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Viewfinder, la recensione del puzzle game che gioca con la prospettiva dell'osservatore

La recensione di Viewfinder, il peculiare puzzle game di Sad Owl Studios i cui rompicapi ruotano tutti attorno alla prospettiva del giocatore.

RECENSIONE di Gianluca Musso   —   17/07/2023
Viewfinder, la recensione del puzzle game che gioca con la prospettiva dell'osservatore
Viewfinder
Viewfinder
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I principali eventi di marketing dedicati ai videogiochi, se sei un piccolo studio di sviluppo, possono certamente rappresentare una straordinaria opportunità, ma si possono rivelare anche dei sanguinosissimi ring dove a spuntarla è solo chi ha più personalità degli altri. Direct, conferenze e showcase hanno ormai l'abitudine di dedicare un ampio minutaggio a prodotti dalla forte natura indipendente, ma spesso il pubblico considera la loro presenza come un fugace intermezzo tra un blockbuster e l'altro, e finisce con l'affezionarsi solo a quei giochi con qualcosa di davvero speciale da dire.

Ecco, se già può essere molto complicato emergere durante il corso di un evento, farlo con un trailer di pochi secondi lanciato nel bel mezzo di un pre-show è una vera impresa, ma Sad Owl Studios, un piccolo team scozzese all'esordio assoluto, ci è riuscito con Viewfinder, puzzle game che all'ombra dei Game Awards del 2022 riuscì a ottenere tantissimo seguito, apparendo brevemente nel preambolo che anticipa le premiazioni.

Il titolo aveva saputo cogliere l'attenzione di tutti per la sua capacità di giocare con la prospettiva dell'osservatore, e quando lo studio rese disponibile una demo ci fiondammo a provarlo, ricevendo in cambio delle ottime impressioni.

Adesso che la creatura di Sad Owl Studios si appresta ad essere pubblicata su PlayStation 5 e PC, abbiamo finalmente esplorato la versione completa del gioco e siamo pronti a parlarvene nella recensione di Viewfinder, un puzzle adventure in cui tutti i rompicapi sono solo un punto di vista.

Cambiare prospettiva

In Viewfinder la prospettiva è la chiave per ogni rompicapo
In Viewfinder la prospettiva è la chiave per ogni rompicapo

Il genere dei puzzle game è vecchio quasi quanto il concetto stesso di videogioco, eppure le esperienze che hanno come grande protagonista la prospettiva del giocatore sono sorprendentemente poche, al punto che la loro assenza dai cataloghi digitali di PC e console è una vera e propria piccola anomalia. Fatta eccezione per Superliminal, che però era significativamente meno originale a causa dei suoi forti richiami alla serie Portal, Viewfinder non assomiglia a nessun'altra avventura a base di puzzle, un buon inizio se il tuo obiettivo è emergere da un mercato sempre più competitivo come quello dei videogiochi indipendenti.

La fatica di Sad Owl Studios è davvero unica, anche se guardando alla sua architettura può sembrare in un primo momento indistinguibile da qualsiasi altro puzzle game sulla piazza. Il gioco segue una struttura a livelli, in cui l'unico obiettivo è semplicemente quello di passare al successivo, raggiungendo un'uscita che qui è rappresentata da un banale teletrasporto, solitamente posizionato fuori dalla portata del giocatore. Per arrivarci, dovremo rimodellare lo scenario utilizzando delle fotografie, imprimendone il contenuto nell'ambientazione per creare nuove forme e percorsi utili a superare gli ostacoli che ci dividono dall'uscita.

I rompicapi di Viewfinder raramente hanno un'unica possibile soluzione
I rompicapi di Viewfinder raramente hanno un'unica possibile soluzione

Il teletrasporto è fuori portata a causa di un crepaccio? Basta fotografare una qualsiasi superficie e mettere in prospettiva l'immagine, per trasformarla in un ponte che conduce all'uscita. Dobbiamo raggiungere un luogo elevato e non c'è l'ombra di una scala? Ecco che la foto di una parete può essere inclinata per materializzare una comoda rampa in grado di risolvere il problema. Molti rompicapi prevedono di essere completati seguendo uno specifico schema, ma la maggior parte di loro non suppone un'unica soluzione, lasciandoci una discreta libertà nell'interpretarne i meccanismi.

Nelle fasi iniziali dell'avventura, ad esempio, avremo poca libertà di sperimentare con le fotografie, dato che queste si trovano nello scenario o vengono scattate da punti predeterminati del livello. Nella parte centrale del gioco, però, si ottiene una piccola Polaroid, e allora sì che Viewfinder si trasforma in un vero sandbox, in cui l'unico limite nella ricerca della soluzione di un rompicapo è la creatività del giocatore. Non c'è nemmeno alcun rischio di sbagliare, dato che è sempre possibile, in qualsiasi momento, riavvolgere il tempo e tornare sui propri passi, per provare nuove fantasiose risposte all'enigma.

Una storia dai colori pastello

Esplorare il mondo di Viewfinder è fondamentale, anche per scoprire curiosissimi easter egg
Esplorare il mondo di Viewfinder è fondamentale, anche per scoprire curiosissimi easter egg

Incentrare tutto il gioco sulla meccanica delle fotografie avrebbe potuto rendere i rompicapi proni alla ripetitività, tuttavia Viewfinder fa bene anche questo, dato che nelle circa cinque ore che abbiamo speso per arrivare ai titoli di coda, abbiamo affrontato enigmi in costante evoluzione, in grado di offrire situazioni sempre inedite grazie alla frequente introduzione di nuove regole. Se almeno inizialmente basta raggiungere un teletrasporto per lasciare il livello, più avanti potremo dover racimolare delle batterie per attivarlo, o dovercela vedere con delle superfici che non possono essere fotografate e su cui non è possibile imprimere un'immagine.

Una volta assorbita la giusta mentalità, non è mai troppo complicato risolvere uno scenario, ma questa è una variabile molto personale e dipende in buona parte da quanto siete abituati ad affrontare le sfide di un puzzle game, per questo non ci sentiamo di affidare troppa importanza alla scarsa difficoltà degli enigmi. La buona notizia è che sebbene rappresentino il cuore pulsante di Viewfinder, i rompicapi si contendono la scena con l'esplorazione, che riesce sempre a ricompensare il giocatore per la sua curiosità.

Lo stile artistico che caratterizza le ambientazioni di Viewfinder è delizioso
Lo stile artistico che caratterizza le ambientazioni di Viewfinder è delizioso

Esplorare un livello è fondamentale, non solo perché il gioco è colmo di piccoli segreti, easter egg e oggetti collezionabili, ma anche perché è solo guardandosi attorno che si possono scovare quei frammenti di narrativa emergente che insieme vanno a comporre la storia alla base di Viewfinder. Il racconto si sviluppa sulle note di alcuni frammenti audio che svelano la natura del mondo che stiamo visitando, attraverso le testimonianze di un cast di personaggi ormai invisibile, ma che ha impresso il segno del suo passaggio ad ogni angolo. A dire il vero, non saremo del tutto soli nel corso del viaggio verso i titoli di coda, poiché saremo affiancati da Cait, un gatto che assume il ruolo di narratore e guida nel corso di tutta l'avventura.

La storia non ha alcuna velleità di sostituirsi al gameplay e rimane marginale per gran parte del tempo, tuttavia è in realtà cruciale per fare da collante tra gli scenari, che altrimenti si sarebbero alternati in maniera fin troppo asettica. Il fatto di avere uno scopo, mentre si risolvono i puzzle di Viewfinder, dona tutto un altro sapore alla progressione, e permette di immergersi facilmente tra i colori pastello che caratterizzano gli scenari del gioco, realizzati con uno stile artistico squisito.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Multiplayer.it
8.0
Lettori (10)
8.9
Il tuo voto

Non c'è dubbio, al suo esordio assoluto il piccolo team scozzese Sad Owl Studios ha fatto centro, proponendo un puzzle come raramente se ne erano mai visti, in cui la soluzione ad ogni rompicapo è solo una questione di punto di vista. La scelta di incentrare tutta la formula su prospettiva e fotografie esponeva Viewfinder a diversi pericoli, ma lo studio ha saputo confezionare un'avventura a base di puzzle con pochissimi difetti, che si concentrano tutti sulla scarsa longevità e sulla difficoltà dei rompicapi, che solo in alcuni casi ci hanno messo davvero alle strette. Dategli una chance, perché se la merita.

PRO

  • L'idea di un puzzle game sulla prospettiva è geniale
  • Gli enigmi si evolvono spesso con nuove regole
  • Stile artistico azzeccatissimo

CONTRO

  • I veterani dei puzzle game potrebbero trovare poca difficoltà negli enigmi
  • Longevità non ai massimi storici