Una quindicina d'anni fa, Infinite Interactive ebbe un'idea geniale: perché non provare a mischiare la classica meccanica puzzle match-three con l'RPG fantasy? Nacque così il primo capitolo di una serie che ebbe poi notevole successo, arrivando infine a quest'ultima evoluzione che esaminiamo nella recensione di Puzzle Quest 3. Come spesso accade, all'aumentare del successo non è propriamente corrisposto un miglioramento generale del gioco, che anzi ha seguito una parabola un po' incerta con il progressivo spegnersi dell'originalità che caratterizzata il capostipite e l'istituzione di una sorta di canone suggellato dalla nascita di un vero e proprio franchise con tanto di cross-over su licenza.
La brillantezza di Puzzle Quest: Challenge of the Warlords si è un po' persa negli anni, dopo l'ottimo Puzzle Quest 2, appannandosi poi in una serie di digressioni più bigie come Magic: The Gathering Puzzle Quest e Marvel Puzzle Quest.
Nel frattempo, sul percorso ha incontrato l'immancabile meccanica free-to-play e da questa fusione è facile comprendere subito cosa possa essere venuto fuori e perché questo terzo capitolo ufficiale non possa essere considerato all'altezza dei primi due.
A dire il vero il gameplay funziona bene come al solito: c'è sempre quell'attrattiva fisiologica nei confronti dell'associazione di gemme colorate che sembra connaturata in qualche modo con la psiche umana e quanto questa si fonde con elementi di progressione tipici dell'RPG viene ulteriormente esaltata. La geniale idea di base resta valida e si conferma piacevole come sempre, oltretutto incorniciata in una realizzazione tecnica ancora più curata e con vari dettagli aggiuntivi, ma l'ottimo quadro generale viene sporcato dalle tipiche derive deteriori del free-to-play che spingono al grinding, alle attese e infine agli acquisti in-app, a sbilanciare il tutto. È un peccato perché Puzzle Quest 3 è confezionato bene, con una piacevole grafica in 3D e una caratterizzazione interessante, ma le modifiche effettuate a gameplay e progressione sembrano più delle involuzioni che altro.
Combattimenti a colpi di puzzle
Puzzle Quest 3 è sostanzialmente un gioco di ruolo lineare basato sui combattimenti e la raccolta di loot, caratterizzato anche da una certa base narrativa e dalla presenza di quest e sotto-quest da portare a termine. Dopo aver scelto il proprio personaggio fra cinque classi disponibili, ognuna con le proprie statistiche e abilità particolari (assassino, negromante, paladino, berserker e sciamano), si parte alla scoperta del mondo affrontando combattimenti e fasi d'intermezzo con i dialoghi tra i personaggi. Il gameplay è sostanzialmente suddiviso tra gli scontri a base di puzzle e la gestione del protagonista, che richiede un'immersione in vari menù per il potenziamento e l'evoluzione dell'equipaggiamento, delle statistiche e della abilità.
Il puzzle si svolge su una griglia 5x7 occupata da gemme colorate e teschi che possono essere associate per forma e colore a partire da 3, ma si possono allineare quantità maggiori di elementi aumentando la potenza degli attacchi: mettendo insieme i teschi si effettuano colpi fisici, mentre le gemme sono colpi elementali che vanno anche a caricare gli attacchi magici, da sferrare al momento opportuno. Sullo sfondo, assistiamo allo scontro a turni con i nemici, che si svolge ovviamente in base all'andamento del puzzle.
È possibile effettuare più combinazioni insieme in uno stesso turno e una delle novità di questo terzo capitolo è la presenza di un timer che impone di eseguire le associazioni nel giro di pochi secondi, aumentando un po' il ritmo di gioco e la necessità di agire con tempismo e precisione.
Si rileva poi un'altra variazione nella meccanica puzzle, in questo caso decisamente meno positiva: l'avversario non condivide, come nei capitoli precedenti, la stessa griglia che utilizziamo. Questo significa che l'associazione di gemme vale solo per noi, mentre il nemico si limita ad attaccare su una base standard lineare, togliendo un importante elemento tattico al gameplay. Nei capitoli precedenti si doveva infatti stare attenti a non fornire vantaggi all'avversario nello spostamento delle gemme e sfruttare in maniera più attenta ogni possibile combinazione durante il nostro turno, trasformando lo scontro in una vera e propria partita a scacchi, cosa che è stata completamente soppressa in Puzzle Quest 3.
RPG e gestione del personaggio
Al di là della fase puzzle del combattimento, il resto del tempo si passa sulla gestione del personaggio, che occupa una gran parte del gioco ed è anche quella su cui vertono gli elementi più critici, legati ai meccanismi free-to-play. Oltre all'incremento di livello del personaggio e alla conquista di armi, armature e magie, ottenendo materiali e pietre specifiche si possono effettuare potenziamenti ed evoluzioni per ognuna di queste categorie. Considerando che la possibilità di battere un nemico dipende in gran parte dal valore raggiunto dal giocatore in termini di livello del personaggio e dell'equipaggiamento, è chiaro come la progressione sia indissolubilmente legata ai meccanismi di evoluzione di questi elementi, per non parlare del PvP (elemento comunque minore) che può facilmente sfociare in un pay to win.
Tutte le ricompense significative, dalle armi ai materiali per l'upgrade, si ottengono soprattutto attraverso i forzieri alla fine degli scontri, ma per aprirli è necessario utilizzare delle rare chiavi, spendere gemme oppure inviare dei minion a completare missioni. Le prime due vie ricadono sostanzialmente nelle microtransazioni, perché si ottengono solo raramente giocando e possono essere invece acquistate facilmente con denaro reale, mentre la terza è la strada "gratuita", ma richiede delle attese anche molto lunghe. Altro problema è il fatto che solo alcuni forzieri possono essere conservati per essere aperti successivamente, con ulteriori slot che si acquistano solo attraverso l'abbonamento VIP. È facile vedere in tutto questo un complesso meccanismo volto a far spendere soldi in qualche modo, tra accesso VIP e micro-transazioni necessarie per tagliare le lunghe attese.
Conclusioni
La meccanica ibrida di Puzzle Quest 3 funziona sempre molto bene, così come accadeva con i primi due capitoli, ma le novità introdotte in questo nuovo titolo rappresentano delle deviazioni poco convincenti, se non proprio delle involuzioni. Nel vivo dell'azione, la solita magia del puzzle match-three riemerge con forza, supportata dal contesto in stile RPG, ma la mancata condivisione della griglia con l'avversario già risulta in un annacquamento delle caratteristiche strategiche originali, a cui bisogna poi aggiungere le macchinazioni contorte che sembrano voler spingere l'elemento ruolistico verso le micro-transazioni. È un peccato perché il nucleo del gioco resta valido e interessante, qui supportato anche da una buona rappresentazione grafica in 3D e una certa base narrativa con tanti contenuti da scoprire, ma nel complesso Puzzle Quest 3 risulta inferiore ai predecessori.
PRO
- Il misto tra puzzle match-three e gioco di ruolo funziona sempre bene
- Il gameplay di base è naturalmente divertente
- Buona realizzazione tecnica e tanti contenuti
CONTRO
- Spinge verso le microtransazioni con attese e contenuti poco raggiungibili
- Le modifiche al gameplay tolgono un po' di valore strategico