La precisa scelta di Sony di controllare il più possibile qualsiasi comunicazione e annuncio riguardanti PlayStation 5 ha chiaramente dato i suoi frutti, questo è innegabile. La sua nuova console è attesa sul mercato praticamente come il messia e ancora oggi sono moltissime le domande a cui i giocatori non hanno ricevuto risposta semplicemente perché nessuno ha potuto mettere le mani in modo estensivo su questa macchina. Tutto questo sta finalmente per cambiare grazie alla scadenza dell'embargo relativo alla recensione di PS5.
Dubbi riguardanti la sua silenziosità o l'effettivo funzionamento del quick resume sono all'ordine del giorno, ma tantissimi sono anche gli interrogativi riguardanti il funzionamento, concreto e reale, della dashboard e persino la cavistica inclusa nella confezione che a brevissimo arriverà nei negozi, ha suscitato numerosi dibattiti a causa delle poco chiare nomenclature adottate da Sony in merito alla compatibilità con lo standard HDMI 2.1.
Ogni più piccolo elemento di PS5 è avvolto dagli interrogativi più disparati e soltanto ora che l'embargo sulla recensione è stato finalmente sollevato, ci sentiamo liberi di cominciare a entrare nel dettaglio del funzionamento e della qualità costruttiva di questa enorme, in tutti i sensi, console. Quella che seguirà sarà quindi una recensione che cercherà di affrontare e analizzare nel dettaglio la nuova console, dal punto di vista della macchina, del pezzo di hardware che ognuno di noi, se vorrà e avrà la possibilità, potrà piazzarsi in salotto o nella propria cameretta a partire dal 19 novembre. Data di uscita di PS5 in Italia nella sua duplice versione standard, a 499,99€, e digital edition, senza lettore Blu-ray, a 399,99€.
In realtà anche su questo fronte sembrano esserci numerose incertezze visto che, a quanto pare, diversi negozianti sul territorio si stanno attrezzando per vendere la console con diversi giorni di anticipo, allineandola alla data di uscita americana del 12 novembre. Proprio questa confusione di fondo appare come una sorta di fil rouge che collega tra loro tutti i passaggi comunicativi e gli annunci fatti da Sony in merito a PS5 fin dal suo primissimo reveal avvenuto con una manciata di articoli scritti e un lungo video ultra-tecnico che sembra ormai essere parte di un antico passato.
Ma finalmente è giunto il momento di sollevare questo velo di incertezze e, nel nostro piccolo, cercheremo di farlo entrando nei dettagli d'uso della nuova console Sony, PS5.
Specifiche tecniche: l'hardware in dettaglio
Come di consueto, partiamo dai freddi numeri, quelli che ci permettono di aprire questa recensione con un'abbondante dose di oggettività. Le specifiche tecniche di PS5 sono ormai note in modo ufficiale da diverso tempo e, nonostante manchino ancora una manciata di dettagli (ad esempio le dimensioni del SoC), possiamo ritenerci più che soddisfatti dalle informazioni rilasciate, in modo tardivo, da Sony.
A potenziare la console troviamo quindi un System on Chip realizzato con un processo produttivo a 7 nanometri e composto da una CPU AMD architettura Zen 2 con 8 core fisici e 16 core logici abilitati con l'uso del multithreading. La frequenza di esercizio è variabile e può raggiungere una velocità massima di 3,5 GHz. Di fianco al processore centrale troviamo saldata la GPU architettura RDNA 2 custom con 36 Compute Unit sbloccate e una frequenza variabile in grado di raggiungere il tetto massimo di 2,23 GHz. Il limite teorico raggiungibile da PS5 è fissato a 10,3 TeraFLOPS nel momento in cui la console viaggia al massimo delle sue frequenze.
A questo punto diventa già essenziale fare un paio di specifiche aggiuntive visto che le soluzioni hardware adottate da PS5 per il suo nucleo centrale differiscono sensibilmente dalle scelte operate da Microsoft per la costruzione del SoC di Xbox Series X. Innanzitutto PlayStation 5 lavora in funzione di frequenze variabili e non fisse: questo significa che, a seconda delle reali esigenze del software che gira in quel preciso momento, la macchina adatterà le sue frequenze per ottenere i risultati migliori tenendo conto dei consumi energetici, e quindi del calore prodotto. Sony e Mark Cerny, il lead architect designer della console, hanno sottolineato più volte che non si tratta di frequenze che si modificano per tenere a bada le temperature; non si assisterà cioè a fenomeni di throttling - quando il sistema viene rallentato artificialmente per evitare che si surriscaldi - visto che la console è stata progettata per sostenere in modo continuativo le sue frequenze massime. Si tratta di una scelta di design operata di concerto con gli sviluppatori le cui conseguenze potremo studiarle e valutarle soltanto sul lungo periodo.
L'altra sostanziale differenza con la console Microsoft è nelle specifiche RDNA 2 adottate da Sony per il SoC di PS5. A quanto pare, solo Xbox Series X può fregiarsi del titolo di console next-gen "full RDNA 2" visto che la nuova PlayStation implementa sì la nuova architettura grafica di AMD ma solo in parte, relegando una manciata di feature e applicazioni a soluzioni software realizzate da Mark Cerny. Anche in questo caso non è possibile chiaramente esprimere un giudizio, non solo perché si finirebbe a parlare di tecnicismi assolutamente inutili in questa sede, ma perché le reali applicazioni di queste scelte di design le potremo notare solo sul lungo periodo. Quello che ci interessa sapere è che, sulla carta, PS5 è in grado di erogare ray tracing in tempo reale e gestione dei mesh shader e del variable rate shader esattamente come la sua acerrima rivale ma con modalità differenti che, probabilmente, vanno sviluppate e gestite ad hoc dagli sviluppatori non rientrando negli standard realizzati e imposti da AMD.
Tornando alle specifiche, per quello che riguarda la memoria di PS5 siamo di nuovo davanti a una scelta di design che distanzia sensibilmente la console Sony dalla next-gen Microsoft. PlayStation 5 ha 16 GB di RAM GDDR6, tutti collegati con un bus a 256 bit in grado di gestire un'ampiezza di banda omogenea di 448 GB/s. Si tratta di una velocità che è inferiore ai moduli RAM più potenti di Series X ma che è nettamente superiore rispetto ai chip più lenti dell'altra console e soprattutto presenta quel tipo di continuità e costanza che, solitamente, fa molto piacere agli sviluppatori.
Sul fronte dell'SSD ci ritroviamo davanti a un disco saldato sulla scheda madre con interfaccia PCI Express Generazione 4 e protocollo NVMe. Il disco ha una capienza dichiarata di 825 GB ma, di questi, soli 667 GB sono realmente disponibili per il giocatore. Circa 158 GB sono infatti allocati al sistema operativo e non possono essere in alcun modo gestiti attraverso la dashboard, ma c'è un'ulteriore complicazione in merito. Esattamente come succedeva con PlayStation 4, in questi 667 GB disponibili finiscono anche dei dati contrassegnati dalla dashboard sotto la voce Altro. Sono dati che occupano uno spazio variabile a seconda di quanti videogiochi e applicazioni installiamo concretamente nel sistema e, supponiamo, siano legati al quick resume o comunque a dati fondamentali per la gestione di queste app. Si tratta di una voce che non è direttamente gestibile ma è parte integrante dell'installazione delle applicazioni.
A titolo informativo, PS5 arriva sul mercato con Astro's Playroom, il gioco venduto in bundle con la console, già pre-installato ma liberamente eliminabile dal sistema per recuperare gli 11 GB che occupa.
Come già noto, lo spazio disco di PS5 può essere espanso installando un qualsiasi SSD esterno disponibile sul mercato: non ci sono formati proprietari o slot specifici. La console deve essere fisicamente aperta per poter accedere al vano SSD e qui potremo montare un disco acquistato sul mercato scegliendo tra le offerte disponibili senza preoccuparsi di certificazioni ufficiali. PS5 supporta SSD di quasi tutte le dimensioni (dal 2230 al 2280) ma, per essere compatibile, il disco deve rispettare le specifiche PCI Express Gen 4, avere un certo livello di performance almeno equiparabili a quelle del disco interno e chiaramente non deve avere uno spessore esagerato perché altrimenti il vano di espansione non può essere richiuso e la vela non può essere rimontata. Bisogna quindi selezionare SSD che non abbiano dissipatori troppo vistosi.
Su questo argomento torneremo comunque nei prossimi giorni con un articolo dedicato e una guida alla scelta e all'installazione di un SSD aggiuntivo per PS5. Come ci è capitato di dire in molteplici occasioni, abbiamo sicuramente apprezzato la scelta di Sony di utilizzare uno standard diffuso e condiviso, visto che questo dovrebbe permettere una maggiore concorrenza sul mercato e soprattutto dovrebbe lasciare ampi margini decisionali all'acquirente in merito al taglio della memoria e alle performance ricercate. Tuttavia bisogna sempre tenere bene a mente che cambiare l'SSD, per quanto abbastanza semplice e immediato, non è un'operazione alla portata di tutti e, da questo punto di vista, è chiaro che la scelta operata da Microsoft vada maggiormente incontro alle esigenze del pubblico di massa, quello che tendenzialmente determina i grandi numeri delle console.
Concludiamo la nostra disquisizione sulle specifiche di PS5 parlando delle porte di I/O. La console Sony offre una buona fornitura di porte USB, spiccando tra l'altro per la scelta di posizionare sul frontale della console sia una porta USB di Tipo A (anche se in versione 2.0) e una porta di Tipo C. Sul retro troviamo poi due ulteriori porte USB di Tipo A con protocollo 3.1 mentre, per quanto riguarda l'HDMI, siamo davanti allo standard 2.1. Questo vuol dire supporto ai TV 8k e alla frequenza di 120 frame al secondo fino a una risoluzione massima di 4k. La console non supporta la risoluzione 1440p come da tradizione Sony: è una scelta che davvero non riusciamo più a comprendere vista l'evoluzione dei monitor degli ultimi 3 anni e ci auguriamo che il produttore possa tornare sui propri passi quanto prima e implementare questo supporto con un aggiornamento di sistema il prima possibile.
C'è stato un lungo dibattito in proposito, ma possiamo confermare che il cavo fornito in dotazione con la console rispetta lo standard HDMI 2.1, nonostante non riporti la certificazione Ultra High Speed. Ne approfittiamo poi per ricordarvi che utilizzare un cavo compatibile con questa specifica serve esclusivamente per poter utilizzare un frame rate superiore ai 60 FPS a una risoluzione di 4k o maggiore. La console può funzionare perfettamente anche con cavi HDMI 2.0 e i 120 FPS possono essere goduti tranquillamente con risoluzioni inferiori ai 4k senza la necessità del 2.1. Così facendo si perde però il supporto al Variable Refresh Rate. Questa funzione serve a eliminare qualsiasi fenomeno di tearing sullo schermo (quando l'immagine risulta "spezzata" in più parti) perché permette al TV o al monitor di sincronizzarsi con l'effettivo output in frame della console. Chiaramente è essenziale che il display sia compatibile con questa feature per poterla utilizzare.
Per una rapida consultazione, vi lasciamo di seguito una comoda tabella con tutte le specifiche di PS5.
PlayStation 5 | |
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Processore | AMD Zen 2 custom, 8 core fisici e 16 logici con multithreading a una frequenza variabile di 3,5 GHz |
Grafica | AMD RDNA 2 custom, 36 Compute Unit a una frequenza variabile di 2,23 GHz |
Processo produttivo | System on Chip (SoC) prodotto a 7 nanometri |
Potenza | 10,3 TFLOPS |
Memoria | 16 GB di RAM GDDR6 |
Banda passante | 448 GB/s |
Storage | SSD PCI Express Gen 4 NVMe custom da 825 GB |
Velocità I/O | 5,5 GB/s, circa 8-9 GB/s compressi |
Espansione | Slot PCI Express Gen 4 NVMe È possibile installare qualsiasi SSD a patto che rispetti determinate dimensioni e prestazioni |
Storage esterno | Supporto per HDD esterni USB 3.1 |
Lettore ottico | Lettore Blu-ray 4K UHD |
Audio | Tempest 3D; Dolby Digital; DTS |
Prestazioni | 4K a 60 FPS, con supporto fino a 120 FPS. |
Retrocompatibilità | Supportati quasi tutti i giochi PlayStation 4 con una manciata di eccezioni Qui trovate la lista dei giochi non compatibili |
Colore | Grigio chiaro con finiture centrali nere |
Dimensioni | PS5 Standard: 39,0 cm x 10,4 cm x 26,0 cm PS5 Digital Edition: 39,0 cm x 9,2 cm x 26,0 cm |
Peso | PS5 Standard: 4,5 kg PS5 Digital Edition: 3,9 kb |
Consumi | PS5 Standard: 350 watt PS5 Digital Edition: 340 watt |
Porte I/O | 1 porta USB High Speed Tipo A frontale 1 porta USB Super Speed 10 Gbps Tipo C frontale 2 porte USB Super Speed 10 Gbps Tipo C sul retro HDMI 2.1 (supporto VRR) Ethernet RJ-45 10/100/1000, Wi-Fi 802.11 ax e Bluetooth 5.1 Presa di alimentazione |
Data di uscita | 19 novembre 2020 |
Prezzo | PS5 Standard: 499,99 euro PS5 Digital Edition: 399,99 euro |
Il design
Affrontando il design di PS5 è inevitabile entrare nel vivo del dibattito e della valutazione di questa console. Esattamente come abbiamo scritto nella recensione di Xbox Series X, cercheremo di mantenere un certo distacco oggettivo sulla questione ma è scontato che, parlando di estetica e forma, una certa componente di gusto soggettivo deve per forza di cose essere presente.
PlayStation 5 ha stupito fin dal suo reveal per la grande audacia nel design e per la precisa volontà di attirare su di sé gli sguardi. Anche in questo caso ci troviamo davanti a scelte completamente in antitesi con quelle fatte da Microsoft. La console Sony ha forme sinuose, zeppe di curve e angoli morbidi: il suo aspetto muta forma a seconda di come la si orienta e la sua progettazione visiva è chiaramente in funzione di un'asimmetria generale che viene interrotta solo dal fascione nero centrale. Un fascione che, allo stesso tempo, rompe con forza dalle colorazioni e dai materiali adottati per il resto dello chassis. PS5 ha un doppio colore che ritroviamo anche nel suo controller ufficiale, il DualSense: le vele laterali sono di un grigio chiarissimo opaco che solo all'apparenza può essere definito bianco, mentre la parte centrale è nera e lucida. Ma ci sono continue e piccole differenze anche all'interno di queste 2 macrostrutture: la parte interna delle vele è ruvida con un motivo stampato in rilievo che riprende i 4 simboli principali di PlayStation, mentre le griglie di ventilazione centrale, pur essendo nere, sono opache e non lucide come il resto della fascia centrale.
Il risultato è una console estremamente vistosa che, piazzata in salotto o in uno studio, attirerà tutti gli sguardi e non sarà possibile mimetizzarla in alcun modo all'interno dell'arredamento. Come se non bastassero le sue forme così evidenti, PS5 è anche una console grande, molto grande, praticamente enorme. Mai una console, a nostra memoria, ha raggiunto dimensioni così elevate e questo contribuisce all'impressione di avere tra le mani un pezzo di hardware il cui design è frutto di molteplici idee visive e di contrastanti necessità di ingegnerizzazione. È davvero complesso apprezzare il lavoro svolto da Sony su questo fronte e pur comprendendo che avere una console vistosa e appariscente possa essere parte integrante dell'idea stessa di un oggetto creato per giocare, è indubbio che la sua imponenza disturberà moltissime persone che dovranno fare i conti con gli spazi della propria abitazione per posizionarla in modo adeguato nel mobilio esistente. D'altra parte c'è davvero qualcuno che preferisce avere un mastodonte tra le mani invece di una macchina più contenuta e maneggevole?
A questo dibattito che sarà probabilmente eterno, si unisce la questione della basetta di PS5. Come sappiamo ormai tutti benissimo, la console viene venduta con un piccolo supporto in plastica nero di forma circolare (con materiali e texture completamente diversi dal resto della console) che serve a mantenere la macchina leggermente sollevata quando posizionata in verticale, così da garantire un minimo di fuoriuscita dell'aria calda anche nella parte inferiore della console dove sono presenti alcuni piccoli fori, e stabile quando posizionata in orizzontale. Si tratta di un elemento scomodo, poco intuitivo da montare e utilizzare, quasi alieno: un elemento praticamente "appiccicato" alla console probabilmente per tenere a bada e gestire proprio le sue forme così irregolari.
E questa approssimazione o comunque questa mancanza di coerenza estetica che attraversa un po' tutto il design della console la ritroviamo anche nella confezione di PS5. Il packaging è chiaramente molto grande dovendo alloggiare una console di cotante dimensioni e, nonostante PlayStation 5 sia venduta persino con un titolo in bundle, le immagini e le scritte sulla parte frontale e sul retro della scatola non menzionano nulla riguardante la componente ludica della macchina Sony, tantomeno la presenza al suo interno di Astro's Playroom. Si tratta sicuramente di una scelta anomala soprattutto per una console che può fregiarsi di una buona line-up di lancio, eppure tutto lo spazio è dedicato alla macchina e alle sue principali caratteristiche tecniche.
Una volta aperto il packaging dall'alto, troviamo una seconda confezione in cartone che alloggia al suo interno un'ulteriore scomparto in cartone dove è possibile trovare il controller DualSense, la cavistica e i manuali. Al di sotto di questo vano troviamo la console vera e propria avvolta in un panno bianco anti-statico e tenuta ferma da due alloggi in cartone decisamente antiestetici. Volendo emettere un giudizio sulla scatola non possiamo che ritenerci insoddisfatti: una nuova console che arriva sul mercato con un prezzo di vendita di 499,99€ e che esce, teoricamente, ogni 6-7 anni deve presentare anche un packaging che dimostri lusso e attenzione ai dettagli; più in generale trasmetta un'idea di prodotto premium. Su questo fronte non possiamo che evidenziare come Microsoft abbia svolto un lavoro decisamente migliore.
Pur non potendo entrare nel dettaglio del teardown della console, perché di questo potremo parlare solo più avanti quando la macchina sarà concretamente disponibile sul mercato (e state tranquilli che in quell'occasione troverete un nostro articolo dedicato), sappiamo ormai moltissimo di quello che è racchiuso all'interno dello chassis. Su questo fronte, cotante dimensioni si sono portate in dote una struttura interna decisamente arieggiata e molto accomodante per la componentistica. Nel prossimo paragrafo entreremo nel dettaglio di 2 elementi che stanno molto a cuore dei giocatori, la rumorosità della console e le sue temperature di esercizio, ma quello che ci interessa dire a questo punto dell'articolo è che quanto detto nel resto della nostra disquisizione sul design è solo in parte confermato anche nella disposizione delle componenti hardware.
Sony ha indubbiamente fatto un buon lavoro nello sfruttare tutti questi spazi interni e ha saputo mescolare alcune scelte tecnologiche più tradizionali e mature (un dissipatore enorme in rame con alette in alluminio molto vecchio stile), con innovazioni sicuramente molto interessanti come la sostituzione della pasta termica con il metallo liquido, o l'adozione di una ventola ad alta velocità di rotazione per forzare la ventilazione attraverso il lungo corridoio di aerazione intorno a cui è stato alloggiato l'hardware. Abbiamo anche apprezzato la volontà di posizionare ben 2 porte USB sulla parte frontale della console, una tra l'altro a prova di evoluzioni future essendo di Tipo C, ma anche in questo ambito si denota una certa approssimazione: perché mettere le porte al centro invece che su un lato?
È indubbio che Sony avrebbe potuto fare molto di più in termini di miniaturizzazione e ingegnerizzazione delle componenti ma ci sembra evidente che la volontà alla base delle scelte di design di PS5 siano in funzione di una necessità di abbattere i costi produttivi unita alla volontà di lasciarsi alle spalle tutte le critiche legate alla rumorosità di PS4 e PS4 Pro. Davanti quindi al nostro giudizio è indubbio che ciò che davvero conta è la resa del sistema e, come vedrete subito più in basso, su questo fronte siamo più che soddisfatti.
Temperature e rumorosità
Non esageriamo quando diciamo che la domanda più ricorrente che ci è stata fatta in queste settimane di utilizzo della console Sony è stata inequivocabilmente una: PlayStation 5 è silenziosa? Assolutamente sì se volete una risposta breve e precisa; ma se invece volete conoscere nel dettaglio le sue prestazioni in questo senso, questo paragrafo lo dovete leggere tutto d'un fiato visto che tratta proprio le temperature e la rumorosità di PS5.
È però essenziale fare una precisazione: ad oggi, esattamente come avviene con Xbox Series X, non ci sono sul mercato titoli in grado di stressare la console in modo violento e costante. Se pure prendiamo in esame i giochi esclusivi che abbiamo avuto modo di provare durante il nostro test, Astro's Playroom e Marvel's Spider-Man: Miles Morales, non sono dei veri e propri esponenti della next-gen. Uno è sul confine della demo tecnica, per quanto divertente e longeva, l'altro arriva anche su PS4 ed è basato su un engine e una struttura di gioco che trasudano old-gen da tutti i pori. Gran parte delle altre prove le abbiamo dovute fare su titoli della precedente generazione, con qualche piccola eccezione rappresentata da alcuni videogiochi in dirittura d'arrivo sul mercato come Devil May Cry 5 Special Edition.
Tutto questo per sottolineare che i nostri risultati non sono chiaramente indicativi di come la console si comporterà, in concreto, con le vere esclusive next-gen e con tutti i quei titoli multipiattaforma che arriveranno nei prossimi mesi e anni. Da questo punto di vista è chiaro che un God of War 2 o un Cyberpunk 2077 potranno essere dei banchi di prova più rappresentativi, ma sarà nostra premura tenere aggiornati i test per continuare a valutare la resa di PS5.
Ma come abbiamo svolto in concreto questi test? Come di consueto abbiamo utilizzato una telecamera a infrarossi e un fonometro calibrati e verificati con molteplici prove. L'attrezzatura è la stessa identica utilizzata per effettuare le medesime prove con Xbox Series X e anche la disposizione degli strumenti e la camera di analisi erano gli stessi. Abbiamo raccolto le misurazioni utilizzando la console in verticale e in orizzontale, sempre con la sua basetta e anche in un contesto ricreato artificialmente per simulare la console inserita in uno spazio angusto con poco ricircolo dell'aria. Abbiamo quindi utilizzato, come riferimento, Marvel's Spider-Man: Miles Morales e Red Dead Redemption 2, facendo delle brevi contro-prove con altri titoli e verificando anche le temperature e il rumore con la console utilizzata semplicemente per navigare all'interno della sua dashboard.
I risultati sono stati stabili e coerenti: PS5 ha raggiunto una temperatura di picco di 51 gradi, dopo una sessione di 2 ore con Miles Morales, mentre la rumorosità, con il medesimo gioco, non ha mai superato i 41,5 decibel. Nel tentativo di trovare un videogioco in comune da poter testare anche con Xbox Series X e con la precedente generazione di console, abbiamo utilizzato Red Dead Redemption 2 che ha portato PS4 Pro a sfondare il muro dei 52 decibel, mentre Xbox One X non ha mai superato i 47 decibel di rumore.
Ma, ne siamo perfettamente coscienti, quello che vi interessa sapere in questo momento, ora che entrambi gli embarghi sono scaduti, è un confronto diretto tra Xbox Series X e PS5. Fermo restando che sarà nostra premura pubblicare nei prossimi giorni un articolo completamente focalizzato sulla questione, in questo momento i 2 dati da confrontare sono i seguenti: Xbox Series X ha raggiunto, al massimo in tutti i nostri test, 52 gradi di temperatura e 38,5 decibel di rumore, laddove PS5 ha raggiunto 51 gradi di temperatura e 41,5 decibel di rumore. Quindi sì: PS5 è più rumorosa ma meno calda di Xbox Series X secondo i nostri test, ma è fondamentale aggiungere subito una cosa.
Stiamo parlando di freddi numeri che si distanziano pochissimo tra loro e che sono utili solo alla masturbazione personale e alla console war più becera perché anche PlayStation 5, esattamente come la sua concorrente, in situazioni d'uso reali e normali, è praticamente impercettibile. Chiaro che se la posizionerete a 10 cm dalle vostre orecchie e in un ambiente completamente insonorizzato, potrete sentire la sua ventola in modo più preponderante rispetto al rumore di Xbox Series X ma, lo ripetiamo ancora una volta, posizionata in un salotto o in una camera, faticherete a capire quando la console è effettivamente accesa, se non fosse per i suoi vistosi led frontali.
I servizi
Un elemento di PS5 che ha sicuramente ricevuto molta meno attenzione in questi mesi rispetto alla controparte Xbox, è quello che riguarda i servizi connessi alla console di nuova generazione di Sony ma, più in generale, comprende tutto il lavoro svolto sull'ecosistema PlayStation. In questo ambito sono soprattutto tre le voci su cui si è svolta buona parte della console war riguardante la next-gen e che ha compreso anche gli ultimi strascichi di quella che è appena diventata l'old-gen. Parliamo della risposta di Sony al Game Pass di Xbox, della retrocompatibilità e chiaramente del quick resume. Ci sarebbe probabilmente da fare anche un discorso più generico sullo Smart Delivery e sulla possibilità di ricevere l'upgrade gratuito dei titoli acquistati su PS4 per ritrovarseli, potenziati, su PS5 ma il mercato è davvero troppo frammentato al momento ed è evidente che buona parte delle scelte siano in mano ai singoli publisher e alla loro voglia di monetizzare quanto più possibile.
Partiamo dalla Collezione PlayStation Plus, una timida e affrettata risposta di Sony allo stradominio del Game Pass di Xbox che sembra essere stata costruita al volo sia per aiutare il traghettamento tra le 2 generazioni, sia per far sentire meno spaesati i possessori di PS5 in versione Digital Edition, sia per rendere immediatamente sostanziosa la scelta software anche per chi entra per la prima volta nell'ecosistema PlayStation proprio con la console numero 5 e, magari, non ha molta voglia di cominciare da subito a spendere 70/80€ per portarsi a casa qualche nuova uscita.
In concreto cos'è la Collezione PlayStation Plus? La risposta è semplicissima: si tratta di 20 giochi che trovate elencati nel box poco più in basso che possono essere scaricati e immediatamente giocati semplicemente essendo abbonati al PlayStation Plus. Una volta inserito il proprio account utente, avremo accesso a questa collection che è disponibile esclusivamente su PlayStation 5 anche se include soltanto titoli PlayStation 4. Ad oggi mancano completamente informazioni sulla longevità e il supporto di questa collezione: verranno aggiunti nuovi titoli? Sarà valida per sempre? Nessuno purtroppo lo sa e, chiaramente, se questa è la risposta di Sony al Game Pass, è davvero difficile immaginare che Microsoft possa essere impensierita dal servizio.
Sul fronte della retrocompatibilità può valere un discorso abbastanza similare: Sony sta chiaramente inseguendo una Microsoft molto più lanciata e con le idee più chiare, oltre che comunicate con maggiore trasparenza. Sappiamo quindi, ad oggi, che PS5 è quasi perfettamente compatibile con tutti i giochi PS4. Il quasi è relativo a una piccolissima manciata di titoli (10 per la precisione e li trovate elencati qui) che non funzionano correttamente sulla nuova console. Non c'è alcun tipo di retrocompatibilità con la libreria PlayStation 3 e con quella delle console precedenti se non attraverso il servizio PlayStation Now che però, sappiamo bene, si appoggia su una mescola di software scaricabile e giocabile in streaming con un'esperienza d'uso sicuramente accettabile ma non esaltante.
Al di fuori di questa conferma, rimane molto poco chiaro come PS5 sia in grado di potenziare questi giochi della precedente generazione visto che Sony si è limitata a parlare di una modalità Game Boost che si attiva in automatico con alcuni titoli specifici. Purtroppo conoscere questi prodotti non è al momento possibile visto che, durante la stesura di questa recensione, la casa giapponese non ha ancora pubblicato una lista esaustiva. Quello che sappiamo per certo è che Marvel's Spider-Man, Ghost of Tsushima, Days Gone ed Everybody's Golf saranno i primi titoli a ricevere una patch gratuita di aggiornamento che dovrebbe abilitare una risoluzione maggiorata oppure un frame rate più elevato o più stabile e forse persino degli upgrade grafici. Torneremo sicuramente sulla questione con articoli dedicati non appena avremo modo di testare questi upgrade ma, per il momento, dobbiamo limitare il nostro giudizio a quella che è la retrocompatibilità standard.
Proprio in merito a questa retrocompabilità ci troviamo davanti a un risultato che ricorda molto da vicino quanto sperimentabile su Xbox Series X: nel momento in cui il videogioco avviato non ha il frame rate bloccato oppure presenta una risoluzione dinamica, le maggiori prestazioni hardware di PS5 entrano in gioco e spingono verso l'alto questi 2 valori con risultati spesso eccellenti. È inoltre possibile trasferire i giochi PS4 su un qualsiasi disco esterno e avviarli da lì così da poter dedicare tutto lo spazio dell'SSD interno della console ai titoli PS5.
Le ultime parole le spendiamo per il quick resume che, nel caso di PS5, prende il nome di Switcher: una specifica scheda della dashboard che permette di accedere rapidamente agli ultimi giochi avviati con l'account utilizzato. Qui è probabilmente dove la console Sony subisce con più forza gli attacchi di Xbox Series X visto che non ci sono praticamente novità o miglioramenti rispetto all'esperienza già sperimentata con PlayStation 4. La nuova ammiraglia supporta infatti la possibilità di mandare in sospensione e riprendere al volo un singolo gioco: l'ultimo utilizzato. Qualsiasi altro titolo avviato in precedenza dovrà essere ricaricato completamente da zero e lo stesso vale anche se si spegne in modalità completa la console, senza usare cioè la modalità sospensione. Che è anche l'unica modalità che ha PS5 per continuare ad alimentare e quindi caricare il DualSense collegato e portare avanti il download dei giochi dallo store. Il funzionamento è lo stesso identico di PlayStation 4 e persino il menu di gestione del risparmio energetico della dashboard riporta praticamente le stesse voci della console old-gen.
Ora è chiaro che una funzionalità come quella del quick resume potrebbe venire potenziata in futuro, d'altra parte l'abbiamo vista introdotta nel corso della generazione precedente, però sarebbe davvero errato non far notare come su questo fronte PS5 sia veramente molto distante dai traguardi raggiunti da Xbox Series X. In conclusione risulta evidente ancora una volta come, sul fronte dell'ecosistema, Microsoft si trovi sicuramente in una posizione di vantaggio rispetto a una Sony che si è presentata al cancelletto di partenza della next-gen in colpevole ritardo.
La collezione PlayStation Plus
Per una rapida consultazione, ecco di seguito la lista di tutti i videogiochi compresi nella Collezione PlayStation Plus che, vi ricordiamo, è inclusa nell'abbonamento PlayStation Plus ma è riservata ai soli possessori di PS5.
- Batman: Arkham Knight
- Battlefield 1
- Bloodborne
- Call of Duty: Black Ops III
- Crash Bandicoot: N.Sane Trilogy
- Days Gone
- Detroit: Become Human
- Fallout 4
- Final Fantasy XV
- God of War
- InFamous: Second Son
- Monster Hunter World
- Mortal Kombat X
- Persona 5
- Ratchet & Clank
- Resident Evil 7
- The Last Guardian
- The Last of Us Remastered
- Uncharted 4: A Thief's End
- Until Dawn
Gli accessori e la dashboard
Nella recensione di Xbox Series X abbiamo aperto un paragrafo similare sottolineando come le scelte di design alla base della dashboard e del controller di quella console fossero in funzione di una precisa idea di continuità con il passato, quasi di rifinitura di un'esperienza preesistente. E anche su questo fronte la console Sony sceglie invece di percorrere una strada completamente differente, praticamente opposta: la dashboard e gli accessori di PS5, a partire dal DualSense, il suo controller ufficiale, sono infatti realizzati con il preciso obiettivo di allontanarsi con forza dalla precedente generazione. Probabilmente è esagerato parlare di rivoluzione ma non sarebbe giusto sminuire l'audacia di Sony e la sua volontà di portare sul mercato qualcosa di diverso. Qualcosa di nuovo.
Per quello che concerne il DualSense, ci troviamo davanti a un controller che, sicuramente, non spicca in termini di dimensioni, peso ed ergonomia e forse non riesce a puntare all'eccellenza nemmeno per quanto riguarda la resa e le sensazioni tattili relativi ai pulsanti, soprattutto se il confronto è con il Wireless Controller di Xbox, assolutamente perfetto sotto questi punti di vista. Allo stesso tempo però, quello che il DualSense fa in modo esemplare è osare: cercare di portare sul mercato qualcosa che non si era mai visto prima. E non parliamo tanto del feedback aptico, sicuramente piacevole e interessante nella sua sensibilità e nella capacità di offrire vibrazioni estremamente più precise e con un'ampissima gamma di stimoli; il nostro amore spassionato è tutto riversato verso i grilletti adattivi. Un gimmick o una rivoluzione a oggi non ci è dato saperlo, ma sicuramente è un qualcosa che colpisce e stupisce fin dal primissimo istante in cui si prende in mano il DualSense e lo si utilizza con un titolo in grado di sfruttare questa feature. Un'esperienza di questo tipo è un chiaro passo in avanti nella direzione del coinvolgimento e ci auguriamo di cuore che quanti più sviluppatori possibili adottino questa tecnologia e la utilizzino con audacia.
In ogni caso vi rimandiamo alla nostra recensione del DualSense di PS5 per avere un giudizio più approfondito e dettagliato del controller.
Per quello che riguarda la dashboard di PS5 il discorso può essere molto similare anche se il grado di innovazione è, al momento, più ridotto o comunque meno vistoso. È anche vero che non possiamo scendere troppo nei dettagli essendoci un embargo che ci impedisce di parlare delle funzionalità multimediali e di dilungarci troppo nella descrizione delle sue funzionalità ma tutti avrete ben presente il video ufficiale pubblicato da Sony sulle Carte Attività e sulla resa estetica dell'interfaccia utente. Sulle prime il nostro giudizio è quindi necessariamente sospeso, così come sulla feature relativa alla possibilità di avere delle guide integrate direttamente nei giochi: al momento c'è troppo poco per emettere una valutazione dettagliata e, siamo convinti, tutto il successo di questi 2 elementi si giocherà in funzione del reale coinvolgimento degli sviluppatori. Senza contenuti costruiti ad hoc e ben studiati, queste feature sono destinate a essere dimenticate molto velocemente.
Dobbiamo però sottolineare il nostro apprezzamento per una dashboard che cerca di cambiare stile, di essere molto pulita, seriosa, ma allo stesso tempo brillante esattamente come la polvere d'oro che, con enorme leggiadria, vola sullo schermo non appena si avvia la console. È un'interfaccia utente ridotta ai minimi termini che riparte chiaramente dall'ultima versione di quella presente su PS4 ma riduce ulteriormente la sua invasività relegandola soltanto alle sovrimpressioni delle Carte Attività, queste molto evidenti, che possiamo richiamare con la pressione del tasto PlayStation. L'interfaccia utente vera e propria lascia quindi molto più spazio agli elementi estetici, alle grandi immagini dei giochi e delle funzioni e va ad occupare le due strisce superiori e inferiori dello schermo. Quest'ultima serve a richiamare le funzioni rapide, lo Switcher, gli amici, le notifiche, i download e così via, mentre quella superiore è legata alle funzioni di sistema a partire dall'account, per arrivare fino alle impostazioni vere e proprie.
Gli unici due elementi negativi che ci sentiamo di evidenziare sono quelli relativi alle navigazioni più interne che tradiscono l'eredità PlayStation 4 soprattutto nella disposizione di menu e voci (emblematiche sotto questo punto di vista, le impostazioni di sistema) e la scelta di Sony di modificare una serie di scorciatoie costringendo il giocatore che proviene da PS4 a cambiare le sue routine e abitudini mentali. Ci metterete giorni per togliervi dalla testa che la pressione prolungata del tasto PlayStation non porta più al menu di spegnimento della console, ve lo garantiamo.
Ma l'elemento che più di tutti ci ha stupito è l'estrema rapidità di questa dashboard che permette di spaziare da un argomento all'altro, PlayStation Store compreso, praticamente senza soluzione di continuità, senza alcuna interruzione o attesa. Il tutto con grande coerenza e omogeneità. Ne parleremo in modo più approfondito in un articolo completamente dedicato all'interfaccia utente di PS5 ma, in questa recensione è d'obbligo evidenziare come questa incredibile rapidità si estenda anche al caricamento dei giochi. Se è vero che sul fronte dei titoli in retrocompatibilità e dei multipiattaforma appena sbarcati sul mercato, PlayStation 5 e Xbox Series X praticamente si equivalgono in termini di tempi di avvio (chiaramente ci sono delle differenze in funzione dei titoli), nel momento in cui entrano in gioco le esclusive, il discorso cambia totalmente.
Ci lamentavamo più in alto dell'assenza di un quick resume visto che lo Switcher si limita a tenere in memoria l'ultimo gioco, ma quando si tratta di far partire Marvel's Spider-Man: Miles Morales o Astro's Playroom, questa limitazione letteralmente sparisce. L'avvio di questi 2 titoli è stupefacente e lascia davvero basiti sia per il numero di secondi necessario ad avviare il gioco, sia per il tempo impiegato per entrare concretamente in partita. Sarà nostra premura approfondire questi aspetti in uno speciale dedicato, potete stare tranquilli. Ora però Sony dovrà dimostrare che queste ottimizzazioni non riguarderanno soltanto le sue esclusive e, soprattutto, non saranno relative soltanto a questi 2 titoli che, chiaramente, sono ben lungi dall'essere considerabili titoli next-gen, ma inizieranno ad arrivare a cascata anche sui titoli terze parti, magari multipiattaforma, e su tutto quello che raggiungerà il mercato nei prossimi mesi. Se questa dovesse diventare la media dei tempi di caricamento dei titoli del futuro, difficilmente sentiremo la mancanza del quick resume.
Dedichiamo le ultimissime righe di questo paragrafo alla questione audio. Come Sony ha sottolineato in più occasioni, PS5 oltre a supportare le codifiche standard Dolby Digital e DTS, in modo assolutamente identico a PlayStation 4, implementa un audio 3D gestito dall'inedito Tempest Engine. Al momento questa forma di posizionamento tridimensionale delle fonti sonore può essere sperimentata esclusivamente utilizzando delle normali cuffie stereo collegate al mini-jack da 3.5 mm presente sul pad. Non sono supportati gli impianti audio, tanto meno i normali altoparlanti del TV.
Dopo un semplicissimo setup che permette di scegliere tra 5 preset sonori, dove bisogna trovare quello che suona meglio alle nostre orecchie, l'audio 3D è automaticamente attivo e funzionante in tutti i videogiochi. Il risultato è un posizionamento particolarmente interessante soprattutto per quello che concerne le fonti sonore posteriori o spostate molto lateralmente. Se qualcuno di voi ha assistito a trasmissioni ASMR può avere una vaga idea del risultato che, su PS5, è decisamente meno accentuato. Sia chiaro che non ci troviamo davanti a nulla di rivoluzionario in grado di soppiantare un classico DTS reale con cuffie o un impianto 5.1, ma sicuramente l'effetto posizionale si nota ed è comunque da lodare la scelta di Sony di implementare questa codifica con qualsiasi cuffia stereo, senza la necessità di accessori dedicati.
I videogiochi
Prima di entrare nel vivo del paragrafo, vi lasciamo un comodo elenco di tutti i videogiochi PS5 che troverete sul mercato al lancio della console.
- Assassin's Creed Valhalla
- Astro's Playroom
- Borderlands 3
- Bugsnax
- Call of Duty: Black Ops - Cold War
- Demon's Souls
- Destiny 2: Oltre la Luce
- Devil May Cry 5 Special Edition
- DIRT 5
- For Honor
- Fuser
- Godfall
- Kingdom Hearts: Melody of Memory
- Maneater
- Marvel's Spider-Man: Miles Morales
- Marvel's Spider-Man Remastered
- Mortal Kombat 11 Ultimate
- NBA 2K21
- Need for Speed: Hot Pursuit Remastered
- Observer System Redux
- Planet Coaster
- Poker Club
- Sackboy: A Big Adventure
- The Pathless
- The Sims 4: Oasi Innevata
- Watch Dogs: Legion
- XIII
- Yakuza: Like a Dragon
Esattamente come fatto per la recensione di Xbox Series X è importante che sia ben chiaro un messaggio: abbiamo deliberatamente deciso di dedicare la recensione di PS5 alla macchina, all'hardware, all'esperienza d'uso con la console, alla sua interfaccia e ai suoi accessori, lasciando completamente in secondo piano la line-up di lancio e, più in generale, l'interazione tra la console e i videogiochi. Abbiamo operato questa scelta per cercare di garantire una validità nel tempo a questa recensione visto che il mercato ludico è eccessivamente volatile e basterebbe davvero una piccola modifica dell'accesso alla libreria o l'uscita di un titolo dirompente, per sovvertire qualsiasi giudizio. La stessa Collezione PlayStation Plus può modificare sensibilmente il suo valore se Sony deciderà di iniziare a includere titoli PS5 al suo interno.
Chiaramente il lavoro di Multiplayer.it è quello di analizzare nel dettaglio ogni singolo titolo ed è per questo che troverete sulle nostre pagine le recensioni di tutti i giochi disponibili con PS5 ma spetterà poi a ogni singolo utente fare le valutazioni sull'offerta a lui più congeniale e sulle esclusive che reputa più soddisfacenti per i suoi gusti, valutando poi se questa disponibilità di videogiochi potenzia o controbilancia gli eventuali lati positivi e negativi della console. Per tutti questi motivi abbiamo scelto di dedicare solo queste poche righe alla componente ludica della console e se volete conoscere nel dettaglio quali videogiochi troverete sul mercato al lancio di PlayStation 5, vi consigliamo di dare un'occhiata a questo articolo.
L'articolo è stato aggiornato per correggere le informazioni riguardanti il supporto agli hard-disk esterni.
Conclusioni
Multiplayer.it
8.4
PlayStation 5 si configura chiaramente come un punto di partenza per Sony, non è di certo una console che si può definire chiusa e completa al momento del suo lancio. Ci sono ancora molte funzionalità, a suo tempo promesse, che non sono attive o che rimangono avvolte nel mistero per quello che concerne il loro reale funzionamento. Se si passa sopra a questa idea di "cantiere aperto", PS5 sa stupire e colpire il giocatore odierno. Chiaramente ci sono delle oggettive deficienze e il suo design manifesta una certa insicurezza di Sony sulla capacità di miniaturizzare le componenti mantenendo accettabili le temperature di esercizio. Ciò che conta però, è che la console fa il suo dovere: è silenziosa, scalda pochissimo e offre un promettente sguardo su quello che potrebbe essere il futuro della next-gen. Ora rimane soltanto da capire quanto tempo ci vorrà prima che potremo davvero sperimentare questa nuova generazione perché, ad oggi, nonostante delle ottime promesse, dobbiamo applicare una buona dose di fiducia e speranza per provare a immaginare come Sony saprà stupirci nei prossimi mesi e anni.
PRO
- La dashboard è pulita, piacevole e soprattutto nuova
- Quando i titoli sono ottimizzati, i tempi di caricamento sono sbalorditivi
- La console è silenziosa e offre temperature di esercizio molto basse...
CONTRO
- ...ma al momento è impossibile stressare il suo funzionamento con titoli davvero next-gen
- Molte feature non sono ancora attive e permane un senso di incertezza in merito alle reali funzionalità della console