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Xbox Game Pass, Hi-Fi RUSH e il nuovo modo di intendere le vendite di Microsoft

Nei giorni scorsi si è parlato delle vendite di Hi-Fi RUSH, ma cosa significano davvero rispetto a Xbox Game Pass? E come vengono intesi questi dati da Microsoft?

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   24/04/2023
Xbox Game Pass, Hi-Fi RUSH e il nuovo modo di intendere le vendite di Microsoft

Le vendite di Hi-Fi RUSH sono state buone? Sono state pessime? Il gioco ha recuperato gli investimenti o non ci è riuscito? Colpa del lancio a sorpresa, del marketing mancante, del fatto che è disponibile dal day one su Xbox Game Pass?

Nei giorni scorsi si è parlato di tutti questi argomenti, spesso però senza considerare il modo in cui Microsoft, ormai da tempo, interpreta le performance dei propri titoli. Sono passati anni dall'ultima volta che la casa di Redmond ha comunicato i numeri relativi alle vendite di Xbox, e c'è un motivo preciso.

Quelle metriche sono infatti state sostituite dagli utenti attivi su Xbox LIVE e dagli abbonati a Xbox Game Pass, o in misura minore dal numero di giocatori di un determinato titolo; in parole povere, dall'engagement che la piattaforma Xbox è capace di generare.

Torniamo dunque a Hi-Fi RUSH: sebbene Microsoft si sia affrettata a smentire le voci secondo cui l'apprezzatissimo action di Tango Gameworks abbia avuto performance deludenti, dicendo anzi che è stato un successo da tutti i punti di vista, nella realtà dei fatti importa poco quali siano i numeri totalizzati dal gioco.

Questo perché si tratta alla fine dei conti di un investimento che l'azienda sta facendo nell'ottica di rendere più appetibile il catalogo di Xbox Game Pass e dunque puntare ad aumentare il numero di abbonati al servizio. Ragionare sulle copie vendute in quest'ottica lascia il tempo che trova.

Come dichiarato più volte, l'obiettivo di Microsoft è quello di portare il Game Pass su tutte le piattaforme, forse anche sulle altre console, e quando (e se) l'acquisizione di Activision Blizzard verrà finalizzata assisteremo a ulteriori, importanti passi in questa direzione, con Call of Duty a fare da apripista.

Certo, l'importante è che questi pur legittimi propositi e il nuovo modo di intendere vendite e performance non si traduca, come accaduto di recente (vedi Ghostwire: Tokyo che gira meglio su PS5 o Redfall senza modalità a 60 fps), in una mancanza di impegno sul fronte del supporto alle console.

Perché, per quanto antiquato possa suonare, sono ancora quelle che identificano il brand Xbox e la sua ampia e vivace community. Voi che ne pensate? Parliamone.

Parliamone è una rubrica d'opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.