Suicide Squad: Kill the Justice League si pone narrativamente come un seguito della saga di Batman: Arkham, ma non è un nuovo episodio di Batman: Arkham. Ripetete con noi: "non è un nuovo episodio di Batman: Arkham". Non lo è mai stato a livello concettuale, non è nato in questo modo, non vuole ambire a confrontarsi con la trilogia originale (quadrilogia, anzi: Origins viene spesso colpevolmente ignorato), è proprio un'altra cosa.
Dal punto di vista puramente creativo il nuovo titolo di Rocksteady Studios è un po' come quelle storie a fumetti che approfittano di una chiusura (editoriale, in genere) per mettere in scena la morte dei personaggi più importanti, capitalizzando sulle emozioni che questi eventi possono suscitare nel lettore e fungendo al contempo da sfogo per gli autori, che possono finalmente vedere l'effetto che fa una roba del genere.
Uccidere Batman? Uccidere Superman? Sul serio? Sul serio. A metà strada fra l'approccio di James Gunn e i drammatici risvolti di Crisi sulle Terre Infinite, quello che si pone senza dubbio come uno dei tie-in più controversi di sempre arriva oggi nei negozi e noi siamo qui a parlarvene nella recensione di Suicide Squad: Kill the Justice League.
Storia, narrazione, direzione ed epicità
Ne avevamo già parlato nel provato delle prime ore di Suicide Squad: Kill the Justice League, ma tocca ribadirlo: il comparto narrativo rappresenta senza alcun dubbio il principale punto di forza del nuovo gioco di Rocksteady Studios. I presupposti parlano da soli: diversi anni dopo gli eventi di Batman: Arkham Knight, il potente Brainiac atterra con la sua Nave Teschio in quel di Metropolis con uno scopo preciso: conquistare la Terra e trasformarla nel suo pianeta d'origine, Colu.
La città scelta dal malvagio androide alieno non è frutto di una decisione casuale: è lì che operano gli eroi più potenti, i membri della Justice League; e la prima cosa che Brainiac fa è catturarli e corromperli nel profondo, riducendoli a obbedienti soldati privi di qualsivoglia inibizione, pronti a far rispettare il volere del loro nuovo padrone nella maniera più sanguinosa e violenta possibile. Una mutazione da cui non si può tornare indietro.
Alla luce di tutto ciò, Amanda Waller, direttrice dell'organizzazione governativa A.R.G.U.S., decide di recarsi ad Arkham e seleziona quattro criminali per formare una vera e propria squadra suicida da inviare a Metropolis. Del resto come lo si potrebbe mai chiamare un manipolo di malviventi fuori di testa, che vengono armati alla meglio e mandati ad affrontare metaumani virtualmente invincibili come Superman e Wonder Woman? Ecco, appunto, il concetto è chiaro.
La scelta della Waller ricade sulla folle Harley Quinn, il tiratore infallibile Deadshot, l'irrecuperabile Captain Boomerang e il potente mutante King Shark. Ai detenuti viene impiantata una micro-bomba nel collo (in realtà se la impiantano da soli, a vicenda, e già quella sequenza fa capire molto della scrittura di Suicide Squad: Kill the Justice League) che può essere azionata da remoto e dunque li obbliga a eseguire gli ordini anziché darsela a gambe una volta rimessi in libertà.
La cosiddetta Task Force X viene dunque condotta a Metropolis (sì, anche il viaggio è tutto un programma, specie per come si conclude) e lo scenario che si para di fronte ai loro occhi è di quelli che restano impressi: la gigantesca Nave Teschio di Brainiac si staglia all'orizzonte, mentre i suoi titanici tentacoli lambiscono ciò che resta di una città ormai in rovina, messa a ferro e fuoco dalle truppe al servizio del conquistatore alieno.
Truppe che, scopriremo ben presto, non sono altro che cittadini riconvertiti, trasformati in orribili mostri attraverso un processo spietato e irreversibile. Non che i componenti della Suicide Squad si sarebbero fatti problemi ad ammazzare persone comuni per raggiungere i propri scopi, sia chiaro, ma le circostanze implicano l'impiego di qualsiasi risorsa a disposizione; e Amanda Waller, per nostra fortuna (o per nostra sfortuna?), di risorse ne ha parecchie.
L'obiettivo è quello di uccidere la Justice League, dunque, ma non senza godersi il viaggio. Ottenere i mezzi e le capacità per riuscire ad ammazzare gente come Flash, Lanterna Verde, Batman e Superman non sarà semplice e i protagonisti del gioco dovranno muovere mari e monti, persino superare i confini del loro mondo per riuscire nell'impresa, nell'ambito di un viaggio che sul piano narrativo abbiamo trovato entusiasmante.
Se infatti gli eroi (o ex eroi) della Lega della Giustizia vengono resi nel gioco in una maniera bidimensionale, rinchiusi nei confini della loro moralità (o dell'assoluta mancanza di essa, dopo il trattamento Brainiac), i quattro protagonisti sono invee oro puro, videoludicamente parlando: caratterizzati in maniera magnifica, mai banali (e questo era difficile), sempre pronti a sorprenderci con trovate assolutamente fuori di testa, che bucano lo schermo e strappano risate.
Ci sono sequenze nella campagna di Suicide Squad: Kill the Justice League che possiedono un grado di epicità fuori scala, ma anche gag brillanti, una scrittura solidissima, situazioni inaspettate, azzardi che non ci si aspetterebbe di vedere in un prodotto su licenza ed espedienti visivi brillantemente rielaborati (vedi la tradizionale camminata di gruppo al rallentatore) che ribadiscono ancora una volta quanto dannatamente demenziale sia questa storia. Nel senso buono.
Naturalmente a pesare sono anche e soprattutto le interpretazioni, che nella versione nostrana vantano un doppiaggio in italiano che però non è esente da difetti. Diciamo subito che la Harley Quinn di Chiara Francese è un gioiellino, quanto di più vicino ci sia alla controparte americana di Tara Strong. Il Captain Boomerang di Francesco "Deacon" Rizzi è fantastico e subito dopo vengono le performance di King Shark, Amanda Waller, Pinguino, Gizmo, Flash e Superman, doppiato anche qui da Matteo "Nathan Drake" Zanotti.
Deadshot l'abbiamo purtroppo trovato fuori fuoco in molti dialoghi, ci sono momenti in cui funziona bene e altri in cui lascia interdetti, mentre la voce di Batman è difficile da salvare: dovendo sostituire una figura mitologica come Marco Balzarotti, che ha interpretato il Cavaliere Oscuro nella saga di Batman: Arkham nonché in tantissime produzioni animate, sarebbe stato il caso di scegliere qualcuno di altrettanto carismatico, e volendo c'erano diverse possibili opzioni.
Il doppiaggio italiano si colloca all'interno di un comparto audio di ottima fattura, ricco di effetti convincenti e supportato dalla colonna sonora rock firmata da Rupert Cross e Nick Arundel, che volendo trovate sulle piattaforme digitali e che vanta alcuni brani davvero potenti e significativi, come l'adrenalinico tema principale "Squad Up!".
E poi c'è il gameplay
Un action adventure fortemente orientato alla narrazione, giocabile tranquillamente anche in solitaria, oppure un looter shooter con struttura live service che mette il gameplay cooperativo al primo posto? Suicide Squad: Kill the Justice League cerca di restare in equilibrio fra vocazioni ed esigenze, e sebbene probabilmente non sapremo mai se la formula adottata dal gioco sia stata o meno un'imposizione del publisher, il risultato finale è molto piacevole laddove si guardi unicamente alle meccaniche.
I quattro protagonisti sono infatti molto ben differenziati, con vincoli piuttosto stretti in termini di equipaggiamento e abilità peculiari che li distinguono in maniera sostanziale, dando un senso alla possibilità di passare in qualsiasi momento da un personaggio all'altro, a parte nel mezzo delle missioni. Harley è probabilmente la figura più vicina alla saga di Batman: Arkham, non a caso si muove per la città usando un rampino e un drone presi in prestito dal Cavaliere Oscuro, mentre Deadshot usa un jetpack per svolazzare in giro.
Captain Boomerang da questo punto di vista è il più particolare, visto che lancia il suo boomerang per poi raggiungerlo in un istante grazie al guanto della velocità rubato al Dottor Sivana, mentre King Shark compie salti poderosi in stile Hulk. In tutti i casi l'autonomia delle propulsioni è ridotta, un po' come se si spiccassero ampi balzi che ci conducono da un tetto all'altro di Metropolis; e prendere davvero confidenza con i sistemi, riuscendo a utilizzarli rapidamente e senza incartarsi anche nelle situazioni più caotiche, richiede più tempo del previsto.
La componente traversal è tuttavia solo uno dei fattori dell'equazione formulata da Rocksteady Studios, che per il sistema di combattimento di Suicide Squad: Kill the Justice League ha clamorosamente messo da parte il collaudatissimo freeflow in favore di un'impostazione third person shooter molto veloce e frenetica, che nelle fasi più avanzate diventa terribilmente caotica ma funziona molto bene nel suo intreccio di dinamiche.
La varietà dell'equipaggiamento (che include in genere due armi da fuoco e una per il corpo a corpo, con un munizionamento sempre molto generoso ma non infinito), il sistema delle combo, le alterazioni applicabili a ogni strumento, le utilissime granate e le spettacolari mosse speciali sbloccabili contribuiscono ad arricchire l'impianto al punto da mantenerlo fresco e divertente anche a fronte di situazioni che tendono a ripetersi.
In tale frangente il looting, che pure dovrebbe rappresentare un elemento centrale dell'esperienza, non pesa quanto avremmo immaginato: ottenere armi straordinarie è una questione di fortuna ma il gioco da questo punto di vista si rivela tutt'altro che avaro, dunque volendo è possibile prestarci poca attenzione e ogni tanto controllare l'inventario per far sì che i personaggi dispongano della migliore attrezzatura possibile, oppure sperimentare qualche soluzione differente rispetto alla dotazione di default.
È tuttavia pur sempre un'occasione sprecata quando vengono introdotti elementi che poi si tende a ignorare: i talenti non incidono chissà quanto nell'efficacia delle nostre azioni sullo schermo, così come i potenziamenti offerti dal Pinguino, dal Giocattolaio o dalla rinnovata Poison Ivy non vanno a migliorare in maniera percepibile gli strumenti a disposizione, e così all'ennesima passeggiata a vuoto ci si concentra su altro.
I motivi di una progressione per molti versi lenta sono probabilmente da ricercare nella natura stessa di questo progetto, che nelle intenzioni di Rocksteady Studios e Warner Bros. ci terrà compagnia per molto tempo ancora, attraverso un sistema di stagioni che sulla carta appare entusiasmante, fatto di contenuti gratuiti e personaggi giocabili aggiuntivi, a cominciare nientemeno che dal Joker.
Cooperativa senza limiti
Suicide Squad: Kill the Justice League può essere affrontato in solitaria, facendosi accompagnare dai bot, oppure in multiplayer cooperativo online, aprendo la sessione ai soli amici o a qualsiasi utente. Il supporto per il multiplayer cross-platform consente di giocare anche insieme ai possessori di sistemi differenti dal nostro, a patto di aver collegato i propri profili tramite l'interfaccia di WB Games. Abbiamo provato le varie funzionalità, riscontrando alcune incertezze legate alla latenza solo all'interno di partite a quattro con giocatori sconosciuti. In generale, il sistema funziona sorprendentemente bene.
Il problema è l'open world?
Se il comparto narrativo e le meccaniche del gameplay di Kill the Justice League ci hanno convinto, non si può dire lo stesso della struttura open world confezionata per l'occasione dal team di sviluppo inglese. Metropolis non è Gotham, su questo non ci piove, e quella che viene rappresentata nel gioco è una zona di guerra piuttosto che una città viva e pulsante, che finisce per fare da mero sfondo a una serie di battaglie un po' troppo simili fra di loro.
Viene dunque a mancare il fascino dell'ambientazione, che peraltro risulta pienamente accessibile fin da subito e in tal modo non valorizza eventuali quartieri differenti, che pure sulla carta esistono e vengono rappresentati ma in cui difficilmente ci troveremo a passeggiare. È insomma il più classico e vetusto dei sandbox, quello che si para di fronte ai nostri occhi; e per quanto possa essere divertente disintegrare l'ennesima pattuglia di nemici al volo, lanciando un paio di granate mentre ci si sposta da un tetto all'altro, è chiaro che oggi come oggi una struttura del genere non ha molto da dire.
Gli edifici a cui è possibile accedere sono pochissimi, l'azione si svolge esclusivamente all'aperto e le pur apprezzabili variazioni sul tema (vedi le sezioni con Batman) svolgono alla fine dei conti una funzione puramente narrativa. Il problema più grosso è però rappresentato dallo scarsa varietà nelle tipologie di missioni disponibili: nel corso della campagna ci si trova a fare più o meno sempre le stesse cose e questo può rappresentare senz'altro un ostacolo, se siete stanchi dei soliti open world.
Il rischio è che la fase endgame e gli eventuali nuovi incarichi in arrivo con gli aggiornamenti non facciano altro che ribadire le stesse soluzioni, proponendo semplici rivisitazioni dei principali combattimenti coi boss che speriamo almeno possano contare sul supporto di scenari arricchiti e reinventati. A proposito, quanto dura Suicide Squad: Kill the Justice League? Noi siamo arrivati ai titoli di coda in circa undici ore, ma poi appunto c'è un endgame che sembra ricco e promette anche di raddoppiare quel minutaggio.
Com'è la grafica?
Suicide Squad: Kill the Justice League gira a 60 fps su tutte le console (sì, anche Xbox Series S), utilizzando il classico espediente della risoluzione dinamica che su PS5 punta ai 1800p ma si accontenta spesso e volentieri dei 1440p, presentando qualche singhiozzo solo in casi abbastanza rari e anomali, che dunque crediamo verranno sistemati in fretta. Per il tipo di gioco e per le situazioni che vengono rappresentate, come detto parecchio caotiche e rumorose nelle fasi più avanzate della campagna e durante l'endgame, si tratta di risultati di tutto rispetto.
Dopodiché ci sono naturalmente le scelte artistiche, e qui si può aprire senz'altro un dibattito. Come già detto, la Metropolis di Kill the Justice League non ha nulla a che vedere con la Gotham di Arkham Knight, i due scenari sono letteralmente distanti come il giorno e la notte, visto che la città di Batman veniva sempre e solo mostrata in notturna. Differenze giustificate sul piano narrativo ma che, ce ne rendiamo conto, impattano sulla resa visiva generale dello scenario, sgretolandone la personalità.
La metropoli un tempo protetta dalla Justice League azzarda alcune architetture peculiari ma rimane arida e desolata, tanto esteticamente quanto contenutisticamente, e il sistema di illuminazione utilizzato dal gioco, una scelta forse obbligata al fine di rappresentare l'alternarsi del giorno e della notte, tende ad appiattire le superfici piuttosto che valorizzarle, anche in presenza di pioggia. Personaggi, nemici e animazioni, invece, ci sono piaciuti.
Anche in questo caso sono tuttavia le sequenze d'intermezzo a farla da padrone, e lì c'è davvero poco di cui lamentarsi: per stile, spettacolarità, direzione e realizzazione, le scene in cui si dipana la trama di Kill the Justice League sono straordinarie, e se siete grandi appassionati dell'universo DC potrebbero valere da sole il prezzo del biglietto.
Conclusioni
Suicide Squad: Kill the Justice League è un bizzarro mix di sensazioni: un gioco fantastico sul piano narrativo, pieno di personaggi scritti in maniera brillante, situazioni completamente fuori di testa e scene davvero epiche; che peraltro può contare su di un gameplay solido, frenetico e divertente anche nei momenti più incasinati e confusionari, specie laddove si affronti la cooperativa insieme agli amici. È un peccato che l'open world confezionato per l'occasione non supporti questi elementi con maggiore convinzione, svolgendo il mero ruolo di sfondo rispetto a missioni un po' troppo simili fra di loro. Cambierà qualcosa nella fase post-lancio?
PRO
- Personaggi e narrazione eccezionali
- Gameplay frenetico e divertente, specie in co-op
- 60 fps su tutte le piattaforme
CONTRO
- Open world datato e poco interessante
- Attività spesso ripetitive
- La componente live service per il momento dice poco