SOS - Battle Royale è un titolo odiatissimo. Per capire le motivazioni della community, vale la pena di ricostruirne l'intera storia. Procediamo per gradi. Perché si acquista una macchina fotografica, magari una reflex? Ovvio: per farci delle foto o, in alcuni casi, dei video. Ecco, immaginate di averne appena presa una e, dopo pochi giorni di utilizzo più che soddisfacente, nonostante qualche piccolo problema, il produttore hardware decida di aggiornarne il firmware trasformandola in un proiettore (è un'ipotesi assurda, ma cercate di seguire il discorso). Magari si tratta di un ottimo proiettore, ma voi volevate farci delle foto con quella cosa lì e, giustamente, vi sentite un po' truffati. Fortunatamente nel mondo della fotografia scorrettezze del genere non sono fattibili... purtroppo in quello dei videogiochi sì, ed è esattamente ciò che è capitato ai malcapitati acquirenti di SOS.
Storia della modalità cooperativa
SOS viene lanciato in Accesso Anticipato su Steam a gennaio 2018. Si tratta di uno sparatutto survival cooperativo dalle meccaniche originali e intriganti, in cui sedici giocatori devono allo stesso tempo competere e collaborare per trovare un antico artefatto nascosto sull'isola di La Cuna e riuscire poi a fuggire. Il problema è che solo tre di loro potranno andarsene, quindi i giocatori devono pensare a come e quando eliminare gli avversari, mentre ne cercano l'aiuto per raggiungere l'obiettivo comune, protetto da dei nemici decisamente potenti. Interessante, vero? Peccato che questo SOS qui non esista più. Aveva diversi problemi. In particolare molti giocatori erano frustrati dall'essere ammazzati a vista dagli altri e hanno finito per abbandonarlo.
Dopo due mesi, comunque, i server erano ancora popolati. Molti speravano che fossero introdotte meccaniche per evitare i comportamenti più tossici, come ad esempio una forte penalità per chi uccideva gli altri umani prima di aver raggiunto l'idolo di pietra, in modo da obbligare alla collaborazione almeno nella prima fase. Invece, indovinate un po'? Outpost Games annuncia a maggio l'arrivo della modalità battle royale per trentadue giocatori. Immaginate tutti quelli che stavano aspettando miglioramenti per la modalità base quanto ne furono entusiasti; purtroppo però, le cose si misero molto peggio di quanto potesse sembrare. Le proteste montarono e i server si desertificarono. Gli sviluppatori, vista l'emorragia di utenti dovuta alle loro scelte sconsiderate, fecero un'altra scelta ancor più sconsiderata: con l'update 4 eliminarono completamente la modalità base, quella per cui gli acquirenti avevano pagato, e resero la modalità battle royale free-to-play, dando il colpo di grazia al gioco e alla loro credibilità.
La modalità battle royale
Tutto questo è successo il mese scorso. Per provare a compensare gli utenti paganti è stato dato loro qualche contenuto per la modalità battle royale, con il risultato di farli inferocire ancora di più. Del resto se a gennaio 2018, con PUBG in grande spolvero e Fornite in piena attività, uno decide di acquistare un titolo online come il SOS originale, forse è proprio perché non vuole giocare ai battle royale (o perché ne ha giocati altri e vuole provare qualcosa di diverso)? Il problema di fondo, comunque, è un altro: se si spendono soldi per un certo titolo si può accettare che, in caso di insuccesso, gli sviluppatori provino a cambiare qualcosa, ma non che cambino proprio il gioco. Epic ha aggiunto la modalità battle royale a Fortnite, ma ha lasciato giocabile quella originale sulla quale comunque in centinaia di migliaia avevano speso dei soldi. Ritornando al nostro esempio iniziale, quella per cui una reflex non sarà mai trasformata in un proiettore è una forma di rispetto base verso il cliente, rispetto che nel caso di SOS è completamente mancato. Così, quando abbiamo deciso di provarlo, ci siamo trovati di fronte a una situazione ormai degradata, fatta di server completamente vuoti e proteste montanti da parte di quelli che, in questo caso giustamente, vorrebbero essere rimborsati di quanto speso, dato che ciò che hanno comprato non è più accessibile per scelta degli sviluppatori.
In realtà qualche partita alla modalità battle royale siamo anche riusciti a farla, trovandoci di fronte a un quadro non proprio roseo, vuoi perché ormai a giocarci sono rimasti davvero in pochi e quindi alcuni match sono iniziati con un numero davvero scarso di persone, vuoi perché è evidente che ci troviamo di fronte a qualcosa di fatto in fretta e furia e senza alcuna personalità, che sfigura davanti alla concorrenza. L'unica novità di rilievo per il genere è la possibilità di seguire le tracce degli altri per stanarli, ma per il resto la mappa è inadeguata e, soprattutto, le meccaniche di gioco sembrano pensate per altro e adattate alla bisogna (in effetti lo sono). Fortunatamente non dovete giocarci... nel senso che è difficile anche che possiate farlo.
Per scrivere l'articolo ci siamo forzati ad aspettare che il matchmaking trovasse qualche partita anche per trenta minuti, voi non avete bisogno di torturarvi in questo modo e potete tranquillamente ignorarlo... anche perché sul mercato i battle royale non mancano di certo, anche gratuiti. SOS di suo è solo un dito medio verso i giocatori. Lasciatelo perdere.
Rimane poco da dire. Evitatelo come la peste, perché in questo momento SOS - Battle Royale non vale neanche il download gratuito. Se volete giocare a un battle royale in giro si trova di molto meglio. Del resto come fidarsi degli sviluppatori, visto che per inseguire la moda del momento hanno distrutto quanto di buono avevano realizzato? Si tratta di un'operazione davvero indecente nel suo complesso, che merita l'insuccesso, così che funga da monito per chiunque altro sia sfiorato dal desiderio di replicarla.
CERTEZZE
- Nessuna
DUBBI
- Perché offendere in questo modo i tuoi acquirenti e non lanciare la modalità battle royale a parte?