiustati con qualche patch - ora come ora, però, l'avventura ci si presenta così e certi intoppi potevano essere evitati a priori. Questo non significa che Hellpoint non offra un'esperienza nel complesso valida, come andremo a vedere, e leggermente diversa dai soulslike cui siamo abituati. La stazione spaziale di Irid Novo è enorme, piena di segreti che se individuati possono rendere l'esplorazione più agevole, e ben diversificata nelle diverse sezioni che la compongono dando effettivamente l'idea di contatto tra diverse civiltà ma anche di tutto l'orrore e della corruzione che hanno preso il sopravvento.

Dove tutto è iniziato

Come ogni soulslike che si rispetti, Hellpoint non fa eccezione nel mettere in piedi una trama della quale non ci viene detto nulla: non sappiamo chi siamo, perché ci troviamo a Irid Novo e soprattutto il motivo per cui tutto è andato a rotoli eccetto noi e pochissimi altri fortunati. Non abbiamo nome, siamo conosciuti come Spawn e arrivati al cospetto del nostro creatore dopo i primi minuti di gioco, poco viene fatto per dare un senso a quello che sta succedendo: sappiamo giusto che c'è stato un cataclisma quantistico di proporzioni incalcolabili, noto come Merge, a seguito del quale chiunque ha perso il senno mentre corpi e ricordi si fondevano con le versioni di altre realtà parallele. Se già questo non bastasse a creare scompiglio, l'incidente ha richiamato su Irid Novo entità di immenso potere che avrebbero fatto meglio a restare dove si trovavano. Insomma, un immenso casino del quale bisogna scoprire le cause, i fautori e ogni singolo aspetto che possa aiutarci a prendere una decisione su quale sia la soluzione migliore da adottare - questo perché Hellpoint ha diversi finali, dipende da voi cosa vorrete fare.

La trama frammentaria è tuttavia un elemento essenziale del gameplay, poiché mentre nei Souls la sua scoperta è demandata alla curiosità del giocatore e non impedisce di tirare dritti alla conclusione, al massimo ne influenza l'esito, in questo caso si fa colonna portante per proseguire nel gioco e poter entrare direttamente in contatto con l'Autore (la misteriosa figura che ci ha dato vita). Il nostro compito è infatti collezionare dati sugli eventi accaduti e riportare poi tutto a lui: ogni breccia, ogni mostro, ogni messaggio che troveremo in giro concorrerà in piccole o grandi percentuali ad arricchire la mole di dati. Esplorare dunque non è solo un invito ma per certi versi un obbligo e ogni pizzico di informazione può fare la differenza.

Hellpoint 01

Prossima fermata, Irid Novo

Hellpoint è tutto ambientato all'interno della stazione spaziale Irid Novo e gli sviluppatori hanno dato il massimo per renderla dispersiva, enorme e ricca di segreti. Nelle venti ore necessarie a finire la prima run ne abbiamo esplorata la maggior parte ma non tutta e ci siamo rifatti con una seconda partita, dopo aver sviluppato l'occhio per capire dove potenzialmente si nascondeva un passaggio segreto oppure aver memorizzato le varie ambientazioni quanto bastava per ricordarci cos'avessimo mancato al primo giro. Preparatevi a correre avanti e indietro, tornare sui vostri passi dopo avere ottenuto la chiave per una stanza inaccessibile (posto non abbiate dimenticato dove si trovasse), raccogliere chiavi d'accesso in abbondanza e cercare di capire dove utilizzarle. Ancora adesso mentre vi scriviamo non siamo riusciti a scovare tutto, in particolare perché Irid Novo è soggetta a una particolare meccanica chiamata Black Hole Hour.

Orbitando attorno a un buco nero, ci sono momenti specifici durante i quali, ad esempio, la sovrapposizione dei due anelli visibili nell'indicatore in alto a sinistra permette l'accesso a nuove aree che possono nascondere potenziamenti, armi e persino qualche scontro interessante. Sono zone sparse ovunque sulla stazione spaziale, non sempre facili da individuare e non tutte rispondono allo stesso schema. A volte è questione di fortuna trovarsi nel luogo giusto al momento giusto. Orbitare attorno a un buco nero tuttavia non è solo fonte di gioie, tempismo a parte, ci sono anche pericoli nascosti dietro l'angolo: la sua influenza potrebbe far comparire nemici più forti o aumentare il numero di creature all'interno di un'area rendendo la faccenda più complicata da gestire. Con il progredire della trama, alcune aree presenteranno inoltre nemici diversi che magari fino a qualche ora prima erano confinati in altri luoghi. Hellpoint insomma fa di tutto per cercare di offrire un'esperienza il più possibile variegata nel corso della partita e riesce nell'intento, incentivando soprattutto l'esplorazione.

Hellpoint 02

Non mancano poi sezioni di gioco nell'Underworld, quello che potremmo definire il Sottosopra di Irid Novo: si attiva entrando in contatto con degli speciali monoliti ed è la versione in negativo e a specchio della stazione spaziale, dove le creature comuni vengono sostituite da altre più letali. Se a prima vista può sembrare una semplice variante estetica, basta poco per capire che apre a diverse possibilità sia in termini di risorse da raccogliere, poiché non le troverete altrove, sia di sviluppo della storia. Non diremo altro per non rovinare la sorpresa ma sappiate che guardando le cose da un'altra prospettiva potreste guadagnarci. Il vero pericolo dell'Underworld è che non possiamo sostarvi troppo a lungo: un giro d'orologio è il tempo massimo a disposizione, pena la perdita della vita ma soprattutto le risorse raccolte fino a quel momento. Occorre dosare bene l'esplorazione per non vanificare gli sforzi e anche in questo Hellpoint mostra una certa originalità.

A differenza dei Souls o di Bloodborne, il gioco adotta un'opzione in un certo senso più punitiva per quanto riguarda l'esplorazione. Come ogni soulslike utilizza punti sicuri nei quali sostare per prendere fiato, in questo caso chiamati Breach, ma con due sostanziali differenze: la prima è che attivare una breccia non ripristina i nostri oggetti curativi (in caso di morte restituisce solo il numero base e non quelli aggiuntivi che potremmo aver ottenuto tramite migliorie), la seconda è che le brecce non sono tutte direttamente collegate tra loro. Per connetterle dovremo utilizzare un oggetto consumabile specifico, il Breach Synchronizer, e decidere di volta in volta dove vale la pena sfruttarlo in base al numero a disposizione. Fanno eccezione solo una breccia nel cosiddetto hub principale e tutte quelle che si vengono a formare dopo aver sconfitto un boss, le altre sono soggette alla nostra valutazione. Questo rende l'esplorazione più complicata ma piazzando con un certo criterio i sincronizzatori, almeno all'inizio, si può gestire la traversata da un lato all'altro della stazione in modo abbastanza equo. Ad aiutare in questo senso ci sono le numerosissime scorciatoie che possiamo attivare esplorando a fondo ogni angolo di Irid Novo, un utile discrimine per capire dov'è opportuno attivare il viaggio rapido e dove no.

Se vi piace andare all'avventura in compagnia, Hellpoint permette di giocare con un amico sia in co-op locale sia in un online senza soluzione di continuità: a differenza degli altri soulslike in cui il giocatore amico può essere evocato se nell'area è presente il boss e ci abbandona dopo averlo sconfitto, in questo caso siete liberi di arrivare alla fine senza alcun vincolo.

Hellpoint 03

Sistema di combattimento

Rispetto alla demo, Hellpoint ha raffinato il proprio sistema di combattimento rendendolo più fluido soprattutto per quanto riguarda gli attacchi in scatto - uno dei più utilizzati nel corso della nostra partita. Ancora una volta, il gioco prende molto dai soulslike e poi devia verso una direzione tutta propria, ad esempio eliminando gli attacchi critici e il parry per introdurre le abilità delle armi e la deflessione come statistica specifica - il cui valore indica la possibilità di deviare un attacco pesante. Ciascuna arma migliora con l'utilizzo, sbloccando specifiche abilità attive o passive che vanno a influenzare l'arma stessa oppure il personaggio ma non si possono conoscere in anticipo: per sapere a cosa andrete incontro e soprattutto se fanno al caso vostro, dovrete continuare a utilizzarle. Ci sono tre tipologie di armi, corpo a corpo, da fuoco e catalizzatori: ognuna può essere trovata in gioco o costruita dopo aver ottenuto progetto e materiali necessari. Esistono poi equipaggiamenti che rientrano sotto la categoria occulta e necessitano della relativa stazione per essere messi a punto.

Potete gestire il vostro personaggio come preferite, facendogli impugnare due armi dello stesso tipo, due diverse oppure una assieme a uno scudo ma il loro uso dipende dalla build che volete sviluppare e relative statistiche. Inoltre, alle armi può essere implementato un chip che va a migliorarle in base al tipo: ad esempio una spada leggera ruota attorno ai Riflessi, perciò l'utilizzo di un Reflex Melee Conductor è più consigliato rispetto ad altri. Dal punto di vista della personalizzazione e delle build, Hellpoint non si fa mancare nulla e permette di sperimentare molto, l'unico difetto risiede nella difficoltà complessiva del gioco: dopo un primo scoglio iniziale non si sente particolarmente il bisogno di andare a fondo nello sviluppo di una build e ci si può accontentare di migliorare passo passo l'equipaggiamento base, laddove possibile, con versioni più rifinite di una stessa arma.

Nel nostro caso siamo arrivati fino in fondo con la stessa spada e scudo senza particolari problemi: ottimo da un lato, perché non rappresenta la sfida proibitiva che potrebbe tenere alla larga i nuovi giocatori, ma un po' più deludente per chi è abituato ai soulslike. I boss, persino quelli che all'apparenza sembrano promettere imprecazioni a profusione, risultano piuttosto prevedibili e si possono eliminare anche al primo colpo. Spesso, anzi, sono i nemici comuni a rappresentare il problema maggiore specie quando sono in grandi quantità - complice anche una telecamera non sempre ottimale e un sistema di targeting a volte poco efficace. Se tuttavia sentite che il livello di sfida è tarato verso il basso, potete aumentare la difficoltà a una breccia utilizzando un oggetto specifico (stesso discorso se volete abbassarla). In generale, la vera complessità di Hellpoint non è nella potenza dei nemici in sé bensì nell'insieme di aspetti che concorrono a differenziarlo da un soulslike comune: il mancato ripristino degli oggetti curativi alle brecce (che si riempiono solo colpendo i nemici), unito alla necessità di collegare tra loro queste ultime, rendono la traversata di Irid Novo molto più circospetta di quanto potrebbe sembrare all'apparenza.

Hellpoint 04

Qualche bug di troppo

Alle difficoltà volute dagli sviluppatori si aggiungono i problemi dettati dai bug. Non dubitiamo che qualche patch risolverà la situazione ma allo stato attuale ci sono sbavature che si sarebbero già potute evitare: il più evidente e fastidioso è quello legato alle morti per caduta. Contrariamente a qualsiasi altro soulslike dove precipitando in un burrone il personaggio non arriva a toccare il fondo, in Hellpoint succede e oltre a essere visivamente brutto (si colpisce infatti un pavimento invisibile nel bel mezzo dello spazio) trattiene a sé tutti i nostri Axion perduti. Non volevamo crederci la prima volta che l'abbiamo visto, purtroppo è così: qualunque morte per caduta farà sì che tutti i vostri futuri punti esperienza restino lì nel punto di impatto, persi per sempre nella maggior parte dei casi, quasi a farsi beffe di voi. Se siete fortunati abbastanza da precipitare e morire in un punto al quale poi potete tornare avete speranza di recuperarli, altrimenti dite loro addio. Considerata l'anima più "platform" di Hellpoint, in cui si salta parecchio e spesso con margini di rischio molto alti, il pericolo non è rappresentato da nemici comuni o boss ma dalle cadute e le loro disastrose conseguenze.

A questo si aggiungono bug di minore entità ma comunque presenti e che nel complesso inficiano l'esperienza rendendola meno gradevole: dal corpo del nostro Spawn che rimbalza lungo lo schermo quando viene ucciso, ai nemici che si bloccano o continuano a girare in tondo senza attaccare (va a nostro vantaggio, ok, ma ne faremmo a meno), a qualche elemento dello scenario fuori posto o ripetuto chiaramente senza che fosse previsto, il nostro viaggio attraverso Irid Novo soffre di diverse imperfezioni che pur favorendoci a volte abbassano ulteriormente un livello di difficoltà già non troppo elevato. Il fatto che questi bug si palesino anche durante gli scontri con i boss non aiuta ed è un peccato, perché Hellpoint gode di un'ottima atmosfera, oltre a essere una piacevole alternativa alle ambientazioni più fantasy medievali che l'hanno preceduto. Sebbene i The Surge abbiano già spostato il focus sulla fantascienza, il gioco di Cradle Games aggiunge quel tocco horror che ci piace sempre e richiama alla lontana Dead Space. Con qualche minuscola accortezza avrebbe potuto puntare ancora più in alto.

Hellpoint 06

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 23,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (18)
6.2
Il tuo voto

Qualunque soulslike decida di mettersi in mostra deve fare inevitabilmente i conti con From Software ma Hellpoint difende bene la propria posizione. Privilegia l'esplorazione al combattimento, facendo di Irid Novo il suo fiore all'occhiello in termini di level design, ampiezza, quantità di segreti e scorciatoie per attraversarla: non si arriva a un punto sempre dalla stessa direzione, addirittura alcuni scenari potrebbero essere evitati se si sa dove guardare ma sono accortezze che si ottengono con l'esperienza. La rigiocabilità è garantita sia per il numero di finali sia perché difficilmente si può scoprire tutto in un'unica run e sotto questo aspetto Cradle Games ha dimostrato di saperci fare. La quantità di equipaggiamenti permette la sperimentazione di diverse build ma la difficoltà generale, tarata su un livello medio-basso, mitiga molto sia la profondità della personalizzazione sia il sistema di combattimento che girerà sempre o quasi attorno alla stessa tattica. I bug non sono d'aiuto ma nel complesso non possiamo dire che Hellpoint sia un brutto gioco, anzi: esplorare Irid Novo è una goduria, grazie anche alla maggiore libertà di spostamento, peccato solo che non si sia voluto osare di più sul resto.

PRO

  • Irid Novo è grande e soddisfacente da esplorare
  • Il salto rende l'esplorazione più ad ampio respiro
  • La rigiocabilità è assicurata grazie a segreti e scorciatoie
  • Ci sono tante buone idee in termini di personalizzazione...

CONTRO

  • ... ma la difficoltà tarata verso il basso non invoglia a sfruttarle
  • Per lo stesso motivo, il combat system non offre tanta profondità
  • Diversi bug ostacolano l'esperienza rendendola molto meno fluida