La storia videoludica più o meno recente è costellata da remake di titoli classici riscritti in chiave moderna, allo scopo di attirare al contempo i fan dell’originale e gli utenti più giovani. Stupisce dunque vedere un titolo come Mega Man 9 andare in una direzione totalmente opposta, soprattutto alla luce dei notevoli cambiamenti che hanno sempre interessato la serie nel corso degli anni: ecco quindi che Capcom ci propone per questo ultimo episodio un prodotto volutamente vintage...
Older than old school
Mega Man 9 arriva addirittura ad 11 anni di distanza dall’ultimo capitolo della cosiddetta serie “classica”, uscito su PlayStation e Saturn nel 1997 e dopo il quale il robottino blu si è concentrato su spin-off ed avventure parallele. Come accennavamo in apertura, il titolo Capcom è estremamente rigoroso nel suo intento di riportare la serie sui binari dei primi, gloriosi episodi. All'atto pratico, ciò si traduce in un platform game volutamente scarno rispetto agli standard attuali, ma al tempo stesso incredibilmente profondo ed impegnativo, e proprio per questo anche molto appagante. Un'affermazione che vale però soltanto per coloro che ritenessero un elevato livello di difficoltà (a volte perfino eccessivo) un valore aggiunto all'esperienza ludica e non un ostacolo alla sua godibilità: insomma, se rientrate in quest'ultima categoria, potete tranquillamente smettere di leggere in questo momento, perché Mega Man 9 non è un titolo che fa per voi. I fan della serie gioiranno invece sapendo che il prodotto Capcom conta su otto stage di pura nostalgia 8-bit, infarciti di piattaforme, nemici e scontri con gli immancabili boss. Strutturalmente, Mega Man 9 si rifà alle medesime meccaniche del secondo episodio, uscito su NES nel lontano 1988: l'utente sceglie dunque liberamente in che ordine affrontare gli stage, anche se una certa logica (che nelle prime partite si riduce a pura e semplice fortuna) consente un più agevole proseguimento, visto che i potenziamenti ottenuti sconfiggendo un boss contribuiscono a generare maggiori danni nello scontro con un altro avversario. Per il resto, troviamo sempre un protagonista le cui uniche abilità si limitano al salto ed allo sparo con il suo cannone montato sul braccio, e che peraltro si rivela particolarmente esposto alle insidie dei vari livelli: il semplice contatto con pozze di lava, spuntoni o quant'altro decreta un immediato game over, mentre anche il più piccolo dei nemici può causare ingenti perdite dell'energia vitale. C'è da dire che Capcom per certi versi ha calcato un po' la mano, inserendo vere e proprie trappole all'interno degli stage che non possono essere evitate in prima istanza se non da persone dotate del potere della preveggenza: un elemento di cui certo non si sentiva la mancanza in un platform game già estremamente difficile di suo. Proprio questo aspetto costituisce però anche la fonte di maggiore soddisfazione dell'intero prodotto, visto che portare a termine un livello infonde un senso di gratificazione che solo i vecchi titoli hardcore riescono a conferire. Per gli utenti alla ricerca di “emozioni forti”, comunque, Mega Man 9 offre la bellezza di 50 sfide a corredo dello Story Mode: alcune sono piuttosto convenzionali (come quella che richiede di sconfiggere un boss utilizzando solo il Mega Blaster), ma altre sfociano clamorosamente nel territorio della follia, nel momento in cui -ad esempio- pongono come obiettivo il completamento del gioco senza mai subire danni...
Tutto ha un prezzo
Non è comunque solo il gameplay di Mega Man 9 ad essere old-school, ma ogni elemento di gioco è orientato al passato remoto della storia videoludica. La trama che fa da sfondo all'avventura, tanto per cominciare, è banale ed approssimativa come solo quella dei platform 8-bit riusciva ad essere. In questo nono capitolo, il malvagio Dr. Willy si dichiara pubblicamente pentito dei crimini commessi in passato, ma quando otto terribili robot gettano il mondo nel caos, questi appare in TV accusando il benevolo Dr. Light (creatore di Mega Man) di essere colpevole di tutto ciò: prontamente deciso a smascherare il Dr. Willy, il robottino blu si lancia all'avventura, con semplici cutscenes 2D ad evidenziare i progressi della storia. Soprattutto dal punto di vista grafico, Capcom è rimasta fedele alla linea tracciata dai primi capitoli della serie, presentando una cosmesi bidimensionale praticamente indistinguibile dal già citato Mega Man 2. Sprite pixellosi, palette di colori limitate ed animazioni preistoriche la fanno dunque da padrone (non mancano all'appello nemmeno sfarfallii e rallentamenti tipici dell'epoca 8-bit), assieme a menu che non concedono assolutamente nulla alla modernità: per quanto indubbiamente in linea con il gameplay offerto dal prodotto, lasciamo al giudizio di ognuno ritenere quella di Capcom una scelta rigorosa o di comodo, considerando comunque come altri remake abbiano dimostrato di saper mantenere l'originale struttura ludica pur in un contesto grafico più gradevole (ad esempio, Bionic Commando Rearmed). Un aspetto tuttavia che ci sentiamo di contestare apertamente riguarda la decisione di Capcom di richiedere un pagamento per i contenuti extra scaricabili: ci sembra obiettivamente assurdo per un titolo mai tanto low-budget come questo di capitalizzare non solo sulla propria vendita ma anche su quella di elementi quali nuovi costumi o livelli di difficoltà ulteriori...
Commento
Mega Man 9 va inquadrato esclusivamente come un omaggio ai fan della serie: difficilmente infatti un’utenza diversa da quella retro-hardcore troverà piacevole un prodotto tecnicamente preistorico, dalla struttura ludica limitata e dal livello di difficoltà a tratti frustrante come questo. Per gli interessati, comunque Mega Man 9 rimane senz’altro un ottimo capitolo della serie, pur svilito dalla decisione di Capcom -che puzza un po’ di presa in giro- di far pagare anche i contenuti extra.
Pro
- Un degno capitolo della serie
- Rigoroso in tutto e per tutto
- Livello di difficoltà impegnativo
- Adatto solo agli hardcore più “duri”
- Contenuti extra a pagamento