"The power of the cloud", sentenziava Phil Spencer già un po' di tempo fa sul futuro ineludibile dell'hardware da gioco, venendo guardato un po' come un matto e un po' come una cassandra dei tempi moderni, ma di fatto senza essere preso più di tanto sul serio fino a poco tempo fa, quando tale possibilità ha iniziato a farsi strada come ipotesi parecchio realistica già nel giro di pochi anni. La questione era diventata una sorta di meme (principalmente legato all'ancora in gran parte misterioso multiplayer di Crackdown 3), ma a questo punto sta raggiungendo una solidità allarmante per chi è ancora legato alla tradizionale visione delle console come hardware chiuso e ben definito. Al di là dei vari servizi di cloud gaming, con cui abbiamo ormai imparato a convivere e che rappresentano però qualcosa di diverso da quello che potrebbe emergere da una vera console via cloud, ha destato un grande interesse in questo senso il recente annuncio di Google su Project Stream, un nuovo servizio che dovrebbe consentire di giocare in streaming via browser, attraverso Chrome, anche a titoli particolarmente impegnativi come il nuovo Assassin's Creed Odyssey.
Anche in questo caso dovrebbe trattarsi di un servizio simile a GeForce Now, PlayStation Now o ai vecchi Gaikai e Onlive, dunque qualcosa di ormai consolidato, ma che in questo caso assume contorni particolarmente interessanti: da tempo, infatti, si parla di una console targata Google di prossimo arrivo sul mercato e la presenza di un'infrastruttura imponente come quella che dovrebbe alimentare Project Stream potrebbe avere un ruolo importante in questo progetto hardware. La nuova (presunta) console Google potrebbe dunque essere un semplice set-top box in grado di interfacciarsi semplicemente con il servizio di cloud gaming e fornire così titoli di alto profilo pur non avendo all'interno della scocca un vero e proprio hardware dedicato, cosa che consentirebbe anche di mantenere un prezzo molto contenuto e aggredire il mercato con questo non indifferente punto di vantaggio. D'altra parte, se davvero il gigante californiano vuole entrare nel panorama videoludico come produttore hardware dovrà trovare un modo di differenziarsi e questo, oltre all'ampiezza potenziale del supporto software, sarebbe un elemento importante.
Altro vantaggio notevole sarebbe la possibilità di sfruttare l'enorme quantità di server e infrastrutture cloud di cui dispone Google, che garantirebbe un servizio di alta qualità e soprattutto senza dover investire più di tanto in nuove tecnologie di supporto per la compagnia, un elemento che la accomuna parzialmente a Microsoft ma su cui Google è ulteriormente avvantaggiata, avendo fondato il suo impero proprio su queste infrastrutture. Inoltre, la costruzione di un hardware dedicato esclusivamente all'utilizzo di un'interfaccia per il cloud gaming richiederebbe anche poco tempo, cosa che potrebbe portare al lancio della console Google veramente a breve distanza. Da tutto questo emerge un'altra idea: che questo tipo di tecnologia possa essere utilizzata anche dalle console "tradizionali", come PS5 e Xbox Scarlett. Finora si è parlato della possibilità che Microsoft abbia in cantiere una console a parte, oltre a Xbox Scarlett, dedicata esclusivamente al cloud gaming e dunque presumibilmente più economica e senza un vero e proprio hardware avanzato dedicato, ma la soluzione potrebbe anche essere una via di mezzo.
È improbabile che Sony e Microsoft si lancino già dalla prossima generazione in una macchina esclusivamente incentrata sul cloud gaming, sancendo in questo modo la smaterializzazione effettiva dell'hardware da gioco classico, anche perché in un mercato globale sarebbe impossibile garantire un servizio adeguato in qualsiasi parte del mondo (e qui in Italia lo sappiamo bene, considerando le condizioni medie delle linee internet), tuttavia il "potere del cloud" potrebbe manifestarsi in altre maniere, magari nell'applicazione di alcuni effetti grafici particolarmente impegnativi, come il ray tracing in tempo reale (anche se qui si entra in un ambito ancora piuttosto fantascientifico). Insomma, considerando la potenza di Google in ambito server farm e servizi online, un suo ingresso nell'ambito gaming - sebbene ancora dimesso come può esserlo attraverso la proposta di un semplice servizio di cloud gaming via browser - potrebbe dare il via a una notevole accelerata verso il superamento del concetto classico di hardware da gioco.