Anche quest'anno la sfida per determinare quale sia la migliore simulazione calcistica su PlayStation 2 è agguerrita forse come non mai. Ai passi in avanti fatti registrare dalla concorrenza, Konami risponde con questo suo "tradizionalista" Pro Evolution Soccer 2009, ennesimo capitolo di una saga che non sembra conoscere (per fortuna) fine.
Lo scorso anno quella per il Monolite Sony è stata riconosciuta da fan e addetti ai lavori come la migliore versione disponibile del gioco (in seconda battuta c'era quella PSP da quella convertita) in termini di gameplay, proprio perché simile appunto ai vecchi capitoli della saga. E anche questa edizione si mantiene stilisticamente sui binari della tradizione, per un gioco tutto sommato discretamente confezionato, che come la controparte per console next-gen si rivela divertente si, ma con poche novità di rilievo e meccaniche sempre meno simulative e più improntate sull'immediatezza.
Ma vediamo di analizzare bene il gioco partendo dalle modalità disponibili. E facciamolo segnalando una nota dolente, purtroppo, e cioè l'assenza, in questa versione, della Champions League i cui diritti Konami ha acquisito proprio in questi mesi e utilizzati già per le controparti PlayStation 3 e Xbox 360. Motivo di tale scelta da parte della sofcto nipponica? Non lo sappiamo. Certo è che la notizia non farà piacere alla moltitudine di fan che si godono ancora, giustamente, la PlayStation 2 e che dopo anni di attesa speravano finalmente di poter disputare questa competizione in Pes. Per il resto, cambio grafico dei menù a parte, le opzioni di gioco disponibili sono in linea di massima le stesse dell'anno scorso, tranne che per una nuova di zecca, molto bella, che tra l'altro costituisce la novità più consistente di questa edizione 2009. Stiamo parlando della modalità denominata Diventa un Mito che consente all'utente di prendere il controllo di un singolo giocatore emergente per portarlo dai campi di periferia fino alla Nazionale.
Scegliete un calciatore di 17 anni, dategli un aspetto fisico personalizzandolo come volete, un ruolo e attribuitegli un paio di parametri per migliorare quelli già assegnati dalla CPU (avete 20 punti da distribuire fra le varie abilità inizialmente). Poi lanciatevi nell'avventura. Il successo dipende solo da voi e dalle vostre abilità. Se vi fate valere in campo, diventerete l'idolo dei tifosi e gli osservatori degli altri club vi faranno delle proposte di contratto degne di Del Piero o Ibrahimovic. Anche se non sarà facile. Una volta in partita le cose che potete fare sono quelle tipiche della simulazione, almeno per quanto concerne l'aspetto giocato del match. Dovete occupare un punto specifico del campo a seconda della posizione scelta per il vostro alter ego virtuale, abituarvi alla telecamera e ai suoi movimenti, nonché ai comandi di base che prevedono, fra gli altri (i classici Cerchio per il cross, Quadrato per il tiro, etc) anche l'uso dei tasti dorsali del pad per chiamare palla o "spingere" il giocatore a coprire la posizione di campo più congeniale al suo ruolo. Non avete invece un controllo diretto sulla formazione messa in campo o sulle sostituzioni, visto che tale compito è affidato all'allenatore gestito dal gioco stesso. Sarà lui a decidere quando e se mandarvi in campo durante una gara, e a voi farvi trovare pronti per guadagnarvi un posto da titolare per i prossimi impegni.
La serie
Pro Evolution Soccer è una serie di videogiochi di calcio realizzata da Konami (in passato se ne occupava in particolare il team interno KCET, cioè Konami Computer Entertainment Tokio), il cui capostipite può essere considerato International Superstar Soccer, un divertentissimo arcade uscito nel lontano 1994 sulla console Super Nintendo. Nel corso degli anni e con la nascita di nuove piattaforme, la saga ha saputo evolversi fino ad affinare moltissimo il suo gameplay e a diventare la migliore simulazione calcistica disponibile sul mercato, almeno fino a poco tempo fa, il cui apice qualitativo in questo senso secondo molti fan è stato raggiunto con Winning Eleven Olympic 2000 su PlayStation.
Nessuna...'evolution'
Sull'altro fronte, quello delle partite "normali", classiche, c'è poco da evidenziare. Subito dopo il calcio d'inizio non si notano grandi cambiamenti in termini di giocabilità rispetto al passato. Questa appare si un pò più lenta del 2008, leggermente più fluida nella manovra generale, ma come detto nell'introduzione, senza modifiche sostanziali tali da innovare più di tanto il prodotto o da liberarlo da quella sensazione di "già visto, già giocato" che pervade il videogamer dopo poche partite. Sembra quasi che gli sviluppatori non si impegnino più come un tempo a migliorare e risolvere i problemi ereditati dalle passate edizioni del gioco, quasi si accontentassero di proporre quegli schemi che ogni appassionato conosce ormai a memoria e che si trascinano ormai avanti forse da troppo tempo, con poche novità vere. E' vero che a qualcuno può anche andar bene così, visto che il gioco in questo modo resta sempre gradevole, ma per chi era abituato ogni anno a vedersi aggiornati IA e fisica per una giocabilità sempre migliore e realistica, non semi-arcade come ora, i soli aggiornamenti del database calciatori (a proposito, in questo senso è tutto ok con Berbatov al Manchester United o Sheva al Milan) o il cambio della telecronaca di cui parleremo più avanti non possono bastare.
Così come non si può più tollerare l'assenza di svariate licenze o la presenza di pochi tornei da disputare. Non si pretende di avere la Lega Polacca o Danese di cui francamente, senza offesa, nessuno sente o sentirebbe la mancanza qui come in un altro titolo di calcio, ma almeno quelle principali più un paio di nuovi tornei (la Champions e i campionati tedesco, argentino o russo?) si di certo. Invece bisogna pure accontentarsi di una Liga spagnola a metà, di soli due club inglesi come Manchester e Liverpool e di poco altro. E di alcuni incredibili bug, come quello che in certi casi fa si che i giocatori sostituiti risultino poco dopo di nuovo in campo come nulla fosse, mentre i loro sostituti in panchina ma non più utilizzabili.
Il Pardo e Altafini show
Un discorso a parte lo merita il comparto sonoro. Questo, nell'edizione italiana, ha subito un netto miglioramento per quanto concerne la telecronaca. Senza voler offendere la professionalità di Marco (Meccia) Civoli e Mauro Sandreani, adesso possiamo dire che PES ha finalmente un vero commento. Eliminato quello robotico, monocorde e palesemente recitato dei due sopraccitati, Konami ha ora affidato il compito di accompagnare le nostre azioni a una delle migliori coppie di cronisti Sky, quella formata dall'ottimo Gianluigi Pardo e dal simpaticissimo José Altafini, che con le sue battute non mancherà di strappare qualche sorriso ai giocatori.
Il risultato è una telecronaca efficace, molto più interessante e con delle introduzioni alle partite degne di quelle fatte dal vivo. Certo non mancano i difetti, come una certa lentezza della stessa, la mancanza di un commento urlato dopo un goal o una certa ripetitività delle frasi dovute ai pochi file campionati rispetto alla concorrenza (ad occhio diremmo che FIFA abbia il triplo delle frasi di PES). Tuttavia ci sentiamo di dire che nella versione giapponese. Con qualche accorgimento in fase di campionamento, la telecronaca siamo certi in futuro sarà all'altezza o quasi di quella di FIFA e di Caressa, che pur con tutti i suoi difetti resta fantastica, con chicche quali il cronista che in tempo reale commenta i cambi tattici operati dal videogamer o dalla CPU (tridente, schema difensivo) o che nomina le squadre o i calciatori in azioni specifiche (scivolate, deviazioni, finte). D'altronde si dice che Roma non fu costruita in un solo giorno. Parlando di cori c'è da dire che purtroppo restano ancora di qualità scarsa. Ce ne sono di più e per più squadre, sono più specifici, ma sembrano sempre troppo finti per essere presi in considerazione. Mentre la grafica rispetto a Pes 2008 presenta pochissimi cambiamenti, oseremmo dire quasi zero. Però resta sempre una buona grafica per la PlayStation 2.
Conclusioni
E' dura dover giudicare in maniera non completamente positiva un prodotto appartenente a una serie che per anni è stata amata, apprezzata e osannata per gli indubbi meriti e la qualità che lo contraddistingueva. Ma i fatti oggi sono questi e cioè che Pro Evolution Soccer con l'edizione 2009 per la prima volta cede lo scettro di miglior titolo calcistico su PS2 alla concorrenza. Bisogna essere onesti e ammetterlo, senza fanatismi in un senso o l'altro. Forse Konami in questi anni si è cullata sugli allori, si è seduta ad auto-compiacersi forte del fatto che ogni cosa gli sarebbe stata perdonata in virtù del fatto che ci offriva sempre la migliore simulazione di calcio del settore, in termini di giocabilità, lasciando però così che la concorrenza si rifacesse sotto. Dopo anni, però, è dura digerire che Konami ci presenti ancora una volta un prodotto completo a metà, senza la competizione principe per la quale ha acquisito i diritti, con molte licenze mancanti, la stessa minestra riscaldata che buona quanto si vuole ha comunque sempre lo stesso sapore da qualche anno. Per questo, pur non bocciando un prodotto che resta, non fraintendeteci, abbastanza valido come gameplay, non ce la sentiamo di attribuirgli uno di quei voti altissimi che di solito gli abbiamo dato in questi anni quando la serie ci ha entusiasmato. Specie ora che le alternative non mancano e sono valide. Tutto si evolve ed è arrivato il momento che anche questa saga lo faccia, per rispetto del suo nome e soprattutto di tutti noi appassionati che tanto l'abbiamo amata. Che questo sorpasso subito sia d'auspicio affinché Konami ci regali già dal prossimo anno un prodotto degno di quelli che per molto tempo ci hanno fatto godere il calcio vero seduti in poltrona.
PRO
- Carina la modalità Diventa un Mito
- Ritmo di gioco meno frenetico
- Buona giocabilità...
CONTRO
- ... anche se ormai un pò stantia
- Vistosi bug, specie nelle sostituzioni
- Poche licenze, mancano anche la Liga e la Champions League