Eufloria e' la versione commerciale di Dyson, un esperimento videoludico sviluppato lo scorso anno per partecipare alla prestigiosa (?) Procedural Generation Competition, un concorso riservato a videogiochi basati sulla generazione "al volo" degli assets di gioco (struttura dei livelli, piuttosto che texture o modelli tridimensionali).
Il titolo originale del gioco era quindi una sorta di tributo al fisico e matematico statunitense Freeman Dyson (anche qui, le citazioni si sprecano) che, nell'ambito del progetto Orione, dedico' parte delle sue ricerche alla teorizzazione delle Sfere di Dyson. Delle particolari strutture di rivestimento pensate allo scopo di catturare l'energia prodotta dai corpi celesti. A corollario, Dyson ipotizzo l'ideazione di piante geneticamente modificate in grado di crescere sulle comete e produrre quindi un'atmosfera respirabile semplicemente sfruttando l'energia solare. Tali piante, conosciute come Alberi di Dyson, avrebbero permesso al genere umano di utilizzare le comete come una sorta di nave stellare impropria, permettendoci di conseguenza la colonizzazione dei sistemi solari al di fuori del nostro.
Strategia ai minimi termini
Eufloria ha sfruttato le teorie del Dottor Dyson per offrire una sorta di strategico in tempo reale votato alla colonizzazione di onirici sistemi solari formati da asteroidi a meta' strada tra l'essere uni-cellulare e dei più classici corpi celesti bidimensionali di forma sferica. La natura procedurale del titolo fa sì che la struttura di ogni livello non sia mai uguale a quello giocato nella partita precedente, anche se scoprirete presto che, paradossalmente, proprio come nel romanzo di Tomasi di Lampedusa tutto cambia affinchè tutto rimanga com'è.
All'inizio di ogni partita il giocatore possiede uno o più asteroidi sul quale sono piantati alberi di diversa tipologia (Dyson o Difesa) e attorno ai quali stazionano dei speciali... sementi. A seconda di difficoltà e livello di gioco su ogni asteroidi può essere piantato solo un numero finito di alberi, mentre ogni albero costerà indistintamente sempre dieci sementi. Per colonizzare (o conquistare, a seconda dei casi) gli altri asteroidi del sistema corrente sarà necessario inviare, possibilmente in massa, i propri sementi. I sementi nascono solamente sugli alberi di Dyson, quindi - almeno teoricamente - al giocatore rimane la scelta di decidere con oculatezza il bilanciamento tra generazione e difesa dai sementi degli avversari. Il tutto può sembrare semplice, per non dire semplicisto. Ed effettivamente lo e'. Per quanto il titolo sia intriso di fascino e carisma, dal punto di vista meramente ludico Eufloria non riesce a stimolare e, ancor peggio, a rappresentare un vero grado di sfida. Forse per non rischiare troppo sul fronte bilanciamento della difficoltà di gioco, gli sviluppatori hanno ben pensato di attribuire alle fazioni avversarie uno stile tattico che definire attendista e' riduttivo. Tranne rarissimi casi le frotte di insetti, pardon, sementi avversari non s'arrischiano ad attaccare i nostri asteroidi se non dopo essere stati apertamente provocati dalle nostre aggressioni. Questo si traduce nel fatto che a patto di avere piantati almeno un paio di alberi di difesa, e' possibile abbandonare letteralmente la propria postazione di gioco, anche per parecchi minuti, per poi quindi conquistare l'universo grazie all'accumulo di semenza generate nel frattempo.
In questo contesto, la grafica personale e le musiche stilose non riescono da sole a salvarci da questo universo di noia videoludica. Gli stessi livelli "speciali" presenti all'interno del gioco e destinati ai giocatori più esperti non riescono a risollevare le sorti del gioco. Troppo spesso l'incognita per finire un livello non è mail il "come" riuscirsi, ma il "quanto" si dovrà attendere per la produzione delle unità necessarie ad invadere un nuovo asteroide. Insomma, non ci rimane che riporre speranze negli eventuali contenuti sviluppati dalla comunità, supportati nativamente dal gioco.
Conclusioni
Un gioco zen. Pure troppo. Eufloria tenta di affascinare più che di piacere. L'atmosfera minimalista e il particolare stile grafico riescono pero' a nascondere le pecche del gameplay solo durante le prime sessioni di gioco. Alla lunga assomiglia sempre più a un esercizio di stile che, francamente, non pensiamo riesca a giustificarne pienamente il prezzo. Soprattuto in virtu' del fatto che la versione gratuita potrebbe già da sola bastare a placare la vostra sete di colonizzazione procedurale. E' un vero peccato non riuscire a trovare ragioni concrete per consigliarne l'acquisto a tutti, via Steam a circa 14 euro, se non quella di supportare idee originali, anche se troppo spesso fini a se stesse.
PRO
- Musiche ottime
- Atmosfere originali
- Possibilita' di MODifiche (ce lo auguriamo)
CONTRO
- Strategicamente poco profondo
- Ludicamente lento
- Monotono
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: AMD Athlon64 X2 4200+
- RAM: 4 GB
- Scheda Video: ATI HD4850 512MB
Requisiti minimi
- Processore: Pentium III 1.0 GHz o Athlon equivalente
- RAM: 512 MB
- Spazio su disco: 50 MB
- Scheda audio compatibile DirectX 9.0c