New World Interactive è tornata sul teatro di combattimento mediorientale, dopo la parentesi storica di Day of Infamy, con il seguito di Insurgency, tactical shooter online che avevamo recensito circa quattro anni fa. Il successo dei precedenti titoli è stato strepitoso (oltre 5.000.000 di copie) e ha permesso al team di sviluppo canadese di ampliarsi e di puntare ancora più in alto, grazie anche all'aiuto di un publisher come Focus Interactive e allo sbarco, per la prima volta, su PS4 e Xbox One. Scopriamo il risultato nella nostra recensione.
Una partita delicata
Il mondo degli FPS online si è evoluto con importanti titoli che si sono affiancati a capisaldi storici come Battlefield e Call of Duty. Tra il battle royale alla PUBG e l'azione sfrenata alla Overwatch c'è di mezzo una sintesi che New World Interactive aveva saputo cogliere sin dalla prima mod di Insurgency. Partiamo con ordine premettendo che, dopo la cancellazione della campagna per giocatore singolo, il titolo è rimasto usufruibile solamente online, sia in cooperativa, contro bot controllati dall'intelligenza artificiale, sia in competitiva dove tutti i soldati sono comandati da persone in carne ed ossa.
Nel primo caso si può giocare solo a Checkpoint, una modalità che prevede la cattura e la distruzione di obbiettivi sensibili controllati dalla CPU: man mano che si progredisce l'abilità avversaria diventa sempre più elevata. Ad opinione di chi scrive si tratta più che altro di un'aggiunta che aumenta un po' la carne sul fuoco ma di cui si sarebbe potuto fare benissimo a meno. Nel PvP ci sono altre tre tipi di partita: Push, Firefight e Skirmish. Push è la più frenetica ed è quella a cui abbiamo giocato più spesso (lasciando il compito al computer di trovare il primo server disponibile): la squadra che attacca deve raggiungere il deposito armi dei difensori entro un tempo stabilito. Gli attaccanti partono con cinque "ondate" di respawn, vale a dire la possibilità di rientrare in gioco una volta uccisi, i difensori ne hanno venti. Se i primi dovessero riuscire a catturare il primo dei tre checkpoint il contatore di ondate si riempirebbe, cosa che non può mai accadere ai difensori. Firefight è decisamente più riflessiva, anche perché il fuoco di supporto è disabilitato, il numero di classi ridotto, e la rinascita è possibile solo dopo aver conquistato un punto di controllo. Per vincere bisogna catturare tre punti di controllo o, in alternativa, eliminare tutti gli avversari. Skirmish è probabilmente la modalità più bilanciata: i due team si contendono i checkpoint e devono al contempo distruggere il deposito armi situato nella base avversaria. La conquista (o riconquista) di un obbiettivo ripristina il numero di respawn del team. Le partite competitive prevedono sempre il confronto diretto tra due squadre, composte al massimo da 16 giocatori ciascuna che, alla fine della partita, si scambiano i ruoli.
Tante classi, tanta classe
Insurgency prevede la bellezza di otto classi, ciascuna minuziosamente caratterizzata da abilità specifiche, quasi si trattasse di un gioco di ruolo. Sono tutte a numero limitato, a parte il fuciliere che è il classico tuttofare: oltre a questo troviamo lo specialista (fucili a corto raggio), il mitragliere, il demolitore (lanciarazzi), il supervisore (presunte armi particolari, in verità il loadout è molto simile a quello del fuciliere) e il tiratore (cecchino). Merita una menzione particolare il comandante, l'unico che può lanciare delle offensive (sotto forma di bombardamenti, attacchi aerei, droni), ma per poterlo fare ha bisogno di un osservatore che gli stia a fianco. Si tratta di vere e proprie mosse finali in grado di spezzare le reni alla squadra che le subisce e, in base alle nostre esperienze, sono forse sin troppo efficaci (sicuramente si possono utilizzare tropo di frequente).
Le armi sono quelle tipicamente utilizzate nelle battaglie in Siria e Iran dalle truppe locali, quindi troveremo l'immancabile SKS, il Kalashnikov, l'AKS, l'M16A2, e numerose altre, ciascuna con propri ratei di fuoco, capacità di penetrazione, tempi di ricarica e via discorrendo; si possono personalizzare con l'aggiunta di accessori come mirini, compensatori, impugnature, lanciagranate. Il sistema di combattimento è molto gratificante, così come la balistica dei fucili: davvero un ottimo lavoro che richiede riflessi fulminei e conoscenza approfondita della mappa. In Insurgency il fuoco di soppressione è più che mai un ottimo viatico per sgomberare le stanze dai nemici; le granate fumogene sono fondamentali e possono fare la differenza nella conquista di un avamposto; i lanciarazzi sono micidiali perché con le loro schegge impazzite possono eliminare chiunque nell'arco di metri dal punto di impatto del missile. A fornire un'ulteriore sfumatura tattica ci pensano i veicoli, la cui presenza, onestamente, ci è parsa un po' troppo pretenziosa, a parte per un paio di punti dove si sono rilevati effettivamente utili. Padroneggiare il proprio arsenale richiede tantissima pratica, ma l'esperienza di chi ha ore di gioco alle spalle è visibile e può veramente spostare gli equilibri di una battaglia. Al termine di ogni match si viene ricompensati sia con dei punti ranking che con della moneta virtuale con cui acquistare abbellimenti esclusivamente estetici per il proprio soldato.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 Pro 64bit
- Processore: AMD Ryzen 7 2700X
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda Video: NVIDIA GeForce RTX 2080
- Monitor: Asus PG348Q
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7/8/10 (64 bits)
- Processore: Intel Core i5-4440 (3.10GHz)/AMD Athlon FX-6300 (3.50GHz)
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 760 o AMD Radeon HD 7970
- DirectX: Versione 11
- Memoria: 40 GB di spazio disponibile
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 7/8/10
- Processore: Intel Core i7-8700 (3.20GHz) o AMD Ryzen 7 2700 (3.20GHz)
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 980 o AMD Radeon R9 390X
Basta un colpo per lasciarci
Il sistema di combattimento, pur non raggiungendo il realismo di Arma, è molto severo e impegnativo, anche per una serie di scelte estreme relative l'interfaccia di gioco. Anzitutto manca il mirino virtuale, sicché sparare senza prendere la mira col tasto destro significa affidarsi molto all'intuito. Non c'è poi una minimappa vera e propria e le uniche speranze di capire dove si possa trovare un nemico sono date dalla prontezza d'animo degli alleati, avendo bene in mente che la provenienza del (presunto) nemico resta visualizzata solo per pochi secondi. Mancano i medikit e del resto servirebbero veramente a poco visto che può essere sufficiente un singolo colpo, o anche un'esplosione presa di striscio, per passare a miglior vita; nei pochi casi in cui il colpo non è letale è sufficiente rimanere riparati per qualche secondo per fare in modo che la salute si ripristini. Non c'è nemmeno un indicatore dei colpi residui, ma solo un'icona che fornisce l'idea di quanti caricatori siano rimasti a disposizione del giocatore.
A questo va aggiunto il letale fuoco amico: l'identificazione degli avversari durante le concitate fasi di un conflitto non è sempre immediata e così capiterà spesso di colpire un alleato credendo che si tratti di un nemico. Il modo diabolico con cui sono state strutturate le mappe fa il resto: i designer hanno inserito punti di ingresso in ogni angolo di ogni edificio ed è praticamente impossibile pensare di poter presidiare da soli un ingresso o una via di fuga e questo spinge ancor di più a far squadra con i propri compagni. Tutto quanto scritto dovrebbe far pensare ad un titolo tipicamente tattico da ritmi felpati, ma non sempre è così, soprattutto nella modalità Push: la consapevolezza di avere la possibilità di rientrare in partita, unita allo scorrere del conto alla rovescia, vivacizza non poco gli scontri che sono sempre caratterizzati da un notevole tasso di adrenalina. Le mappe sono abbastanza grandi, si sviluppano principalmente sul piano orizzontale ma ci sono diversi passaggi sotterranei e sopraelevati che sanno premiare gli esploratori. Gli scenari, come scritto nelle prime battute, sono quelli tipici mediorientali, con la raffineria, l'accampamento montano, la città devastata, l'incrocio di due sentieri nel deserto: in totale ne contiamo solo sei esteticamente simili tra loro.
Grafica e dintorni
Graficamente ci troviamo di fronte ad un lavoro buono, certo non in grado di stupire, ma comunque funzionale alle intenzioni di New World Interactive, che ha badato più alle dimensioni e alle strutture delle mappe che alla gratificazione visiva vera e propria. I modelli poligonali sono sufficienti e l'interazione con l'ambiente è molto limitata, mentre le texture rientrano nella norma. Mancano in poche parole quegli scorci che appaghino l'occhio un po' più del dovuto, ma in compenso la fisica è molto buona, con alcune pareti che possono essere perforate da proiettili risultando quindi letali per chi viene colpito. Nonostante nei forum ufficiali numerosi utenti lamentino una scarsa ottimizzazione, con il nostro sistema non abbiamo rilevato alcuna incertezza, con un frame rate rimasto stabilmente sopra quota 67 fps alla risoluzione nativa del monitor (3440x1440) con tutti i dettagli al massimo livello. Sicuramente molto del merito va alla nuova RTX 2080, ma, per quanto ci riguarda, non possiamo confermare le lamentele di chi soffre di stuttering con una GTX 1080Ti.
Dal punto di vista tecnico a farla da padrone è senza ombra di dubbio il comparto audio, a dir poco maestoso: non esageriamo se diciamo che è uno dei migliori mai sentiti in un videogame. Non ci stiamo riferendo soltanto alle esplosioni fragorose che "rompono" i timpani coprendo qualsiasi rumore circostante, ma soprattutto del posizionamento degli effetti sonori e delle voci (automatiche) dei personaggi. La recitazione è pazzesca, con insulti e richieste di aiuto da cui traspirano il terrore e la rabbia che si vivono nella tremenda concitazione di una guerriglia urbana: se a questo ci aggiungiamo i messaggi vocali dei giocatori l'apoteosi è massima. Ci si trova praticamente sempre circondati dal rumore di passi, da sibili di pallottole e raffiche di mitra dalla cui provenienza si cerca di capire il nascondiglio dei nemici. Quando partono i bombardamenti ci si accovaccia in un angolo in attesa che il frastuono intorno sia finito, terrorizzati dall'uscire dal proprio nascondiglio (proprio come accadrebbe nella realtà) e spesso mettendo in secondo piano il fatto che il nemico stia catturando il punto che stavamo difendendo. Sicuramente c'è ancora del lavoro da fare sul net code, perché nonostante i server non siano esageratamente popolati (sono circa 1500 gli utenti online dopo i circa 5000 che hanno preso parte alla open beta) spesso abbiamo assistito a lag talmente esagerati che ci hanno fatto credere che dall'altra parte ci fosse qualche furbetto. Più volte siamo morti nonostante il nemico non avesse una linea di tiro, e in un caso ci è capitato di cadere a terra addirittura qualche decimo di secondo prima dell'esplosione di una granata (non c'erano nemici intorno).
Conclusioni
Insurcengy: Sandstorm non è un titolo per tutti, e non lo scriviamo solo perché manca di quella modalità single player che molti giocatori ritengono essenziale, ma anche perché la struttura di gioco potrebbe spaventare i fruitori di titoli più "tradizionali". L'aspetto grafico non contribuisce ad ampliare la platea di giocatori interessati ma, se si scava appena oltre alle apparenze, ci si trova di fronte ad un ottimo FPS online, addirittura insuperabile una volta indossate le cuffie. Le mappe non sono molte ma sono studiate perfettamente; anche le modalità di gioco sono un po' striminzite e non prevedono nulla più che un team contro team, eppure quello che c'è funziona molto bene ed è anche molto coinvolgente. In poche parole, un ottimo shooter multiplayer in grado di garantire ore di divertimento.
PRO
- Comparto audio eccezionale
- Struttura delle mappe studiate nei minimi dettagli
- Ottima varietà di armi, ben caratterizzate nella balistica
CONTRO
- Poche mappe e modalità di gioco
- Net code da migliorare
- Alcune scelte di design potrebbero non piacere ai neofiti