The Falconeer è uno dei giochi di lancio di Xbox Series X e Series S (ma disponibile anche per PC) che, pur sviluppato da un solo individuo, il talentuoso Tomas Sala, nutre delle ambizioni davvero importanti, come vedremo nel corso della recensione.
Grande Ursee è un mondo formato per la maggior parte da acqua. I popoli che lo abitano vivono assiepati sulle poche terre emerse: un grosso crepaccio che divide il mare in due, dei piccoli arcipelaghi o degli speroni di roccia con abbastanza spazio a disposizione da permettere la costruzione di edifici abitabili e infrastrutture utili.
Tra queste ultime ci sono le piattaforme di atterraggio per i falconieri, i signori dei cieli che, a cavallo dei loro falchi giganti, vagano per le ampie distese acquatiche di questo mondo sull'orlo di un'enorme crisi politica, unici a poter ammirare la sua sconfinata maestosità. Naturalmente i falconieri non si occupano solo di andare a caccia di bellezza, ma hanno anche un ruolo molto più prosaico. La loro è una funzione essenzialmente militare, ossia difendere i vari agglomerati dagli assalti dei pirati e delle creature non proprio amichevoli che popolano il mondo di gioco, ma possono assumere anche altri compiti, come quelli di corrieri o di messaggeri, che li portano a viaggiare continuamente da un punto all'altro del pianeta. È grazie a questi viaggi che scopriamo sempre più dettagli sulla situazione socio politica di Grande Ursee e sulla sua mitologia, entrando nei meccanismi che regolano i rapporti di potere tra i vari potentati locali. Da notare che Sala ha provato a raccontare i retroscena del suo mondo nel modo più corale possibile, evitando di concentrare tutte le vicende intorno un singolo eroe, tanto che ogni capitolo della campagna è affrontabile con un falconiere differente. Ciò che conta è la natura politica del racconto, che tenta in ogni modo di evitare di solleticare le fantasie di potenza del giocatore (scelta che alcuni non hanno proprio perdonato al povero Sala).
Gameplay
The Falconeer è anche e soprattutto un gioco di combattimenti aerei in cui si affrontano altri falconieri, navi da guerra, che vanno per mare o per cielo, corazzate, mine, mostri, fortezze e altri avversari ancora, stando saldamente in groppa all'amico falco. A ben vedere si tratta della parte preponderante dell'intera esperienza, nonché quella più curata sia nel sistema di volo, a metà tra il realistico e l'arcade, sia in alcuni accorgimenti interessanti e originali, come la necessità di ricaricarsi raccogliendo l'energia delle tempeste o la possibilità di usare il falco per afferrare oggetti in mare per poi lanciarli contro il bersaglio di turno. All'inizio chi è alla ricerca di un sistema di gioco leggero potrebbe quasi rimanere spiazzato, ma presa la mano con i controlli, eseguire le varie manovre evasive come le rollate o lanciarsi in picchiata e riprendere quota poco prima di toccare l'acqua, regala grosse soddisfazioni.
Qui però arriva uno dei primi difetti del gioco: la mancanza di progressione. Certo, acquisendo esperienza è possibile migliorare le caratteristiche del falco, così come si possono comprare oggetti, i cosiddetti mutageni, che ne alterano le prestazioni, ad esempio stimolando il surrene così da tenere il volatile in un continuo stato di tensione, oppure alterando il sistema cardio circolatorio in modo che produca un muco curativo. Il problema è che, nonostante ciò, i combattimenti si somigliano un po' tutti e, trovate le manovre giuste da compiere, le si può ripetere dall'inizio alla fine del gioco con la sicurezza che saranno comunque efficaci, qualsiasi sia la forza del nemico.
Ciò non rende The Falconeer un gioco facile, ma dopo un po' la ripetitività si inizia a far sentire in modo davvero pesante e, se non ci si è lasciati prendere dalla narrazione, andare avanti diventa faticoso.
Altro difetto è la mancanza di cose da fare. A parte combattere e risolvere missioni da fattorini, il titolo di Sala non offre grossi spunti. La missione tipo chiede di andare dal punto A al punto B, combattere, andare quindi al punto C, combattere ancora, via via fino a che non bisogna tornare al punta A e raccogliere la ricompensa. Sicuramente è un ottimo modo per esplorare Grande Ursee e vedere i suoi paesaggi mozzafiato, ma qualcosa di più strutturato sarebbe stato francamente gradevole. Probabilmente si tratta di uno sforzo troppo grande per uno sviluppatore solitario, che è dovuto scendere a più di qualche compromesso per chiudere il gioco, però non vi neghiamo che a volte, tra missioni ripetitive e combattimenti tutti molto simili tra loro, il senso di vuoto si faccia sentire con forza.
Grafica
Dal punto di vista tecnico The Falconeer è un gioco ottimo, tutto considerato. I falchi sono animati in maniera eccellente, il mondo di gioco è realizzato con dovizia di particolari nonostante la grafica low-poly, mentre l'alternanza giorno notte e la presenza di eventi atmosferici che mutano in tempo reale, aiutano a creare dei paesaggi davvero stupendi. Se vogliamo il lavoro di Sala è la dimostrazione di come, per rendere affascinante un mondo virtuale, serva soprattutto una solida direzione artistica e la capacità di non trascendere dai propri limiti, magari puntando a fare qualcosa per cui non si hanno le risorse necessarie.
Conclusioni
The Falconeer ispira immediata simpatia per il suo essere opera di una singola persona, simpatia fortunatamente supportata da una realizzazione competente e ispirata, che però pecca nell'ambizione. Forse sarebbe stato meglio puntare a qualcosa di più piccolo e gestibile, così da poterlo farcire meglio di elementi che ne aumentassero la varietà, invece di impegnarsi nella creazione di un mondo vasto ma pieno di vuoti. Così com'è ci troviamo di fronte sicuramente a un titolo godibile e dallo scenario incredibilmente profondo, ma limitato da quelli che potevano essere i suoi stessi punti di forza, in particolare da un sistema di combattimento sì profondo, ma che non riesce a spiccare completamente il volo, e dalla strutturazione delle quest, fin troppo lineare e telefonata.
PRO
- Storia profonda
- Il mondo di Grande Ursee è davvero bellissimo, nonostante la grafica low-poly
- Il sistema di combattimento funziona
CONTRO
- Ripetitivo
- Manca un maggior senso di progressione
- Strutturazione delle missioni troppo lineare