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The Invincible, il provato di un’avventura che traduce Stanisław Lem in videogioco

Il provato di The Invincible, un'avventura narrativa fantascientifica di grande impatto, che prova a tradurre Stanisław Lem in videogioco.

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   06/10/2022
The Invincible
The Invincible
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"L'incrociatore di seconda classe Invincibile, l'unità più grande di cui disponeva la base della Lira, percorreva a propulsione fotonica il quadrante estremo della costellazione. Gli ottantatré membri dell'equipaggio dormivano nel tunnel d'ibernazione del ponte centrale. Dato che il viaggio era relativamente breve, all'ibernazione completa era stato preferito il sonno profondo, in cui la temperatura del corpo non scendeva al di sotto dei dieci gradi. In plancia erano in funzione solo i dispositivi automatici. Il loro campo visivo, proprio al centro del sistema di puntamento, era occupato dal disco di un sole poco più caldo di una comune nana rossa. Quando il suo cerchio arrivò a coprire in larghezza la metà dello schermo, la reazione di annichilazione del motore si arrestò.

Per un po' sull'intera nave calò un silenzio assoluto. I climatizzatori e i computer non facevano alcun rumore. Era cessata la sottilissima vibrazione causata dall'emissione del fascio luminoso dei propulsori, che fuoriuscendo dalla poppa come una spada dalla lunghezza infinita, immersa nelle tenebre, dava dei lievi contraccolpi alla nave. L'Invincibile procedeva ora a velocità costante, come fosse inerte, sorda e apparentemente vuota." Così inizia il romanzo di Stanisław Lem che ha ispirato Starward Industries nel realizzare il suo gioco e di cui mantiene intatto il titolo. Abbiamo provato The Invincible con la speranza di ritrovare le stesse atmosfere, e non siamo stati delusi.

Avventura narrativa

I pericoli ci sono, ma non abbiamo avuto modo di provare scene d'azione
I pericoli ci sono, ma non abbiamo avuto modo di provare scene d'azione

La versione di The Invicible che abbiamo avuto modo di testare conteneva circa un'ora di gameplay e ci ha lasciato un'impressione molto precisa su cosa voglia essere e, di converso, su cosa non sarà. Gli autori sembrano voler riprendere l'impianto filosofico dell'opera di Lem, innestandolo in un'avventura narrativa piena di interazioni guidate, e di un'azione dialogata, in cui ciò che succede è sempre (o quasi) significativo e, in un certo senso, descrittivo. Il giocatore veste i panni di Yasna, una scienziata inviata in missione di soccorso sul pianeta Regis III. I suoi compagni di squadra sembrano spariti nel nulla e non danno più segni di vita. Il nostro obiettivo è quindi quello di provare a rintracciarli, vivi o morti che siano, e cercare di capire cos'è successo.

La demo da questo punto di vista è stata davvero indicativa, perché parte proprio nel momento in cui si incontra ciò che rimane della squadra. La prima cosa da fare è scegliere come procedere, ossia il percorso da seguire a bordo di un veicolo per arrivare alla nostra prima destinazione.

Regis III è un pianeta desolato e sabbioso. Sin da subito notiamo la cura posta nella rappresentazione del posto, davvero notevole e di grande impatto, nonostante in giro non si vedano altro che formazioni rocciose e nuvole di sabbia. Yasna indossa una tuta spaziale ed è dotata di un sistema di comunicazione con cui è costantemente in contatto con un suo responsabile, chiamato Novik. Parla moltissimo, spiegando tutti i suoi progressi e illustrando i potenziali pericoli e, in risposta, riceve indicazioni su come procedere e accenni alla verità dietro alla spedizione. La scienziata elabora anche molte teorie sull'accaduto, partendo sempre dall'osservazione di ciò che ha intorno. Giocando scopriremo che dispone anche di alcuni strumenti, come un cannocchiale, uno scanner e una specie di cartelletta elettronica, su cui segna tutte le sue scoperte, come ad esempio i numeri dei veicoli della spedizione o i nomi dei colleghi ritrovati.

Gameplay

Yasna compie diverse azioni, tutte con animazioni dedicate
Yasna compie diverse azioni, tutte con animazioni dedicate

Il ritmo di gioco è molto lento. The Invincible non sembra essere un'opera adatta a chi entra in crisi d'astinenza se non vede esplosioni per cinque minuti di seguito. Nell'ora di durata della demo non c'è mai stata vera azione, ma il gioco ci ha fatto apprendere moltissimo su Regis III e sui suoi misteri, dandoci anche una spiegazione sull'accaduto, per quanto incompleta. In questo gli sviluppatori sembrano aver seguito da vicino il libro di Lem, in cui la parte investigativa si risolve ben prima del finale, per non disturbare quelle che sono le riflessioni filosofiche dell'autore sulla natura della vita. Non vi diremo con precisione cosa accade. Sappiate solo che finiremo per incontrare dei "nemici", per così dire, ma che non li affronteremo in modo tradizionale. Anzi, non li affronteremo proprio. Comunque sia, proseguiamo.

Durante le sue ricerche Yasna arriva in un'area dove ci sono due robot apparentemente spenti. Si tratta di macchine molto sofisticate con dei sistemi pensati per scavare le rocce. Intorno a loro non c'è nessuno. Yasna prende delle foto scattate dalla fotocamera di sicurezza di uno dei due robot (la tecnologia riprodotta fa molto fantascienza anni '60, compreso il microfono sempre in primo piano, pur con qualche concessione alla modernità) e scopre più o meno che fine hanno fatto i suoi colleghi, quindi prosegue nelle sue ricerche osservando delle strane formazioni metalliche che si sono installate in un canale e che apparentemente sono vive, almeno stando allo scanner.

I misteri abbondano
I misteri abbondano

Il tutto è condito da dialoghi continui, che possono andare avanti anche per interi minuti, in cui, ogni tanto, un sistema a scelta multipla ci chiede di intervenire. Nella demo non si capisce bene se le nostre decisioni avranno un peso sullo svolgersi della storia. Rigiocandola due volte, proprio per selezionare le risposte alternative a quelle date in precedenza, non abbiamo notato cambiamenti significativi negli eventi, ma solo in alcuni dialoghi. Probabilmente si rifletteranno in qualche modo sulla parte finale dell'avventura, anche se potrebbero essere semplicemente un modo per farci aderire a un certo punto di vista sulla faccenda. Ma andiamo oltre.

Presenza

Regis III è un pianeta spietato e desolato
Regis III è un pianeta spietato e desolato

Yasna scopre suo malgrado che uno dei due robot è ancora attivo. In qualche modo riesce a superare l'area in cui si trova e raggiunge il resto della spedizione. Anche qui non fa molto, nel senso che entra nei veicoli e nei pochi edifici presenti e interagisce con le varie strumentazioni alla ricerca di registrazioni e indizi che la illuminino sull'accaduto. Diciamo che si tratta di una sezione essenzialmente narrativa, a parte che per la ricerca di una strada alternativa per raggiungere un sito di scavo (molto veloce e semplice, in verità), fatta di molti dialoghi e di interazioni mirate. Questo è anche il momento in cui la presenza fisica di Yasna si fa più forte, nonostante l'avventura si viva tutta in prima persona, con animazioni uniche dedicate alle varie interazioni e la necessità per il giocatore di compiere direttamente alcuni movimenti con il mouse / controller per manovrare degli strumenti. In questo senso The Invincible sembra essere coreografato con grande cura, per dare al giocatore l'idea di essere davvero sul posto fisicamente. Comunque sia, dopo aver compreso il destino della squadra, la demo si conclude con l'esplorazione del sito di scavo e con una scelta fatta da Yasna che attiva un evento finale, le cui conseguenze vengono lasciate in sospeso, rimandando alla versione definitiva. Versione che non vediamo l'ora di giocare, a questo punto, nella speranza che mantenga tutte le promesse di questa affascinante demo.

Chiaramente è presto per dare giudizi su The Invincible ma, come accennavamo, ci siamo comunque fatti un'idea precisa del suo gameplay, che ha una natura fortemente narrativa, pur non essendo puntellato di sequenze filmate. La porzione di storia che abbiamo avuto modo di giocare ci ha intrigati non poco, pur sapendo più o meno sempre dove si sarebbe andati a parare (abbiamo letto il romanzo). Dal punto di vista tecnico il lavoro di Starward Industries ci è sembrato eccellente, così come i dialoghi sono stati capaci di farci entrare appieno nei temi trattati. La speranza è che anche il resto dell'avventura sia dello stesso livello, perché fondamentalmente l'esperienza vive proprio della bellezza e spietatezza di Regis III e della capacità dei testi di darci un punto di vista forte sull'accaduto, sollevano interrogativi profondi.

CERTEZZE

  • Molto dialogato
  • Regis III è un pianeta spietato e affascinante

DUBBI

  • Le nostre scelte avranno un peso?