Inaugurazione senza problemi di intasamento
Una volta avviato il gioco bisogna scegliere uno tra i quattro server ufficiali per registrare l’avatar: qualora quello selezionato fosse eccessivamente trafficato il programma ne impedisce l’accesso. Naturalmente, data la provenienza della produzione, l’host europeo è quello più gettonato, anche se personalmente abbiamo preferito Cassiopeia, localizzato nella costa occidentale degli Stati Uniti d’America, attualmente poco popolato e dotato di tempi di latenza accettabili (un plauso a NCsoft per aver evitato i classici intasamenti inaugurali nonostante la calorosa accoglienza del pubblico). A questo punto si può procedere alla registrazione di un massimo di sedici avatar. La creazione del proprio alter ego, probabilmente il momento più importante di un gioco di ruolo, potrebbe deludere una fetta di appassionati poiché si riduce alla scelta del sesso e della fisionomia del protagonista, senza la possibilità di selezionare razze diverse da quella umana né di specializzarsi in determinate professioni. Viene così tradito subito nei primi secondi di gioco lo spirito profondamente arcade di Tabula Rasa: il personaggio, alla stregua di giochi come Titan Quest o Two Worlds (per citare i più recenti) prende fisionomia man mano che il giocatore decide come spendere i tre punti caratteristica e due punti abilità che si conseguono a ogni avanzamento di livello.
Inaugurazione senza problemi di intasamento
I primi servono ad aumentare, di volta in volta, il numero di punti ferita e concentrazione (l’equivalente del mana degli RPG fantasy) e la velocità con cui questi si rigenerano, mentre i secondi permettono di specializzarsi in potenti discipline (ora magiche, ora fisiche) denominate Logos che per poter essere utilizzate devono essere dapprima apprese presso appositi altari. I Logos acquisiti vengono disegnati nella Tabula (inizialmente Rasa) che dà il nome al gioco. I livelli 5, 15 e 30 sono dei veri e propri punti critici perché il giocatore, per poter progredire, deve prima scegliere in che classe specializzarsi, seguendo un albero che arriva ad avere, al trentesimo livello, otto diramazioni: quattro di stampo più militaresco (granatiere, guardiano, cecchino e spia), quattro più di supporto (demolitore, geniere, medico e biologo); naturalmente a ciascuna di esse corrispondono abilità uniche e peculiari. Chi teme di doversi sorbire daccapo tutto l’iter di crescita per poter utilizzare una classe più confacente può tirare un sospiro di sollievo grazie a un’innovazione introdotta da Tabula Rasa: si tratta del sistema di clonazione che permette di realizzare una copia esatta del personaggio originario, con relative onorificenze e quest completate, i cui punti abilità però sono ancora da distribuire. L’arsenale non viene trasferito ma è possibile immagazzinarlo in appositi armadietti di modo da intercambiarlo con gli altri avatar della stessa famiglia. Per poter dar corso a questa operazione sono richieste apposite “card” che vengono fornite al completamento di certi obbiettivi.
Requisiti di Sistema
Requisiti Minimi
- Sistema operativo: Microsoft Windows XP
- Intel Pentium 4 a 2,5 GHz o equivalente AMD
- 512 MByte di RAM
- ATI Radeon 9600 o NVIDIA GeForceFX 5700 con 128MB di RAM
- DVD-ROM 2x
- 5 GB di spazio libero sul disco rigido
- Connessione internet a banda larga
- Sistema operativo: Microsoft Windows XP/Vista
- Intel Pentium 4 a 3,5 GHz o equivalente AMD
- 2 GByte di RAM
- ATI Radeon® x1800 o NVIDIA® GeForce 7800
- AMD Athlon FX-55 (2,6 GHz)
- 2 GByte di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce 7800 GTX
Carne da macello
Il tutorial che accompagna le reclute nei primi minuti di gioco è sufficientemente intuitivo ma non del tutto esauriente: sono troppi gli aspetti tralasciati, come il PvP e il crafting, che possono essere padroneggiati dunque solo con l’esperienza sul campo di battaglia. La visuale in terza persona può essere avvicinata sino ad inquadrare le spalle dell’avatar, ma esiste anche una modalità simile a quella di Gears of War in cui il personaggio va ad occupare l’angolo inferiore sinistro del monitor, permettendo una visione più precisa del bersaglio. L’azione è frenetica e ricorda quella di un FPS: la carneficina inizia sin dai primi livelli favorita soprattutto dalla natura dinamica dei nemici, che non si limitano a essere meri oggetti d’arredo urbano, ma pattugliano attivamente alcune zone strategiche della mappa, accorgendosi velocemente di presenze non gradite (e non si tratta di soli umani, ma anche di innocui animali da pascolo o di altri alieni che si trovano nei paraggi). Caratteristica molto interessante per quanto non innovativa è l’esistenza di avamposti “liberi”, periodicamente attaccati da frotte di Bane che possono arrivare anche alla loro conquista, rendendo indisponibili così i commercianti e i quest givers al loro interno. Le furibonde battaglie che ne derivano per la liberazione e il presidio rappresentano probabilmente il fiore all’occhiello di Tabula Rasa, che raggiunge livelli entusiasmanti con l’utilizzo (fortemente incoraggiato da un sistema testuale non molto veloce) della voice chat: mai come in questi casi infatti è necessario organizzarsi con altri giocatori per raggiungere l’obbiettivo. L’intelligenza artificiale si dimostra, relativamente al genere degli MMORPG, una delle migliori che si siano viste anche se a volte gli alieni controllati dal computer appaiono eccessivamente aiutati da una mira che permette loro di colpire il giocatore anche quando si trova dietro a rocce o muri. Situazioni frustranti dovute talvolta al lag ma anche a bachi veri e propri che i programmatori si stanno prodigando di risolvere.
Economia in crisi
Non manca l’azione nemmeno per chi predilige le missioni in solitaria. Decine di quest si presentano a ogni accampamento e per quanto non tutte subito completabili da un unico giocatore (anche in Tabula Rasa viene palesemente favorita la cooperazione tra gli utenti) non ci si troverà quasi mai con il cruccio di dove andare o cosa fare anche perché esplorando a piedi (paradossalmente esistono solo dei portali di teletrasporto, ma non mezzi motorizzati) le vaste aree che compongono le mappe del gioco si trova sempre qualche alieno da disintegrare o qualche utente meno esperto a cui dare una mano. Alcune di queste hanno persino dei risvolti morali (consegnare il giovane apprendista sciamano alla giustizia per i danni arrecati o aiutarlo a fuggire e a coltivare la sua passione?), peccato però che non ci siano ripercussioni se non nella ricompensa. Si combatte principalmente con armi da fuoco e bombe, oltre che con le abilità speciali: non serve ovviamente dire che ci sono decine di varianti di fucili, pistole et similia e che tutte devono essere periodicamente riparate per evitare inceppamenti o surriscaldamenti eccessivi. Trovarsi innanzi a un gruppo di Thrax con il mitragliatore in panne o peggio ancora senza munizioni non è affatto simpatico e anche una fuga disperata a volte non potrà essere sufficiente a salvare la propria pellaccia. Fortunatamente le penalità legate al trapasso si limitano ad abbassare (a volte anche drasticamente) per cinque minuti le caratteristiche dell’avatar. Questa situazione di per sé non è molto fastidiosa nelle mappe principali ma crea grossi problemi nelle istanze (ossia quelle piccole zone del gioco create esclusivamente per il giocatore e il suo gruppo) dove può essere frustrante attendere di recuperare appieno gli attributi senza essere costretti a interrompere a metà una quest.
Economia in crisi
Quello che manca sono invece il PvP e una robusta economia che non può reggersi soltanto sul fragile sistema di crafting realizzato in Tabula Rasa, molto complicato e lasciato completamente in balia della curiosità dei giocatori, visto che le uniche indicazioni presenti nella guida cartacea lasciano veramente a desiderare. Le battaglie contro gli altri utenti sono a loro volta state messe molto in disparte e riguardano fondamentalmente i clan. Anche chi non è iscritto a una gilda può sfidare un altro giocatore ma non è certamente questo il punto di forza di Tabula Rasa, almeno in questa fase di rodaggio del titolo, anche se si parla di cambiamenti di rotta nei prossimi mesi, così come dell’introduzione di una casa d’aste.
Uno Sci-Fantasy
Parlando delle ambientazioni di Tabula Rasa si rimane interdetti: una sensazione simile a quella brillantemente disegnata appena una settimana fa dal nostro Paolo Simonazzi in una delle sue pungenti vignette. Se si sostituissero alle pistole delle lance, agli avamposti dei castelli e alle navi aliene degli eserciti a cavallo probabilmente la differenze con un gioco di ruolo fantasy sarebbero ridotte al minimo. Le mappe sono così vaste e numerose (attualmente una ventina quelle principali) tali da non far sentire la mancanza di alcun tipo di paesaggio: dalle distese boschive alle radure innevate, passando per canyon e savane, a dighe e a trincee, nessuna delle quali è però realmente ben caratterizzata e dopo poco si avrà l’impressione di visitare luoghi troppo simili l’un l’altro. Potrebbe trattarsi di una questione soggettiva, ma da un gioco del genere ci saremmo attesi un’atmosfera da guerriglia urbana che si respira solo a tratti. Esulano sicuramente dalle considerazioni personali i limiti con cui queste sono state realizzate che a volte finisce con il far perdere l’orientamento al giocatore. Ci si metterà un po’ per districarsi in alcune grotte che hanno del labirintico o per raggiungere dei punti particolarmente impervi, non sempre ben visualizzati dalla minimappa in basso a destra.
Uno Sci-Fantasy
La realizzazione grafica del gioco di Lord British lascia interdetti alla stessa maniera. A fronte di requisiti di sistema non esattamente popolari, nonostante il target del gioco, i livelli raggiunti sono altalenanti. Alcuni scorci meritano decisamente una nota positiva, così come certi mostri (specie quelli più imponenti), ma nella maggior parte dei casi si avrà a che fare con goffi bamboccioni di pixel tutt’altro che paurosi. Per poter godere del massimo livello di dettaglio è necessario dotarsi di un buon quantitativo di RAM di sistema (almeno 2 GByte) e video (almeno 512 MByte): chi non ne disponesse dovrà abbassare la qualità visiva per non incorrere in continui e fastidiosi caricamenti da disco. Le musiche, spesso anonime, sfiorano la ripetitività durante gli scontri a fuoco, dimostrandosi in ogni caso non adatte al pirotecnico spettacolo di effetti speciali (molto curati) che illuminano il monitor.
L’interfaccia di gioco è un po’ macchinosa e può creare qualche difficoltà durante le prime battute, anche perché, come detto, il tutorial non aiuta molto in questo senso. Nemmeno la versione cartacea è molto utile, ed è una seria pecca da rilevare perché, visto il prezzo del client, ci saremmo attesi qualcosa di più esauriente (le edizioni standard di Tabula Rasa contengono solo una versione ridotta del libretto di 130 pagine in bundle nella deluxe). Il gioco è afflitto da numerosissimi bug e da un net code ancora da sistemare: spesso ci è capitato di non riuscire a terminare qualche quest per la mancanza di nemici da eliminare; molte volte colpi di fucile sparati a bruciapelo non hanno fatto nemmeno un graffio all’inerme cecchino alieno steso a terra; in un paio d’occasioni infine siamo letteralmente rimasti incastrati col nostro avatar tra due rocce venendo eliminati senza pietà dai nemici che accorrevano da ogni dove. Dall’uscita ufficiale del gioco, datata 2 novembre, sono già state rilasciate due patch per un totale di quasi mezzo giga (praticamente il 15% di Tabula Rasa) che testimoniano con che ritmi stiano lavorando a NCsoft; purtroppo però ci sono ancora molte falle da sistemare che penalizzano l’esperienza di gioco.
No credit card? Non party!
Come scritto nel testo della recensione ci sono numerosi bug in Tabula Rasa, la maggior parte dei quali riguarda le quest che a volte si “interrompono” a metà. In questo box vogliamo segnalare un problema che esula dal gioco vero e proprio e riguarda i server di NCsoft. Durante la fase di registrazione di Tabula Rasa non è infatti stato possibile attivare il gioco utilizzando il solo “time trial” ossia il mese di tempo messo a disposizione dal codice contenuto nella confezione: per poter proseguire siamo stati costretti a indicare il numero di una carta di credito, su cui viene addebitata la quota necessaria per poter prolungare in automatico la vita dell’account. Il distributore italiano DDE è comunque in grado di fornire assistenza ai clienti sino a quando il problema non venga risolto da NCsoft. In ogni caso non si tratta di una procedura maliziosa: una volta attivato il gioco è possibile revocare la disposizione di addebito automatico senza che venga, al termine del primo mese che resta comunque gratuito, addebitata alcuna spesa.
Commento
Noi di Multiplayer.it sappiamo come sia assolutamente pretenzioso e ingiusto giudicare un MMORPG dopo appena due settimane di gioco, soprattutto se si tratta di una produzione di un team che ha potenzialità economiche e creative praticamente illimitate. Il numero riportato in queste pagine è in realtà frutto delle prime impressioni derivate da una quarantina d’ore di gioco, e queste impressioni ci dicono che Tabula Rasa è un buon gioco ma non il capolavoro che ci saremmo aspettati dal genio di Garriott. Lo sviluppo dell’avatar è sicuramente ben congegnato così come lo stile vagamente hack 'n' slash che rende le partite molto veloci e coinvolgenti, anche se a volte un po’ ripetitive. Il PvE è altrettanto ben curato, e si colloca ai vertici della categoria; inoltre alcune geniali trovate (come quella della clonazione) verranno sicuramente riprese da future produzioni. Tuttavia ci sono diversi aspetti che minano l’esperienza complessiva, e non si tratta di meri bug risolvibili nel corso del tempo: PvP troppo acerbo e crafting ampiamente sottosviluppato rischiano di non dare una giusta enfasi all’interazione tra gli utenti (nonostante la gratificazione derivante dalla riconquista di un avamposto caduto in mani Bane) e soprattutto gettano ombre su quello che potrà accadere una volta raggiunto il massimo livello. La road map promessa da NCsoft è promettente ed è per questo che torneremo sulle nostre riflessioni nei prossimi mesi, quando valuteremo lo sviluppo delle cose: attualmente Tabula Rasa rimane un gioco consigliabile ma con riserva.
Pro
- Idee innovative
- Coinvolgimento immediato
- Il sistema di classi è azzeccato
- Grinding non ossessivo
- Troppe falle
- Prezzo elevato
- Alcuni aspetti fondamentali eccessivamente tralasciati
Tabula Rasa è disponibile per PC.
L’uscita del nuovo gioco di Richard “Lord British” Garriott è senza dubbio un momento importante, non fosse perché si tratta, per i pochi che non lo sapessero, del genio che ha inventato il genere degli MMORPG, oltre ad aver influenzato per oltre una decade lo sviluppo degli RPG per computer. In realtà il programmatore inglese, accasatosi da tempo alla sudcoreana NCsoft dopo la cacciata dalla Origin da lui stesso fondata, aveva già messo la propria firma in altre produzioni di grande popolarità come Lineage (I e II) e City of Heroes/Villain, ma per la prima volta da Ultima IX ha voluto che il nome comparisse davanti al titolo del gioco. Tabula Rasa affronta dunque una sfida molto impegnativa, soprattutto dopo il successo di World of WarCraft: quella di essere all’altezza dell’illustre progenie imponendosi al contempo come pietra miliare in ciò che potremmo definire “terza generazione” degli MMORPG, in una sfida che vedrà scendere nell’arena, nei prossimi mesi, anche Warhammer Online e Age Of Conan.
L’antefatto che da origine all’universo di gioco è quanto di più banale si possa immaginare e prende ispirazione a piene mani da blockbuster come Indipendence Day, Men in Black e War of the Worlds: i Bane, razza aliena parassita, arrivano alla conquista della Terra ma gli scienziati del progetti SETI, pronti anche all’eventualità più paranormale, arruolano in fretta e furia i migliori terrestri per teletrasportarli in mondi paralleli (Foreas ed Arieki) dove preservare il genere umano preparando al contempo la riscossa.