Raccoon City, il giorno prima...
Ambientato ventiquattr’ore prima delle vicende narrate nel primo Resident Evil, Zero è un gustoso prequel in cui ci viene svelata, per la prima volta, l’origine del T virus e i motivi per cui Raccoon City è stata invasa da zombie ed altre creature biologicamente mutate pronte a uccidere tutto ciò che si muove. Il giocatore è chiamato a vestire i panni di Rebecca Chambers, la più giovane recluta della S.T.A.R.S., che verrà presto affiancata nella sua missione da Billy Coen, un ex mercenario dal passato oscuro, in fuga dopo essere stato condannato a morte per aver ucciso ventitrè suoi compagni in circostanze misteriose.
Raccoon City, il giorno prima...
E proprio nella presenza di due personaggi principali risiede la maggior innovazione introdotta da Capcom in questo nuovo Resident Evil. A dir la verità, già nei precedenti capitoli della serie il giocatore è stato chiamato a guidare differenti alter ego digitali, ma in Zero, per la prima volta, si ha totale libertà di gestione dei personaggi con la possibilità di passare in tempo reale da Rebecca a Billy con la sola pressione di un tasto e addirittura di procedere in coppia nell’avventura, con il secondo personaggio guidato dal computer ad affiancarci negli scontri con zombie e affini e a guardarci le spalle.
Sempre sul fronte innovazione c’è poi da segnalare la sparizione degli odiosi bauli per contenere gli oggetti, pedante trademark della serie, che obbligava il giocatore a tornare più e più volte sui suoi passi. Ora gli oggetti possono essere comodamente lasciati in qualsiasi stanza ci si trovi, con l’unica limitazione che ogni stanza può contenere solo un numero limitato di oggetti. Questo nuovo sistema non porta però benefici effettivi al gameplay: si sceglie ben presto una stanza-base dove depositare tutti gli oggetti utili e si continua a fare avanti e indietro con i personaggi, esattamente come negli altri capitoli della serie.
Esclusi questi due cambiamenti, che aggiungono sì qualcosa al gameplay senza però riuscire a rivoluzionarlo, il sistema di gioco è rimasto in tutto e per tutto invariato e gli anni iniziano, inevitabilmente, a sentirsi. Il paleolitico sistema di controllo rende talvolta difficile anche compiere le manovre più elementari, i puzzle sono quanto mai assurdi e fuori luogo e tutto il gioco è un tedioso monumento al più bieco backtracking. Pur con tutti i suoi difetti, però, anche questo nuovo Resident Evil è comunque divertente, comunque godibile. Non mancano dei bei momenti, non mancano i salti sulla sedia, i combattimenti mozzafiato, non manca una storia intrigante per quanto ancora saldamente legata alla tradizione dei b-movie. Resident Evil Zero è quanto di più lontano esista da un titolo innovativo, ma è davvero perfetto nel riproporre, aggiornate alle esigenze del 2002, tutti gli ingredienti che hanno reso grande negli anni la saga di survival horror targata Capcom. E’ il canto del cigno del genere, davvero impossibile fare di meglio, in attesa dell’uscita di un Resident Evil 4 che si spera, questo sì, rivoluzionario.
Raccoon City, il giorno prima...
L’engine grafico, come in Rebirth, sa farsi valere e mettere ben in mostra i possenti muscoli. La qualità del rendering a schermo è aumentata e il risultato finale è, se possibile, ancor più fotorealistico. I fondali bidimensionali erano già praticamente perfetti nel remake di Resident Evil, ma Capcom ha superato sé stessa curando maggiormente anche i più piccoli dettagli e aggiungendo animazioni praticamente ovunque. E non mancano i fondali interamente animati: le carrozze del treno con tutti gli oggetti che si muovono all’ondeggiare dei vagoni sono l’esempio più lampante, ma proseguendo nel gioco non mancano altri esempi altrettanto esplicativi e spettacolari. Difficile, se non impossibile, pretendere di più da un motore ibrido 2d/3d. Altrettanto curato e d’impatto il comparto sonoro, con ottimi effetti, buon doppiaggio e musiche adeguate.
Sotto il profilo tecnico tutto perfetto quindi? Non proprio, visto che le magagne del Rebirth ci vengono riproposte, pari pari, anche in questo Zero. Le collisioni continuano ad essere piuttosto imprecise e permangono le fastidiosissime compenetrazioni tra poligoni e tra personaggi e fondali, mentre le animazioni sono in alcuni casi ottime, in altri pessime (terribili quelle dei personaggi quando girano su se stessi…). Peccatucci veniali, che non minano assolutamente l’impatto visivo del gioco, ma che risultano ancora più fastidiosi alla luce della perfezione e dell’alto standard della produzione Capcom. Risulta, inoltre, sempre inspiegabile la scelta di Capcom di non supportare l’audio posizionale in DPLII, una scelta che avrebbe sicuramente contribuito ad aumentare l’immersività del gioco.
Conclusione
Gli anni passano, Resident Evil resta. Ci sono gli zombie, ci sono i fondali prerenderizzati, c’è una buona trama di fondo, ci sono i colpi di scena e i brividi lungo la schiena. Capcom ha fatto bene i compiti e ci propone il nuovo Resident Evil in un bel pacco regalo dai colori sgargianti, incartato e infiocchettato con il miglior motore grafico ibrido 2d/3d mai visto. Una volta scartato avidamente il pacchetto e tolto il fiocco colorato, purtroppo, quel che resta inizia a sapere, inesorabilmente, di vecchio e stantìo. Le aggiunte e le novità, gradite, non riescono da sole a rinvigorire un gameplay superato e appesantito dagli anni. Gameplay che, tenendo debitamente conto dei suoi limiti, continua comunque a divertire, così come il gioco continua ad offrire un ‘production value’ di altissimo livello.
In definitiva Resident Evil 0 è un acquisto obbligato per i fans sfegatati della saga e caldamente consigliato a chi non disdegna la sua classica impostazione. Ma chi si è ormai stufato delle meccaniche trite e ritrite della serie giri alla larga, perlomeno fino all’uscita di quel Biohazard 4 che promette, questa volta sul serio, di portare delle vere innovazioni.
- PRO
- Produzione di altissimo livello
- Impatto visivo devastante, seppur con fondali bidimensionali
- Qualche novità nel gameplay
- E’ Resident Evil
- CONTRO
- E’ (sempre) Resident Evil
- Sistema di controllo datato e inadeguato
- Collisioni e animazioni ampiamente migliorabili
- Inspiegabile il mancato sfruttamento del DPLII
Di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta e dal 1996, anno di uscita del primissimo Resident Evil su PlayStation, tante cose sono cambiate. Eppure Resident Evil è sempre lì: immutabile, immortale come gli zombie che sin dalla sua prima apparizione popolano le sue stanze, i suoi corridoi avvolti nel buio. E, dopo un gradito remake graficamente pompato, ecco arrivare per GameCube il primo episodio inedito della serie, nato su Nintendo 64 ma presto dirottato sul fratellone a 128bit. E cos’è cambiato questa volta? Come abbiamo già detto, nel bene e nel male, niente, proprio niente…
Resident Evil 0 è un acquisto obbligato per i fans sfegatati della saga