Ci siamo. Dopo tanto parlare abbiamo finalmente messo mano ai pad e, caschetto in testa, ci siamo lanciati nelle prime esperienze complete per la realtà virtuale. Con il nostro ormai fidato Oculus Rift Development Kit 2 (in attesa di mettere le mani sulla Consumer Version), abbiamo deciso di partire per lo spazio profondo alla scoperta di EVE: Valkyrie. Si tratta di un titolo di cui si è parlato tanto e che chi segue la VR ormai conosce abbastanza bene, visto che da più parti è atteso come una delle prime killer application della nuova tecnologia. Dopo diverse ore di gioco, però, le nostre sensazioni non sono state così positive. E non solo per colpa del motion sickness.
Abbiamo provato a fondo EVE: Valkyrie. È davvero la prima killer application della realtà virtuale?
Verso il Valhalla
Siamo morti. No, non è l'inizio di una partita a Dark Souls III, ma il peculiare incipit di EVE: Valkyrie. Giustificando subito il riferimento alle divinità norrene, i ragazzi di CCP Games hanno deciso di accoglierci nel loro mondo raccontando il giorno del nostro decesso.
Non preoccupatevi però, perché non è nulla di grave o irreparabile: la nostra coscienza è stata infatti archiviata poco prima che esalassimo l'ultimo respiro e poi è stata prontamente trasferita in un clone. Un procedimento a quanto pare tutt'altro che insolito, visto che sarà quello che giustificherà ogni nostro respawn. Ma andiamo con ordine. La morte, si sa, ha alcune controindicazioni e la perdita di memoria a quanto pare è una di queste. Dopo averci ricordato il nostro sesso, la voce guida procede allora a spiegarci il nostro passato e, attraverso una serie di simulazioni, ci introduce anche alle basi del volo e del combattimento aereo nello spazio. I comandi sono piuttosto semplici: mentre la navicella si muove in avanti, si utilizza l'analogico sinistro del controller Xbox One per determinare la direzione, il tasto B per rallentare e il tasto A per un potenziamento. Con i dorsali si cambia l'inclinazione della navicella, mentre i grilletti sono assegnati a mitragliatrici e missili a ricerca. I tasti X e Y, infine, servono rispettivamente ad attivare le contromisure per i missili e a selezionare un bersaglio per facilitare l'inseguimento. È un peccato però che al termine del tutorial finisca anche la sezione più corposa della trama del titolo, che da questo punto in avanti abbandona ai frammenti di memoria dei piloti caduti - i cosiddetti "echi" - ogni sua velleità narrativa. Viene così alla luce la vera vocazione del di EVE: Valkyrie, che punta con decisione sulla componente multigiocatore.
Il cammino dell'eroe
Pur con alcune modalità in singolo, come le "cronache", che permettono di raccogliere i già citati echi in missioni di ricognizione o di affrontare ondate di nemici guidati dall'intelligenza artificiale, EVE: Valkyrie non sembra aver alcun interesse a sviluppare la componente offline con missioni variegate e si limita a sfruttare la meraviglia della realtà virtuale per attirare i giocatori.
L'online diventa così fondamentale e formare una propria squadra è necessario quanto pericoloso. Giocare insieme e contro avversari umani in partite 8 contro 8 è infatti divertente e appagante, ma migliorare il proprio rank per accedere a nuove classi e potenziamenti è tutt'altro che semplice. Ecco allora che arriva puntuale la scorciatoia, servita su un piatto d'argento con il contenuto del Founder's Pack riservato a chi ha preordinato Oculus Rift. In ballo ci sono duemilacinquecento gold, ovvero dieci dollari in valuta reale, coi quali avere accesso non solo a miglioramenti estetici ma anche a un incremento, per un periodo di tempo limitato, dei punti esperienza guadagnati in battaglia. Ci affacciamo così sul controverso mondo delle microtransazioni, che in un titolo venduto a prezzo pieno sono sempre piuttosto fastidiose: avremmo preferito poter conquistare sul campo tutte le ricompense, magari attraverso un sistema di crescita meno letargico. In ogni caso gli scontri risultano tutt'altro che semplici e richiedono una buona dose di dimestichezza non solo con gli shooter, ma anche con i meccanismi propri della realtà virtuale. Non è infatti così immediato abituarsi a bloccare il mirino dei missili a ricerca con lo sguardo o a reagire agli impulsi sonori per attivare le necessarie contromisure quando si è sotto tiro. Da questo punto di vista gli sviluppatori hanno concesso davvero poco ai giocatori casual, che rischiano di essere sopraffatti da un gameplay veloce e che richiede dei riflessi fulminei.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel i7 6700k
- Scheda video NVIDIA GTX 980 Ti
- Memoria 16 GB RAM
- Oculus Rift Development Kit 2
- Sistema operativo Windows 10 64bit
Requisiti minimi
- Processore Intel i5-4590 equivalente o superiore
- Scheda video NVIDIA GTX 970/AMD R9 290 equivalente o superiore
- Memoria 8GB+ RAM
- Uscita video HDMI 1.3
- 3 porte USB 3.0 più 1 porta USB 2.0
- Sistema operativo Windows 7 SP1 64 bit o più recente
L'effetto wow
Nonostante un quantitativo di contenuti piuttosto scarno, è innegabile che immergersi per la prima volta in EVE: Valkyrie sia un'esperienza quasi mistica per un giocatore. Mentre ci si guarda intorno prima del lancio è sorprendente vedere le nostre mani virtuali stringere i comandi lì dove nella realtà teniamo il controller o cogliere con la coda dell'occhio la spalla del nostro alter ego mentre si ruota leggermente per seguire i movimenti della nostra testa, che si sposta di continuo, incuriosita.
Piccolo e essenziale, l'abitacolo può essere osservato a trecentosessanta gradi ed è altrettanto stupefacente notare quanto si integri alla perfezione con l'interfaccia di gioco: di fronte a noi troviamo un piccolo radar e due indicatori, uno per la velocità e l'altro per tenere sotto controllo la carica necessaria all'accelerazione. Il decollo riesce poi a trasmettere anche una buona sensazione di velocità, ma è nello spazio aperto che EVE: Valkyrie dà il meglio di sé. Una volta fuori ci si dimentica facilmente sia del mondo esterno sia dell'effetto griglia sempre presente sullo schermo, e non è facile nemmeno concentrarsi sulla battaglia. Le mappe offrono infatti scorci impressionanti, tra relitti, basi spaziali e corpi celesti. Tuttavia, è proprio la presenza piuttosto disordinata di questi elementi a creare i problemi maggiori. A differenza di altri giochi dove il mal di mare è dovuto a ritardi nel riconoscimento dei movimenti, qui ci si ritrova spesso senza veri punti di riferimento anche solo per stabilire quale sia il sopra e quale sia il sotto; dopo qualche evoluzione per evitare gli attacchi nemici l'impresa diventa poi assolutamente impossibile. Siamo così riusciti a giocare in sessioni di non più di un paio d'ore consecutive, provando una sensazione di malessere praticamente continua anche dopo pause piuttosto importanti.
Conclusioni
EVE: Valkyrie non rappresenta un brutto inizio per l'era della realtà virtuale, anzi: il titolo è riuscito a trasmetterci più di altri l'entusiasmo per questa nuova tecnologia. Le perplessità maggiori non nascono allora tanto dalla presenza delle microtransazioni o dalla scarsa attenzione verso i contenuti per giocatore singolo. Il vero problema è capire fino a che punto possa essere divertente giocare a qualcosa che può farci stare male fisicamente già dopo pochi minuti.
PRO
- Gameplay veloce e appagante
- Potenzialità della realtà virtuale ben sfruttate
CONTRO
- Pochi contenuti offline
- Microtransazioni e prezzo pieno non vanno d'accordo
- I combattimenti in molte mappe danno la nausea... letteralmente