Se ci seguite con una certa regolarità il genere delle visual novel non dovrebbe risultarvi troppo misterioso. Si tratta sostanzialmente di racconti illustrati, che a volte possono avere alcune forme di interattività, mentre altre si affidano semplicemente al testo e alle immagini per narrare la loro storia.
Quest'ultimo è il caso di Love at First Sight in cui al giocatore è richiesto soltanto di premere un tasto per far scorrere i testi e, ovviamente, leggerli (i più pigri possono impostare anche l'avanzamento automatico). Non ci sono scelte da compiere, né interfacce per gestire appuntamenti o attività scolastiche e lavorative. C'è solo la storia d'amore tra una ragazza ciclope, Sachi, e un ragazzo più grande di lei, Mamoru, che sfideranno pregiudizi e incomprensioni per stare insieme. Non vi stupite troppo per l'aspetto di Sachi, visto che nel mondo delle visual novel il ricorso a stranezze come questa è abbastanza frequente. Vi basti pensare ai piccioni di Hatoful Boyfriend o alle ragazze gatto di Nekopara per avere altri due esempi di quanto andiamo affermando. Va anche detto che il gigantesco occhio della ragazza, che la rende così aliena agli altri personaggi, è strumentale al tipo di racconto, visto che si parla di amori adolescenziali che ruotano proprio attorno all'iniziale difficoltà di Sachi di aprirsi e integrarsi con i normali. Quante volte vi sarà capitato (o vi capita ancora, perché no) di sentirvi rifiutati perché diversi? Succede di sentirsi dei mostri tra i normali, soprattutto quando sono questi ultimi a far pesare la diversità, rendendola discriminante. Particolarmente pesanti sono quelle situazioni in cui il rifiuto è legato all'innamoramento, ossia quando si prova un trasporto non ricambiato per un'altra persona. Niente di nuovo, visto che si tratta di situazioni che si perpetuano dall'alba dei tempi, ma proprio per questo non esiste un'epoca in cui l'arte non abbia in qualche modo provato a rappresentarle, anche solo per recare un po' di conforto trasformandosi in specchio di una sofferenza che, per quanto possa apparire distante in età adulta, può essere un peso quasi insostenibile in gioventù.
Riscopriamo l'amore adolescenziale con la recensione di Love at First Sight, una visual novel per PC
A prima vista
Non vi vogliamo svelare altro della trama di Love at First Sight perché essendo un titolo puramente narrativo vi rovineremmo molto o tutto quello che ha da offrire. Era però importante chiarire a chi si rivolge e che tipo di storia ci troverete dentro, per non incorrere in equivoci.
Venendo a questioni più pratiche, ci preme ribadire quanto in parte già specificato: si tratta di una visual novel senza alcuna forma di interazione e dalla durata non proprio esaltante, visto che si parla di un paio d'ore per arrivare alla conclusione. L'unica tecnica narrativa utilizzata per spezzare un po' la linearità della storia, divisa in quattro atti, è l'assunzione di punti di vista differenti nel racconto di alcuni eventi. Niente di troppo complicato, visto che anche in questo caso è tutto guidato, ma è giusto notarlo anche perché si parla di alcuni tra i momenti più intensi della vicenda amorosa. A livello di disegni aspettatevi personaggi stile manga, ma dai tratti meno tondeggianti di quelli tipici. Lo stile del gioco si esprime soprattutto nella colorazione, molto più impressionista di quanto non ci abbiano abituato le più famose visual novel giapponesi, ma in verità non si vedono mai immagini che rompono in modo radicale con la tradizione. Anche la colonna sonora è sullo stesso livello, con diversi brani intensi e ben suonati, che comunque non vanno mai oltre il livello di ottimo accompagnamento. Molto ricca invece la sezione degli extra, con disegni, bozzetti di produzione, i commenti degli autori e altro materiale che farà felice gli appassionati del genere.
Conclusioni
Love at First Sight è una breve visual novel pensata per i più romantici. Racconta una storia d'amore minimale con quel tocco di surrealismo tipico del genere. Breve e intenso, ma orientato a un preciso pubblico di adolescenti (tenetene conto), catapulta per due ore in un mondo fatto di amicizia, amori, incomprensioni e accettazione della diversità, il tutto mescolato alla quotidianità. A parte una certa brevità, l'opera di Creepy Cute non ha difetti particolari, ma nemmeno pregi che la facciano spiccare sulla concorrenza. I disegni sono buoni, ma non eccezionali; la colonna sonora è piacevole, ma non entusiasmante. Insomma: funziona, qualcuno ci si innamorerà, ma dopo poco finisce e rischia di lasciare poco o nulla.
PRO
- Personaggi deliziosi
- Molto romantico
CONTRO
- Un po' corto
- Solo in inglese