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L'ex-producer di Dragon Age chiede ai giocatori di non essere crudeli con gli sviluppatori

Mark Darrah, storico ex-producer di BioWare, si rivolge in un video ai giocatori, chiedendo di non essere crudeli con gli sviluppatori e stare attenti quando si critica qualcosa.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   19/02/2025
Alcuni personaggi di Dragon Age: The Veilguard

Mark Darrah, figura storica di BioWare ed ex-producer di serie come Dragon Age, ha recentemente riferito il suo pensiero sulle polemiche sempre più tossiche che partono dai giocatori e colpiscono direttamente gli sviluppatori, sostenendo che in molti casi queste si presentano sostanzialmente "crudeli" e non costruttive.

Mark Darrah, che ha lasciato BioWare quattro anni fa, ma è rimasto vicino al team come consulente ed è ovviamente molto legato ai suoi ex-colleghi, e proprio le recenti critiche a Dragon Age: The Veilguard hanno particolarmente colpito l'ex-produce, che in suo video ha voluto fare un appello ai giocatori.

Prima di tutto, Darrah sostiene che i giocatori hanno tutto il diritto di criticare i giochi e i team di sviluppo: pagando notevoli cifre per acquistare i videogiochi, possono tranquillamente manifestare il loro disappunto, ma il fatto è che dovrebbero farlo con critiche costruttive, non con attacchi personali agli sviluppatori.

Spesso i giocatori sbagliano bersaglio

Molti di questi attacchi, sostiene Darrah, si rivelano semplicemente "crudeli" e per nulla costruttivi, controproducenti per l'intera industria e l'ambiente videoludico, tanto più in un momento storico difficile come quello attuale, caratterizzato da una notevole crisi che ha portato a chiusure e licenziamenti.

"Se siete arrabbiati con un gioco Ubisoft, arrabbiatevi con Ubisoft", ha detto Darrah per fare un esempio. "Esprimete la vostra rabbia a Ubisoft o allo studio che ha realizzato il gioco. Ma si supera il limite quando si inizia a essere crudeli", ha riferito.

"Non c'è bisogno di fare di tutto per causare danni ad altre persone a causa di un videogioco. Quando si festeggia il licenziamento di uno studio perché il gioco che non piace è andato male, si passa il limite della crudeltà e, fondamentalmente, si dovrebbe avere più rispetto per gli altri esseri umani", ha affermato Darrah.

Ma c'è un'altra cosa da tenere in considerazione, ed è il fatto che gli utenti, spesso, non conoscono i retroscena di alcune decisioni e non sanno dunque a chi dare la colpa di preciso, visto che alcune cose che fanno tanto arrabbiare i giocatori derivano da meccanismi complessi all'interno della produzione dei videogiochi.

"Tutto questo non vuol dire che non sia permesso avere le proprie opinioni e non apprezzare le cose che non piacciono", dice Darrah nel video "È per sottolineare che arrabbiarsi con una persona specifica, attaccare una persona specifica, è spesso frutto di un'incomprensione che genera un'ondata di odio mal indirizzato". Le polemiche insomma spesso sbagliano bersaglio e risultano inefficaci e dolorose più del dovuto.