Di primo acchito Prototype può sembrare un gioco già visto. Molti aspetti, infatti, ricordano in parte alcuni degli ingredienti più utilizzati nel mondo dei videogiochi e del cinema. In primis l'ambientazione completamente free roaming a cui fa seguito il virus capace di trasformare gli abitanti di New York in "zombie". Se questi aspetti ricordano giochi come Resident Evil o GTA e pellicole come "Io sono leggenda", è altrettanto vero che Prototype è un gioco molto ben realizzato, a iniziare dalla trama. Alex Mercer è un cittadino qualunque che viene infettato da un virus di origine sconosciuta diffusosi in alcune zone della città. Proprio mentre i coroner stanno iniziando la sua autopsia Alex si sveglia e scappa dall'obitorio. Durante la fuga si accorge di aver acquisito alcuni poteri ma le sue condizioni fisiche però non sono buone. Il virus, infatti, continua ad agire nel corpo di Alex che è visibilmente diverso da prima. Grazie all'aiuto della sorella e di alcuni altri personaggi Alex dovrà prima di tutto riuscire a trovare un vaccino che gli consenta di sopravvivere. Una volta riuscito a fare questo però, Alex non si voterà al salvataggio delle vite dei suoi concittadini bensì cercherà di soddisfare la sua voglia di vendetta verso chi ha fatto questo a lui e alla sua famiglia.
Vendetta, tremenda vendetta
È la vendetta a muovere il personaggio, uno degli istinti più pericolosi al mondo. Il giocatore, nei panni di Alex, inizierà quindi a cercare quelle informazioni che gli servono per capire cosa è successo, perché e di chi è la colpa. Per fare tutto questo però sarà necessario scontrarsi non solo con gli infetti ma, anche, con le forze dell'ordine che si sono schierate in modo stranamente rapido in città e scandagliano, con appositi scanner, i cittadini. Ma Alex non ha memoria di quanto è successo e dovrà darsi da fare per recuperare le informazioni che gli servono "assimilando" i ricordi delle persone infette o di alcuni militari. Questo aspetto farà sì che il personaggio acquisti anche abilità particolari come, per esempio, la capacità di guidare mezzi di trasporto particolari o utilizzare travestimenti per sfuggire ai suoi avversari. Questa rete di ricordi farà quindi in modo che Alex riesca a ricostruire l'accaduto e sopravvivere fino al raggiungimento del suo obiettivo.
Un “detective” mutato
Contrariamente allo stereotipo dell'eroe, però, il personaggio si troverà a dover compiere anche azioni non proprio etiche e non agirà da solo ma potrà avvalersi dell'aiuto di alcuni personaggi secondari che gli indicheranno, di volta in volta, cosa è necessario fare per ottenere un determinato risultato.
Queste azioni saranno facilitate enormemente dai poteri mutati di Alex, che gli permettono di scalare muri, planare, saltare da un palazzo all'altro, ricoprirsi di una corazza e farsi crescere artigli e rostri.
Questa sua ricerca lo porterà ad affrontare scontri e combattimenti di vario genere sia con le varie armi che Alex riuscirà a trovare sia, principalmente, a "mani nude".
Un discorso particolare lo merita il sistema di combattimento. La capacità di Alex di gestire il proprio corpo ricoprendosi di una corazza o facendo nascere lame e artigli, unita ad un fattore rigenerante superiore a quello di un umano, fa sì che il personaggio prediliga i combattimenti corpo a corpo piuttosto che affidarsi a un'arma. Contrariamente a quanto accade nei giochi di questo tipo poi, Alex non è in grado di portare con sé armi da fuoco o munizioni. Quello che può fare è assimilare un militare e portargli via l'arma per utilizzarla immediatamente. Una volta terminati i colpi l'arma non avrà più alcuna utilità.
Un altro fattore da tenere presente durante il gioco sono i nidi degli infetti e le basi dei militari. New York, infatti, è disseminata di basi (prevalentemente si tratta di cortili o palazzi requisiti dall'esercito come sede provvisoria) e nidi (palazzi infestati in modo molto visibile). Entrambi sono vere e proprie roccaforti e sono difese in modo molto accorto sia da strumenti tecnologici sia da personale. Nel caso dei nidi sono presenti degli esseri davvero potenti, gli Hunter. Durante il gioco Alex potrà avere necessità di distruggere uno di questi luoghi o per accedere in una determinata zona o per fare in modo, purtroppo solo temporaneamente, che militari o infetti scompaiano dal quartiere.
In entrambi i casi Alex potrà scegliere se combattere in prima persona o utilizzare strategie che prevedono assimilazioni e mezzi speciali. Durante la prova abbiamo avuto modo di assistere alla distruzione di un nido e dobbiamo dire che l'aver guidato dei carri armati si è dimostrato molto efficace.
Gameplay
Una volta preso in mano il controller abbiamo quindi avuto modo di provare quanto mostratoci dagli sviluppatori che, dobbiamo ammetterlo, hanno svolto un ottimo lavoro per quanto riguarda i controlli. L'utilizzo di stick, pulsanti e grilletti è naturale e intuitivo e unisce in modo molto equilibrato la fruibilità di titoli come Grand Theft Auto o Call of Duty a quella di un picchiaduro classico. Questo fattore ci ha permesso di ottenere degli ottimi risultati (certo la difficoltà impostata su facile ha aiutato) ma dobbiamo dire che tutto ci è sembrato appropriato e semplice da utilizzare sia durante le fasi di spostamento sia durante i combattimenti. Abbiamo apprezzato poi moltissimo la capacità di movimento del personaggio che può saltare o planare tra i palazzi (in questo caso la citazione all'assurdo modo di volare di Hancock è d'obbligo) per non parlare della possibilità di utilizzare auto e pezzi degli sfondi come armi. Parlando con gli sviluppatori abbiamo chiesto dell'eventuale presenza di una modalità multiplayer e questi ci hanno risposto, molto onestamente, che in origine avevano pensato il gioco con una versione cooperativa ma che, durante i test, questa non li aveva soddisfatti e avevano quindi preferito abbandonarla per non deludere i giocatori. Durante questa chiacchierata abbiamo poi appreso che la riproduzione della città è funzionale al gioco. Questo significa che le dimensioni delle strade e dei palazzi non sono perfettamente in scala come ci si potrebbe aspettare (soprattutto dopo aver giocato a GTA) ma che tutto è stato studiato per permettere al personaggio di interagire al meglio con i vari mezzi e con gli strumenti necessari allo svolgimento dell'azione. Non essendoci una trama predefinita o uno script, infatti, il giocatore potrebbe voler utilizzare un carro armato o un elicottero per spostarsi in zone dove, nella realtà, questi veicoli non riuscirebbero fisicamente a muoversi. Anche dal punto di vista della fedeltà della planimetria non ci si deve aspettare una riproduzione reale in quanto mancano alcune zone della città. L'ultimo aspetto di cui si è parlato ha riguardato la durata del gioco. Essendo un sandbox il tempo di completamento varia moltissimo in base a quello che un giocatore vuole fare. I tester migliori hanno portato a compimento il titolo in circa 12 ore e dedicandosi esclusivamente alle quest principali. Gli sviluppatori hanno quindi ipotizzato dalle 30 alle 35 ore di gioco per chi volesse dedicarsi alla ricerca o allo svolgimento delle numerose quest secondarie che vengono proposte mano a mano nel gioco.