Phil Spencer ha dichiarato alcune ore fa di non aver investito nella realtà virtuale su Xbox Scarlett perché gli utenti nutrono poco interesse nei confronti di tale tecnologia, cosa che ha spinto Shuhei Yoshida a rispondere ironicamente.
"Spesso lavoriamo duramente per realizzare cose che nessun utente ci chiede", ha scritto l'ex presidente di Sony Worldwide Studios su Twitter, scatenando una prevedibile reazione di affetto e calore da parte dei suoi numerosi follower. Tanto che, per un attimo, sembrava di essere tornati a questo periodo qui:
La cosa interessante è che sia Spencer che Yoshida hanno ragione. È infatti innegabile che la VR, vista alcuni anni fa come la next big thing nell'ambito dei videogame, non abbia sfondato come qualcuno si aspettava, e lo stesso visore PlayStation VR ha solo da poco superato i 4,2 milioni di unità vendute: un valore buono in assoluto, ma marginale se confrontato alla base installata di PS4.
Le ragioni dietro questo successo limitato sono molteplici e includono il prezzo spesso esorbitante necessario per l'acquisto dell'hardware (elemento che Sony ha contribuito in maniera sostanziale a neutralizzare), la possibilità di incorrere in disagi fisici dovuti alla visione tridimensionale in movimento (per gli amici motion sickness) e, non ultima, la generale mancanza di esperienze paragonabili per gameplay, struttura, durata e valore produttivo ai giochi normali.
Spencer non dice dunque delle sciocchezze quando afferma che l'utenza Xbox non desidera la VR, anzi dimostra ancora una volta di conoscere bene i limiti della sua piattaforma e si produce nell'ormai consueta lezione di umiltà quando afferma che i giocatori sanno già che il mercato offre alternative validissime qualora si voglia sperimentare questa tecnologia.
Tuttavia ha ragione anche Yoshida nel dire che l'utenza va ascoltata, ed evidentemente quella PlayStation si è espressa in favore della realizzazione di un visore che rendesse finalmente accessibile un'esperienza che su PC è stata per anni appannaggio di pochi.
A ben vedere è anche in questo modo, un passo alla volta, che le cose cambiano: la prossima iterazione di PlayStation VR potrà contare su soluzioni più sofisticate, magari completamente wireless, e provare ancora una volta a coinvolgere i maggiori produttori di giochi perché scommettano sul successo della realtà virtuale.
Voi che ne pensate? La VR è interessante oppure no? Condividete le opinioni di Phil Spencer o quelle di Shuhei Yoshida? Parliamone.