Se avete qualche annetto sulle spalle - o magari vi piace darvi al vintage - e amate i JRPG, allora è molto probabile che stiate aspettando Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes tipo l'avvento del messia, visto che ci sta lavorando Yoshitaka Murayama. Stiamo parlando del creatore dell'indimenticabile serie Suikoden, che lasciò Konami poco prima che uscisse il terzo episodio per fondare prima Blue Moon Studio e poi Rabbit & Bear Studio. Murayama sta sviluppando il suo nuovo gioco dopo averlo proposto su Kickstarter e aver raggiunto l'obiettivo in appena tre ore.
Uno degli stretch goal - superati nell'arco di poche settimane - prevedeva anche lo sviluppo di un titolo sussidiario: affidato a NatsumeAtari, il gioco sarebbe servito come assaggio del mondo di Eiyuden Chronicle, in attesa della portata principale, prevista per il 2023.
Nella nostra recensione di Eiyuden Chronicle: Rising vi diremo se questo antipasto è riuscito bene, perciò continuate a leggere.
Ricostruire Nuova Nevaeh
La prima cosa che bisogna capire è che Eiyuden Chronicle: Rising non è e non vuole essere un gioco importante. È un titoletto sviluppato a basso budget per ringraziare i fan e introdurli al mondo di Eiyuden Chronicle e i suoi personaggi. Ridimensionando questa operazione, ci si rende conto che l'opera di NatsumeAtari, per certi versi, offre anche più di quanto avrebbe dovuto. L'altra cosa che vale la pena sottolineare è che Rising non è un GDR vero e proprio, ma un mix di generi che richiama Suikoden - in buona sostanza, la pietra angolare nella carriera di Murayama - solo in alcuni aspetti e in particolare nella progressione di una comunità, chiamata Nuova Nevaeh, che fa da centro nevralgico a tutta l'esperienza.
La storia di Rising ruota tutta attorno a questa cittadina, crocevia di mercanti ed esploratori come la giovane protagonista del gioco, C.J. Sarà lei che impersoneremo all'inizio dell'avventura, ma nel giro di qualche ora assumeremo il controllo anche di Garou, un canguro antropomorfo armato di una gigantesca spada, e Isha, la sindaca ad interim che è anche una potente maga.
La narrativa di Eiyuden Chronicle: Rising si appoggia a protagonisti estremamente stereotipati, ma l'intreccio, che dapprincipio appare banalotto, diventa più interessante del previsto dopo qualche ora. Peccato solo che sia diluito da una marea di missioni secondarie, impreziosite da dialoghi piacevoli grazie alla localizzazione italiana scorrevole e alle atmosfere spensierate.
La protagonista assoluta è infatti la città di Nuova Nevaeh, che ricostruiremo a poco a poco e vedremo fiorire sotto i nostri occhi. La maggior parte delle missioni serve infatti a ingrandire la comunità, annettendo nuovi visitatori, mercanti e servizi che ci torneranno utili nelle ore a seguire. In questo senso, Rising è strutturato in modo intelligente ed equilibrato: si sblocca continuamente qualcosa di nuovo e la città cambia aspetto di conseguenza, gratificando il giocatore anche sotto un profilo più visivo.
La ricostruzione della città si intreccia a doppio filo con la progressione nel gameplay. Le nuove funzionalità coprono infatti la parte più GDR del titolo NatsumeAtari, sconfinando nel campo del metroidvania. Nuovi attrezzi consentono di superare ostacoli precedentemente invalicabili o di recuperare materiali che ci permetteranno di costruire nuovi strumenti, in un loop soddisfacente. Questo meccanismo si riflette anche nel sistema di combattimento: migliorando armi e armature apprenderemo nuove tecniche e manovre che renderanno gli scontri un po' più vari e avvincenti.
Il sistema di combattimento è infatti riuscito solo a metà. È apprezzabile l'implementazione di una modalità "accessibile" che permetta ai giocatori meno avvezzi alle dinamiche action di barcamenarsi negli scontri usando giusto un paio di tasti, ma le prime ore di gioco sono fin troppo essenziali.
A differenza del futuro Hundred Heroes, infatti, Rising non impiega un sistema di combattimento a turni. L'azione è in tempo reale e la struttura a scorrimento orizzontale/verticale ricorda titoli 2D come Castlevania, Ori e Metroid. Una volta reclutato l'intero terzetto di protagonisti, il giocatore, che ne controlla soltanto uno alla volta, può scambiarli in qualsiasi momento; effettuando lo scambio al momento giusto nel mezzo di una combo - che diventa automatica, selezionando l'apposita opzione - i personaggi entranti infliggono molti più danni. Padroneggiare questa meccanica è essenziale soprattutto quando si affrontano i nemici più coriacei o i boss alla fine dei labirinti, solitamente protetti da una corazza che, rappresentata da un indicatore, va prima consumata a botte.
Potenziando rune, armi e armature, i personaggi acquisiscono nuove abilità come doppi salti, schivate, attacchi caricati e così via, ma, nonostante una certa varietà di manovre, il sistema di combattimento rimane comunque viziato da hitbox approssimative, pattern prevedibili e nemici fin troppo riciclati.
Un loop che non convince
Il problema sta nel fatto che il sistema di combattimento stantio appesantisce la fortissima ripetitività del gameplay. Come abbiamo detto, Eiyuden Chronicle: Rising si svolge tutto nella città di Nuova Nevaeh e dintorni, e questo significa che le zone esplorabili sono pochine, nonché riconducibili a biomi tutto fuorché originali: foreste, grotte, antiche rovine, montagne innevate e l'intero repertorio dei cliché fantasy.
La cascata di missioni secondarie - spesso necessarie a progredire nella campagna principale e quindi non esattamente opzionali - costringe al backtracking con troppa insistenza. Se è vero che con un minimo di lungimiranza si possono risolvere grappoli di missioni in un'unica sessione, resta il fatto che si debba tornare nelle stesse mappe più e più volte in cerca di risorse o nemici particolari da sconfiggere, per poi tornare in città a fare rapporto.
Un sistema di spostamento rapido - vincolato ai checkpoint nei dungeon, ma libero entro i confini di Nuova Nevaeh - alleggerisce un po' il carico di questo loop, ma alla lunga l'andirivieni diventa stancante e serve solo a prolungare artificialmente la durata del gioco.
La campagna si completa infatti in circa quindici di ore, che sono comunque abbastanza generose per questo genere di produzione e ce ne vuole qualcuna in più per sbloccare ogni potenziamento o contenuto. Perfezionare il salvataggio non sembra serva a migliorare la futura esperienza in Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes, dato che, a quanto pare, potremo importare solo i nomi che abbiamo dato alle armi dei protagonisti e alle pietanze cucinate nella locanda.
Da questo punto di vista, dobbiamo ammettere che Rising riesce soltanto in parte a saziare il nostro appetito di Eiyuden Chronicle. Nel gioco ci siamo imbattuti in una caterva di personaggi che sicuramente rivedremo in Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes, ma è stato solo un assaggio e nulla più: si distinguono per una caratterizzazione leggermente più marcata e tanta attenzione nella realizzazione degli sprite.
Una gioia per gli occhi, non per le orecchie
L'altra questione un po' più delicata riguarda proprio il comparto tecnico di Eiyuden Chronicle: Rising. Gli scenari sono particolareggiatissimi, impreziositi di dettagli, illuminazioni e animazioni. NatsumeAtari impiega una grandissima varietà di colori vivaci e brillanti, ma se esplorare questo angolo del mondo di Eiyuden Chronicle è un vero piacere per gli occhi - un po' meno per le orecchie, dato che i motivetti non sono proprio memorabili - è altrettanto chiaro che lo stesso impegno non è stato profuso nella realizzazione degli sprite 2D che, sì, sono curatissimi nella pixel art, ma non abbastanza nelle animazioni, spesso legnose e sgraziate. Hundred Heroes dovrebbe essere molto più curato e definito sotto questo aspetto, come suggeriscono i pochi teaser finora pubblicati, ma è un peccato che Rising non ci abbia dato un assaggio di Eiyuden Chronicle anche in questo senso.
Conclusioni
Non avevamo grandi aspettative per questo Eiyuden Chronicle: Rising, ma alla fine, considerato anche il costo contenuto, si tratta di un titoletto simpatico che dura anche più del previsto. Come pubblicità a Hundred Heroes, però, non funziona troppo bene, un po' perché la sua natura è fin troppo diversa, un po' per i suoi evidenti limiti, e anche e soprattutto perché la finestra che apre sul mondo di Eiyuden Chronicle è più che altro un sottile spiraglio. Prendetelo in considerazione solo se credete fortemente nel progetto di Yoshitaka Murayama e volete conoscere ogni dettaglio di questa nuova serie.
PRO
- La ricostruzione della città è strutturata in modo intelligente
- Anticipa tanti personaggi che rincontreremo in Hundred Heroes
CONTRO
- Backtracking fortemente ripetitivo
- Sistema di combattimento approssimativo