Il mercato dei giochi indipendenti ha nel corso degli anni riportato in auge molti generi che erano parzialmente scomparsi o che perlomeno avevano perso la propria centralità. Un esempio (tra i molti) è quello degli Zelda-like isometrici, ovvero quelli che si ispirano alle classiche avventure di Nintendo. Ora, sul mercato cerca di farsi largo un nuovo progetto chiaramente figlio della passione degli sviluppatori: XEL.
La passione però non è sempre sufficiente e questa piccola avventura di Tiny Roar fatica a convincere, come vi spiegheremo nel corso del nostro articolo. Creare uno Zelda-like significa ben più che riprenderne le caratteristiche fondamentali e purtroppo XEL non riesce a fare molto di più, mettendo nel mezzo anche una serie di problemi abbastanza seri.
Ecco, quindi, la nostra recensione di XEL in versione PC. Il gioco è disponibile anche in versione Nintendo Switch. Le versione PlayStation e Xbox arriveranno solo più avanti.
Amnesia
XEL parte da uno dei grandi classici dei videogiochi: una protagonista affetta da amnesia. Il nostro personaggio non ha più memoria del proprio passato e del luogo dove si trova e sa solo di essere sopravvissuta a un atterraggio d'emergenza con la propria navicella spaziale. La giovane si fa quindi largo tra le macerie e si unisce al robottino Chap (il Navi della situazione), insieme al quale scopre che vi è una comunità rurale che vive tra i resti di una grande struttura in passato dominata da una civiltà molto più avanzata.
Reid, questo il nome assegnato alla protagonista dai suoi nuovi alleati, si unirà quindi a un piacevole ma fin troppo classico cast di personaggi, diventandone il braccio armato.
La storia di XEL fatica a eccellere e fin dall'inizio sembra un insieme di luoghi comuni che non riescono ad attirare l'interesse del giocatore.
Più piacevole è il mondo di gioco, a livello stilistico perlomeno, che pare vivo e ampio, forse anche troppo a dirla tutta. Le ambientazioni sono infatti spesso troppo grandi e il ritmo di gioco ne risente. Spesso, XEL avrebbe beneficiato di un sforbiciata, con l'eliminazione di sezioni che donano poco all'avventura. Sì, ci sono scrigni da aprire in ogni direzione, ma alle volte sembra di dover camminare fin troppo per ottenere molto poco.
Braccio e mente
Un altro problema di XEL è il sistema di combattimento. Reid dispone di una spada, di uno scudo e di alcuni strumenti aggiuntivi, come una trappola elettrica, che possono essere usati per affrontare vari tipi di nemici. Il banale sistema di combo, unito a una schivata alquanto legnosa, non riesce però a creare sequenze d'azione interessanti, anche a causa di strategie d'attacco dei nemici poco elaborate. I boss migliorano leggermente la situazione in quanto propongono scontri un po' più longevi, ma le battaglie risultano tediose, soprattutto se si riesce ad accumulare tante risorse curative e ci si disinteressa dell'uso della schivata per attaccare a testa bassa.
Il gioco non è solo combattimento, in ogni caso. Come ogni buon Zelda-like, XEL propone anche varie sezioni puzzle, che si fondono con l'esplorazione del mondo di gioco. Avremo interruttori da premere per attivare passaggi, batterie da raccogliere e posizione per aprire portoni, ma anche varie chiavi da trovare all'interno di scrigni per superare blocchi. Anche gli strumenti di Reid servono per superare certe sezioni: un facile esempio è la trappola elettrica, che per qualche attimo dà corrente a specifiche porte.
Più importante è però una capacità speciale di Reid, che è legata anche alla trama: tramite una strana pietra incastonata sulla fronte, la ragazza può viaggiare nel passato. Questa possibilità è limitata a specifiche sezioni del gioco, dove risiedono gli enigmi. Agire nel passato influenza il presente e si deve capire in che modo muove casse e aprire porte per poter arrivare a destinazione. Ad esempio, nel passato possiamo spostare una cassa sotto un passerella così, nel presente, questa non crollerà e ci permetterà di passare. Gli enigmi sono discreti e variano un po' le carte in tavola, ma non bastano per rendere XEL un'esperienza entusiasmante.
Problemi tecnici
XEL non eccelle nemmeno a livello tecnico: purtroppo l'avventura di Tiny Roar è densa di problemi. Ci sono vari bug grafici, animazioni e posizionamenti di personaggi difettosi e alcuni punti delle mappe dove è possibile incastrarsi. Quest'ultimo problema potrebbe essere alquanto fastidioso tra l'altro, in quanto XEL non ha un salvataggio automatico: si deve salvare manualmente di fronte alle statue e, in caso di morte o di blocco, si rischia di perdere vari progressi.
Non finisce qui, oltre ai problemi grafici ci sono veri e propri errori di design, con elementi visivi che si posizionano di fronte alla telecamera isometrica e impediscono di vedere bene l'azione di gioco. Sommiamoci una distanza di caricamento molto breve, che causa la comparsa improvvisa di vari elementi grafici e abbiamo un comparto visivo che spesso infastidisce e rovina la piacevole direzione artistica.
A tutto questo si unisce una frame rate alquanto ballerino, che perde colpi ogni volta che la situazione si fa un minimo movimentata.
Conclusioni
XEL è un progetto nato dalla passione del team di Tiny Road, per certo. Riprende le caratteristiche fondamentali degli Zelda-like, ma fatica a dare carattere al gioco, che risulta legnoso e spesso troppo lento. Sommiamo poi i problemi grafici e prestazionali e quel che rimane è un titolo che fatichiamo a consigliare anche agli appassionati del genere.
PRO
- Stilisticamente piacevole
- Gli enigmi non sono poi così male
CONTRO
- Ritmo di gioco troppo lento
- Combattimento legnoso
- Tanti problemi grafici e tecnici