La storia dei simulatori di fattoria è segnata dalla volontà di fuggire dalla routine quotidiana, una caratteristica che accomuna sia i protagonisti di videogiochi come Harvest Moon e Stardew Valley, sia i giocatori appassionati di questo genere. Nell'epoca preistorica, però, la vita agreste dei cacciatori-raccoglitori non era una fuga dalla vita di tutti i giorni, bensì un obbligo e anche una continua scoperta: il piccolo team di Soda Den, formato da dieci persone e articolato tra la California e l'Argentina, ha deciso di ambientare il suo Roots of Pacha in un luogo frutto di fantasia, ma con tanti contatti con la vita delle tribù che, nei millenni passati, hanno definito il corso della storia dell'umanità.
Roots of Pacha guarda tanto a Stardew Valley, ma riesce a creare un percorso proprio, distintivo e spesso originale. Ciò avviene soprattutto grazie alla meccanica delle Idee, capaci di creare un forte senso di progressione e di mutare radicalmente l'intero villaggio, e non solo la fattoria del nostro protagonista. L'avventura risulta essere molto corale, basata com'è sulla collaborazione con gli altri membri della tribù, sul compimento di rituali e sull'aumento della prosperità del clan, decisiva per permetterci di sbloccare nuove abilità e zone da esplorare.
Vi raccontiamo di questo simulatore di vita preistorica nella nostra recensione di Roots of Pacha.
Sotto l'ombra dell'Albero di Pacha
Dopo un semplice editor, che permette di scegliere la tipologia corporea del personaggio giocante, lo stile dei capelli e il colore di occhi, abiti e decorazioni - ed è capace di creare avatar davvero molto belli da vedere - iniziamo a seguire le vicende di una tribù di uomini e donne primitivi, raccontate grazie a dialoghi (bellissime le immagini nei riquadri di ciascun personaggio) e sequenze cinematiche. L'anziana Tetih racconta ai più giovani la storia del gruppo e di come sia arrivato a insediarsi in quel luogo: gli spiriti, interrogati dallo sciamano, avevano imposto alla tribù di muoversi verso est, alla ricerca di un Albero di Pacha vicino al quale stabilirsi.
Il legame con spiriti e divinità rimane vivo nell'arco di tutta l'avventura, che in un lungo flashback segue la storia del gruppo e il suo sviluppo, nel segno di nuove scoperte - l'agricoltura, l'allevamento del bestiame e molto altro ancora - per una durata di circa quaranta ore di gioco. Le vicende raccontate, articolate in giornate (come da tradizione nel genere, si inizia in una splendida primavera) sono fortemente basate sulla necessità di cooperazione e dialogo tra i membri del gruppo: nel complesso, la storia risulta molto meno "solitaria" rispetto ad altri titoli appartenenti al genere, come ad esempio Stardew Valley, ed è piena di eventi, sorprese e rituali capaci di mantenere vivo il coinvolgimento dei giocatori, sposandosi alla perfezione con le meccaniche di gioco proposte.
Raccogliere, seminare, allevare
Quello che lascia stupiti di Roots of Pacha è la sovrabbondanza delle possibilità offerte al giocatore, sia nella campagna offline sia nella modalità multigiocatore, coniugata con piccoli tutorial che rendono sempre chiare le meccaniche implementate all'interno del gioco. Con il passare dei giorni, si viene introdotti a nuove zone esplorabili e le cinematiche che aprono le giornate danno piccoli indizi al giocatore sulle attività su cui potrebbe concentrarsi. E le possibilità sono sempre tantissime: se all'inizio sarà naturale concentrarsi sull'esplorazione dei boschi circostanti l'insediamento per trovare semi di varie piante e sperimentare la loro coltura nella nostra rudimentale fattoria, proseguendo si verrà invogliati ad addentrarsi in caverne misteriose, pescare, addomesticare gli animali e costruire pozzi.
Tutto avviene in maniera graduale, certo, ma le giornate di Roots of Pacha risultano sempre pienissime di cose da fare. Rispetto ad altri simulatori di fattoria c'è una forte semplificazione negli strumenti da usare: con una semplice amigdala si rompono rocce, si estirpano erbacce e si eliminano i rami, così espandendo lo spazio in cui ci si può dedicare alle attività agricole, e si possono anche pescare i pesci che popolano i corsi d'acqua vicini. Il minigioco di pesca è sfortunatamente piuttosto monotono (bisogna mantenere il cursore sull'icona del pesce fino al momento giusto, spostandolo se l'animale si accorge di noi) e lo stesso vale anche per l'addomesticamento degli animali (si suona il flauto premendo un tasto a tempo), ma nel complesso le attività risultano ben congegnate - ed essendo molto numerose non si patisce mai la noia. Il tutto va fatto prestando attenzione alla barra della stamina, ricaricabile mangiando manicaretti che possono essere via via più complessi: in fondo, parte del progresso dell'umanità è passato anche dal miglioramento delle tecnologie culinarie.
Come dicevamo, caratteristica che distingue Roots of Pacha è la forte attenzione nei confronti delle dinamiche di gruppo e del progresso della comunità primitiva nel suo complesso. L'indicatore della Prosperità del clan è alimentato dal contributo di tutti i membri, e nel corso del tempo non farà che salire, naturalmente anche grazie all'apporto del nostro protagonista: collaborare con l'offerta di pesci, frutta, verdura e altri beni raccolti grazie al nostro duro lavoro è essenziale per sbloccare potenziamenti e nuove abilità per noi e per i nostri compagni. Anche l'osservazione del mondo circostante è fondamentale per alimentare il progresso: ad esempio, innaffiando i campi andando avanti e indietro dal fiume con la nostra semplice pelle animale da riempire potremo avere l'idea per la costruzione di un pozzo e realizzarla con l'aiuto di un altro agricoltore. Le dinamiche che vengono a crearsi in questo modo sono coinvolgenti e divertenti, senza tempi morti, anche grazie alla graduale espansione delle terre esplorabili dal protagonista. Non abbiamo apprezzato, almeno inizialmente, le sfide proposte dalla misteriosa caverna che diviene esplorabile dopo alcuni giorni, ma fortunatamente la prosecuzione dell'avventura ha reso più interessanti anche queste sezioni.
Un mondo da esplorare
Proseguire nell'avventura ci porterà ad addentrarci sempre di più nei boschi, nelle radure e nelle caverne del mondo preistorico disegnato da Soda Den. Sebbene il team sia molto contenuto - appena dieci persone - gli sviluppatori sono stati capaci di creare un mondo coeso e bellissimo da vedere, colorato e variegato, con una direzione artistica semplicemente eccellente. I menu ricordano moltissimo quelli di Stardew Valley, mentre il resto dell'interfaccia è basata sulla cintura del protagonista e articolata in un sacchetto dedicato ai semi, uno contenente gli attrezzi del mestiere e infine una griglia dedicata agli oggetti che si raccolgono lavorando nei campi o esplorando il mondo di gioco. Anche la mappa è chiara e piacevole da vedere al contempo; a livello visivo, tutto risulta molto coerente con l'ambientazione preistorica scelta dal team.
Nella versione da noi testata prima dell'uscita non era presente una localizzazione in lingua italiana; abbiamo giocato Roots of Pacha in inglese. Il design sonoro accompagna adeguatamente l'avventura in ogni sua parte ed è ben congegnato sia negli effetti, sia nelle musiche, che comunicano gioia di vivere e di scoprire ogni angolo di questo mondo incontaminato; segnaliamo che occasionalmente abbiamo fatto esperienza di alcuni glitch audio che rimuovevano del tutto i suoni collegati alle azioni del protagonista, ma un reset del gioco è stato sempre sufficiente per eliminare il problema. Più antipatici gli occasionali crash, anche perché il salvataggio avviene soltanto alla fine di ciascuna giornata (esattamente come in Stardew Valley) e ciò ci ha portato, in alcuni casi, a perdere i nostri progressi.
Conclusioni
Roots of Pacha è stato costruito con abilità e dedizione da un piccolo team e merita tutta la vostra attenzione: lontano dall'essere un clone di Stardew Valley, propone un'avventura ricca di contenuti e piena di cuore, nel segno della collaborazione e del progresso. Al netto di alcune problematiche tecniche e considerando che, molto spesso, i simulatori di vita agreste "crescono" col tempo anche grazie al riscontro della community dei videogiocatori (è stato proprio il caso del capolavoro di Eric Barone), siamo rimasti stupiti dall'altissima qualità di quanto proposto da Soda Den, nonostante la ripetitività di alcuni minigiochi e un "gancio" non efficacissimo per le sezioni di esplorazione delle caverne. Roots of Pacha è sicuramente un prodotto da tenere nel vostro radar se siete appassionati del genere, e grazie agli ottimi tutorial può essere un'ottima esperienza per approcciarsi ai simulatori di fattoria.
PRO
- Stile grafico delizioso
- Narrazione efficace, nel segno della collaborazione e dello spirito di gruppo
- Eccellente senso di progressione
- Una grande varietà di meccaniche ben implementate
CONTRO
- Alcuni minigiochi non sono efficacissimi
- Occasionali crash nella versione di prova
- Le caverne non sono molto coinvolgenti all'inizio