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McFarlane’s Evil Prophecy

Dalle actione figure dedicate ai mostri al videogioco il passo a volte può essere breve... forse troppo.

RECENSIONE di La Redazione   —   30/11/2004
McFarlane's Evil Prophecy
McFarlane's Evil Prophecy
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A volte ritornano

McFarlane’s Evil Prophecy regala al giocatore una visione del mondo del diciannovesimo secolo davvero agghiacciante, in cui gli umani diventano preda di non morti e di altre sinistre creature sbucate da ogni anfratto dell’emisfero terrestre. Il presagio di un’apocalisse diventa ben presto il pane quotidiano di ogni popolazione, e solo pochi coraggiosi decidono di rimboccarsi le maniche per ostracizzare le numerose orde dell’oscurità. Fra questi uno scienziato, uno studioso del paranormale che risponde al nome di Hans Jaeger e che decide di raggruppare alcuni aiutanti agli antipodi l’uno dall’altro, per andare a caccia di mostri. Le basi per un gioco perlomeno intrigante ci sarebbero pure, se solo non si sgretolassero contro un muro cementato con l’approssimazione e la trascuratezza di un gameplay monocorde ed una realizzazione tecnica fedele alle creature di McFarlane. Potremo gestire in real time un party di quattro stereotipati personaggi, che saranno intercambiabili a discrezione del malcapitato giocatore. Per quanto differenziati nei punti cardine, i quattro ‘cacciatori’ saranno sostanzialmente identici da utilizzare, focalizzando l’intero sistema di combattimento in un button smashing ad oltranza che nel giro di pochi minuti diventa logoro e noioso. Lo stesso level design non aiuta la digeribilità di questo titolo Konami, essendo di una linearità quasi disarmante oltre a proporre rari spunti d’interazione con fondali e NPC.

Le basi per un gioco perlomeno intrigante ci sarebbero pure, se solo non si sgretolassero contro un muro cementato con l’approssimazione e la trascuratezza di un gameplay monocorde ed una realizzazione tecnica fedele alle creature di McFarlane.

A volte ritornano

In un contesto del genere è quasi superfluo citare le possibilità offerte dal multiplayer, peraltro slegato dal main game, che ben poca opposizione può fare dinanzi ad una pochezza ludica del genere. Anche la IA nemica segue l’infausto trend dell’intera produzione dedicata alle creature di McFarlane, proponendo nemici ‘mono-script’ dalla stupidità quasi irritante: l’unico input che avranno sarà quello di attaccare a vista, senza strategie o pattern d’attacco alcuno. In questo Titanic sotto le mentite spoglie poligonali nemmeno la realizzazione tecnica riesce a gettare una scialuppa di salvataggio per un’imbarcazione che fa acqua da tutte le parti. Difficile dire cosa realmente è più brutto, se la controparte grafica o quella sonora. Resta il fatto che a vedersi McFarlane’s Evil Prophecy è proprio una brutta creatura, e a sentirsi fa quasi peggio. Ambientazioni desolate e pervase da un fogging costante si alternano in questa escalation dell’orrore visivo a modelli poligonali grezzi e animati proprio male. Il tutto rivestito con le più slavate texture che il monolite di casa Sony ricordi. Una camera approssimativa e di difficile gestione ha l’onere di dare il colpo di grazia. L’ultimo respiro questo gioco Konami lo esala proponendo un sonoro trascurato come pochi. E se l’assenza di doppiaggio sostanzialmente non disturba più di tanto in questo contesto, le pause caffé che si prendono le musiche di sottofondo proprio non si digeriscono. A volte passeranno interi minuti fra un intervento musicale e l’altro, lasciando l’esperienza relegata ai pessimi rumori di fondo ed i fastidiosi versi dei personaggi su schermo.

McFarlane’s Evil Prophecy
McFarlane’s Evil Prophecy

Un gioco agghiacciante, non c’è che dire. Sembra quasi una versione tascabile di ciò che uno sviluppatore di videogame non deve fare per creare un prodotto valido. Imbarazzante, approssimativo e trascurato. Questi sono i primi aggettivi che vengono in mente per descrivere questo titolo Konami, ma ce ne sarebbero ben di più coloriti volendo. Trovare una categoria di giocatori in grado di apprezzare qualcosa di questo McFarlane’s Evil Prophecy è impresa ardua, se non impossibile. Semplicemente la peggior produzione Konami ed uno dei più brutti giochi presenti su Ps2.

    Pro:
    Contro:
  • Lineare, monotono e noioso.
  • IA pessima.
  • Camera approssimativa e poco efficace.
  • Tecnicamente imbarazzante.

Capita, alle volte, d’imbattersi nella foto di una persona che non si conosce e non si è nemmeno mai visto, per poi cominciare a fantasticare sulle possibili caratteristiche caratteriali semplicemente osservando i lineamenti del volto oppure l’espressione tenuta nel momento dello scatto. È capitato proprio questo nel frugare curiosi sul web alla ricerca di una fotografia del creatore di Spawn, Todd McFarlane. Forse un po’ suggestionati dalle tenebrose opere di questo signore, fatte anche di action figure, abbiamo tracciato il profilo di un uomo misterioso, risoluto e con quel filo di oscuro che si addice ad un personaggio del genere. Konami, seguendo le orme tracciate da Namco solo un anno fa con Spawn, ha deciso d’ispirarsi alle opere di McFarlane per edificarci sopra un videogioco. Stavolta nel mirino sono finite proprio le action figure del fumettista canadese, vere e proprie creature dell’orrore. Dobbiamo dunque aspettarci un gioco terrificante?