Per un'introduzione alla serie vi rimandiamo alla recensione del primo episodio. Quello che recensiamo qui è il quarto, In Sheep's Clothing. In tutto sono previsti cinque episodi e, come sempre in questi casi, bisognerà attendere la fine della serie per un giudizio complessivo. Infine, se gli spoiler vi tolgono il sonno, vi consigliamo di passare direttamente al box del commento in fondo all'articolo.
Alla fine del terzo episodio Snow White ci ha salvato la vita. Ora la ritroviamo che osserva preoccupata mentre un medico estrae pallottole d'argento dalle nostre numerose ferite. La sua elegante giacca da lavoro è lorda del nostro sangue. Potrebbe essere l'ultima amica che ci è rimasta a Fabletown. Eppure è contro di lei che ci mette In Sheep's Clothing, quarto episodio della serie. Snow White è infatti il nuovo capo villaggio e intende fare rispettare la legge, senza eccezioni. Per Bigby significherebbe però perdere l'occasione di mostrare un minimo di compassione e riguadagnarsi la fiducia delle persone che dovrebbe proteggere. Al momento infatti la sua popolarità ha raggiunto i minimi storici e c'è chi lo considera alla stregua dei criminali a cui dà la caccia.
Tutto questo non fa che aumentare la rabbia e la frustrazione di Bigby, costretto negli scomodi panni di sceriffo a sorvegliare un gregge che mostra il suo vero volto: un misto di degenerati e miserabili che non sanno come tirare avanti. Fabletown non è mai sembrata tanto lurida e senza speranza come in questo quarto episodio. Come se non bastasse, la natura del lupo preme come sempre per stare al comando. Snow White questo non lo accetta, e la sua richiesta di avere vivo il nemico pubblico di Fabletown, perché possa essere giudicato secondo le leggi, anticipa forse la scelta finale di Bigby, che ruota sempre intorno al dilemma centrale della serie: il prezzo che deve pagare per potere fare al meglio il suo lavoro. A quanto pare non può essere un bravo sceriffo e una persona rispettata allo stesso tempo. Sebbene il terzo episodio sia quello confezionato meglio, solo in questo nuovo capitolo si avverte la tensione farsi sempre più consistente mano a mano che l'indagine si restringe a una sola possibilità, varcare la soglia che ci divide dalle nostre paure e affrontarle. Sono lontani i tempi del primo episodio, quando avevamo accolto questa nuova serie con freddezza e scetticismo. Telltale ha sfogliato uno strato della storia dopo l'altro, rivelando ogni volta nuove ambiguità. Quando ci sembra di avere capito da che parte dobbiamo stare, una spina ci pungola nel fianco, e nessuna decisione sembra mai essere la decisione giusta. Non c'è una ricetta per la vita, questo sembrano dirci le storie degli abitanti di Fabletown, ranocchi parlanti e irascibili alcolizzati con un'accetta in spalla. Così bizzarri, eppure così umani.
In Sheep's Clothing tormenta Bigby, che deve scegliere fra lealtà e dovere, amicizia e giustizia
Il lupo alla porta
Probabilmente le nostre scelte sono illusorie. Forse quando sullo schermo compare quella frase, per esempio "Colin will remember that", non significa altro che le nostre parole hanno colpito l'interlocutore, senza che questo modifichi ciò che seguirà nella storia. Ma se anche fosse così, sarebbe un'illusione quanto mai credibile, soprattutto in questo quarto episodio. Le due ore scarse di gioco scandiscono le ultime fasi dell'indagine. Anche se all'inizio mancano ancora alcuni tasselli fondamentali, si ha l'impressione che l'investigazione sia solo un modo per posticipare l'inevitabile. C'è spazio per un fiume di parole; tutti parlano moltissimo. E Bigby è sempre chiamato a dire la sua, mentre rivolta locali e torchia qualunque abitante sia sospettato di collaborare con il nemico. Alcuni meriterebbero più di una parola dura, altri invece finiscono con un occhio nero quando sarebbero solo da compatire. Tutto sembra andare a rotoli, o meglio, solo ora Bigby si rende conto che tutto andava a rotoli da un bel pezzo, proprio sotto i suoi occhi.
Il divario fra ideale e realtà diventa una crepa immensa con il procedere dell'indagine. Belle e Beast che spiegano la propria situazione finanziaria davanti al dipinto che li ritrae ricchi e contenti è un buon esempio di come funziona la vita a Fabletown. Bigby registra tutto, ma non ha tempo di fermarsi, perché gli eventi incalzano e Bloody Mary è in azione. Spavalda, sicura delle proprie abilità, è una presenza che si nota anche quando non è in scena. Le ferite sul corpo di Bigby sono il suo biglietto da visita e ci fa paura l'idea di incontrarla di nuovo. Per una volta l'esito dello scontro appare quanto mai incerto. E a proposito di scontri, dobbiamo dire che ancora una volta siamo rimasti sorpresi da quanto siano spettacolari e coinvolgenti in the Wolf Among Us, e questo nonostante il goffo sistema delle azioni a tempo. In The Walking Dead, per esempio, sono diventati presto routine. Invece quando Bigby snuda le zanne gli sceneggiatori ci hanno già preparato a dovere, facendoci sentire che è una questione personale. Premiamo fino in fondo il pulsante del mouse accompagnando ogni colpo con la mente, come per caricarlo d'odio. E se dobbiamo scegliere un oggetto fra quelli presenti per colpire l'avversario, state certi che prenderemo il più pesante e brutale. Nel quarto episodio, inoltre, l'assalitore è di quelli demoniaci, perciò deve solo ringraziare se ha ancora la testa attaccata al collo. Spesso dopo questi momenti di furia incontrollata, quando ancora siamo ebbri per lo scontro, il gioco ci mette bastardamente davanti a una richiesta legittima, gentile. Il rischio di dare uno schiaffo alla mano che ci porgono è concreto. E ancora una volta finiamo dalla parte del torto. A quanto pare non se ne esce mai puliti. Ma al momento dell'incontro finale, quando siamo faccia a faccia con la preda a cui diamo la caccia fin dall'inizio, le questioni morali restano fuori dalla porta. Perché, come disse un personaggio del cinema: vivo o morto, tu vieni con me.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i7 2600
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore Core 2 Duo 2GHz o equivalente
- RAM 3 GB
- Scheda video ATI o NVidia con 512 MB RAM
- Sistema operativo Windows XP SP3
Conclusioni
Dal punto di vista formale questo non è l'episodio migliore, ma è quello che ci ha tormentato di più. Fin da subito si capisce che nubi nere oscurano l'orizzonte. Ed è proprio in quella direzione che puntiamo. Il destino è all'opera e, per quanto ci si torcano le budella, dobbiamo affrontarlo. Prima c'è comunque il tempo per tirare le somme su quanto è stato messo in gioco fino ad ora, raccogliere gli ultimi indizi e roderci l'anima con scelte difficili. Fino a quando non resta altro da fare che andare a incontrare il nemico. E allora sapremo chi è la preda e chi il predatore. Se il penultimo episodio ha l'obiettivo di non lasciare fili sparsi e prepararci al gran finale con la massima aspettativa possibile, In Sheep's Clothing fa dannatamente bene il suo lavoro.
PRO
- I personaggi mostrano nuove sfumature
- Crea aspettative altissime per l'episodio finale
- Ricompatta le sottotrame e non lascia fili sparsi
- Combattimento ancora una volta esaltante
CONTRO
- Qualche problema tecnico qua e là