Una base di Halo, una discreta dose di Portal e un pizzico di Fortnite: sono questi gli ingredienti dello sparatutto free-to-play sviluppato da 1047 Games, che nel mese di esordio su PC ha avuto un successo tanto grande quanto inaspettato, con oltre 600.000 download e un'infrastruttura di rete che è stata potenziata in fretta e furia al fine di reggere tutto quel peso.
Dopodiché è stata la volta del debutto su console PS4 e Xbox One, avvenuto in concomitanza con un generale ripensamento delle meccaniche e l'introduzione del cross-play, e del lancio della prima stagione con l'immancabile Battle Pass. Infine, è di questi giorni la notizia dell'esordio nel mondo degli eSport, che segna la chiusura di un cerchio per un progetto nato dal basso e portato avanti con tanto entusiasmo.
Abbiamo approfittato proprio di questi ultimi aggiornamenti per mettere nuovamente le mani sul gioco, verificarne lo stato e cercare di comprendere le ragioni del suo successo: ve ne parliamo nella (tardiva, lo sappiamo) recensione di Splitgate.
Gameplay
Cominciamo dal gameplay, elemento sempre fondamentale ma a maggior ragione in una produzione a base multiplayer. L'accostamento a Halo e Portal per Splitgate non è casuale, visto che gli autori stessi rivendicano con orgoglio di essersi ispirati ai due classici per dar vita alla loro creatura, e la cosa in effetti appare evidente fin dalle prime partite, insieme all'abbondanza di oggetti estetici e casse (sfere) premio che tuttavia non influenzano in alcun modo il bilanciamento.
La formula è infatti quella di uno sparatutto futuristico per dieci giocatori, con un time-to-kill discretamente lungo (ma non quanto quello del comparto multiplayer di Halo Infinite) e hitbox che potremmo definire generose, caratterizzato da un modello free-to-play molto permissivo e dalla tradizionale doppia progressione per chi gioca gratis e chi ha acquistato il Battle Pass, che costa 900 Splitcoin (circa 9€). Proprio la progressione regola l'accesso graduale ai contenuti e in particolare alle partite classificate, disponibili solo dopo aver raggiunto un determinato livello di esperienza.
La mobilità del personaggio è eccellente e praticamente priva di limitazioni: complici le armature potenziate indossate dai combattenti (che tuttavia, lato design, rappresentano forse il punto più debole della produzione) si può correre all'infinito, utilizzare un jetpack che garantisce alcuni secondi di propulsione per spiccare ampi doppi salti e per "planare" all'occorrenza, e infine sfruttare determinate superfici per aprire o chiudere due portali comunicanti, da sfruttare in vari modi durante le partite.
La meccanica dei portali sulle prime non è semplice da integrare nel loop, ma ci si prende la mano e può aggiungere senz'altro un elemento di spessore strategico a un'esperienza di gioco altrimenti molto lineare. Aprendo un portale è infatti possibile oltrepassarlo per raggiungere in un attimo il capo opposto della mappa, ma anche guardarci dentro per individuare eventuali avversari e sparargli a tradimento: per questo si è dotati anche di due granate che servono a distruggere i varchi aperti dagli altri giocatori.
I portali consentono di ripiegare rapidamente dopo uno scontro a fuoco che ci ha abbassato sostanzialmente le difese, rendendoci molto vulnerabili a una sortita, ma anche tracciare percorsi inaspettati all'interno di determinate stipulazioni (ad esempio quando trasportiamo la sfera nella modalità Oddball a Squadre) e sfruttare l'ottimo sviluppo verticale degli scenari, aprendo magari un varco in un punto parecchio rialzato per poter guardare gli avversari dall'alto e bersagliarli impunemente.
L'insieme di tutte queste possibilità, unitamente a un approccio all'equipaggiamento in stile battle royale (si parte con due armi casuali ma è possibile sostituirle con altri strumenti, posizionati nella mappa alla Gears of War, con tanto di timer di ricomparsa), disegna un quadro entusiasmante per chi cerca da questo tipo di esperienze un gameplay puro, livellato e basilare, e non ha paura di rinunciare ad aspetti ormai consolidati come classi e relative build.
Contenuti
A supportare il solido impianto di Splitgate troviamo un gran numero di modalità differenti e il sistema di progressione a cui abbiamo già accennato, che va a regolare l'accesso ai vari contenuti sulla base del livello di esperienza raggiunto. In realtà, però, bastano un paio di giorni anche senza Battle Pass, magari approfittando dei moltiplicatori degli eventi speciali, per arrivare a sbloccare tutto ciò che il titolo di 1047 Games ha da offrire.
Cosa ancora più importante, rispetto alla recente beta sono stati risolti i problemi di matchmaking che generavano lunghe attese per l'accesso alle partite: su Steam il sistema funziona in maniera piuttosto rapida e trova match e giocatori nonostante l'abbondanza di stipulazioni disponibili, cosa quest'ultima che generalmente tendere a frammentare l'utenza e a ottenere l'effetto contrario.
Si va dal classico Tutti Contro Tutti, allo Swat a Squadre, un deathmatch con headshot mortali; dal Re della Collina all'Instagib, in cui si combatte impugnando una letale Railgun; dalla Fiesta a Squadre con equipaggiamenti casuali a Dominazione, con i suoi punti di controllo; dallo Shotty Snipers a Squadre, che predilige l'uso di fucili di precisione, al tradizionale Deathmatch a Squadre.
E poi ancora da Contaminazione, con il singolo zombie che può convertire l'intero team, alle frenetiche fughe di Split Ball; dall'Oddball a Squadre, in stile Cattura la Bandiera, agli scontri senza respawn di Showdown; da Gun Game, in cui le performance consentono di ottenere armi migliori, alla variazione sul tema Cecchini Testa Grande e infine a Takedown, in cui bisogna eliminare l'intera squadra avversaria per vincere un round.
Un'abbondanza di stipulazioni, dicevamo, ma gli autori non hanno tralasciato neppure le mappe e le armi. Sono presenti infatti quattordici scenari standard e sette in stile simulazione, visivamente molto meno accattivanti, che alternano design più aperti e semplici ad altri intricati e complessi, si sviluppano in altezza o meno, presentano baratri mortali o comodi ripari presso cui cecchinare gli avversari senza correre troppi rischi.
Per quanto riguarda invece l'arsenale, le undici bocche da fuoco disponibili vantano caratteristiche peculiari che le rendono più o meno adatte a determinati stili di gioco e situazioni. Il fucile a pompa è la soluzione migliore per gli scontri ravvicinati, ad esempio, mentre il fucile d'assalto risulta ideale per le medie distanze con la sua raffica continua. Carabina e Fucile da Battaglia si prestano entrambi all'esecuzione di letali headshot, come ovviamente il fucile da cecchino, laddove invece Railgun e Lanciarazzi offrono una potenza devastante ma vanno calibrati.
Grafica e sonoro
Arriviamo quindi al punto dolente per Splitgate, ovverosia la generale mancanza di personalità del gioco che si riscontra non solo nelle meccaniche derivative di cui abbiamo già parlato, ma anche e soprattutto nel design generale. Le armature dei personaggi sono estremamente generiche, mentre gli scenari pescano suggestioni qua e là (anche da Rocket League, per dire), incapaci di imporre una propria personalità.
È ovviamente un problema su più livelli, perché è chiaro che nell'ambito di un filone così affollato e competitivo come quello degli sparatutto multiplayer serve necessariamente distinguersi dalla concorrenza con un'idea di fondo forte, una caratterizzazione precisa che il titolo di 1047 Games non possiede.
La generale mancanza di effetti contribuisce a rendere il gioco piuttosto leggero, e infatti sulla configurazione di prova gira a 4K e 60 fps senza alcun problema, con tutti i preset impostati al massimo. Non sono purtroppo presenti opzioni per lo scaling dinamico o per l'upscaling gestito dall'intelligenza artificiale, ma le opzioni disponibili bastano in effetti per scalare l'esperienza sui PC di fascia media.
Il comparto sonoro si muove infine fra alti e bassi: il tema principale è carino e rimane in testa (anche perché lo sentirete suonare più e più volte nei menu fra un match e l'altro), ma per il resto le musiche latitano. Poco da dire invece sugli effetti: anche qui nulla di clamoroso o di originale, ma svolgono bene il loro compito.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i5 10400
- Scheda video: NVIDIA RTX 3070
- Memoria: 16 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10
Requisiti minimi
- Processore: qualsiasi CPU dual core
- Scheda video: NVIDIA GTX 660
- Memoria: 6 GB di RAM
- Storage: 15 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 7 64 bit
Conclusioni
Splitgate si conferma un progetto molto interessante: uno sparatutto free-to-play competitivo che prende qualcosa da Halo e da Portal, ma non solo, per proporre un'esperienza semplice, immediata e divertente, supportata da una grande quantità di contenuti e da un modello F2P decisamente elastico nei confronti di chi non vuole (ancora) investire denaro nel gioco. Il gameplay dà vita ad alcune sequenze davvero frenetiche e mette a disposizione l'affascinante meccanica dei portali per aggiungere un pizzico di spessore a partite che altrimenti non avrebbero moltissimo da dire in un panorama così affollato e competitivo. Purtroppo nel trarre spunti qui e lì i ragazzi di 1047 Games non hanno considerato la necessità di rendere il loro prodotto ben riconoscibile, e alla fine dei conti è questo che ancora manca a Splitgate.
PRO
- Semplice, immediato e divertente
- La meccanica dei portali apre a varie possibilità
- Tante mappe, modalità e armi differenti
CONTRO
- Privo di personalità
- Generico anche visivamente
- Mancano alcuni elementi tipici del genere