La freschezza del passato
Al di là dei dubbi della vigilia, c’è comunque sempre stata la consapevolezza del valore indiscutibile del gioco in questione. Stiamo parlando ovviamente di Super Mario 64, uno dei più grandi capolavori della storia dei videogames capace davvero di rivoluzionare un intero genere, e non solo. Correva infatti il 1996 quando il Nintendo 64 mostrò un autentico mondo in 3D, un sistema di controllo tramite levetta analogica praticamente perfetto e una meccanica di gioco superiore a qualsiasi altra cosa vista prima di allora. E fu ovviamente un successo, un enorme successo, capace di trainare da solo le vendite della console come la migliore delle killer-app. Trovarsi oggi, nel 2004, a parlare ancora dello stesso gioco è già da solo un segnale dell’enorme importanza che questo ha avuto per l’intera industria. Ma legare il suo nome al Nintendo DS resta comunque un azzardo: non sarebbe stato forse meglio sviluppare qualcosa di realmente nuovo e in grado di sfruttare, e non di adattarsi, al touch screen e al doppio schermo? La risposta è molto meno semplice di quanto si possa pensare, e va al di là di una semplice sentenza negativa o positiva. Sicuramente sviluppare un titolo sulla base di un gioco già esistente ha permesso a Nintendo di rispettare la data di debutto della console, che non ha sofferto alcun ritardo rispetto alle previsioni e soprattutto ha anticipato di un mese e mezzo la “concorrente” PSP. Allo stesso modo, Super Mario 64 DS rappresenta tutt’altro che una scelta di ripiego, e al contrario si rivela splendidamente adatto a sostenere le vendite della console offrendo ai giocatori un’esperienza di gioco che anche a distanza di 8 anni merita appieno di essere vissuta. A maggior ragione dal momento che questo adattamento per Nintendo DS non si limita a ricalcare perfettamente l’episodio originale, ma appare piuttosto come un remake ampliato e rivisto sotto parecchi punti di vista. Anzitutto, i programmatori hanno scelto di affiancare all’idraulico italiano degli altri protagonisti a cominciare da Yoshi, il dinosauro verde che idealmente fa da filo conduttore tra la fine di Super Mario 64 e l’inizio di questo Super Mario 64 DS. Sì perché è proprio al comando di Yoshi che l’avventura ha inizio, permettendo al giocatore di muovere i primi passi nel gioco e prendere confidenza coi comandi. Liberando poco più in là Mario, per poi continuare con Wario e Luigi, questo episodio per DS di fatto dona la possibilità di affrontare qualsiasi livello con uno dei 4 personaggi, con tutto ciò che ne consegue: ognuno di essi ha infatti caratteristiche peculiari e uniche e, sebbene nessun obiettivo sia precluso ad uno o all’altro protagonista, la facoltà di scegliere chi impersonare aumenta la freschezza e la varietà di un titolo già di per sé eccezionale sotto questo punto di vista.
Le novità non finiscono qui…
Ovviamente la presenza di nuovi personaggi significa anche nuovi livelli. Super Mario 64 DS aumenta infatti il numero totale di stelle da collezionare, che passano così da 120 a 150 per la gioia di chiunque abbia già giocato l’originale. I nuovi livelli e le nuove locazioni sono stati splendidamente aggiunti all’interno del mondo datato 1996, al punto che è praticamente impossibile accorgersi del loro inserimento “a posteriori”: l’implementazione è infatti perfetta, credibile e verosimile, senza nessuna sbavatura. Al contrario, dal punto di vista grafico il distacco con il capitolo per Nintendo 64 è davvero marcato, ovviamente in favore del neonato DS. Confermando delle ottime capacità nella gestione della grafica 3D, la nuova versione appare fin da subito migliore, a partire da un frame rate stabilmente ancorato ai 30 fotogrammi per secondo e totalmente privo di qualsiasi incertezza. La definizione dell’immagine è inoltre impeccabile, con texture più definite e modelli poligonali rivisti e irrobustiti; le ridotte dimensioni dello schermo inoltre non fanno affatto pesare la mancanza di anti-aliasing, e il leggero pop-up non dà particolare fastidio. Ma aldilà dell’aspetto grafico e della struttura di gioco, ciò che rese Super Mario 64 il capolavoro di giocabilità che si è rivelato fu senza ombra di dubbio il sistema di controllo; l’utilizzo della levetta analogica rappresentava il cardine portante, strumento essenziale e fondamentale per avere la sensazione di possedere davvero un collegamento diretto con il proprio alter-ego digitale. Non era raro in tal senso osservare i possessori di Nintendo 64 passare ore intere semplicemente correndo e saltellando attorno al castello, spinti dal purissimo piacere che veniva trasmesso loro dal tricornuto pad. Sfortunatamente, su Nintendo DS non è presente alcuna levetta analogica; il motivo, l’abbiamo già detto, è certamente da ricercarsi nella attrattiva che questa avrebbe avuto nella maggior parte dei giochi sia da parte degli sviluppatori che dei giocatori, fattore questo che avrebbe svilito e messo in secondo piano il tanto pubblicizzato touch screen. E così sulla neonata console Nintendo viene offerta la possibilità di scegliere tra due sistemi di controllo diversi; il primo, del tutto inadeguato, assegna gli spostamenti alla croce direzionale, richiedendo la pressione di un tasto per poter correre. Purtroppo è immediatamente evidente, come se mai ci fosse stato bisogno di sottolinearlo, che l’esordio di Mario nella terza dimensione è sempre stato pensato e sviluppato attorno ad un controllo di tipo analogico. E il digitale non è nemmeno lontanamente accettabile come soluzione di ripiego. Ecco quindi subentrare il touch screen, protagonista del secondo sistema di controllo disponibile. In questo caso, messo assolutamente da parte il pennino e infilato il thumb-strap, è necessario poggiare il proprio pollice sullo schermo sensibile al tocco. Quel punto esatto sarà ritenuto, fino al sollevamento del dito dallo schermo, come la zona neutra di una levetta analogica “virtuale”: strisciare il pollice in una qualsiasi direzione sarà quindi come inclinare tale levetta, con conseguente spostamento del personaggio utilizzato. Dopo un iniziale senso di smarrimento, col passare del tempo la familiarità con questa inedita soluzione aumenterà gradualmente, fino a consentire una buona padronanza dei movimenti e permettere così di spostarsi con agilità all’interno del mondo tridimensionale. Ma, lo diciamo con certezza, nessuno potrà mai affermare seriamente di preferire questo metodo di controllo a quello offerto dallo stick analogico tradizionale: la mancanza infatti di una levetta “fisica” priva di tutto quel senso di feedback che il touch screen non può fornire, oltre ad essere per forza di cose meno preciso e agile nel rispondere alle direttive dell’utente. Un buon compromesso quindi, ma senza dubbio non una soluzione ideale per questo tipo di giochi.
It’s extra time
Ma Super Mario 64 DS non è solamente un piccolo trattato su come adattare un gioco “tradizionale” alle potenzialità del Nintendo DS. Al contrario, il titolo in questione fornisce una quantità di extra che fanno autenticamente uso delle caratteristiche peculiari della console e, pur non rappresentando elementi cardine dell’esperienza di gioco, contribuiscono a dare a questo episodio l’identità di qualcosa di più di un semplice remake. Anzitutto, i programmatori hanno avuto il tempo di inserire una simpatica modalità in multiplayer, ovviamente tramite collegamento wireless, e perdipiù utilizzabile con una sola cartuccia di gioco. Fino a 4 giocatori possono parteciparvi: dopo aver speso circa un minuto per scaricare i dati necessari sulle proprie console, viene offerta la possibilità di scegliere 4 arene all’interno delle quali sfidarsi in una gara a chi raccoglie il maggior numero di stelle. Ovviamente il fair play non è contemplato, e così è possibile rubare il bottino degli avversari a suon di pugni e calci senza pietà. Pur offrendo il meglio di sé con 3 o 4 utenti, e pur risultando sicuramente limitata, la modalità multiplayer di Super Mario 64 DS riesce nell’intento di divertire genuinamente, rivelandosi quindi una aggiunta perfettamente azzeccata. Continuando nella descrizione degli extra presenti, non si può non parlare della trentina di minigames presenti e ottenibili catturando i conigli sparsi in giro per il castello; si tratta di piccoli diversivi dall’avventura principale, capaci di offrire ovviamente esperienze brevi e poco elaborate ma davvero divertenti e capaci di strappare più di qualche sorriso. Inoltre, essendo stati sviluppati da zero puramente con la funzione di rappresentare una gradita aggiunta all’esperienza di gioco principale, fanno pieno uso del touch screen rendendolo davvero fondamentale all’interno delle meccaniche proposte. Concludendo, non possiamo non parlare della componente sonora di questo Super Mario 64 DS, che conferma appieno la bontà della nuova console Nintendo sotto questo punto di vista. Dopo una vita passata a ritenere i portatili inadatti a presentare esperienze sonore realmente valide, è davvero una gioia ascoltare quanto ha da offrire il DS con il suo audio stereo di eccellente qualità. Nel dettaglio, nel gioco in oggetto tutto quanto era presente sulla cartuccia per Nintendo 64 è stato trasportato brillantemente, con l’aggiunta ulteriore di alcuni effetti e frasi pronunciate dai protagonisti. L’esperienza sonora è davvero immersiva, pulita, priva di sbavature e capace addirittura di offrire un credibile surround virtuale; da questo punto di vista, insomma, tanto di cappello.
Commento
Super Mario 64 DS è un titolo davvero difficile da valutare. Da una parte, c'è il leggero senso di amarezza per la decisione da parte di Nintendo di utilizzare un remake come titolo di punta per il lancio del DS, quando magari avremmo preferito un titolo originale e sviluppato davvero attorno alle caratteristiche peculiari della nuova console. Al contrario, Super Mario 64 DS si adatta ad esse, con risultati per certi aspetti assolutamente esaltanti (grafica e sonoro), per altri un po' meno convincenti (sistema di controllo). Ma dall'altra parte, è sufficiente accendere il Nintendo DS e sentire il brano introduttivo per venire letteralmente risucchiati nel mondo che abbiamo così tanto amato su Nintendo 64, e godere nuovamente di uno dei videogiochi semplicemente più belli della storia. Un acquisto consigliato quindi a chiunque, capace di divertire genuinamente in una maniera che solo Nintendo è capace di offrire.
- Pro
- Era un capolavoro 8 anni fa, e lo è anche oggi
- Grafica e sonoro sorprendenti
- Ottima dose di extra e aggiunte
- Contro
- Sistema di controllo accettabile ma non ideale
- Poco adatto per esprimere le caratteristiche peculiari del DS
L’arrivo del Nintendo DS ha messo in fermento la comunità mondiale di videogiocatori, elettrizzata dalle promesse della casa di Kyoto riguardo alle innovazioni che la console dai due schermi avrebbe portato con sé. Ma, è lapalissiano, un hardware per quanto rivoluzionario può ben poco se non è supportato da un software capace di esprimere le sue potenzialità. Alla luce di tali premesse, la decisione di scegliere un gioco vecchio di oltre 8 anni come titolo di punta per il lancio del Nintendo DS ha lasciato perlomeno qualche perplessità.