Quello dei videogiochi LEGO rappresenta praticamente un mondo parallelo rispetto all'industria da vetrina: capita molto raramente che questo filone di titoli vengano presi in considerazione nonostante l'immensa fetta di mercato di cui si sono impadroniti, tra l'altro mettendo in scena una frizzante formula vincente a base di umorismo e creatività. In questo caso, tuttavia, si tratta di una deriva diversa rispetto alla ricetta che è stata resa celebre dagli sviluppatori di Traveller's Tales, studio che non ha niente a che vedere con il progetto: l'intera produzione è stata infatti gestita internamente da Guerrilla Games assieme ai partner di Studio Gobo ed è il frutto di una joint venture tra LEGO e Sony, società che già in passato avevano unito le forze per dar vita a costruzioni di mattoncini come il celebre Collolungo.
Si tratta indubbiamente di un titolo particolare, a partire dalle piattaforme per cui sarà disponibile: distribuito su PlayStation 5, PC e Switch, è infatti probabilmente il primo videogioco nella storia di Sony Interactive Entertainment ad arrivare sull'ammiraglia di Nintendo mettendo invece da parte PlayStation 4. Tralasciando questa curiosa situazione, riguardo la quale gli sviluppatori hanno scelto di non fornirci alcuna spiegazione, l'obiettivo dell'operazione è molto semplice: tradurre l'universo di Aloy secondo le regole di LEGO, nel tentativo di raggiungere un pubblico di tutte le età e fornire una ricca introduzione alla saga. In occasione dei Play Days della Summer Game Fest abbiamo provato LEGO Horizon Adventures, che potremmo semplicemente definire come un Horizon fatto di mattoncini.
La filosofia di LEGO Horizon Adventures
Chiunque abbia messo mano anche solo una volta a un videogioco del filone LEGO può facilmente immaginare cosa l'aspetta dall'altra parte dello schermo: LEGO Horizon Adventures è sostanzialmente una reinterpretazione dell'originale Horizon Zero Dawn, la cui storia viene raccontata in maniera decisamente semplificata ma soprattutto infarcita di situazioni comiche e "Inside jokes" legati alla struttura a mattoncini del mondo di gioco.
Ciò significa che avviando una nuova partita ci si trova a ripercorrere le orme di Aloy in una sorta di versione ridotta, con la ragazza guidata da Rost nell'apprendimento delle meccaniche base di un'avventura che, nonostante le deviazioni, rimane tutto sommato fedele al materiale originale, adeguando alle circostanze i dialoghi e interazioni. Ciò significa per esempio che l'ottenimento del dispositivo Focus diventa l'occasione per sfoderare una piccola gag riguardo il modo in cui un omino LEGO debba indossarlo, che le animazioni e la sceneggiatura scherzano costantemente con i movimenti dei protagonisti, ma anche e soprattutto che la struttura fisica e meccanica dell'esperienza deve sapersi adattare a tale contesto. Per Horizon questo non è un problema, anzi, diventa quasi un vantaggio: attaccando le macchine accade infatti che i pezzi danneggiati si stacchino proprio come farebbero dei mattoncini LEGO, fattore che consente di traslare senza troppi problemi i punti fondamentali del gameplay originale.
Parlando con gli sviluppatori, ci è stata spiegata con sorriso le ragioni dietro questa collaborazione: anzitutto il team di Guerrilla Games è pieno zeppo di appassionati LEGO - cosa non difficile da credere vista la natura della IP - ma a giocare un ruolo fondamentale è stata la loro volontà di realizzare un titolo per tutte le età, che fosse in particolar modo in grado di regalare un'esperienza divertente anche ai giovanissimi, dal momento che alcuni fra i programmatori desideravano poter vivere la loro opera assieme ai propri figli. Il che, fra l'altro, spiega la decisione di rendere l'intero titolo giocabile in modalità cooperativa in locale.
Storia asciutta, tanto gameplay
L'architettura del gameplay costruita da Guerrilla Games è semplice e efficace: utilizzando Aloy - ripresa tramite un'inquadratura isometrica - è possibile correre, saltare, schivare, arrampicarsi per raggiungere aree e tesori nascosti, ma soprattutto utilizzare il suo intramontabile arco.
Sono proprio le interazioni legate alle frecce a regolare quasi tutte le situazioni: si possono sfruttare per abbattere gli oggetti dello scenario, si possono scagliare attraverso le fiamme fatte di LEGO per bruciare muri di viticci altrimenti indistruttibili, e ovviamente rappresentano il principale metodo per sbarazzarsi dalla minaccia delle macchine.
La giovane protagonista ha conservato l'abilità di mimetizzarsi nel fogliame per passare inosservata, così come la capacità di ricorrere al Focus per evidenziare i punti deboli delle creature che si trova a fronteggiare: impegnandosi a colpire le parti meccaniche illuminate, queste crollano con estrema facilità. Ovviamente questa rappresenta un'infarinatura generale, perché la faccenda si fa più profonda prendendo in considerazione i barili esclusivi, i bonus garantiti dal fuoco, la quantità limitata di bacche presenti nelle arene, ma soprattutto i piccoli power-up consumabili che cambiano l'equipaggiamento del personaggio in uso.
Già, abbiamo parlato di personaggio in uso e non di Aloy perché l'esperienza - specialmente in ragione della cooperativa - consente di impersonare anche Varl, che può vantare giusto qualche piccolissima differenza rispetto alla controparte legata principalmente all'uso della lancia. Ciascun personaggio ha infatti accesso a piccoli potenziamenti dedicati simili a quelli che si potrebbero trovare in un twin-stick shooter, come per esempio colpi incendiari o modifiche alle armi che le rendono enormemente più potenti per un certo periodo di tempo.
Date queste premesse è evidente che la struttura generale dell'avventura sia piuttosto semplice: ancorandosi a un sistema di missioni, LEGO Horizon Adventures si basa su piccole sezioni di mappa da esplorare in cerca di ricompense, affrontando una serie di arene nelle quali abbattere orde di nemici, prima di trovarsi a fronteggiare il boss della zona. Allora tocca semplicemente tentare di schivare gli attacchi più pericolosi e colpire i punti deboli in modo da portare a casa la vittoria, proseguire nella trama e ovviamente intascare un po' di bottino.
L'esperienza è a fuoco, ma a chi si rivolge?
Merita una menzione il comparto tecnico: Guerrilla Games ha apparentemente optato per l'Unreal Engine 5 panchinando il suo Decima, compiendo la difficile scelta di renderizzare individualmente ogni singolo blocco che compone l'ambientazione, per poi utilizzare le nuove tecnologie legate all'illuminazione per regalare un'ulteriore scintilla al comparto visivo.
E, bisogna ammetterlo, il colpo d'occhio è davvero sorprendente: tenendo conto che si tratta di un titolo ispirato al design dei film LEGO, è evidente che sia stato fatto uno sforzo notevole sul fronte della grafica, che in ragione del target svolgerà senza dubbio un ruolo determinante.
Oltre a raccontare per sommi capi e utilizzando un linguaggio estremamente semplice e divertente la vicenda di Horizon, ma anche qualche avventura collaterale, LEGO Horizon Adventures introduce anche una ricca componente di personalizzazione legata a una coppia di valute con cui modificare l'interezza del villaggio e soprattutto le skin dei protagonisti, che pescano a piene mani non solo dall'universo di riferimento ma anche da un paio di altre IP LEGO, come per esempio Ninjago. E questo è tutto: si tratta di una specie di piccolo parco giochi dedicato agli appassionati della saga e a chiunque debba ancora confrontarcisi, specialmente i più giovani.
La discussione è una di quelle che riemergono sempre: è davvero necessario progettare videogiochi su misura per i più giovani?
LEGO Horizon Adventures nasce dallo sforzo congiunto di Guerrilla Games e Studio Gobo al fine di regalare un nuovo punto d'ingresso nella saga di Aloy, tenendo particolarmente in considerazione i più piccoli. Si tratta di un semplicissimo gioco d'azione - interamente giocabile in cooperativa locale - che racconta una versione asciugata e divertente dell'universo di Horizon, scherzando con le regole dei mondi LEGO e configurandosi come un perfetto gancio per attrarre i giovanissimi. Certo, non si tratta di una produzione che fa gridare al miracolo in nessuna delle sue componenti, sulla carta svolge il compito per cui è stato creato, ma riaccende il dibattito riguardo l'effettiva necessità di videogiochi "per bambini". Servono davvero?
CERTEZZE
- L'umorismo LEGO fa sempre ridere, a tutte le età
- Graficamente molto spinto
- Un buon punto d'ingresso sul mondo di Horizon
DUBBI
- Forse è fin troppo semplice e immediato
- Niente versione PS4... perché?