Il riepilogo di fine anno di Steam, chiamato Steam Replay, è sempre un'ottima occasione per ottenere dei dati interessanti sulle abitudini dei videogiocatori, visto che i comportamenti dei singoli utenti vengono confrontati con quelli medi di tutta la piattaforma. Una delle informazioni più interessanti di quest'anno riguarda il tempo in cui i giocatori si sono dedicati a dei titoli nuovi (quelli usciti nel corso dell'anno considerato), che è del 15%.
I giocatori non comprano più i giochi?
Se vi sembra pochissimo, sappiate che è un dato in crescita rispetto a quello del 2023, che era del 9%, ma in calo rispetto a quello del 2022, che era del 17%. Il tempo di gioco passato su titoli vecchi da uno a sette anni è stato molto superiore, raggiungendo il 47%, mentre il 37% è stato speso su altri ancora più vecchi, quindi di otto anni e più. Che significa?
Difficile dirlo, in realtà, tra live service e liste dei desideri lunghissime, che portano più di qualcuno ad acquistare i giochi più tardi rispetto al lancio, per averli magari a prezzo ridotto durante il periodo dei saldi. Il dato in crescita potrebbe essere motivato da giochi come Palworld, Helldivers 2, Delta Force o Banana, tutti di grande successo e usciti nel corso del 2024. C'è anche da considerare il fattore Black Myth: Wukong, che ha fatto lievitare per giorni il numero di giocatori cinesi attivi sulla piattaforma.
A frenare i nuovi giochi vengono sicuramente i live service, che incatenano i giocatori per anni e che rappresentano i titoli più giocati in assoluto su Steam. Giochi come Counter-Strike 2 e Dota 2 sono da anni nei piani alti della top 10 globale della piattaforma e non sembrano volersi schiodare per nessun motivo al mondo.