Siamo giunti infine alla recensione di Kingdom Under Fire 2, nuovo capitolo a lungo atteso - e finalmente arrivato in versione occidentale - di una serie che è stata capace di mescolare con efficacia azione, strategia ed elementi RPG. Non stupisce quindi che questo seguito, disponibile su PC e in futuro in arrivo su console, punti ancora sulla combinazione tra diversi elementi. Ma nel farlo prende un percorso da una parte più modesto, sul piano del dettaglio visivo, e dall'altra più tortuoso, spingendo con più forza sulla componente strategica e tingendosi di MMO.
Kingdom Under Fire in chiave MMO
Duro compito quello del condottiero di Bersia, occupato non solo a gestire truppe di vario genere, ma costretto anche a vedersela direttamente con il nemico sul campo di battaglia schivando frecce infuocate, enormi massi, incantesimi e spaventosi colpi sferrati da creature mostruose. Ed è proprio questo il cuore di Kingdom Under Fire II, incastrato però in un contesto MMO che permette di ottenere punti esperienza, nuove truppe da dispiegare sul campo di battaglia, potenziamenti per evolverle, materiali, oggetti di equipaggiamento e consumabili, affrontando con il solo eroe, privato momentaneamente del suo esercito, le classiche missioni da gioco online di massa. Segue la corrente moderna, quindi, anche se con un po' di ritardo rispetto alle tempistiche promesse, tanto da soffrire una componente MMO che non aggiunge molto al gameplay, risultando più che altro funzionale a irrobustire il nostro eroe e i ranghi dell'esercito in vista delle missioni principali e dei raid dove invece a comandare, anche in cooperativa o PvP, sono le componenti action e strategica, entrambe reinterpretate in chiave differente rispetto alla formula originale.
Per fortuna la svolta MMO non comprende alcun elemento pay-to-win nonostante Kindom Under Fire II (da noi a pagamento) in alcuni mercati sia distribuito con la modalità free-to-play. Ci sono slot di equipaggiamento e inventario da sbloccare, ci sono ticket per resuscitare truppe ed eroe, ci sono casse premio di vario genere e ci sono oggetti legati ai tre pacchetti acquistabili, ma tutto può essere sbloccato giocando, accumulando la moneta chiamata cubic e connettendosi regolarmente. Restano fuori giusto alcune microtransazioni estetiche per cavalcature e personaggi, cosa ampiamente comprensibile visto il lunghissimo periodo di gestazione. Inoltre la struttura online ha un suo senso nel contestualizzare le due fazioni e le gilde, tutti elementi necessari per ottenere abilità speciali e per cimentarsi nel PvP, ma offre davvero poco di più. Si limita infatti alle poco stimolanti missioni di uccisione mostri e raccolta materiali che oltre a svilire il gameplay, castrato dalla presenza di pochi nemici scarsamente intelligenti, ci costringono a fare avanti e indietro da personaggi piazzati a pochi metri l'uno dall'altro, sorbendo tonnellate di dialoghi che sfiorano molto spesso la totale inutilità.
Per fortuna le aree destinate alla componente spiccatamente MMO sono piccole, un click sulla mappa attiva l'autopilota, le quest sono corte, l'esplorazione guidata e le circa 200 ore di contenuti assicurano una fase di leveling meno noiosa che in altri titoli, ma l'esperienza risulta comunque diluita e salendo di livello il grinding e la ripetitività iniziano a farsi sentire. Diventano quindi ancora più importanti le missioni della campagna che ci riportano alla dimensione più pura della serie tra operazioni strutturate, castelli da conquistare, una trama piuttosto articolata e un gameplay che trova finalmente la sua dimensione, a partire dalla componente action in terza persona che ci catapulta nel mezzo di orde da centinaia di nemici.
Azione e strategia si mescolano
Le missioni principali di Kingdom Under Fire II offrono una gamma di situazioni piuttosto varia. A sbarrarci il cammino ci sono draghi, truppe che ci attaccano da posizioni irraggiungibili, enormi mostri, cannoni e persino castelli da espugnare. Non tutto è realizzato con la cura che avremmo voluto vedere dopo anni di attesa, lo diciamo subito, a partire dall'intelligenza artificiale dei nemici e delle truppe che sfiora l'inesistente. Ma nel complesso la campagna riesce a spingerci a usare tutte le possibilità a nostra disposizione, dalle abilità degli arcieri che possono uccidere avversari fuori portata al combattimento diretto, magari alla testa delle nostre truppe di terra, che ci permette di eliminare rapidamente interi contingenti di mostri con il nostro eroe o eroina. Le cinque classi disponibili sono infatti gender locked, sebbene il complesso editor del personaggio garantisca un buon margine di personalizzazione, e sono tutte differenziate anche dalle abilità, con l'arrivo al decimo livello e alla capitale che oltre a sbloccare la mappa del mondo permette di spendere punti per acquisire nuove abilità, incluse le più potenti mastery, aumentando la personalizzazione dell'eroe.
L'impostazione dei personaggi, comunque, resta quella di base. Il gunslinger combina spada e pistole attaccando anche a media distanza, mentre la spellsword, pur avendo a disposizione la magia, combatte a distanza ravvicinata, come il massiccio berserker. La ranger invece può sfruttare con più efficacia la distanza, come l'elementalista che può contare sia sugli incantesimi sia sul suo compagno animale. Ma sono comunque tutti accomunati da un gameplay offensivo e concitato che si basa su abilità di attivazione o di concatenamento e colpi speciali che si fondono in un gran numero di brevi ed efficaci combinazioni.
L'influenza della svolta MMO, comunque, si fa sentire anche sul gameplay, con skill numerate e cooldown, ma tra attacchi base, schivate, mosse finali e brevi combo concatenabili in un gran numero di modi diversi, il personaggio è sempre in movimento, trascinandoci in un'azione serrata che regala soddisfazioni quando decine di nemici vengono proiettati in aria tra esplosioni, enormi creature ed evoluzioni del nostro eroe. Ma per quanto piacevole, l'azione deve tenere i conti della componente strategica che ci permette di passare con un tasto a una visuale alla Total War. Le cose, rispetto a un classico RTS, sono semplificate, anche a causa di missioni dalla struttura decisamente guidata, ma non mancano abilità speciali a rendere ancora più unica la funzione di ognuna delle nostre truppe, tutte caratterizzate da punti di forza e debolezza di cui dobbiamo tenere conto per evitare brutte sorprese. Tra l'altro la componente strategica ha un background decisamente complesso, con 120 diverse unità da ottenere, potenziare e selezionare con cura, visto che il numero massimo è fortemente limitato anche una volta sbloccati tutti gli slot dell'esercito da portare in missione. Diventa quindi molto importante anche la pianificazione, visto che può facilitarci la missione, ma comporta anche un rovescio della medaglia interessante, dato che in caso di errore regala più importanza all'eroe che può salvare la situazione. Risulta comunque difficile restare senza opzioni ed è sempre possibile riformulare o potenziare l'esercito per superare una missione particolarmente ostica, magari spendendo qualcosa in più nella schermata di preparazione alle missioni che permette di incoraggiare le truppe con una paga extra.
Grafica, problemi e margini di miglioramento
Nel complesso Kingdom Under Fire II è un titolo interessante e capace di regalare soddisfazioni, anche dal punto di vista della trama principale che racconta gli avvenimenti successivi a quanto accaduto in Circle of Doom. Ma come abbiamo già detto non tutto è realizzato con la cura che avremmo sperato di vedere, a partire dalla componente tecnica. Se i modelli dei protagonisti e dei personaggi non giocanti sono curati, non si può dire altrettanto dei mostri. Qualche creatura è più ispirata di altre, ma tra scarsa varietà, muri invisibili e povertà poligonale c'è ben poco di cui godere di fronte a un titolo che mette a dura prova la nostra pazienza anche a causa di bug che ostacolano il nostro cammino, boss che si muovono in modo erratico bloccandoci contro ai muri e ingenuità assortite. Resta per fortuna il colpo d'occhio durante la carica di centinaia di unità, ma anche in questo caso lo sguardo cade più spesso sulle texture di bassa qualità e sui difetti di design che sui pregi. Certo, l'impostazione tecnica è funzionale a battaglie da centinaia di combattenti e alla visuale strategica, che risulta più gradevole allontanando la telecamera dal terreno, ma la resa complessiva delude anche tenendo conto di tutto questo, complice il ben poco originale poutpourri di elementi nipponici e medievaleggianti a cui siamo già abituati, ma che facendo un gran mescolone di elementi diversi finisce per rendere ancora più evidenti le disparità qualitative tra i modelli.
Le cose, per fortuna, vanno leggermente meglio in città, ma peggiorano nelle aree destinate a quest e farming, piccole e poco curate nonostante il framerate, in 1440p, riesca a scendere al di sotto dei 60fps anche con una GeForce RTX 2080 Ti montata su un Ryzen 7 3700X. Si salvano invece le musiche comunque queste soggette a una sarabanda di generi e non sempre azzeccate, ma di qualità discreta come le scene di intermezzo che, salvo qualche problema con il doppiaggio, sono realizzate con una certa cura, motore grafico permettendo. Nessun problema, invece, con l'interfaccia. Memorizzate le scorciatoie diventa semplice spaziare tra modalità di gioco, abilità, equipaggiamento, informazioni e menù multigiocatore, che permette di unirsi a un party esistente, a patto di aver già sbloccato la missione che affrontano, o di crearne uno sia in funzione della cooperativa, sia in cerca di sessioni PvP. Inoltre la svolta online ha un altro lato positivo, garantendo l'evoluzione continua di un titolo che per bilanciamento e contenuti è destinato a cambiare con l'aggiunta di nuove classi e nuove truppe alle quali speriamo si aggiunga qualche contenuto in grado di dare un senso, anche in ottica end game, alla componente MMO.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 64-bit
- Processore: AMD Ryzen 7 3700X
- Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 2080 Ti
- Memoria: 16 GB RAM
Requisiti minimi
- Sistema operativo; Windows 7 64-bit o superiore
- Processore: Intel Core i3-2120
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 750 Ti 2GB
- Memoria: 4 GB RAM
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 7 64-bit o superiore
- Processore: Intel Core i5-4690K
- Scheda Video: NVIDIA GeForce GTX 960 4GB
- Memoria: 8 GB RAM
Conclusioni
Kingdom Under Fire II, disponibile tramite il launcher di Gameforce e su Steam, riesce a divertire grazie al buon bilanciamento di un sistema di combattimento azzeccato che si incastra piuttosto bene nella componente strategica. Ma, chiaro frutto di uno sviluppo travagliato, non raggiunge di certo il suo pieno potenziale, appesantito da una veste tecnica a dir poco altalenante, da svariate mancanze che indeboliscono ogni suo elemento e da una componente MMO in buona parte superflua. Ha però margini di crescita, soprattutto laddove come nelle traduzioni a mancare è semplicemente un po' di attenzione, e vogliamo credere che il team saprà sfruttarli al meglio.
PRO
- Il mix tra strategia e combattimento serrato regala diverse soddisfazioni
- Buon bilanciamento
- Un sacco di unità, trama articolata e margini di crescita
CONTRO
- Ottimizzazione pessima e bug a volontà
- La componente MMO è in buona parte superflua
- L'obsolescenza del motore grafico si riflette su tutti i comparti del gioco