R for Revenge
Burnout Revenge denota da subito una spiccata attitudine al restyling, evidente già dal nuovo (ma non indimenticabile) filmato introduttivo e dalle diverse soluzioni cosmetiche adottate per i menu e le schermate di caricamento. Seppur lontano dall’essere trascendentale, il lavoro di pulizia e rifinitura di Criterion in questo senso è comunque lodevole, grazie alla cancellazione di elementi superflui -che in un modo o nell’altro finivano per appesantire la navigazione- e all’abbellimento generale del look delle schermate. E proprio il termine “abbellimento” rappresenta forse il modo più idoneo per descrivere Burnout Revenge nella sua interezza, a partire ovviamente da un comparto tecnico decisamente non next-gen ma nemmeno pedissequamente riproposto senza modifica alcuna. Come è lecito aspettarsi, graficamente il gioco guadagna su Xbox 360 più che altro in termini di definizione, mostrando in particolare texture più curate e dotate di un miglior effetto di bump mapping, ma il tutto risalta ovviamente in maniera esponenziale con la complicità di un buon sistema HDTV.
Il termine “abbellimento” rappresenta forse il modo più idoneo per descrivere Burnout Revenge nella sua interezza
R for Revenge
Tuttavia le migliorie non si fermano qui, e possono annoverare modelli poligonali leggermente arricchiti, effetti di luce ancor più massicci e spettacolari (una nota di merito va in particolare alle esplosioni, davvero eccellenti), una fluidità notevolmente maggiore e, dulcis in fundo, un upgrade alla gestione degli scontri tra le autovetture: oltre a deformarsi e perdere pezzi in maniera ancora più convincente rispetto a prima, i bolidi di Burnout Revenge ora si graffiano, perdono vernice e si ammaccano man mano che gli impatti si susseguono durante una gara, arrivando al traguardo quasi sempre in condizioni piacevolmente disastrose. Il lavoro di restyling ha coinvolto poi anche il già ottimo sonoro del titolo Criterion, che gode in questa nuova versione di effetti ancor più vari e potenti, che accompagnano con invidiabile efficacia il susseguirsi degli eventi su schermo. Alla fine de conti, le uniche obiezioni tecniche che possono essere mosse agli sviluppatori riguardano alcuni –sporadici- rallentamenti nell’azione e tempi di caricamento che forse avrebbero potuto essere più brevi. Tutto il resto è Burnout Revenge all’ennesima potenza.
Play it (un)safe
Per certi versi sorprendentemente, Burnout Revenge non limita le rifiniture al solo reparto audiovisivo, ma compie un ridotto ma certosino labor lime anche sotto il profilo del gameplay, senza ovviamente stravolgere la propria formula vincente (e per tutti i dettagli riguardanti la struttura ludica vi rimandiamo alla recensione delle versioni PS2 ed Xbox a questo indirizzo). Ecco quindi che il titolo Criterion offre all’utente la ben conosciuta pletora di competizioni all’interno del mastodontico World Tour, vera e propria anima single player del gioco: oltre 160 medaglie da vincere tra le varie specialità (Gara, Attacco al Traffico, Giro Scatenato, Furia Stradale, Eliminatore, Grand Prix), con auto ed eventi speciali da sbloccare, all’interno di otto scenari che ospitano tracciati dal design accattivante e gustosamente ricco di shortcuts. Inutile dire come affrontare le prove su strada rimanga un’esperienza esaltante anche su Xbox 360, con l’adrenalinico gameplay tipico della serie che beneficia della maggiore fluidità di quest’ultima versione dimostrandosi –se possibile- ancora più abile a mozzare il fiato all’utente.
Burnout Revenge non limita le rifiniture al solo reparto audiovisivo, ma compie un ridotto ma certosino labor lime anche sotto il profilo del gameplay
Play it (un)safe
Le limature a cui accennavamo prima riguardano alcuni ritocchi all’IA degli avversari e l’eliminazione di veri e propri “incidenti di percorso” quali la telecamera esterna impostata come default e l’indicatore di partenza in stile gioco di golf per quanto riguarda gli scenari Schianto. Insomma, Burnout Revenge su Xbox 360 si rivela più godibile rispetto alle precedenti incarnazioni ed è quindi senz’ombra di dubbio la scelta migliore per chi non abbia avuto modo di giocare l’ultimo capitolo della serie corsistica EA: di converso, va anche sottolineato come questa versione “ripulita” del titolo Criterion non presenti in fin dei conti sufficienti motivi d’attrattiva per coloro che ne avessero già avuto a che fare. E sì, perché oltretutto Burnout Revenge su Xbox 360 porta con sé non solo pregi, ma anche qualche difetto: su tutti la lunghezza forse eccessiva della modalità World Tour, che tende a divenire ripetitiva anche a causa della obbligata reiterazione degli stessi otto tracciati e relative varianti.
Live from the streets
Un aspetto che invece Criterion si è premurata di ampliare al meglio è invece quello relativo alle funzionalità Live del gioco, effettivamente più corpose in questa versione Xbox 360. Anche qui nulla di particolarmente sconvolgente, ma perlomeno lo sforzo di aggiungere qualcosa c’è stato e va valorizzato. Per prima cosa, Burnout Revenge consente di registrare e condividere con gli utenti Live spezzoni delle proprie migliori performances, semplicemente registrandole nel corso dei replay che concludono ogni gara: è dunque possibile mostrare al mondo le proprie imprese e allo stesso tempo ammirare quelle dei giocatori più abili, per un elemento ludico forse un po’ estemporaneo ma comunque piacevole. Parlando dell’online play vero e proprio, Burnout Revenge presenta una struttura dei menu più snella e user-friendly, e soprattutto un’interessante sistema di memorizzazione degli avversari contro cui si gioca: in sostanza, il gioco tiene conto dei Takedown subiti dall’utente o da questo realizzati a scapito degli altri, spingendo così alla furiosa ricerca della vendetta ogni qualvolta ci si trovi di fronte ad un vecchio “nemico”. Per il resto, Burnout Revenge online funziona che è una meraviglia, sicuramente meglio rispetto alle versioni precedenti, ma anche in questo caso non al punto da spingere all’acquisto i reduci PS2 e Xbox.
Commento
Burnout Revenge è sicuramente un titolo che fa comodo alla line-up di Xbox 360: e non potrebbe essere altrimenti, considerando che si tratta della versione riveduta e corretta dell’indiscusso re dei racing game arcade. Facendo leva su un comparto audiovisivo migliorato e su un gameplay granitico limato di qualche imperfezione, Burnout Revenge magari non sarà la massima espressione del concetto di next-gen, ma è comunque un prodotto che nessun utente “vergine” dell’ultimo capitolo della serie dovrebbe lasciarsi sfuggire. Per tutti coloro che lo avessero già sviscerato su Xbox o PS2, invece, quest’ultima versione non offre probabilmente motivi sufficienti per giustificare un nuovo acquisto.
Pro
- Il miglior racing game arcade sul mercato
- Comparto tecnico perfezionato
- Funzionalità Live impeccabili
- Qualche sporadico rallentamento
- World Tour alla lunga ripetitivo
Ammettiamolo: l’annuncio della conversione di Burnout Revenge su Xbox 360 ha destato più di qualche sospetto. Il fatto che il titolo sia stato messo in vendita per una nuova console nonostante la retrocompatibilità della stessa ha subito indotto maligni e non a gridare alla bieca operazione commerciale, una mossa studiata ad hoc per costringere contemporaneamente nuovi e vecchi utenti ad acquistare una nuova copia del gioco. Ma dopo un’attenta analisi del prodotto EA, simili teorie cospirative non faticano a scivolare via, spinte dalla perdurante ottima qualità del racing game Criterion e da alcune visibili migliorie di carattere tecnico.