Pare che Capcom sia costretta a pagare Bandai Namco per ogni Street Fighter che sviluppa e lancia sul mercato. Il problema risiederebbe nei diritti del nome, in mano dagli anni 80 al publisher di Pac-Man. A raccontare l'aneddoto è stato Yoshiki Okamoto, il producer di Street Fighter 2, che ha spiegato come mai il nome del gioco fu cambiato in "Fighting Street" nella versione PC Engine: Namco all'epoca registrò il marchio "Street Fight" e, naturalmente, chiunque avesse voluto usarlo, comprese formule simili come Street Fighter, avrebbe dovuto pagare.
Capcom, per evitare di ridurre i profitti del port per PC Engine, decise quindi di cambiargli nome. In questo modo evitò di pagare Namco (all'epoca ancora non fusa con Bandai). Secondo Okamoto, Bandai Namco ancora possiede il marchio Street Fight e Capcom deve ancora pagarla per poterlo utilizzare. In effetti non avrebbe senso lasciarlo decadere o cederlo, se può farci ancora soldi senza fare praticamente niente, a parte rinnovarlo a scadenza.
Comunque sia l'informazione non è stata confermata e negli anni Capcom potrebbe aver acquisito il marchio di Bandai Namco, ovviamente pagandolo.