Per la recensione della MSI GeForce RTX 3060 Gaming X abbiamo messo alla prova la soluzione entry level della serie RTX 3000 di NVIDIA in una versione che rinuncia a una ventola rispetto ai modelli TRIO, ma che risulta più corta senza per questo rinunciare a finiture di lusso e frequenze elevate.
La MSI GeForce RTX 3060 Gaming X
La MSI RTX 3060 Gaming X rinuncia alla terza ventola dei modelli TRIO ma conserva un'estetica molto simile che in nell'incarnazione della serie Gaming dedicata alle RTX 3000 alterna plastiche grigio scure e nere, esaltando le due artigliate RGB che rappresentano il dettaglio più riconoscibile della parte frontale. A mancare rispetto ai modelli TRIO è la striscia RGB piazzata lungo il bordo superiore, ma ci sono logo e scritta MSI che sono illuminati e, come il resto dell'illuminazione, sono compatibili con la tecnologia Mystic Light.
Per il resto le differenze sono minime. La scheda è più corta ma è spessa e sui lati lascia intravedere ampie porzioni dei radiatori, lasciati in gran parte scoperti in modo da garantire un buon deflusso dell'aria, mentre il posteriore è interamente occupato da un backplate tutto nero in alluminio spazzolato, non spessissimo ma sufficientemente robusto, che oltre al drago MSI in bianco al centro presenta le ormai classiche feritoie sulla parte finale, anche queste pensate per migliorare la circolazione complessiva della ventilazione. Questa è infatti concentrata sul sul sistema di raffreddamento TRI FROZR 2 dalle ventole TORX 4.0 che promettono temperature decisamente contenute.
D'altronde parliamo di una GPU che si ferma a 3584 CUDA Core che ammontano al 36% in meno della GeForce RTX 3060 Ti. Ma compensa in parte il divario con 12 GB di memoria GDDR6, con BUS da 192-bit e 15 Gbps di banda, che sono ben 4 in più e sono più veloci degli 8 GB a 14 Gbps dei modelli immediatamente superiori. Inoltre questo modello, alleggerito di CUDA Core ma dotato della stessa efficienza degli altri, gode di un incremento complessivo della frequenza che con la MSI Gaming X arriva a 1837 MHz. Inoltre la scheda lascia più margini di manovra, con un doppio connettore ausiliario che ne aggiunge uno da 6-pin a quello da 8-pin di modelli meno spinti. Il TDP dichiarato, comunque, resta di 170W, mentre l'alimentatore consigliato da 550W.
L'architettura Ampere
Come sappiamo l'architettura Ampere, che rappresenta una maturazione di quella Turing, non suddivide più i CUDA core e core INT 32. Da qui un aumento dei primi metà dei quali sono in grado di trasformarsi in core INT 32 quando necessario. Da qui un aumento dei margini di ottimizzazione notevole che fa il paio con un incremento di 1.7 volte nelle capacità dei core dedicati al ray tracing di 2.7 volte nei tensor core, quelli sfruttati dall'upscaling DLSS, che sono arrivati alla terza incarnazione.
Non è un caso che promettano prestazioni sensibilmente superiori ai precedenti, pur scendendo a quota 112 contro i 240 della RTX 2060. Certo perde più Tensor core dei modelli superiori e al contrario di questi perde anche qualche RT core, scivolando da 30 a 28, ma si tratta di una scheda che punta al 1080p senza compromessi ed è tarata per andare a sostituire una RTX 2070. Ciononostante non manca di porta HDMI 2.1 e di tre ingressi DisplayPort garantendo piene possibilità di godere anche del 4K, difficile da raggiungere ma comunque alla portata in alcuni titoli grazie al DLSS, su televisori e monitor.
Inoltre, come anticipato, monta 12 GB di memoria, garantendo qualcosa in più anche sul piano professionale laddove la serie Ampere trae parecchi vantaggi, almeno con i software supportati, dal netto aumento di CUDA core. Certo, risulta anche più appetibile per i minatori digitali vista l'eliminazione del limite all'hash rate, comunque già aggirato, e visto il prezzo che nonostante la situazione del mercato risulta più appetibile dei modelli NVIDIA appositamente pensati per i miner, a quanto pare troppo costosi in relazione alle prestazioni effettive. Ma come sappiamo la carenza di chip è un problema globale che non dipende dalla sola questione delle criptovalute.
Prestazioni
Per provare la GeForce RTX 3060 Gaming X di MSI abbiamo utilizzato la nostra configurazione del momento equipaggiata con un Ryzen 5800X, una GIGABYTE X570 AORUS Master e 16 GB di memoria da 3600 MHz con CL16. Abbiamo però modificato le nostre routine dei benchmark legati ai videogiochi, mantenendo invariato quello legato a The Witcher 3 per avere un confronto diretto anche in ambito gaming. Ma siamo ovviamente partiti con la classica sequenza di test sintetici targati 3DMark, riscontrando valori di base in linea, benché lievemente inferiori, alle altre GeForce RTX 3060 custom di alto livello. Ma parliamo di una variante che pur accontentandosi di due ventole risulta silenziosa, oltre a non mancare ovviamente di modalità zero decibel.
L'obiettivo della GeForce RTX 3060 è il 1080p senza compromessi, ray tracing incluso, ma con molti titoli, come evidenziano i benchmark che abbiamo effettuato come sempre con il preset grafico più elevato, può dare soddisfazioni in 1440p, anche con titoli piuttosto pesanti. Anche in questo caso abbiamo rilevato qualche punteggio di una frazione inferiore a quelli dei modelli di fascia alta, anche dotati di un'alimentazione meno generosa, ma abbiamo anche notato come la GeForce RTX Gaming X, con il sistema lasciato libero di gestire in autonomia le frequenze, abbia fatto di tutto per mantenere rumorosità bassa, 170W di consumo e una temperatura di circa 60 gradi, anche abbassando da 1942 MHz a 1904 MHz la frequenza di picco.
Individuato il freno, abbiamo spinto l'alimentazione di un 5% circa e forzato le frequenze in overclock, portando inevitabilmente le ventole a girare a velocità più sostenuta. Ma benché la rumorosità sia aumentata, è rimasta decisamente contenuta, restando tra i meriti di una scheda che fa buon uso dell'efficienza dell'architettura Ampere. Abbastanza da mantenere 60 gradi di temperatura con 2047 MHz di frequenza, sufficienti per spingere il framerate di The Witcher 3 da 81 a 84fps.
Conclusioni
Multiplayer.it
8.9
La GeForce RTX 3060 Gaming X si accontenta di due ventole ma riesce comunque a combinare prestazioni, estetica d'impatto e rumorosità contenuta con un involucro più contenuto in lunghezza rispetto a quello dei modelli a tripla ventola. Va detto che per mantenere i 60 gradi senza alzare troppo i giri delle ventole tende ad abbassare lievemente il clock di punta, ma questo viaggia comunque al di sopra dei 1900 MHz e può essere spinto in overclock a quasi 2050 MHz, senza alcun problema di temperature, stabilità o rumore eccessivo. Rientra quindi tra i meriti di una scheda ben fatta anche se comunque vincolata ai limiti di una GPU che rispetto alle sorelle maggiori compie un salto più contenuto rispetto alla generazione passata e, come tutte le GPU da gaming, risulta in questo momento pressoché impossibile da trovare a cifre ragionevoli. Tra l'altro parliamo di un modello di fascia alta, già soggetto a inevitabili rincari che con una scheda entry level si fanno sentire in misura maggiore, ma la situazione attuale del mercato ha spinto i prezzi oltre l'immaginabile, facendo saltare ogni possibile considerazione su quelli consigliati.
PRO
- Un ottimo modello da due ventole
- Silenziosa e fresca
- Estetica riconoscibile ed efficace
CONTRO
- Nonostante i 12 GB di memoria, la RTX 3060 è quella che compie il salto più modesto rispetto alla generazione precedente
- Introvabile e sovraprezzata