Quella Terminator è una serie strana a livello videoludico, se vogliamo definirla così. Il primo film, uscito nel 1984 a opera di James Cameron, era un'opera di un'intelligenza unica, che riusciva a raccontare l'eterna lotta tra l'uomo e la macchina in un road movie in cui un Arnold Schwarzenegger mai così in parte, vestiva i panni di un implacabile cyborg che, tornato nel passato, aveva l'obiettivo di uccidere Sarah Connor, la madre di quello che sarebbe diventato il capo della resistenza contro le macchine ribelli in un futuro nemmeno troppo lontano. Della guerra in sé nel film non si vedeva praticamente nulla, ma il successo fece crescere la curiosità generale che, alimentata in modo determinante dal secondo capitolo (uscito molti anni più tardi, nel 1991), portò inevitabilmente la serie ad allargarsi, finendo per esplorare tutti i rivoli dello scenario, espandendosi oltretutto su diversi media.
I videogiochi di Terminator non si sono quasi mai rivelati memorabili. Stranamente la prima riduzione ufficiale uscì nel 1991 a opera di Bethesda, pur in un'epoca in cui i giochi tratti da film, libri e fumetti abbondavano. Per dire, negli anni ottanta uscì un tie in su Porky's - Questi pazzi pazzi porcelloni e non sul film di Cameron. Comunque sia, negli anni seguenti ci fu un grande recupero, tra i brutti giochi ispirati a Terminator 2 e giochi di scacchi, ma di qualitativamente rilevante uscì gran poco. Qualcuno vi potrebbe dire che Terminator: Resistance sia bello, nonostante la fama che si porta dietro, ma non facciamoci trasportare troppo dall'entusiasmo.
Senza dilungarci ulteriormente, nel 2019 esce Terminator - Destino Oscuro, l'ultimo film ufficiale che ha rivitalizzato l'interesse per la serie, portando allo sviluppo anche di nuovi giochi. La recensione di Terminator: Dark Fate - Defiance proverà a capire se valga la pena o meno di continuare a combattere contro le IA nel 2023 o se è meglio lasciarsi conquistare una volta per tutte.
Un semplice RTS, all'apparenza
Terminator: Dark Fate - Defiance è uno strategico in tempo reale in cui nei panni di una resistenza ancora in fasce dobbiamo organizzarci e affrontare la Legione delle macchine nelle prime fasi della guerra, quelle in cui l'umanità procede ancora in ordine sparso, cercando di capire come vedersela contro la soverchiante e spietata forza che si trova innanzi e che la sta sterminando. Le prime tre missioni fungono da fondazione dello scenario e al contempo da tutorial. Spiegano le basi, dalla selezione al posizionamento delle truppe, fino all'uso delle loro abilità, e introducono alla storia principale, che si svelerà dalla quarta missione in poi. Facendo parte della demo ufficiale, si possono anche saltare, così da entrare subito nel vivo dell'azione (naturalmente se le avete già giocate).
In termini di gameplay il titolo di Slitherine è all'apparenza molto simile ad altri RTS, con truppe predeterminate che si selezionano all'inizio di ogni missione. Quindi mancano completamente le fasi di accumulo delle risorse e di generazione delle truppe, per quelle che spesso sono più battaglie di posizionamento che di aggressione. In generale, e questo vale per l'intera esperienza, c'è una forte asimmetria tra le nostre forze e quelle della Legione, nonostante la possibilità di ottenere rinforzi compiendo determinate azioni (ne riparleremo dopo), tanto che molte mappe si concludono con la nostra fuga, vista l'impossibilità di distruggere completamente gli aggressori.
Una struttura più aperta
La sorpresa più grande di Terminator: Dark Fate - Defiance è sicuramente nella struttura delle missioni, molto differente da come ci immaginavamo. In realtà già con la versione preview avevamo avuto un assaggio di ciò che ci aspettava, ma ora ne abbiamo avuto la conferma: al di là delle meccaniche tipiche degli strategici in tempo reale, Slitherine ha progettato ogni mappa come se fosse una specie di gioco di ruolo, in cui alcuni elementi sono oltretutto determinati da quanto si è fatto nei livelli precedenti. Senza starvi a svelare i vari risvolti narrativi (ce ne sono di più di quanto credessimo), diciamo che in ogni missione bisogna esplorare praticamente tutta la mappa per entrare in contatto con le forze locali, quindi svolgere alcuni compiti entro un certo tempo, prima dell'inevitabile attacco delle macchine.
Dei suddetti compiti, alcuni sono facoltativi e consentono di ottenere dei vantaggi rispetto agli avversari, rappresentando anche uno sguardo più interno all'ambientazione, ossia aiutano non poco a comprendere la portata e gli effetti di quello che è successo e a vivere le storie dei vari gruppi con i quali ci dovremo inevitabilmente rapportare, tra mercenari, criminali o semplici sopravvissuti in cerca di aiuto. Nonostante la semplicità delle tecniche narrative (il racconto è affidato quasi completamente a dei dialoghi), il risultato è efficace e aiuta non poco a lasciarsi coinvolgere da quello che accade sullo schermo, fino alla fine. Ecco, di nostro ci aspettavamo un'esperienza molto più classica, ma siamo stati sorpresi in positivo dalla scelta degli sviluppatori di proporre qualcosa di più elaborato e, alla lunga, appassionante, lì dove comunque alcuni compromessi, dovuti a dei valori produttivi non proprio stellari, sono chiari.
Un RTS abbastanza tipico
Per il resto parliamo di un RTS abbastanza tipico. A nostra disposizione abbiamo unità di fanteria, blindati e unità speciali (con il proseguo delle missioni si sbloccano molti tipi di unità differente). Ognuna di esse è più o meno efficace a seconda del contesto. Per fare un paio di esempi, dei cecchini renderanno meglio da sopra un'altura, mentre dei soldati con lanciarazzi saranno più a loro agio dentro un qualche edificio. In linea di massima, Terminator: Dark Fate - Defiance tende a penalizzare l'approccio diretto, che va sempre a vantaggio delle macchine. Si tratta di una scelta che ci sentiamo di approvare, perché consente di rendere bene l'oppressione subita dagli esseri umani in una situazione simile, con l'impossibilità di trovare un posto in cui essere completamente al sicuro. Quindi in molte mappe ci si trova pressati dai nemici, che arrivano sempre in un numero davvero cospicuo. In questo senso diventa importantissimo studiare la morfologia dei campi di battaglia, per cercare di avere dei vantaggi tattici grazie allo sfruttamento delle loro caratteristiche. Peccato per qualche problema di pathfinding, che costringe a volte a rettificare gli ordini per non far deragliare le truppe (non capita spesso, ma capita).
Riassumendo, le mappe sono formate da una fase esplorativa iniziale, in cui si cerca di ottenere più risorse possibili parlando con gli abitanti e schierandosi con questa o quell'altra fazione (alcune scelte hanno dei riverberi anche nelle missioni successive), risolvendone i problemi immanenti. Iniziata la battaglia vera e propria contro le macchine, di solito si deve mirare a sopravvivere, creando corridoi di fuga per i superstiti (civili o militari che siano). Il tutto funziona davvero bene, a dirla tutta e si arriva alla fine del gioco non solo soddisfatti, ma anche con la voglia di rigiocare la campagna per provare soluzioni alternative. Qualcosa di più si poteva fare per la scrittura, non proprio eccezionale, ma in generale Terminator: Dark Fate - Defiance è tra il meglio che la serie Terminator abbia avuto da offrire in ambito videoludico da quando è nata, il che non è poco considerando quanto è sfortunata in tal senso.
Per quanto riguarda il lato tecnico, in realtà non c'è moltissimo da dire. Le mappe sono abbastanza dettagliate, ma va detto che sono inquadrate dall'alto e da una certa distanza, senza la possibilità di zoomare fino a terra. In questo modo non c'è stato bisogno di creare modelli iper dettagliati, avvantaggiando anche la profondità delle battaglie, che possono contare su di un gran numero di unità che convivono contemporaneamente sullo schermo. Le unità sono comunque ben fatte, in particolare i diversi robot, risultando in ultima istanza adeguate al tipo di gioco. Più in generale abbiamo sperimentato qualche instabilità (un paio di volte ci siamo ritrovati sul desktop), ma niente di troppo grave o di non risolvibile.
Complessivamente, quindi ci troviamo di fronte a quello che è sia un ottimo gioco di Terminator, sia un ottimo strategico in tempo reale. Cosa volere di più, soprattutto se si è appassionati della serie?
Conclusioni
Terminator: Dark Fate - Defiance è una sorpresa in più di un senso. Si tratta di una piccola produzione per una licenza importante, dalla struttura incredibilmente appassionante, quasi da gioco di ruolo, che allo stesso tempo non rinnega la sua natura di strategico. Ha qualche problema, ma niente che lo renda un'opera disprezzabile, soprattutto perché è quanto di meglio la serie Terminator abbia proposto negli ultimi anni in ambito videoludico, il che non è poco.
PRO
- Struttura di gioco appassionante
- Parte strategica profonda
- Trasmette il giusto senso di oppressione dello scenario originale
CONTRO
- A livello di sceneggiatura non è proprio Shakespeare
- Qualche problema di pathfinding
- Non proprio pulitissimo